L'epopea della difesa della Vita in Italia. Vittorie e sconfitte, amici e nemici. Verso la metà deli anni '70 in Italia i radicali e le sinistre lanciano una forte offensiva contro la famiglia e la vita. Piano piano persone di ogni ceto e provenienza si organizzano per contrastare la nuova cultura imperante: sono i pro life. Sono per lo più cattolici ma non solo. Hanno entusiasmo, volontà, idee nuove, ma sono economicamente deboli, politicamente piuttosto soli e divisi tra loro...
La ricerca e le questioni teologiche, antropologiche, etiche ed economico-sociali collegate
Il conflitto tra valori talvolta ugualmente difendibili
Libertà di ricerca, tutela della salute, salvaguardia dell'embrione…
La ricerca sulle cellule staminali solleva grandi speranze per le possibilità terapeutiche che potrebbe dischiudere, ossia per combattere patologie al momento giudicate incurabili.
La medesima ricerca solleva tuttavia quesiti teologici, antropologici, etici ed economico-sociali di grande complessità: libertà di ricerca, tutela della salute, equità nell'assegnazione delle risorse, salvaguardia dell'embrione sono infatti valori egualmente difendibili che entrano in aperto conflitto.
A partire dal documento sulle staminali della "Commissione bioetica" della Chiesa valdese, e in continuità con larga parte delle riflessioni etiche e teologiche del protestantesimo storico europeo su temi quali la responsabilità individuale e la laicità dello Stato, il volume avvia un dialogo interdisciplinare con intellettuali laici e credenti, protestanti e cattolici.
Saggi di:
Alberto Bondolfi, Donald Bruce, Elena Cattaneo, Paolo Cattorini, Elvio Fassone, Giulio Giorello, Demetrio Neri, Anna Rollier, Amedeo Santosuosso, Luca Savarino, Paolo Vineis.
Il volume, frutto del Convegno nazionale di bioetica del dolore, ha come obbiettivo di proporre una riflessione scientifica che, nell'ottica della bioetica personalista, possa far scoprire che, anche in questa dimensione, una risposta di senso è ancora possibile.
Esistono ancora il genere maschile e femminile? Oppure sono comprensioni obsolete del carattere sessuato dell’umanità, ormai superate e sostituite dalla riclassificazione in 5 o più «generi» legati all’orientamento sessuale? Quando parliamo di persona umana, ci riferiamo ad una realtà ontologicamente sessuata, descrivibile, oggettivabile, o ad un’identità astratta, a un soggetto astratto, indefinibile, connotato primariamente dalla direzione del suo orientamento sessuale, dal suo desiderio a prescindere dal biologico e, in virtù di questo essere desiderante, portatore di diritti? Evidenziando la trappola della falsa opposizione tra «natura-cultura» – sottolineando i rischi della frantumazione dell’essere umano, in cui per il determinismo psichico la persona coinciderebbe con il suo «sentire soggettivo», per il determinismo socio-culturale il soggetto sarebbe solo il risultato di una costruzione socio-culturale, e per il determinismo biologico l’uomo equivarrebbe ai suoi geni – il testo vuole rimettere a tema la imprescindibile, reale unitarietà ed inestricabile interdipendenza di tutti questi fattori nella formazione dell’identità sessuata di ogni uomo e di ogni donna, smascherando le irragionevoli pretese dell’indifferenza del binario maschile/femminile portate avanti dall’ideologia gender.
Chiara Atzori, medico ospedaliero specialista in infettivologia presso un ospedale milanese, è autrice di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito HIV-AIDS. Membro di Scienza e Vita Milano e dell’Associazione Obiettivo Chaire, partecipa da anni alla rubrica « Il medico in diretta» a Radio Maria, con conversazioni di argomento infettivologico e bioetico. Ha pubblicato articoli su Studi Cattolici, il Timone, Avvenire.
Il volume affronta le grandi questioni della medicina del nostro tempo il cui tema fondante, la relazione medico-paziente, viene qui analizzato rispondendo ad alcune domande fondamentali.
Cosa significa oggi parlare di qualità e di dignità della vita umana? In che rapporto stanno tra loro autonomia del paziente e responsabilità del medico, soprattutto nella dinamica del consenso informato? Come si può promuovere l’educazione del paziente, soprattutto in tema di stili di vita, nel rispetto delle sue credenze e delle sue convinzioni, dei suoi giudizi di valore sulla vita e sulla morte, sul dolore e sulla qualità di vita…
«Perché sia il paziente che il medico», sottolinea l’autrice, «hanno entrambi bisogno di formazione e a entrambi si richiede una particolare cura del loro rapporto, per affrontare le possibili difficoltà con quella lealtà reciproca che riconosce i limiti umani in cui ognuno di loro non può non incorrere. Per questo nella relazione medico-paziente si riflette e si rivela l’allegoria di ogni relazione umana, della sua forza e della sua debolezza, della sua intrinseca dimensione etica».
Un racconto sulla relazione di cura, sul modo in cui la responsabilità personale può tradursi in responsabilità sociale nel momento in cui i processi decisionali coinvolgono più persone, e le diversità dei giudizi e delle valutazioni sembrano interpellare la coscienza di tutti e di ciascuno.
Paola Binetti, psicologa clinica e neuropsichiatra infantile, è stata tra i fondatori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, dove ha svolto fin dagli inizi il ruolo di Direttore del Centro di Educazione Medica e di Presidente del Consiglio di Corso di Laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Ha contribuito a imprimere una forte spinta innovativa negli studi medici, insistendo sulla necessità di introdurre nel piano di studi le Medical Humanities e la figura multidimensionale del tutore clinico per permettere una formazione personalizzata per ogni studente. Da sempre impegnata nella riforma del sistema universitario, membro di numerose istituzioni scientifiche italiane e internazionali, è autrice di 30 libri e di oltre 300 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali su tematiche legate alla psicologia clinica, alla pedagogia medica e alla bioetica.
Ha partecipato attivamente a molteplici iniziative volte all’approfondimento del dialogo tra le problematiche sociali e l’etica medica, per offrire un contributo all’analisi delle nuove domande legate alla ricerca, alla qualità di vita dal concepimento fino alla fine naturale. È stata presidente del Comitato Scienza & Vita per la difesa della legge 40, dal 2006 è impegnata nell’attività parlamentare della Commissione Sanità e Affari sociali, prima in Senato e attualmente alla Camera dei Deputati. Membro della Commissione d’inchiesta per gli errori sanitari, è autore di numerose proposte di legge in campo socio-sanitario.
Cosa può guidare la valutazione bioetica di pratiche, come le mutilazioni sessuali, cariche di una così forte connotazione culturale? Si possono "giudicare" le culture? Può esistere un "linguaggio comune" in questi argomenti? Fra le intricate trame delle mutilazioni genitali femminili (MGF), il testo, con una prospettiva "tutta al femminile", si propone di analizzare, senza esaurire, questo difficile tema sotto un punto di vista multidisciplinare che tiene a cuore la donna nella sua totalità.
Le medicine alternative hanno una validità scientifica? Sono compatibili con la vita cristiana? Quale significato ha la guarigione nella Bibbia e nella realtà attuale della Chiesa? Sono questi gli interrogativi ai quali l'autore intende rispondere con il presente saggio. Da un lato, il testo ci propone una ricerca sulla guarigione e sulle medicine alternative, sulla loro validità scientifica e sulla loro influenza nella vita spirituale dei cristiani, dall.altro, una riflessione sulla guarigione nell'Antico e nel Nuovo Testamento e nella realtà attuale della Chiesa.
La questione aborto, dopo la sua legalizzazione in Italia, è considerata chiusa da tempo: rimossa, cancellata. Si tratta invece della prima causa di morte in Europa: un aborto ogni 11 secondi. Dieci saggi esaminano l'aborto legale come non viene mai raccontato. Nei suoi controversi aspetti giuridici, nella carica distruttiva che reca con sé, nel rifiuto che è in grado di opporre all'altro. In quali termini si può parlare di una vita prenatale? Quali sono gli effetti della sofferenza post-abortiva? Esiste una relazione tra difesa della vita e democrazia? Il testo offre un approfondimento pluridisciplinare attraverso contributi che affrontano molteplici aspetti della questione: dalle implicazioni filosofiche e politiche dell'aborto di Stato alle misure di sostegno alla maternità difficile, dalle questioni di carattere giuridico della legislazione abortista ai problemi poco noti della cosiddetta "contraccezione d'emergenza" e dell'eutanasia prenatale.
Descrizione dell'opera
L'uomo è un campo di battaglia ove entrano in gioco forze biofile e necrofile: egli vive una tensione fondamentale tra bene e male, tra vita e morte. Ciò che conta è da quale di questi due orientamenti si lascia dominare e guidare.
La bioetica si concepisce come un progetto di speranza per l'uomo, come amore per la vita e come una possibilità di realizzare una umanità migliore. Ma per attuare tale progettualità ha bisogno di conservare chiara la sua identità, di essere essa stessa umanizzata, di amare la vita per saper riconoscere il bene e non cedere a ideologie o interessi di parte. E il concetto di "vita" nella visione biblico-teologica è molto ampio, declinato in vita biologica-fisica-corporale, vita spirituale o personale, vita divina ed eterna.
Filo conduttore e tema ricorrente del volume è l'amore per la vita, che costituisce l'aspetto fondamentale della natura umana e conduce l'uomo verso il bene e la piena realizzazione. Nella convinzione che tale amore per la vita vada espresso sempre, in ogni genere di circostanza e soprattutto nelle situazioni-limite caratterizzate da precarietà e sofferenza.
Sommario
Prefazione. I. VALORE DELLA VITA E SUO ORIZZONTE. 1. Il valore della vita nel recente insegnamento della Chiesa. 2. Amare e servire la vita umana in ogni suo momento. 3. La vita come diritto fondamentale. II. BIOETICA E BIOFILÌA. 4. Per una bioetica più umana che ami la vita. 5. La donazione degli organi umani. Un'esigenza etica. III. Esperienza della sofferenza e amore per la vita. 6. Per una umanizzazione della sofferenza. 7. Per un'assistenza integrale della persona ammalata. 8. La professione infermieristica: considerazioni etico-deontologiche.
Note sull'autore
SALVATORE CIPRESSA (Copertino - LE, 1961), sacerdote della diocesi di Nardò-Gallipoli, ha conseguito il dottorato in teologia morale presso la Pontificia Accademia Alfonsiana e il diploma di specializzazione in bioetica presso la Pontificia Università Lateranense e l'Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma. Fa parte del Consiglio di presidenza dell'Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (ATISM). Insegna teologia morale presso la Facoltà Teologica Pugliese. Oltre a numerosi articoli in riviste specializzate, ha pubblicato: Il fenomeno transessuale fra medicina e morale, Istituto Siciliano di Bioetica, Acireale (CT) 2001; Coscienza e identità sessuale, in L. Renna, Neuroscienze e comportamento umano, («Quaderni della Rivista di Scienze Religiose», 10), Vivere In, Roma 2006; Il valore della vita nel magistero recente, in R. Altobelli - S. Privitera, La casa della vita, S. Paolo, Roma 2006; Il Padre nostro preghiera da vivere, EDB, Bologna 2007; Transessualità, Cittadella, Assisi 2010; ha curato Celibato e sacerdozio, Città Nuova, Roma 2008; ha collaborato al Dizionario Teologico della Pace e al Nuovo Dizionario di Bioetica (2004).
Un piccolo libretto che spiega come uscire dalla crisi" del nostro tempo (da quella economica a quella educativa). Per uscirne, l'uomo deve riscoprire la sua vera identità, cioè riconoscersi creatura, in costante rapporto con il suo Creatore. "
La questione ambientale è una delle più complesse che oggi l'umanità si trova ad affrontare. Il libro presenta un percorso chiaro per accompagnare il lettore nella comprensione dei diversi aspetti della protezione del nostro pianeta. Il tutto in sei passi fondamentali: la presentazione del problema con dati e informazioni; il rapporto tra ambiente e salute umana; la relazione tra economia e natura; gli approcci etici, giuridici e politici della problematica ambientale; il Cristianesimo e l'ambiente; la concezione della natura presso le altre religioni, in particolare presso il Buddismo.
Don Michele Aramini è docente di bioetica. Insegna presso l'Università Cattolica e l'Università Uniecampus. Svolge il servizio pastorale di cappellano all'Università Carlo Cattaneo LIUC. E' l'autore di numerosi volumi per diverse case editrici. Tra tutti ricordiamo Introduzione alla Bioetica (Giuffrè). Collabora da anni con il quotidiano Avvenire.