Saggio scritto da uno scienziato di fama internazionale e dai uno dei teologi italiani più noti sul tema della cura dell'ecologia e l'emergenza climatica. Partendo dai dati della scienza, coniugati con uno sguardo preciso sulla Scrittura ebraico-cristiana, gli autori affermano la necessità di un cambio di paradigma nell'affrontare la questione ambientale nella scia dei documenti sociali di Papa Francesco, mostrandone la piena aderenza ai dati di realtà e alle posizioni filosofiche e teologiche più responsabili su questo tema.
Al centro delle riflessioni di Copeland, Dalferth e Orsi c'è la questione del destino della civiltà occidentale moderna e le ragioni per confidare ancora nella sua capacità di rispondere alle sfide epocali che ci attendono dietro l'angolo, prima di tutto quella del cambiamento climatico. I tre testi raccolti hanno il respiro ampio, il senso dell'urgenza, l'ambizione tipica delle grandi orazioni pubbliche, dei bilanci d'epoca.
Il libro intende esplicitare il senso del più noto principio balthasariano, quello mariano (il sì docile e incondizionato di Maria al disegno salvifico del Padre per mezzo del Suo Unigenito), principio fondante tutta la realtà cristiana, la natura, i ministeri della Chiesa, come "la sfera onnicomprensiva" della vita del Popolo di Dio e di ogni credente. L'interesse su tale principio oggi è ampio e diffuso, specie in riferimento al ministero ordinato nella Chiesa Cattolica. Balthasar fa continui riferimenti a questo principio, sia per la sua riflessione mariologica sia per la ministerialità nella Chiesa; le frequenti citazioni dai suoi testi consentono di "lasciare la parola" al teologo svizzero perché si possa cogliere meglio il suo pensiero.
L'idea di questo volume nasce con l'intento di dare seguito a quanto affermato nella Relazione di Sintesi della Prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, lì dove si chiede di «promuovere, in sede opportuna, il lavoro teologico di approfondimento terminologico e concettuale della nozione e della pratica della sinodalità prima della Seconda Sessione dell'Assemblea» (1p) e si richiede pure «un analogo chiarimento (per) le implicazioni canonistiche della prospettiva della sinodalità» (1q). In tal senso, si è ritenuto opportuno lavorare per approdare ad un ulteriore chiarimento della nozione di sinodalità come tratto costitutivo della Chiesa (inerente al soggetto ecclesiale in rapporto alla sua identità) e come "stile ecclesiale" (modo di essere ad intra e ad extra), sanando la dicotomia tra definizione/nozione di "sinodalità ecclesiale" e pratica/esercizio della sinodalità. La questione che ha orientato il lavoro è stata la seguente: Qual è lo specifico di una teologia della sinodalità, che ci aiuti a riscoprire il carattere sinodale della Chiesa ("costitutivamente sinodale"), a partire da una lettura e un'analisi del processo sinodale in corso? Tale problematica ci introduce alla comprensione teologica della pratica sinodale (o esercizio della sinodalità), intesa come "stile ecclesiale" già in atto, per giungere a chiarire la nozione di "sinodalità ecclesiale".
In un'epoca di cambiamenti sociali e culturali, la questione del sacerdozio femminile continua a sollevare dibattiti accesi e riflessioni profonde. Ci sono delle ragioni teologiche, storiche e dottrinali dietro la decisione della chiesa cattolica di non accettare questo argomento complesso e spesso frainteso: Gesù Cristo ha scelto solo uomini come suoi apostoli, e lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato che la Chiesa non ha l'autorità di ordinare donne come sacerdoti. C'è però chi, come il liturgista Andrea Grillo, confuta queste posizioni e ritiene che un sinodo dei vescovi può ripensare il ruolo delle donne nella Chiesa, a partire proprio dal diaconato e dal sacerdozio.
La ricerca propone una riflessione sulla natura e sulla missione della Chiesa a partire dall'esperienza che la comunità cristiana ha fatto e continua incessantemente a fare del Terzo Persona, come nexus divino, sia nel rapporto tra Padre e Figlio, sia nelle relazioni interpersonali, divenendo così dell'ecclesiologia il suo orizzonte formale. La presenza e l'azione dello Spirito Santo sono lette nell'ottica di un'ontologia trinitaria, il cui obiettivo è l'esperienza del «luogo trinitario, cioè lo spazio di comunione e di libertà in cui Gesù vive» (P. Coda). Il volume vuole aprire tre percorsi sistematici sul versante ecclesiologico: la processualità, la sinodalità e la riforma. In questo orizzonte formale dell'ecclesiologia, il comandamento nuovo, modello normativo della comunità giovannea, diventa lo status di donazione reciproca nella Chiesa in virtù dello Spirito con i suoi doni carismatici e ministeriali. Questi ultimi «ripresentano» in modo sempre nuovo l'evento Cristo, colui attraverso il quale l'umanità viene introdotta nel «seno del Padre». Lo Spirito inoltre realizza la Chiesa, nella sua complessa dimensione processuale, quale luogo sinodale dell'agápe divina, portando la realtà ecclesiale al compimento escatologico attraverso una sua costante «riforma».
Indagare in chiave teologica il fenomeno della repressione delle streghe: è questa l'intenzione di Chiara Giuliani, che ha rivolto la sua attenzione al Malleus maleficarum di Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, il più famoso manuale inquisitoriale della storia, pubblicato per la prima volta a Strasburgo nel 1486. Dopo una ricognizione storiografica (capitolo I) e un’analisi storica del fenomeno della "caccia alle streghe" (capitolo II), l'Autrice ripercorre la genesi della concezione tardo-medievale della stregoneria (capitolo III), per giungere a un'analisi critica della parte teologica del Malleus decodificandone il linguaggio tardo-scolastico e ricostruendone il senso (capitolo IV). Ciò ha permesso di proporre un'ermeneutica teologica del trattato a riguardo dell'idea di Dio, di uomo e di donna a esso sottese (capitolo V).
Il primo volume della teologia sistematica di McClendon (in tre volumi), scritta alla luce di una visione battista è dedicato all'Etica, considerata come la soglia della casa della teologia. Essa è trattata "pedagogicamente" per prima perché "è bene che gli studenti che iniziano lo studio della teologia non si confrontino con quei temi filosofici che sono più lontani dalla loro vita quotidiana" (Volpe).
Nell'Etica cerchiamo la risposta alla domanda: in che modo deve vivere la chiesa per essere tale?
Nelle pagine di questo libro, Adam Mabry ci accompagna in un viaggio profondamente umano e incredibilmente necessario attraverso i deserti della vita, dove Dio sembra averci lasciati soli. In momenti in cui il silenzio del cielo pesa più delle tempeste della vita, "Quando Dio sembra scomparso" ci offre una lanterna per ritrovare la via giusta. L'autore non si limita a descrivere il dolore dell'abbandono spirituale, ma ci guida con dolcezza verso una rinascita della fede, attraverso storie personali, riflessioni bibliche e una teologia accessibile a tutti. Perché Dio sembra assente quando abbiamo più bisogno di Lui? Come possiamo mantenere la speranza in un mondo che spesso non ha senso? Queste domande, che toccano l'anima di ciascuno di noi, trovano risposta in un dialogo aperto e sincero, che non teme di affrontare i dubbi e le incertezze con coraggio e onestà intellettuale. Mabry esplora le ragioni di questa apparente assenza divina e ci mostra come, anche nei momenti di maggiore oscurità, la luce della speranza possa ancora brillare, guidata dalla promessa di un Dio che non ci ha mai lasciati.
La preghiera è una questione profondamente politica perché in essa si riflette il rapporto tra religione e società. Se deve essere un'esperienza condivisa e reale, la preghiera richiede che la città la permetta e le dia significato, che la chiesa non sia ristretta a piccole cerchie ma sia una comunità di poveri e che la società non distolga l'attenzione dalla vocazione spirituale di ogni persona. Si tratta di mettere in campo la questione della libertà religiosa per i singoli come per le comunità e di favorire luoghi di dialogo delle comunità religiose tra loro e con tutti.
Le religioni sul tema della Resurrezione hanno dato nel corso della storia le loro risposte, il cristianesimo ha centrato il suo messaggio di salvezza sulla Resurrezione di Gesù di Nazareth e sulla promessa di una "vita eterna". A fronte oggi di un momento storico straordinario, un cambiamento d'epoca, e della crisi di vecchi paradigmi e della nascita di nuove prospettive, nel libro uomini e donne di scienza, teologia e spiritualità propongono nuovi punti di vista sulla Resurrezione e sul senso della vita e della morte. In particolare sono affrontati in relazione: ai vangeli e all'esperienza di Gesù di Nazareth riconosciuto come il Vivente (Annamaria Corallo e Luciano Locatelli); all'interpretazione della secolare tradizione religiosa cristiana (Paolo Gamberini); alla più avanzata ricerca scientifica legata alla fisica quantistica (Federico Faggin); all'esperienza profonda dei mistici (Paolo Scquizzato). Poiché "Resurrezione è un'altra parola per indicare il cambiamento e la trasformazione in cui giunge la vita con/dopo la morte. La vita non è tolta, ma è trasformata. La scienza ci sta ora dando un linguaggio molto utile per ciò che la religione aveva già intuito e immaginato".