La Parola che risana ci accompagna a vivere l'Anno Liturgico, facendoci illuminare dalla ricchezza delle Scritture e dalla sapienza dei Padri della Chiesa. Attraverso profonde e attuali riflessioni, i testi della Scrittura ci vengono incontro come un balsamo, aiutandoci a riscoprire il valore risanante e sempre sconvolgente della Parola di Dio.
"Vi auguro di essere eretici" è l'augurio che don Luigi Ciotti da anni rivolge a tutti noi, ricordandoci che non possiamo smettere di interrogarci su quello che ci accade intorno. Tutti abbiamo la tentazione di cedere alle letture preconfezionate e alle "parole d'ordine" del momento, che ci appaiono rassicuranti. Invece bisogna avere il coraggio non soltanto di essere scomodi nella denuncia delle ingiustizie, ma anche di "stare scomodi", noi stessi, in quello che diciamo e che facciamo. Oggi, alla soglia degli ottant'anni, Ciotti in questo lungo dialogo con Toni Mira si fa ancora più definitivo e senza peli sulla lingua e dice la sua sul nostro presente, dal drammatico tema delle droghe, delle dipendenze, alla contaminazione tra mafia e Chiesa, da tempo coraggiosamente denunciata e che ne ha fatto a lungo un emarginato: con Francesco cambia tutto e Ciotti riferisce alcuni fatti concreti. E ancora la "normalizzazione" delle mafie, oggi sempre più sottovalutate benché siano, al contrario, sempre più potenti. Le tante iniziative per concretizzare la speranza nel cambiamento, dai minori in carcere alle donne di mafia, dai familiari delle vittime ai progetti sui beni confiscati. Riflette su cosa vogliano dire giustizia e diritti, il rapporto tra politica e magistratura. La sofferenza, il dolore hanno un senso? Ciotti continua a combattere con l'impegno e la forza che lo hanno sempre contraddistinto.
Perché un nuovo libro sul Concilio Vaticano II? Perché a sessant'anni dalla sua conclusione la ricezione dei suoi 16 documenti non è stata pienamente attuata. Anzi, spesso si sente parlare del Concilio come se fosse un pensiero vago, il cui molteplice dono è minacciato da una parte da un certo tradizionalismo non sano che tende a immobilizzare il tempo e dall'altra da un progressismo radicale che tende a modificare bisogni e aspettative in nome di un orientamento ideologico. Da qui, allora, l'invito degli Autori di questo prezioso volume di tornare ai testi integrali dei documenti del Concilio, di cui offrono per ognuno una chiave di lettura per entrare direttamente nella mens dei padri conciliari e cogliere il vero spirito con cui sono stati redatti. Tutti i testi del Vaticano II vengono riletti, inoltre, dialogando con il magistero degli ultimi tre Pontefici -- Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco -- i quali, in linea con la prospettiva del "rinnovamento nella continuità- hanno lavorato instancabilmente alla loro attuazione. Anche Leone XIV, come ben evidenziato in un'appendice, sin dai suoi primi discorsi si è posto sulle orme del Concilio. Non dobbiamo avere paura di riprendere in mano i testi del Concilio. Non si tratta di scritti ermetici per specialisti. Rimangono il riferimento più solido per capire, dire e vivere la nostra fede.
La coscienza è la meraviglia dell'universo. Senza di lei, la memoria, il raziocinio, l'immaginazione sarebbero un nulla. È nella coscienza che noi riusciamo a rivelarci a noi stessi come in uno specchio. La coscienza è il luogo dove noi ci presentiamo così come siamo a noi stessi. È il santuario dove noi contempliamo noi stessi. È anche il luogo in cui scopriamo di avere una legge che noi non ci siamo dati, ma che ci guida e giudica. È l'unica roccaforte inespugnabile dove siamo sicuri di non essere mai traditi. Infatti, anche se ci condanna, la nostra coscienza non ci tradisce mai. Sotto il profilo morale la coscienza si manifesta quale valutazione dei propri atti morali. La coscienza morale è precisamente la facoltà di dare un giudizio di valori sulle proprie azioni e sui propri propositi; è la capacità di distinguere il bene e il male e di scegliere liberamente e responsabilmente fra l'uno e l'altro. Tale giudizio non è altro che quello proveniente dalla ragione. O si sceglie ciò che la ragione giudica male (ed è una "cattiva coscienza"), o si sceglie ciò che la ragione giudica buono (ed è una "buona coscienza").
Nell'affrontare le sfide per conservare la fede e fare la differenza, nel mare magnum delle culture contemporanee e nei rapporti ad intra e ad extra ecclesiali, bisogna tornare ad annunciare, senza giri di parole, che il fondamento della Chiesa e il cuore dell'annuncio cristiano è Gesù Cristo, la Verità che libera l'uomo dal male e dalla morte.È urgente chiarire in faccia al mondo che per i cristiani la forza della Verità, che essi hanno accolto come dono di fede nella persona di Gesù di Nazaret, è in grado di illuminare l'intera esistenza umana e di dare senso compiuto alla realtà di tutta la creazione. Essa non può farsi ridurre a verità debole, di un pensiero debole che induca a ritenere il cristianesimo come un codice culturale, al più etico morale: una sorta di cavalluccio di legno sul dorso del quale dondolarsi amenamente. Tale cavallo di legno, com'è evidente, è senza vita e non conduce da alcuna parte. È solo un sollazzamento fine a se stesso, destinato, con il passare del tempo, a finire in soffitta. Il volume suggerisce vie e modalità di azione per mantenere fede alla consegna: essere uomini e donne di fede, facendo la differenza dentro la città degli uomini con i quali viviamo, progettiamo, camminiamo e speriamo, andando con amore e con gioia incontro al Signore che viene.
«In questa danza d'amore è da leggere la creazione dell'uomo e della donna manifestazione storica dell'essere di Dio. Un Dio che non è più monade, motore immobile, il totalmente altro, ma un Dio che si rivela famiglia. Un Dio che dona all'uomo il suo essere uomo nell'essere stato voluto/desiderato a Sua immagine e somiglianza e l'uomo che si apre a Lui comprende il senso di essere stato chiamato a essere a sua volta dono che si dona».
«Il testo che abbiamo tra le mani è una dolcissima lezione sul tema della cura. Una lezione di cui abbiamo urgente mente bisogno per superare la grave crisi entropica nella quale siamo finiti.» Scrive così il sociologo Mauro Magatti nella postfazione al libro. La «dolcissima lezione» di Fondazione Arché nasce nel 1991 a Milano su iniziativa di padre Giuseppe Bettoni per rispondere all'emergenza dell'HIV pediatrico. Oggi Arché accompagna i bambini e le famiglie vulnerabili nella costruzione dell'autonomia sociale, abitativa e lavorativa offrendo servizi di supporto e cura; è presente con i suoi progetti a Milano, Roma e San Benedetto del Tronto. Le pagine di questo libro sono il frutto di un lungo lavoro, corale, nel quale gli operatori e i volontari di Arché raccontano i sogni e le delusioni, i pensieri e le strategie educative, la vita quotidiana attraversata dai drammi di donne e bambini, insieme a storie di coraggiosa rinascita. «Questo libro nasce da una bellissima suggestione: sperare oltre ogni umana speranza. La speranza non si pone limiti: è visionaria, intrepida, sfrontata. Fatica a stare dentro i confini della burocrazia, dei bandi, dei finanziamenti sempre col contagocce. Rifiuta di accettare la contabilità dei "successi": «Quanti ne avete salvati?», ci chiedono alcuni, alla ricerca di un cinico rapporto costi/benefici. «E quanti ne avete condannati, voi, con l'egoismo e l'indifferenza?» (dalla prefazione di Luigi Ciotti). «Ho ricevuto e ricevo molto dall'incontro con queste donne che portano in sé stesse le cicatrici della violenza e del sopruso, quando si aprono a un nuovo orizzonte di senso che le porta ad abbracciare la vita con uno slancio nuovo. Potessimo imparare da loro a parlare di Dio al femminile, al femminile plurale perché ognuna di loro è amata a modo suo da Lui, e ognuna di loro è amante al modo di Dio, perché lui è madre e padre, genera e dà vita, ama e perdona.» (Giuseppe Bettoni)
Torna l'appuntamento annuale con il Calendario della famiglia: dodici mesi splendidamente illustrati con appositi spazi dove poter appuntare le ricorrenze e gli appuntamenti quotidiani, che invita ad aprire gli occhi davanti alla meraviglia delle piccole cose di ogni giorno e che quest'anno affronta i temi della pace e della mondialità, per promuovere il valore della diversità culturale e l'importanza della collaborazione globale: che cosa significa essere cittadini del mondo? Quali sono le diversità di lingua, tradizioni, cucina? Quali i paesaggi, la musica e l'arte?Illustrazioni colorate e poetiche che raccontano di valori e rispetto e conducono per mano alla scoperta di un mondo variopinto e straordinario, che possiamo sostenere e migliorare con i nostri gesti di tutti i giorni.
La partenza decisa di quest'opera di Anselmo suscita subito il desiderio di capire la libertà dell'uomo. Il libero arbitrio è dono della creazione di Dio alla volontà dell'uomo, facoltà della libera scelta nelle azioni che essa compie. Ma, attenzione, Dio ha anche dato all'uomo la ragione per illuminare la volontà nelle sue scelte. Dio non concede un dono equivoco di fare o il bene o il male, ma un dono di assoluta solidità. Il libero arbitrio è dato da Dio perché la volontà, illuminata dalla ragione, scelga sempre e solo il bene e mai il male. Il Bene è Dio stesso, il male è il contro-Dio. Così l'uomo non ha la libertà? No! La libertà vera è quella che conduce in alto verso il Bene, mentre la libertà che sceglie il male va sempre più in basso, verso dove? Verso il nulla. Si raccomanda lo studio della volontà su cui tanto insiste Anselmo. Egli, seguendo le orme di Agostino, rileva nell'uomo la presenza della volontà buona.In Appendice A: La pedagogia di Anselmo.In Appendice B: Testo latino dell'edizione critica di Dom Franciscus Salesius Schmitt, OSB.