La molteplicità delle religioni solleva una questione difficile e pressante: quale di esse è credibile, quale non è vera, di quale possiamo darci? Le risposte che di solito la teologia cristiana fornisce sono insoddisfacenti: o relativizzano le pretese di verità delle altre religioni o rinunciano alla presunzione di validità del cristianesimo. Altre volte, poi, ignorano la questione della verità, così che tutto diventa vago e ugualmente (in)valido. Sperimentando un nuovo approccio, Gäde mostra invece come il messaggio cristiano permetta di accordare alle altre religioni una verità insuperabile e un carattere salvifico, senza con ciò relativizzare la pretesa veritativa propria della fede cristiana. In forma accessibile, l'autore conduce passo dopo passo verso un'affascinante prospettiva, da lui denominata "interiorismo", e ne illustra i tratti applicandola al caso specifico dell'islam, preso come esempio. È il messaggio cristiano stesso a offrire la chiave per valutare le altre religioni e ad aprirci lo sguardo sulla loro verità.
A partire dal silenzio, sostrato indispensabile per ogni parola autentica ed efficace, l'autore traccia un ispirante percorso in cui la parola di Dio si intreccia con la saggezza espressa da uomini e donne di diverse generazioni e differenti contesti. Da esso potremo trarre spunti utili per avere il coraggio di prendere parola, pronti a darla a chi la chiede e a trasmetterla alle nuove generazioni, sempre attenti e alla ricerca costante della "parola di giustizia".
Vigilio è stato vescovo della città di Tapso, in Bizacena (nell'attuale Tunisia) verso la fine del V secolo, quando la regione era sotto la dominazione dei Vandali, di fede ariana. Il suo Contra Eutychetem è un'opera composta in difesa della cristologia stabilita nel concilio di Calcedonia. La presente monografia, basata sulla recente edizione critica del testo curata dallo stesso autore, propone un'attenta analisi della teologia di Vigilio: ne ricostruisce l'ambiente storico e letterario in cui essa è inserita e ne tratteggia le coordinate di base; quindi, affronta con completezza i temi propri del calcedonismo latino e si interroga su alcuni elementi di superamento di tale visione cristologica per una possibile apertura in chiave neocalcedonese. Il lavoro così condotto vuole aprire una via latina nello studio della cristologia postcalcedonese, mostrando come anche dopo Calcedonia l'Occidente cristiano sia stato in grado di produrre una significativa riflessione teologica.
Nel 2023, su incarico di Papa Francesco, suor Maria Ignazia Angelini ha guidato alcune meditazioni spirituali durante il ritiro dei membri del Sinodo sulla sinodalità. Quei testi, insieme alle riflessioni di suor Angelini pronunciate durante i lavori sinodali, sono ora pubblicati per la prima volta in questo volume. La sapienza monastica di madre Angelini accompagna il lettore dentro le pagine della Scrittura, in particolare dei Salmi, per un incontro personale con la voce dello Spirito che chiama ogni credente alla testimonianza.
La teologa Rosanna Virgili ci invita a seguirla in un percorso di antropologia biblica sull'umano nelle sue forme e posture fisiche e affettive. C'è un intimo intreccio tra carne e spirito, corpo e anima, natura e cultura, eros e amore, impossibile da disgiungere. E c'è infine una dimensione preminente dell'umano biblico che è l'esercizio dell'intelligenza e della scienza, l'educazione alla conoscenza e alla sapienza. Sapienza che non manca mai di una parola di promessa, anche di fronte alla desolazione.
I gesti sono il luogo in cui affiora l'identità, e leggere i Vangeli è accostarsi al mistero di Gesù che traspare dai suoi gesti. Tra questi ce ne sono due che riguardano un ambito specifico della vita: la cucina. Il primo mostra il Cristo nell'atto di sfamarsi, vivere la convivialità a tavola, ma anche nutrire chi ha fame, indicando il modo unico con cui egli ha considerato il cibo. Il secondo, quasi mai considerato, lo presenta nell'azione di cucinare. Sulle rive del lago di Tiberiade rivela come preparare da mangiare sia atto umanissimo che raccoglie con attenzione cose e persone, esaltando il sapore del mondo. E dice che tale arte presuppone la cura, la memoria del passato, la creatività e il rispetto.
La vita frenetica contemporanea in ogni suo aspetto assorbe le attenzioni e le priorità di molte persone. Il dominio della prassi, dell'efficienza allontana costantemente il cristiano dalla dimensione spirituale, simbolica e soprannaturale della fede. Viviamo in una società nella quale la percezione comunitaria della Trascendenza divina nel vissuto sociale ed ecclesiale si è affievolita. Diventa fondamentale, pertanto, la riscoperta del concetto teologico e filosofico della vita stessa.
Il volume raccoglie il contributo di diversi autori che, in modo interdisciplinare, hanno approfondito il complesso rapporto tra "autorità" e "partecipazione" nella Chiesa, tema al centro del dibattito dell'odierna riflessione ecclesiale, soprattutto alla luce di quello stile sinodale che la comunità cristiana è sempre più chiamata a fare proprio. Tra l'ordinamento gerarchico della Chiesa (sacramentalità dell'ordine sacro) e la res comunionale di tutto il popolo di Dio (sacramentalità battesimale) c'è una costante oscillazione: si tratta di due aspetti che devono costantemente essere presi in considerazione, rintracciando un possibile paradigma capace di coglierli nella loro contemporaneità. Ciò risulta utile al fine di comprendere il significato più profondo del tema della partecipazione, per non cadere né in una scontata ripetitività, né in qualche ideologia ecclesiologica.
Come mai un gruppo di ebrei è giunto a cantare le lodi di un uomo, anzi di un crocifisso, come se fosse divino? Quando, di preciso, Gesù è stato apertamente professato divino per la prima volta? Genesi dello scandalo cristiano approfondisce le dinamiche storiche, culturali e teologiche che hanno portato alla confessione della divinità di Gesù. Attraverso un'analisi rigorosa delle fonti antiche e l'integrazione dei più recenti studi sul giudaismo antico e il suo rapporto con la cristologia nascente, il libro offre una sintesi innovativa e comprensiva sulle radici di una delle convinzioni fondamentali del cristianesimo.
Berger affronta un'apparente contraddizione: il cristianesimo è una religione della parola. Se si mette a tema il silenzio bisogna essere consapevoli della tensione esistente fra parola e silenzio. Berger raccoglie il guanto della sfida, chiedendosi: Dio parla veramente quando "parla"? Quanto è comprensibile il suo discorso? Egli parla anche nel silenzio, cioè quando tace? Per cercare di rispondere a queste domande, l'esegeta e teologo tedesco sviluppa dapprima una "fenomenologia del silenzio", poi un'indagine ampia ed esauriente sul tacere: dal silenzio dei grandi testimoni biblici, a quello dei cristiani di ogni epoca; dalla quiete silente della creazione, no al silenzio della liturgia (in particolare del Sabato santo); dal silenzio dei mistici a quello ascetico, fatto di riverenza per il Mistero. Da questi passaggi Berger ricava gli elementi di una teologia del silenzio: tacendo Dio si rivela. Dio si rivela quando gli uomini si lasciano raggiungere dal suo silenzio, lo interpretano e lo comprendono, quando nel loro stesso silenzio si fanno simili a Dio, quando si rivolgono a lui senza troppe parole e, così, avvertono la sua volontà.
La teologia deve rinnovarsi? Nell'eventualità lo faccia, in che direzione? A domande così impegnative risponde l'autore in questo saggio, primo volume di un'intensa riflessione che muove dalla suggestione di Han Urs von Balthasar sulla necessità di una "teologia in ginocchio" che non perda nulla del rigore scientifico e non indulga al pietismo o al devozionismo, ma stia "con la testa in cielo e i piedi per terra", "fedele alla terra" dove scruta i misteri del cielo. Come esemplificazione e inveramento della proposta teologica, l'autore ha messo mano alla redazione di un salterio nuovo, peculiarmente cristiano, di cui questo volume propone i primi 33 componimenti.