Il Dio che si rivela è anche un Dio che si nasconde. Tuttavia, la sua presenza nascosta non è assenza, è appunto quella di un volto familiare che si nasconde, o di uno sguardo amorevole che si sottrae. La presenza elusiva di Dio è una metafora biblica della rivelazione. Il Dio di Israele è un Dio che si rivela e si nasconde, perché nel nascondimento mette alla prova la nostra speranza. La presenza di Dio è elusiva non perché egli sia abitualmente nascosto, ma perché la sua presenza intermittente è un segnale di libertà.
Il frutto del melograno si caratterizza per i suoi numerosi chicchi e se ne può apprezzare appieno il gusto solo se mangiati insieme. Per la sua conformazione esso ha colpito la fantasia umana e subito si è trasformato in un potente simbolo di pluralità e ricchezza ermeneutica per culture e religioni. Alla sua carica evocativa si ispira la presente serie di volumi che si articolano secondo una struttura costante: dopo aver inquadrato il personaggio in una dimensione teologica, si fornisce una descrizione generale del modo in cui esso è stato recepito nella letteratura esegetica ebraica e in quella cristiana, e si offre un'antologia commentata di testi scelti per la loro bellezza e la loro dimensione dialogica. La serie ha un duplice scopo: da un lato quello di offrire un'idea della ricchezza ermeneutica delle due tradizioni interpretative, mostrandone aspetti poco noti ma suggestivi; dall'altro far comprendere come tra di esse vi sia stato un lungo e fecondo rapporto osmotico più che una precoce e netta divisione.
«La faccia che a Cristo più si somiglia»: così Dante magnifica la bellezza del viso di Maria di Nazareth, cogliendovi il riflesso più vivido della bellezza di Gesù, ossia del suo amore incondizionato per il Padre e per l'umanità. Nulla sappiamo della bellezza fisica di questa donna di fede, cantata dai poeti, rappresentata dai pittori, immaginata dai fedeli in preghiera. Rintracciando nella Bibbia la "via della bellezza" dell'amore che salva il mondo, questo libro - nuova edizione, interamente riveduta e ampliata, di "La bellezza di Maria" (2005) - contempla l'esperienza "estetica" e autenticamente umana di colei che lo Spirito ha più perfettamente conformato al Figlio di Dio.
Il titolo di questo libro è volutamente provocatorio. Nello studio sulle relazioni di dipendenza tra i vangeli di Matteo, Marco e Luca, alcuni autori preferiscono definire l’oggetto della ricerca “questione sinottica”, altri invece “problema sinottico”. In teoria, non c’è una sostanziale differenza tra le due diciture. In pratica, tuttavia, coloro che preferiscono la definizione “problema sinottico” sono spesso convinti di non poter trovare una soluzione o che quanto si poteva dire è già stato detto. Nonostante le difficoltà, in ogni caso, la teoria tuttora più insegnata è quella basata sulla dipendenza di Mt e Lc da Mc e dalla fonte dei detti chiamata comunemente “Q”. Lo stesso autore, da giovane studente di Scrittura, riteneva che ciò fosse un dato acquisito. Gli anni vissuti a contatto con l’ambiente biblico in Terra Santa e più ancora le molte ore passate davanti a una sinossi lo hanno profondamente convinto, tuttavia, del diverso periodo di composizione dei due vangeli e della conoscenza di Mt da parte di Lc. Se in passato tale ipotesi era per lui un “problema”, ora è semplicemente la soluzione; la questione sinottica trova infatti la sua risposta nell’ordine Mc – Mt – Lc: Mt ha utilizzato Mc come fonte e Lc ha utilizzato Mc e Mt. Una volta eliminato il dogma di Q, la questione sinottica non è più un problema.
Tutti noi ricordiamo le figure e le straordinarie vicende dell'Antico Testamento: Adamo ed Eva e il Paradiso Terrestre, Noè e il Diluvio Universale, la chiamata di Dio ad Abramo, Mosè e il passaggio del mar Rosso, la sfida di Davide al gigante Golia. Spesso però ci è difficile collocarle dal punto di vista geografico e storico. È ciò che fa l'autore, accompagnandoci in un interessante itineriario nella storia e nella geografia dei luoghi della Bibbia. Con un ricco apparato di immagini tratte da opere d'arte dell'antichità, fotografie dell'autore e dettagliate piantine che ci guidano nella Mezzaluna Fertile, la regione che ha visto nascere e fiorire le civiltà più antiche e che fa da sfondo alle vicende del Vecchio Testamento.
«Il titolo di questa sezione dell'Opera Omnia indica chiaramente l'oggetto delle opere presentate e subito si può intuire come siamo condotti al cuore dell'esistenza della Chiesa, che vive della Parola e del Pane, nutrendosi alla Tavola dei due alimenti necessari all'esistenza. I volumi di questa sezione hanno una data lontana nel tempo (1949, 1950, 1959-1993, date delle prime edizioni francesi), e tuttavia corrispondono a questioni che oggi sono più che mai importanti e difficili per la teologia e per l'esistenza cristiana; soprattutto, come si vedrà, la questione della lettura e interpretazione della Scrittura. [...] Le opere di de Lubac contenute in Scrittura ed Eucarestia trattano due grandi temi, che coincidono con i fondamenti della fede e della teologia cristiana. La Chiesa, infatti, vive della Parola testimoniata e portata dal Libro, e della Eucarestia, nella memoria di Gesù, celebrazione ma anche sintesi di tutta la storia e del mistero della salvezza. Sono opere che hanno fecondato la riflessione teologica del periodo immediatamente precedente il Vaticano II, e, anche se non citate, hanno nutrito alcuni documenti conciliari tra i più importanti (sulla rivelazione, sulla Chiesa, sulla liturgia). [...] È questo il significato delle opere di de Lubac, che rimangono dei classici della teologia del XX secolo, e proprio perché classici si presentano sempre attuali. Non si può capire la Chiesa senza pensare all'Eucarestia, e viceversa. L'esegesi, ricerca attenta, rigorosa, di tutta la dimensione storica e filologica della Scrittura, ha assoluto bisogno della lettura sempre attenta al "senso spirituale": solo così la Parola vivifica. Altrimenti rimane lettera morta, addirittura portatrice di morte». (Dall'Introduzione di Azzolino Chiappini alla Sezione quinta dell'Opera Omnia)
La Genesi, Bereshith, è il libro delle origini, il racconto della creazione e delle prime grandi storie dell'umanità. Ma è anche un testo enigmatico, denso di significati nascosti e aperto all'interpretazione. In questo dialogo a due voci, Erri De Luca e Haim Baharier si confrontano con i primi capitoli della scrittura sacra, dando vita a un'opera che è al tempo stesso racconto e commento, poesia e studio, visione e scavo nella parola. De Luca affronta la Genesi con il suo inconfondibile stile narrativo: prende i dettagli e li trasforma in storie, restituendo corpo e anima a uomini e donne che troppo spesso restano ai margini. Baharier, invece, si muove nel solco della tradizione esegetica ebraica, esplorando la ricchezza del linguaggio biblico, decifrando lettere e simboli che compongono le parole sacre, sciogliendo stratificazioni di senso. Adamo, Noè, Abramo, Isacco: i patriarchi della Genesi tornano a vivere in queste pagine, non come figure lontane ma come uomini di carne e ossa, immersi nel mistero del loro tempo e delle loro scelte. Il rapporto con il divino, il senso della legge, la tensione tra libertà e obbedienza sono temi che emergono con forza da questo confronto, dove la scrittura sacra si rivela ancora una volta libro vivo e capace di parlare al presente. Un'opera che riporta la Genesi alla sua dimensione originaria: testo da interrogare, da raccontare, da far risuonare nel tempo. Un libro che è incontro tra narrazione e interpretazione, tra poesia e sapere, tra voce e ascolto. Due voci, due modi di leggere la scrittura sacra. Erri De Luca narra la Genesi con la forza della letteratura, Haim Baharier ne esplora i significati nascosti, attraverso la profondità della tradizione esegetica ebraica. Un dialogo tra parola e interpretazione, tra poesia e studio, tra racconto e ricerca del senso. Un libro che riporta la Scrittura alla sua essenza più viva: essere letta, interrogata, riscoperta.
Qoelet: nero diamante nel cuore della Bibbia. Qoelet: colpo di dadi nel piano di Dio. Qoelet: rapina di ogni norma, razzia nei sacri paramenti, santo sconquasso. Qoelet: il caos nell'armonia celeste. Tra i grandi moralisti di ogni era - da Laozi a Seneca, da Epicuro a Confucio, da Solone a Lucrezio - Qoelet, "colui che prende la parola", è il più duro, quello che non ci offre scampo. Il mondo è vanità, godi di ciò che hai perché stessa sorte di dolore grava sul giusto come sul perverso; stesso nulla, dopo questa vita, è preparato per l'uomo come per la bestia; la Storia è un cumulo di insensatezze, il consiglio del sapiente è pari a quello dell'idiota. Qoelet confonde le menti - i padri esegeti hanno discusso a lungo sulla liceità della sua ispirazione - provoca, rovescia cattedre e parlamenti: crepita nel suo dire l'oro di un eroismo solitario. Spaventoso, è vero. Eppure, comprendere che tutto è vano ci permette di amare tutto, come fosse la prima e l'ultima volta, quella aurorale, a bonifica di baci, tra salvezza e schianto. Per la prima volta nel contesto editoriale italiano, Qoelet è presentato in tre traduzioni, di diversa ispirazione, per sperimentarne l'abisso e i suoi diversi significati.
La confezione (copertina cartonata) con cui è stata realizzata questa edizione di Vangeli e Atti degli Apostoli rende questo libro adatto a diventare un dono significativo per un'occasione speciale. Ma può essere scelto anche per diventare una bomboniera, un ricordo prezioso per particolari celebrazioni o anniversari: ordinazioni, matrimoni, consacrazione religiosa, cresima, anniversari. Il testo biblico è nella versione CEI; le introduzioni ai singoli libri sono riprese da La Sacra Bibbia CEI-UELCI (2008).
La risurrezione del Figlio è l'evento inaudito, la perla di inestimabile valore che il Padre celeste aveva in serbo per i suoi figli sin dal principio. Il corpo di Gesù, martoriato nella passione e crocifisso, è esploso in una gloria divina e nella potenza di un amore che lo ha completamente consumato. «Non è qui, è risorto». E ora è il Signore, il Vivente, ovunque e per sempre, che ha trasformato la sostanza di ogni cosa, dando senso a tutto quanto esiste. Padre Francesco Rossi de Gasperis ci accompagna, in una lectio orante e sapiente, a ripercorrere nei vangeli il cammino dei primi testimoni abbagliati dalla luce folgorante di questo mistero che li faceva trasalire di gioia, illuminava la loro intelligenza delle Scritture e faceva ardere il loro cuore, trasfigurando la loro esistenza e il loro mondo.
Bisogna riconoscere che sull'immane disastro del diluvio galleggia il perdono di Dio, il quale non ha cessato di offrire riconciliazione con la vita a chi ha l'acqua alla gola. Persiste ancora questa volontà salvifica indomita di Dio, la sua volontà di perdonare, e persisterà per tutto il tempo dell'arca, che noi chiamiamo più propriamente il tempo della Chiesa. Si tratta di un'arca sicura perché costruita con legno scelto, inchiodata con chiodi saldissimi, bitumata con sangue prezioso, arca che approda per tutti su un monte altissimo, dal quale si libera la colomba che dà una pace che non è più soggetta a pentimento, non torna indietro! Per chi esce da quest'arca inizia una nuova creazione, una nuova genealogia, una nuova umanità che rientra nel giardino di Dio, nella familiarità con lui. È questa familiarità con Dio il giardino dell'Eden.
Questo studio si propone di offrire una lettura approfondita della figura di Ester, protagonista dell'omonimo libro biblico, non solo come personaggio storico e letterario, ma come una figura simbolica, capace di incarnare diversi valori come il coraggio e la determinazione, la fede, l'intelligenza e la saggezza, in particolare l'audacia di una donna che è stata capace di cambiare il destino di un intero popolo. Il testo, dunque, esplora il modo in cui Ester, attraverso le sue azioni e le sue scelte, diventa un'eroina che porta alla liberazione del popolo ebraico e, allo stesso tempo, un esempio di virtù per il lettore di ogni epoca.