La vocazione, la preghiera, la comunità, l'obbedienza, il combattimento spirituale, il silenzio. Attraverso l'affascinante racconto di dom Jean-Marc Thevenet, abate della celebre abbazia cistercense d'Acey, fondata in Francia nel 1136, si può ripercorrere la giornata di un monaco. E intuire che le comunità monastiche dicono ai pellegrini e ai vagabondi - e un po' tutti lo siamo - che la «comunione è possibile», nonostante le barricate che si erigono e muri che si alzano. Perché comunione e ospitalità sono inseparabili.
DESCRIZIONE: All’uscita, nel 1981, della prima edizione di quest’opera, Giovanni Arpino salutava l'evento scrivendo ad Artom: «... questo libro così nitido, impavido, fermo, che il filtro degli anni ti ha "dittato dentro"».
Ma non è solo un romanzo storico che narra le vicende della comunità ebraica di Asti, nel periodoche va dall’età napoleonica alla formazione dell’unità d’Italia: è anche, come scrive Paolo De Benedetti nella prefazione, una «voce autentica dell’ebraismo italiano, così peculiare e ricco nei suoi intrecci con il mondo non ebraico al quale tanto ha dato».
E nel racconto di Artom – nelle storie particolari di Raffaele, Zaccaria, Isacco, Dolcina... – la narrazione, salvando le tracce di ogni singolo passato, custodisce, con gesto proprio della memoria ebraica, schegge di futuro: «La sera del pranzo di Pasqua, in famiglia si auguravano a vicenda "quest’altr’anno aGerusalemme"... Ma in realtà ogni volta che Raffaele ritornava al Chiossetto... sentiva che la sua terra era quella, che il paesaggio di collina, tagliato dalle anse lente del fiume, era quello in cui avrebbe voluto trascorrere la sua vita, i giorni, le notti».
L'Autore, nato a Torino nel 1906 da famiglia astigiana, è morto a Milano nel 1982. Ha svolto attività giornalistica ed editoriale.
Sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa di un grande giornalista. Questo volume ne riporta alla luce il modo singolare di fare e “vivere” il giornalismo. Scopo dell’opera è cercare di capire come un giornalista possa rimanere fedele ai propri lettori, pur cambiando le proprie convinzioni politiche. Si ripercorrono tutte le tappe della carriera di Montanelli, dagli esordi al «Corriere della Sera», fino alla fondazione de «La Voce». Completa il tutto un’interessante intervista a Paolo Liguori, direttore di TgCom.