Rivista bimestrale dell'Associazione Biblica Italiana, n. 6/novembre - dicembre 2009. Zaccaria e Malachia.
Rivista bimestrale dell'Associazione Biblica Italiana, n. 1 gennaiio-febbraio 2010.
Miscellanea di saggi di scienza biblica e di storia della Chiesa in omaggio di Mons. Giuseppe Ghiberti e mons. Renzo Savarino, insegnanti alla Facoltà Teologica di Torino, in occasione del 75° compleanno.
DESCRIZIONE: Da tempo la ricerca storico-religiosa e antropologica ci ha insegnato che la mitologia non è una prerogativa del mondo greco, e soprattutto che il “mito” – quale forma del pensiero espressa mediante la figura e il racconto – è almeno in certi casi emblematici la maniera forse unica possibile per dare rilievo ai temi nodali dell’esistenza umana, per rappresentare quanto vi è di enigmatico nel rapporto dell’uomo con ciò che sta al fondo dell’esperienza, con Dio. Vi sono però culture religiose, come quelle di tipo monoteistico a cominciare dal giudaismo, che sono refrattarie al pensare mediante il mito perché ciò è giudicato incompatibile non solo con la loro visione di Dio, ma anche e soprattutto con il ruolo in essa svolto dalla morale.
Il mito tuttavia si può scorgere nella preistoria del testo biblico, e talvolta riconoscere come materiale inerte riciclato in un lavoro redazionale che comunque ne ha provveduto a neutralizzare o a snaturare il significato originario in vista di finalità diverse. Un esempio quanto mai interessante di questo lavoro demitizzante della Bibbia è fornito proprio dal racconto sul giardino di ‘Eden – con i suoi protagonisti, Dio Adamo ed Eva, e i suoi eventi, il peccato e la cacciata – alla cui indagine è dedicato questo libro.
COMMENTO: Il racconto del Paradiso terrestre e del peccato originale in una innovativa lettura filosofica, nella quale la relazione tra Dio e il Serpente assume nuovi significati.
ALDO MAGRIS insegna Filosofia della religione all’Università di Trieste. Tra le sue pubblicazioni: Carlo Kerényi e la ricerca fenomenologica della religione (Milano 1975), L’idea di destino nel pensiero antico (Udine 1984-85); Plotino (Milano 1986); Fenomenologia della trascendenza (Milano 1992); presso la Morcelliana: La logica del pensiero gnostico (1997); Il Manicheismo. Antologia dei testi (2000), La filosofia ellenistica. Scuole, dottrine e interazioni col mondo giudaico (2001); Nietzsche (2003).
DESCRIZIONE: L’«amore di Dio», in virtù dell’ambivalenza del genitivo (soggettivo o oggettivo), può indicare tanto il chinarsi dell’alto verso il basso proprio dell’agape divina, quanto il dirigersi del cuore umano verso il proprio Signore.
Il comando di amare rivolto dal Signore al proprio popolo ha un riferimento, antico e pregnante, al linguaggio della politica del Vicino Oriente e soprattutto, come sempre quando si evoca un patto, il soggetto interessato è collettivo.
È altrettanto certo che un mal diretto amore di Dio può andare contro l’uomo: da sempre la valutazione del martirio, anche quando si tratta di una violenza subita, è posta su un sottile crinale in cui pochissimo spazio la separa dal primato di un amore di Dio che dovrebbe riuscire a valere più del sangue versato. Tuttavia questo martirio è tutt’altra cosa dalla declinazione dello pseudo-martirio terrorista, ma anche nell’aberrazione resta traccia di un’ambivalenza più antica: nei Maccabei si manifesta la resurrezione dei morti come l’unico premio adeguato per chi offre al Signore la vita del proprio corpo; nell’islam si prospetta l’immediato godimento paradisiaco offerto allo shahid; nel cattolicesimo la canonizzazione del martire avviene in virtù del suo stesso morire.
Nella moderna coscienza occidentale si avverte però in modo profondo la falsità di ogni preteso amore di Dio che, sotto qualunque aspetto, vada a scapito dell’uomo. Non vi può essere vero amore di Dio quando, nel nome del Signore, si va contro gli esseri umani: «non c’è altro comandamento maggiore di questo» (Mc 12,31).
SAGGI DI : Paolo De Benedetti - Benedetto Carucci Viterbi - Khaled Fouad Allam - Moshe Idel -Fabrizio Lelli - Giuseppe Lorizio - Amos Luzzatto - Stella Morra - Anne-Marie Pelletier - Paolo Ricca - Francesco Rossi de Gasperis - Jean-Louis Ska - Piero Stefani - Alberto Ventura.
DESCRIZIONE: L’amore del prossimo, per il prossimo. Comando, regola o precetto o norma, di origine divina o umana, esso ha una valenza universale, derivata dalla fede oppure da un’esigenza di uguaglianza e giustizia universalistica che nasce comunque e sempre dalla considerazione della persona umana – che mi sta vicina, che mi sta lontana – come specchio o altra forma di me stesso e quindi soggetto e oggetto di uguali diritti e doveri; una convinzione che ha una lunghissima storia, continuamente lacerata dai processi di inclusione/esclusione, ma rimasta continuamente viva, aperta, sempre pronta a richiedere la consapevolezza e l’impegno di tutti e in ogni angolo della terra.
Una convinzione che, come ricorda Paolo De Benedetti, riconosce oggi quattro tipi di prossimo: se stesso; l’altro; tutto il creato; Dio. Dunque questo prossimo porta le mie stesse sembianze, oppure è tutto il creato, dal sasso alla nuvola, con esso dobbiamo imparare o re-imparare a convivere in pace, in quel rapporto di berakà, di benedizione (o di francescana laudatio) che conduce alla custodia (non al dominio) e al rispetto dell’intero universo. E poi c’è Dio, nei cui confronti si gioca quel difficile e misterioso rapporto di “immagine e somiglianza”, da cui può derivare il comando dell’amore, ma non la capacità degli esseri umani di essere sempre all’altezza di questo amore, gli uni con gli altri.
SAGGI DI : Paolo Branca - Paolo De Benedetti - Pelio Fronzaroli - Marco Grazioli - Amos Luzzatto - Salvatore Natoli - Gianfranco Ravasi - Yann Redalié - Maria Teresa Spagnoletti - Piero Stefani.
Bibbia, parola degli uomini e Parola di Dio
Traduzioni e interpretazioni, due plurali d'obbligo
La retorica biblica, caratteristiche e differenze rispetto a quella classica
Un’indagine su alcune delle più potenti emozioni che attraversano il cuore e l’esistenza umana:le passioni.Troppo spesso,nella cultura religiosa di matrice cristiana,e non solo,le passioni sono state considerate in modo negativo,come qualcosa da cui liberarsi.In realtà,se la persona umana ne è così profondamente segnata,ciò significa che nel piano creativo le passioni hanno un senso.Guardando alle passioni in un’ottica plurale e nella loro specifica connotazione cristiana,il volume si propone di offrire non un vademecum per la loro gestione, ma piuttosto stimoli a pensare e a vivere tutto ciò che il Signore ha posto nell’uomo secondo la misura alta dell’amore. Così l’indagine su Il piacere,a partire dal testo del Cantico dei Cantici 1,1-4,si avvale dei contributi di Gianni Barbiero,Renzo Cresti,IlhamAllah,Chiara Ferrero,JeanYves Leloup,Gualtiero Marchesi e Chiara Sciunnach.Il tema de Il desiderio,intorno al brano di Daniele 13,1-2.7-23,è commentato da Benito Marconcini,Carmelo Vigna, Armido Rizzi, Philip Hanson, Karl Golser, Donatella Puliga. La tematica de La vergogna, introdotta dal brano biblico di Genesi 2,25; 3,7-13, è approfondita da Bruno Moriconi, Luigi Anolli, Giancarlo Miccò, Maria Emanuela Novelli,Alessandro Sesti e Giovanni Nicolini. L’esperienza tragica de La disperazione, illuminata dal brano di Matteo 27,3-9,è approfondita da Michele Mazzeo,Vinicio Albanesi,Eugenio Borgna, Salvatore Niffoi, Riccardo Riccardi, Gabriel Renato Camagni. Sul tema de L’invidia, introdotto dal brano biblico di Genesi 4,3-8, si concentrano le riflessioni di Enzo Bianchi,Paolo De Nardis,Ignazio Sotiriadis,Olaf Lippke,Simonetta Matone e Raffaele Luise. Infine, Alexis Leproux, Vittorino Andreoli, Patrizia Manganaro, Letizia Tomassone, Elio Andriuoli, Elmar Salmann si interrogano, sullo sfondo del testo di Sapienza 7,1-7,sul tema de La fragilità.
CURATORI
Piero Ciardellaè direttore dell’Istituto superiore di Scienze Religiose «B.N. Stenone» di Pisa,docente di filosofia teoretica e segretario del Coordinamento delle Associazioni Teologiche Italiane.
Maurizio Gronchi insegna cristologia nella facoltà di teologia della Pontificia Università Urbaniana ed è membro del consiglio di presidenza dell’Associazione Teologica Italiana.
Questo libro si propone di esplorare i percorsi della Bibbia sul tema dell’amore divino e umano.Le Scritture,infatti,narrano di molti eventi nei quali si manifesta in maniera decisiva l’amore di Dio per il suo popolo e per tutto il creato e di molti altri in cui viene raccontato l’amore umano per Dio e per i suoi simili. Il volume pone l’attenzione anche sulla dinamica del sentimento e dell’esperienza dell’amore umano nelle sue diverse sfaccettature.In primo luogo l’amore appare segnato dallo sbaglio,dal peccato,dalla possibilità di essere ferito e di ferire.Se ciò ha a che fare,radicalmente,con l’esperienza del male personale e del peccato,esiste però anche la possibilità che l’amore sia malato a causa delle condizioni in cui è chiamato a darsi:condizioni talvolta ardue,alquanto difficili,segnate dal travaglio della crisi esistenziale. La meta dell’esplorazione non può che essere l’incontro con la figura di Cristo,colui che ci rivela il vertice dell’amore e colui nel quale non vi è contrapposizione tra bontà e verità. “Per la Bibbia l’uomo non è la sua intelligenza o i suoi pensieri,non è i suoi sentimenti o le sue emozioni.L’uomo non coincide neppure con la sua forza di volontà. Abbiamo un io più profondo delle nostre azioni,più profondo perfino dei nostri sentimenti.Tutti i popoli,tutte le religioni lo hanno sempre chiamato cuore. E anche la Bibbia lo chiama allo stesso modo. ERMES RONCHI
CURATORI
Ermes Ronchi dell’Ordine dei Servi di Santa Maria, dirige il Centro culturale Corsia dei Servi a Milano. Docente al Marianum. Per Paoline ha pubblicato: Dieci cammelli inginocchiati.Variazioni sulla preghiera(20073);Le case di Maria. Polifonia dell’esistenza e degli affetti (20074); I baci non dati (2007); Tu sei bellezza (2008).
Sonia Spinelli laureata in scienze dell’educazione, lavora presso la curia arcivescovile di Milano.Ha pubblicato alcuni contributi di pedagogia religiosa ed è autrice (con G.Biader e S. Noceti) di A piccoli passi.Itinerari post-battesimali per genitori e bambini 0-6 anni (2007).
I primi capitoli della Genesi vengono spesso interpretati come una successione di quadri staccati: due racconti della creazione, Adamo ed Eva, Eden, paradiso terrestre e tentazione, peccato e castigo, Caino e Abele, diluvio, torre di Babele, vocazione di Abramo.
L'autore viceversa considera Genesi 1,1-12,4 come un insieme letterario unico, fornendo di questa unità una lettura narrativa modulata con un'interpretazione teologica e antropologica. Egli ravvisa due temi creatori di unità - erranze e generazioni/genealogie - particolarmente suggestivi e ricchi di risonanze. Adamo erra peccando ed erra quando è scacciato dal Paradiso; erra Caino uccidendo Abele ed erra come fuggiasco, e con l'errare di Abramo da Ur dei Caldei inizia la storia di Israele. Quanto alle generazioni/genealogie, esse sono insieme dispiegarsi collettivo delle età dell'uomo e atti singoli di uomini e donne, che danno nome a persone ed episodi.
Nel muoversi degli umani attraverso lo spazio e il tempo, Dio resta presenza vigile per riaprire sempre un cammino di vita, senza violare la loro libertà né sminuirne la responsabilità.
Il volume fa parte di un progetto di lettura narrativa e antropologica dell'intero libro della Genesi.
Sommario
Introduzione. I. Un mondo secondo Dio (1,1-2,4). 1. Primo sguardo: un testo ordinato. 2. Elohim. 3. Ha'adam. 4. Conclusione. II. L'umano e il suo mondo (2,4-25). 1. Rottura o continuità? 2. Quadro d'esposizione: l'umano nel suo mondo. 3. Prima scena del racconto: l'umano in relazione. 4. Conclusione. III. Il serpente, il frutto e una sventura (3,1-24). 1. Organizzazione letteraria. 2. Una profonda continuità: il serpente. 3. Il serpente e la bramosia. 4. Adonai Elohim e il giudizio. 5. Conclusione. IV. Caino e la sua discendenza (c. 4). 1. Organizzazione del testo. 2. Presentazione di Caino. 3. L'ingiustizia di Adonai. 4. L'omicidio. 5. Conseguenze della violenza. 6. Da Caino a Lamech e a Set. 7. Conclusione. V. Da Adamo a Noè. Il diluvio e le sue conseguenze (cc. 5-9). 1. Genealogia di Umano. 2. Il diluvio 3. L'alleanza con Noè. 4. Noè e i suoi figli. 5. Conclusione. VI. Da Noè ad Abram (10,1-12,4). 1. Il popolamento della terra. 2. La città e la torre di Babilonia. 3. Da Sem a Terach e i suoi. 4. L'appello di Abram. 5. Conclusione. Apertura. Bibliografia essenziale. Postfazione: analisi narrativa e teologia dei racconti biblici.
Note sull'autore
André Wénin, dottore in scienze bibliche, insegna greco, ebraico biblico ed esegesi dell'Antico Testamento all'Università Cattolica di Louvain-la-Neuve. È professore invitato alla Pontificia Università Gregoriana, dove insegna teologia biblica. Presso le EDB ha pubblicato:Entrare nei Salmi (2003); Non di solo pane... Violenza e alleanza nella Bibbia (2004); L'uomo biblico. Letture nel Primo Testamento (2005); Il Sabato nella Bibbia (2006), Giuseppe o l'invenzione della fratellanza. Lettura narrativa e antropologica della Genesi. IV. Gen 35-50 (2007). Collabora con la rivista Parola Spirito e Vita.