I padri della chiesa, profondamente radicati nella Scrittura, ci hanno lasciato in eredità un ricco tesoro non solo di testi ma anche di modi, forme, gesti di preghiera . Oggi, soprattutto il cristianesimo occidentale, ha bisogno di riscoprire l'intima unione che deve esistere - nella preghiera come in ogni aspetto della vita cristiana - tra teoria e prassi, tra contemplazione e esercizio pratico. A pregare si impara pregando, e tutto il nostro essere è chiamato a partecipare a quest'opera: la mente, il cuore, ma anche il corpo, lo sguardo, i sensi. L'autore - eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo di intensa preghiera - ripercorre con sapiente coerenza questa compenetrazione tra ciò che si crede e ciò che si esprime nella pratica della preghiera: una riscoperta affascinante del tesoro prezioso contenuto nei vasi di argilla dei nostri corpi.
Cosa non è l'umiltà? Cos'è l'umiltà? L'autore aiuta il lettore a rispondere a queste domande esplorando, in modo filosofico, la virtù dell'umiltà, a partire dalla sua etimologia. L'umiltà è una virtù che gioca un ruolo decisivo nelle tradizioni monastiche medievali, ma che non si fa vedere, non è predominante nella cultura e nella società di oggi. È un valore che possiede una versione religiosa, ma anche una versione laica, in quanto non ha bisogno di essere riconosciuta dalla fede. È sufficiente prendere coscienza dei propri limiti, della propria fragilità, e quindi aprirsi al concetto di dono.
Dodici personaggi "minori" del Vangelo (il venditore di colombe, il maestro delle cerimonie a Cana, il ragazzo dei pani e dei pesci...) raccontano la loro esperienza di incontro con Gesù. A partire da queste narrazioni l'autore conduce il lettore in un percorso di scoperta interiore, per far emergere alla coscienza quelle parti in ombra di cui non si è consapevoli, ma che nella vita quotidiana possono influenzare atteggiamenti, parole e scelte. Dopo ogni racconto sono proposte attività (individuali o di gruppo) di meditazione e di azioni rituali. Il lavoro può essere ampliato attraverso le indicazioni cinematografiche e letterarie che chiudono ogni capitolo.
"Amore dei miei dolori, voglio che parliamo del Cielo...". E il Signore descrive a Catalina questo luogo meraviglioso, indicandole la via attraverso una vera e propria scuola spirituale, calata negli eventi che lei vive nel quotidiano. I messaggi contenuti in questo libro sono sorgenti di amore e di misericordia che scaturiscono dal profondo del Cuore di Dio. "Questo libro rivela Gesù a Catalina - convertirà molte anime, soprattutto anime consacrate...".
Un libro scritto a quattro mani da un musicista e da un teologo. Un dialogo su Dio, la vita e l'arte tra Juri Camisasca, cantautore milanese che qui racconta il proprio percorso esistenziale, artistico e spirituale, e Paolo Trianni, che ne arricchisce l'autobiografia con delle note teologiche. I temi sono la musica, l'amicizia con Franco Battiato, il monachesimo e la ricerca mistica. La storia di Camisasca è infatti segnata da una conversione improvvisa al cristianesimo che lo ha condotto a lasciare la ribalta dei concerti pop per abbracciare prima la vita benedettina e poi la solitudine eremitica. Oltre che dalla musica, dallo studio teologico e dalla pittura di icone, il suo cammino è stato arricchito dalla contemplazione silenziosa e dalla meditazione, che egli pratica da più di quarant'anni, in virtù di una consonanza con i grandi autori della religiosità cristiana e indiana. Figura assolutamente unica, nel panorama nazionale e internazionale, con le sue composizioni Camisasca esprime consapevolezza teologica e comunica un'autentica e profonda esperienza in Dio.
Come un'antica mappa del tesoro, questo libro introduce nel "giardino segreto" dell'immaginario cristiano che ha segnato la storia dell'Occidente dall'ebraismo all'età post-moderna. Con un linguaggio accessibile a tutti, ma che non rinuncia a essere preciso, la ricerca tiene conto delle fonti erudite più aggiornate. Una mappa che in cento schede fornisce una bussola per orientarsi in un universo iconografico ancora oggi parlante; un viaggio nell'immaginario collettivo della cristianità alla scoperta delle icone e dei simboli della tradizione su cui l'uomo moderno ancora oggi si interroga.
La leggenda vuole che a inventare il presepe sia stato, nel lontano 1223, san Francesco d'Assisi. Recatosi a Betlemme l'anno precedente, Francesco rimase incantato dalle rappresentazioni sacre allestite in occasione del Natale e al ritorno chiese a papa Onorio III di poterle riproporre. A quei tempi la rappresentazione dei drammi sacri era vietata dalla Chiesa; il Papa gli concesse però di celebrare la messa in una grotta naturale, l'eremo di Greccio, e così, il 24 dicembre del 1223, venne messa in scena la nascita di Gesù bambino. C'erano la grotta, il bue e l'asinello. Nessuno dei presenti prese il ruolo di Giuseppe e Maria, perché Francesco non voleva si facesse "spettacolo" della nascita del Salvatore. La popolazione accorse numerosa e così il santo poté narrare a tutti i fedeli, che non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù. In queste pagine, padre Fortunato ripercorre la storia del presepe dalla grotta di Betlemme al primo presepe vivente di Greccio, fino alla Basilica Superiore di Assisi e a Scala, dove Sant'Alfonso Maria de' Liguori, tra pastori, grotte e greggi, trovò ispirazione per la composizione di "Tu scendi dalle Stelle". Prefazione di Domenico Pompili.
Per Padre Pio, la messa rappresentava il fulcro della vita spirituale e il compimento del suo sacerdozio. Era molto più di una semplice celebrazione religiosa: il frate delle stigmate stava ore all'altare, dove riviveva la passione e la crocifissione di Cristo. Questo saggio-inchiesta affronta gli aspetti più mistici della vita del Santo di Pietrelcina, come le stigmate e la lotta contro il demonio, e li contrappone al contesto socioculturale degli anni Sessanta, anni di profonde trasformazioni nella Chiesa e nella società. Secondo Padre Pio, infatti, le forze del male cercavano di distruggere il sacrificio eucaristico: da qui il suo desiderio di offrire ogni messa in riparazione dell'indifferenza con cui era celebrata da altri sacerdoti.
Continuando il cammino intrapreso nel suo "Pomeriggio del cristianesimo" (2022), il teologo Tomás Halík ci racconta qui il suo sogno della Chiesa che verrà. Un sogno a occhi aperti di un nuovo mattino, che prende la forma di dialogo con l'immaginario papa Raffaele del futuro, vero archetipo della figura papale che già nel nome (in ebraico, letteralmente: 'Dio guarisce') si manifesta come un padre spirituale che ispira e incoraggia, pastore di tutte le persone alla ricerca di senso. Halík mette per iscritto questi dialoghi tra il sogno e la veglia sotto forma di lettere (dodici come i dodici apostoli) in cui, con la libertà del figlio, confida e affida a papa Raffaele le sue speranze e i suoi dubbi, le idee e le preghiere di fronte al destino dell'esperienza religiosa, che non sta scomparendo, ma piuttosto cambiando nel suo modellarsi nel contesto della contemporaneità, mandando segnali di grande richiesta di senso, e che per questo va compresa e interpretata in modo nuovo. Cercatore tra i cercatori, in queste sue lettere immaginarie e concretissime Halík si interroga senza sconti sulle difficoltà e i problemi attuali cui il cristianesimo si trova a rispondere, dalle guerre al cambiamento climatico, dagli scandali e gli abusi alla sfida dell'intelligenza artificiale, al senso che per le donne e gli uomini di oggi possono avere l'inferno e il paradiso... Ne nasce, in questo che è forse il suo libro più personale, la visione profetica di una Chiesa davvero cattolica, cioè universale ed ecumenica, che, senza perdere la propria identità, non rinuncia a «uscire da sé stessa» e a leggere con coraggio e senso di responsabilità i segni dei tempi, intraprendendo un cammino sinodale per tornare a essere sale della terra, lievito per il pane fresco di domani.
Dall'Avvento fino alla Pasqua di Risurrezione, il cardinale Joseph Zen guida il lettore in una preparazione spirituale intensa, facendogli riscoprire la verità, l'efficacia e la bellezza del Mistero salvifico. Queste meditazioni, scritte in un periodo di tensioni sociali e politiche, propongono una fede viva e radicata nella preghiera, nella penitenza e nella carità. Un'opera che invita a vivere con speranza l'attesa del Messia, a offrire con Lui ogni sofferenza sulla Croce; a lasciarsi trasformare dalla sua Risurrezione e a cogliere il dono della misericordia divina.
Calendario giornaliero per il 2025 a colori con pagine staccabili, dedicato al Calendario liturgico ambrosiano. Sul retro si trovano brevi meditazioni ispirate alle letture del giorno. È proposto inoltre il «ricordo mariano quotidiano»: ogni giorno è riportata una ricorrenza legata a memorie minori della Vergine e/o a santuari italiani e di tutto il mondo dedicati a Maria.