Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
Nel corso di tutta la tradizione cristiana c’è un aspetto dell’amore di Gesù che sembra essere rimasto maggiormente in ombra, benché si tratti della tonalità più accesa: la «tonalità erotica».Volendo rappresentarla sulla scala cromatica si collocherebbe, infatti, senz’altro presso il rosso acceso della fiamma ardente. Questo tratto passionale dell’amore di Cristo è stato richiamato all’attenzione dei fedeli da Benedetto XVI, che lo ha audacemente nominato col termine di eros. Un eros passionale che rivela un’umanità straordinaria e mai abbastanza percepita e che ha portato il Figlio di Dio a unirsi a noi fino al punto di soffrire come proprie le conseguenze dei nostri delitti.
destinatari
Un ampio pubblico di religiosi e laici interessati ad approfondire un aspetto dimenticato della figura di Gesù.
L’autore Aristide Fumagalli, sacerdote dal 1991, ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Insegna Teologia morale presso il Seminario Arcivescovile di Milano e la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Diversi sono i suoi libri presso le Edizioni San Paolo
Entra nel mondo della Bibbia, il Libro dei libri! Vieni a conoscere i suoi personaggi e le loro magnifiche storie: la fiducia di Abramo, la bontà di Giuseppe, la pazienza di Anna, il coraggio di Davide, la bellezza di Ester... Scopri con loro che l'amicizia di Dio non ha fine.
La cooperazione nell’opera del vangelo ha sempre visto insieme uomini e donne, impegnati in una fatica comune, nella fedeltà al Signore (Fil 4,2). La presente ricerca nei vangeli sinottici, nel quarto vangelo e negli Atti degli apostoli mostra la collaborazione della donna e dell’uomo nell’evangelizzazione delle origini. Oggi, come agli inizi, l’azione della Chiesa non può che essere a due voci: all’attività dell’uomo si affianca un contrappunto femminile di interiorizzazione, di slancio originario e preveniente, di apertura sempre maggiore, senza il quale l’impeto del vangelo si affi evolisce.
Con un linguaggio semplice, ma esegeticamente corretto, il testo analizza le storie e i personaggi principali del libro della Genesi. Il tema della relazione dell'uomo con l'altro/a, con il mondo, con Dio, guida il lettore a scorrere le pagine iniziali della Bibbia. Si impara così a gustarne la ricchezza sapienziale, la sorprendente capacità di descrivere le strutture psicologiche dell'umanità, l'insospettabile attualità della visione del mondo.
Nazzareno Marconi, biblista, docente di Esegesi dell'Antico Testamento all'Istituto Teologico di Assisi, è Rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro. Presso Cittadella Editrice ha pubblicato: Imita ciò che celebri, Assisi 2009.
«Il padre che fu madre» è una rilettura della parabola del «figliol prodigo» come appello forte per una chiesa amante e profetica, simbolo di libertà. «Non è il "figliol prodigo" il protagonista del racconto più bello di tutto il vangelo. Egli infatti, dopo avere metaforicamente "ucciso" il padre, non ritorna a lui perché pentito, ma per fame e per necessità. Il vero gigante che la parabola mette in luce è il padre, che ama a perdere, senza aspettarsi in cambio nulla dai due figli, uno peggiore dell'altro. Proprio per questo, il padre è sempre padre e, pur di salvare i figli ribelli, non esita a farsi madre, madre che genera sempre... senza fine».
Ascoltare la Torah, e in concreto il Decalogo, non significa porsi davanti a un codice per esaminarlo freddamente, ma penetrare nella corrente vitale che sgorga dalla Scrittura e che, attraverso i secoli, arriva fino a noi. Una cosa è l’atteggiamento dell’esegesi critica, che si pone davanti al testo e lo esamina dal punto di vista filologico, testuale, storico, archeologico, strutturale. Cosa ben diversa è l’atteggiamento di chi si colloca al di sotto del testo biblico, lasciando che il testo gli parli con la sua inesauribile ricchezza. Questo è l’atteggiamento dei rabbini, i cui commenti ho raccolto.
Descrizione dell'opera
Le Beatitudini di Gesù non sono una novità per la Bibbia, ma si inseriscono in una tradizione già presente negli scritti profetici e nei Salmi, che proclamano l'uomo beato a partire dal primo versetto del Salmo 1: «Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi».
Sempre le parole delle Beatitudini sono insieme promessa e indicazione di un cammino o di una scelta di vita. Gesù le pronuncia in un contesto di particolare attenzione nei confronti dei discepoli: essi, che hanno seguito il Maestro, come lui saranno perseguitati e rifiutati dal mondo, e proprio su di loro si china lo sguardo compiaciuto del Padre.
Le Beatitudini sono affermazioni paradossali che capovolgono i valori mondani secondo la scala dei valori di Dio, promesse che anticipano un uomo nuovo. Riguardano sì i tempi ultimi, ma chi osserva le cose con lo sguardo di Dio può farne esperienza sin d'ora.
Sulla scia dei due precedenti volumi sulle Opere di misericordia e sui Comandamenti, l'autore offre agili e profonde riflessioni che toccano problematiche e necessità dell'uomo di oggi.
Sommario
Introduzione. I testi in primo luogo. Un confronto con qualche sorpresa. La beatitudine dei giusti. Beati piuttosto…. Sette nell'Apocalisse. Forse Marx…:«Beati i poveri in spirito…». Non piangersi addosso: però «Beati gli afflitti…». Meglio a dorso d'asino: «Beati i miti…». Una giustizia più grande: «Beati quelli che hanno fame e sete…». Non una tautologia: «Beati i misericordiosi…». Ma il sesso non c'entra: «Beati i puri di cuore…». Pace pacifisti pacificatori: «Beati gli operatori di pace…». Non è un proverbio marchigiano: «Beati i perseguitati per causa della giustizia». A mo' di conclusione.
Note sull'autore
Aimone Gelardi, sacerdote dehoniano, ha insegnato teologia morale ed etica filosofica. Ha pubblicato: Parapsicologia. Per una risposta a interrogativi di sempre, Àncora, Milano 1976; Reincarnazione. Un mito che rinasce, EMP, Padova 1987; Direzione spirituale e cristiani comuni, EDB, Bologna 1991; Lettere a Patrizia, EMP, Padova 1989; Reincarnazione?, EDB, Bologna 1995; Dare voce alla morte. Celebrare la speranza, EDB, Bologna 1995; Verso il Giubileo, EDB, Bologna 1996; Pensieri feriali, EMP, Padova 1998; Parole nel vento, EMP, Padova 2003. Nella stessa collana EDB ha pubblicato: «Lo avete fatto a me». Una rivisitazione delle opere di misericordia (2008), Le «dieci parole». Una rivisitazione dei Comandamenti (2010); per EDB Junior ha pubblicato: Le regole del gioco. 10 no? noo!! 10 sì! I dieci Comandamenti (2008), Lo hai fatto a me. Le opere di misericordia a misura di bambino (2009), Il mondo alla rovescia. Le beatitudini (2010) e ha curato i volumi: La mia preghiera di ogni giorno (2005), La festa del perdono (2006), Hai invitato anche me! La Comunione dei bambini (2008).
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola. Acquistabile anche in abbonamento (vedi sezione Riviste).
All'Israele antico viene di solito riconosciuta una posizione singolare nel contesto storico e culturale dei suoi tempi, che in particolare nei testi biblici giungerebbe a distinguerlo per spiccata originalità religiosa tra le civiltà del Vicino Oriente antico. La storiografia elaborata da Israele lascia tuttavia trasparire un complesso confronto culturale nel quale vengono a cadere i confini apologetici sovente intravisti o creati dalla tradizione esegetica posteriore, di matrice teologica. Le immagini che emergono da questo raffronto, con le quali Israele mirava a definire una propria identità, rivelano che le culture coeve rappresentano un polo di attrazione e di fascino più che un'occasione o una tentazione di rivalsa e di separazione. Collocandosi in questa prospettiva, il lavoro di Gian Luigi Prato prende in considerazione alcuni momenti di un percorso storiografico che si delinea nei testi biblici e si prolunga nella letteratura giudaica posteriore, e illustra come questa "erba del vicino" sia desiderata e al tempo stesso messa a frutto.
Se non c'è epoca che non pensi di doversi liberare di qualche male, per Giuliano imperatore, passato alla storia come apostata, questo male è il cristianesimo. Ricostruendo il passato di Roma mediante le categorie di puro e impuro, Giuliano delinea una storia di decadenza nella quale si rivela il volto autentico del cristianesimo: sia il perdono concesso col battesimo sia il culto dei martiri mostrano fino a che punto i cristiani si sono spinti sulla strada dell'impurità, e nella purificazione dell'impero sta per Giuliano il compito di cui è stato investito dagli dei. Nello studio di Giorgio Scrofani si illustra per quali vie la nozione di purità rituale e di purezza morale agisca in Giuliano in funzione di un'identità che resiste alla combattività cristiana per mantenere inviolata quella che per l'imperatore ne è l'essenza stessa: l'ellenismo. Su questo terreno, sul possesso dell'eredità dei greci, si confrontano cristiani e non cristiani.
Il luogo privilegiato della prassi messianica è l'esercizio della giustizia e della pace, del dono e del perdono, della promozione del senso alla portata di tutti, di ogni "uomo di buona volontà".