In una piccola chiesa, a Pieve di Rivoschio, in provincia di Forlì, sono esposti, lungo le pareti e l'abside, i ritratti di 123 sacerdoti morti in Emilia Romagna durante la Seconda guerra mondiale: 14 cappellani militari per cause di servizio e 45 sotto i bombardamenti; altri 37 sono quelli uccisi dai nazifascisti e 27 da partigiani «in odium fidei» o per odio politico. Don Alberto Benedettini, che raccolse foto e testimonianze di quei sacerdoti e religiosi, volle ricordarli tutti perché quei pastori «avevano dato la vita per le proprie pecore». «O tutti o nessuno!» è il grido di don Elia Comini a chi gli offriva la salvezza poche ore prima della sua uccisione da parte delle SS a Pioppe di Salvaro. Ed è questo il grido che sorge nell'animo guardando quelle foto: perché nessuno di quegli uomini può essere dimenticato; perché la Chiesa, considerando diversità di destini e di indoli, non dimentica nessuno e noi uomini non possiamo essere da meno.
Braccialetto ad elastico con perle in legno d'ulivo chiaro grandi e piccole alternate con croce in acciaio (15 mm circa) e medaglia raffigurante la Madonnina miracolosa (1 cm).
“Amati figli”, ci chiama teneramente Gesù in questi messaggi dettati a Catalina, e ci invita alla vigilanza costante perché Satana sta allungando i suoi artigli su tutto ciò che abbiamo di più caro: i nostri famigliari e in particolare i nostri figli. “Non addormentatevi nella tempesta... Prendete la vostra croce e camminate con Me, poiché il tempo che sta per venire verrà più presto di quanto una mente qualsiasi può immaginare”. “Molte cose sono state predestinate per questo tempo che Io chiamo tempo di grazia”; “Vi ho dati a mia Madre...”, è Lei l'Arca della Nuova Alleanza, è Lei che “con la sua preghiera continua sta trattenendo la furia della giustizia”. In questi messaggi, che sono luce e speranza, Gesù chiama a raccolta i suoi figli, ci aiuta a leggere la realtà che viviamo con gli occhi del Cielo e ci mostra la via per essere come Lui ci vuole: “Imbevuti della grazia, in una spiritualità profonda, che irradi luce e sia capace di alternare atteggiamenti puri, azioni colme d'amore e sentimenti santi, impregnati di fede”.
Il volume raccoglie gli atti del 52° Congresso dell' Associazione Canonistica Italiana, tenutosi a Sanremo dal 5 ettembre 2022. In esso giudici,avvocati, docenti e medici si sono interrogati e confrontati sul rapporto tra sinodalità e realtà processuale nella Chiesa. E intervenuto il Decano della Rota Romana, S.E. Mons. Alejandro Arellano Cedillo, con una prolusione dal titolo ;L'agire sinodale nell'attività giudiziaria della Chiesa in cui ha sottolineato che la sinodalità è «una dimensione che qualifica la natura comunionale della Chiesa e un modo di essere, di vivere e di agire che riguarda tutta la vita ecclesiale, le sue modalità di intendere e di praticare il discernimento e le sue forme di funzionamento, con implicazioni sul governo, e in particolare su alcune questioni giuridico-ecclesiali, quali le strutture di partecipazione e di corresponsabilità nella Chiesa».
Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l'annuale festa di una importante banca d'affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente. La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l'intero mondo finanziario svizzero. L'inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l'omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità. Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.
Dopo "Paideia", il monumentale saggio sulla formazione dell'uomo greco, divenuto uno dei cardini della riflessione culturale della nostra epoca, Werner Jaeger ricerca, nella conferenza del 1943 che qui riproponiamo, le radici dell'Umanesimo europeo. E le trova aprendo una via diversa rispetto alla convinzione consolidata secondo cui l'Umanesimo nasce da una rottura rispetto al Medioevo 'teologico' e a favore di un ritorno alla classicità centrato su una nuova concezione della natura umana. È vero, come ricorda qui lo stesso Jaeger, che gli umanisti rinascimentali ammiravano e desideravano far rivivere l'antica cultura della Grecia e di Roma e ritenevano il Medioevo un periodo barbaro che aveva interrotto il progresso della civiltà classica, ma il loro rifiuto era indirizzato principalmente alla forma degenerata della tradizione scolastica, con il risultato di offuscare la grande portata 'umanistica' di autori medievali - primo fra tutti san Tommaso, ma anche Dante - che seppero arricchire di universalità il pensiero di Aristotele e di Platone. Il cristianesimo, fondato sull'Incarnazione, trae da essa la ragione profonda della dignitas hominis, riprendendo il lascito greco della virtù come 'conversione' dal mondo dell'illusione sensibile al mondo dell'essere vero e unico che è il bene assoluto e desiderabile. Lungi dal rappresentare una rottura, il Medioevo emerge dunque come il compimento dell'anelito a quell'«Umanesimo integrale» che, pochi anni prima della conferenza di Jaeger, Maritain aveva così formulato: «L'uomo è chiamato a un destino migliore che a una vita puramente umana». Una lezione di grande respiro, questa di Jaeger, che giunge «come una freccia acuminata» (per usare le parole di Carlo Ossola nella Presentazione) a illuminare i 'secoli bui' e far risplendere ancora oggi la loro eredità.
Quando 22 dicembre 1977 il il segretario di Stato del papa Jean-Marie Villot scrisse all'arcivescovo di Parigi François Marty a nome di Paolo VI, citò Jules Isaac definendo il suo lavoro una fonte di ispirazione per tutti gli uomini di buona volontà che cercano di promuovere il rispetto reciproco, la stima e l'amicizia tra ebrei e cristiani. Questa autorevole considerazione nasce anche dall'influenza che il pensiero di J. Isaac ebbe nella stesura del paragrafo sugli ebrei della dichiarazione conciliare Nostra Aetate. Le pagine di questo libro ripercorrono il modo in cui la chiesa cattolica sia arrivata a chiarire e ad abbracciare il ruolo di Israele nella storia della salvezza, a superare il concetto della colpa collettiva degli ebrei per la morte di Gesù e a offrire una nuova visione teologica e un novo atteggiamento pastorale nei confronti degli ebrei e dell'ebraismo. Nel farlo Norman C. Tobias ricostruisce la biografia di Jules Isaac, un pioniere del dialogo ebraico-cristiano, una delle persone a cui si deve il rinnovamento della riflessione cattolica sugli ebrei e sul giudaismo dopo secoli di incomprensioni.
Meister Eckhart (1260-1327) è una delle figure chiave del tardo Medioevo tedesco, di quel mondo affascinante e pochissimo conosciuto, indicato solitamente col nome di "mistica tedesca". Questo libro di Ruh è il risultato di ricerche durate più di un decennio. Vi è ritratto Eckhart nelle sue vesti di domenicano, poi investito di importanti cariche religiose, apprezzato Magister all'Università di Parigi, predicatore e pastore d'anime in un tempo percorso da fermenti e tensioni spesso contraddittorie. Vediamo Eckhart ugualmente a suo agio tra gli intellettuali e le persone pie, tra le monache mistiche e visionarie, tra le beghine perseguitate dall'Inquisizione. Al centro del libro c'è un'attenta analisi testuale delle opere latine e tedesche di Eckhart; per la prima volta si vedono con chiarezza le ragioni intrinseche della sua riflessione, la parabola del suo pensiero teologico-spirituale, gli ascendenti e le linee di sviluppo di una speculazione che ebbe il coraggio dell'intelligenza e che si mosse verso posizioni di vertiginosa radicalità, dove il razionalismo più ardito coincide con gli abissi della visione mistica. Nel 1327 il pensiero di Eckhart venne condannato dal tribunale dell'Inquisizione e il grande Magister morì poco dopo l'infamante processo. Ciò non impedì al suo pensiero di esercitare una influenza profonda e prolungata, spesso per vie sommerse e trasversali. Questo libro fa rivivere, nella sua interezza di uomo e pensatore, una straordinaria figura di intellettuale, proiettandola sullo sfondo di quel mondo mosso e variegato che è il tardo Medioevo tedesco.
Descrizione
Salvatore bambino, condottiero durante l’esodo, colui che riceve la rivelazione del Sinai, guida nel deserto, maestro la cui funzione è passata ai rabbini: queste sono le forme principali in cui si è manifestata la figura di Mosè nella tradizione rabbinica e a cui l’autore dà rilievo. Il libro presenta alcuni testi rabbinici essenziali per questi ambiti tematici particolarmente significativi, inseriti nel quadro più ampio della storia del rabbinato, mantenendo un confronto costante, benché non sistematico, con testi cristiani paralleli. Si è scelto un approccio per così dire «biografico», che accompagna il percorso del testo biblico. Per i singoli temi, le unità testuali di maggiore estensione si trovano generalmente solo nei testi di epoca più tarda, che sono scelti come punto di partenza: non per ricercare antiche tradizioni all’interno dei testi stessi, ma per esaminare elaborazioni letterarie passate, o anche semplicemente non convenzionali, di filoni narrativi o di singoli temi.
Note sull'autore
Günter Stemberger, professore emerito di Giudaistica all’Università di Vienna e visiting professor in Germania e Stati Uniti, è membro corrispondente dell’Accademia delle scienze austriaca. EDB ha tradotto La religione ebraica (21998), Il Talmud. Introduzione, testi, commenti (22012) e Il Midrash. Uso rabbinico della Bibbia. Introduzione, testi, commenti (22013).
In un volumetto agile e di facile lettura, Monsignor Luigi Mistò offre un prezioso "vademecum" su sette temi centrali della fede cattolica presentati in modo riassuntivo e appassionato, per consolidare la conoscenza, aiutare l'approfondimento e lo studio, la ricerca e la discussione, la meditazione e la preghiera quotidiana. "Sette parole luminose" che raccolgono e fanno risplendere i tesori più lucenti e preziosi che abbiamo ricevuto in dono e che siamo chiamati a custodire con cura e a trasmettere a nostra volta con fedeltà e passione. Una sintesi chiara e di comoda consultazione, da tenere sempre a portata di mano sia per sé sia per il dialogo, l'annuncio e la testimonianza, oggi sempre più necessari, con chi incrociamo sul nostro cammino.
Gerard Manley Hopkins, uno dei poeti di lingua inglese più amati di tutti i tempi, ha vissuto una vita carica di drammi e visioni religiose. Cresciuto in una famiglia anglicana, Hopkins si convertì infine al cattolicesimo romano e divenne sacerdote entrando nella Compagnia di Gesù; in seguito, smise di scrivere poesie per molti anni e si allontanò completamente dalla sua famiglia protestante. Questo libro offre una prospettiva sulla vita e l'opera del poeta gesuita attraverso un'interpretazione religiosa e letteraria. Catharine Randall racconta la storia della sua vita intensa, carica e travagliata e, lungo il percorso, mostra ai lettori la ricchezza di intuizioni religiose che egli ha racchiuso nelle sue poesie. Esplorando la vita interiore del poeta e il mondo vittoriano in cui visse, l'autrice aiuta i lettori a comprendere meglio il contesto e la visione della sua opera sorprendente.
Due minuti di predica, perché don Camillo conosceva le sue pecorelle. Quella sera dopo il vespro passò davanti al bar e abbassò il finestrino del suo Ape Car. "Allora", disse guardando gli arzilli del tresette, Peppone compreso, "l'ho fatta breve?". "Abbastanza", disse Peppone rispondendo per il gruppo. "Ma si può fare anche più corta". "La ringrazio, lei però cominci a pensare che nell'aldilà, se le va bene, ci dovrà passare l'eternità con il Signore". Lorenzo Bertocchi, giornalista, direttore del mensile /l Timone.
Fan guareschiano che non ha resistito alla tentazione di immaginare cosa combinerebbero don Camillo e Peppone ai giorni nostri. Ne sono usciti trentacinque racconti brevi, sorsi di "mondo piccolo" da mandare giù alla salute del mondo globale.