Evitando gli scogli della lettura ideologica dei filosofi, o, all'opposto, della mera riproduzione fotografica di alcune tesi di ciascuno di essi, questa Storia della filosofia si caratterizza per tre ragioni. Essa fa sorgere il pensiero dei singoli filosofi dal dialogo con le altre voci culturali, ivi comprese molte minori, non sempre adeguatamente considerate da opere analoghe; espone in modo serrato, eliminando decisamente ogni inessenzialità; si pone così, ad un tempo, come rigorosa esposizione ed interpretazione. Una storia della filosofia diventata un modello per la chiarezza e l'essenzialità nell'esposizione, il rigore nel riferimento costante alle fonti, la capacità di mettere a confronto il pensiero dei filosofi con le altre espressioni culturali della loro epoca. In questo volume, lo sviluppo del pensiero filosofico dell'età contemporanea, dal primo Ottocento alle grandi scuole del Novecento.
Nelle società che finalizzano l'economia alla crescita della produzione di merci il consumismo non è un vizio privato, ma una pubblica virtù, perché se la domanda non crescesse di pari passo con l'offerta occorrerebbe ridurre la produzione e l'occupazione, innescando una crisi che si aggraverebbe progressivamente. In queste società l'atto di acquistare travalica la sua funzione utilitaristica e diventa un valore in sé. Non importa cosa si compra. Importa che si compri. Secondo uno slogan pubblicitario, non a caso in inglese, "Shopping is life". Ma gli acquisti possono soddisfare solo le esigenze materiali della sopravvivenza, non possono dare un senso alla vita. Nel 1968, in un discorso pubblico, Robert Kennedy affermò che «il Pil misura tutto, ma non ciò che rende la vita degna di essere vissuta». Solo la spiritualità, che è una dimensione costitutiva degli esseri umani (e non va confusa con la fede in qualcosa che non è dimostrabile razionalmente), consente di appagare le esigenze esistenziali più profonde e di vivere come una conquista la riduzione della dipendenza dal consumismo compulsivo, che è la causa principale della crisi ecologica. Valorizzare la spiritualità significa oggi promuovere una forma di disobbedienza civile.
Icona greca in legno e scavata realizzata a mano in serigrafia su tela e ripassata con cera d'api da esperti agiografi.
Il soggetto, copia dell'originale, rappresenta la Madonna del Perpetuo Soccorso: la Vergine con manto rosso e abito blu, ai cui lati si trovano rispettivamente l'arcangelo Michele (alla sua destra) e l'arcangelo Gabriele (alla sua sinistra), e il Bambino che stringe la mano della Madre con le sue; misura circa 15 cm di altezza x 19 cm di larghezza e può essere sia appeso che appoggiato.
Certificato di garanzia sul retro.
Gianfranco Maria Chiti (1921-2004) è stato per vocazione prima militare, chiudendo la carriera col grado di generale, quindi consacrato nei frati cappuccini. Da soldato, durante la Seconda guerra mondiale ha combattuto al fronte e ha vissuto le vicende della Repubblica sociale italiana, conoscendo la sofferenza dei campi di concentramento e dell'epurazione. Riammesso nell'esercito, per l'umanità costante dimostrata da ufficiale nei confronti dei partigiani e degli ebrei, è stato ufficiale comandante per generazioni di nuove leve. Da sacerdote si è rivelato confessore e predicatore richiestissimo, divenendo fra l'altro cappellano dei "suoi" granatieri di Sardegna. Ha restaurato il convento dei Cappuccini di Orvieto. Il lettore ripercorre in queste pagine, nel confronto serrato con gli avvenimenti degli ultimi cento anni, un'intera esistenza vissuta senza cedimenti, fedele agli impegni presi, sempre attenta al rispetto e alla promozione dell'altro, libera da ogni ideologia. La Chiesa ha dichiarato Gianfranco Chiti Venerabile il 24 gennaio 2024 spianando la via verso la Beatificazione. Su padre Chiti Ares ha già pubblicato Il generale arruolato da Dio di Vincenzo Manca, Gianfranco Chiti. Lettere dalla prigionia di padre Rinaldo Cordovani e, sempre per la curatela di padre Haddad, il profilo spirituale Gianfranco Maria Chiti. Spiritualità e virtù.
La tecnología está transformando el mundo que nos rodea y a nosotros mismos: la Era Digital es la nueva era de la historia de la humanidad. ¿Cuáles son sus herramientas? ¿Cuáles son sus lenguajes? ¿Quién es el nuevo ser humano de la Era Digital? ¿Qué relación existe entre tecnología y calidad de vida y entre la cultura pop actual, los jóvenes y la familia? Paolo Benanti, experto en inteligencia artificial y ética de las tecnologías, nos regala un apasionante viaje a través de la realidad virtual, la comunicación veraz y fiable y las fake news, la robótica, el transhumanismo y el nuevo concepto de ser humano. Un verdadero viaje al corazón del hombre contemporáneo, tratando de comprender cómo busca hoy la verdad, cuál es su actitud ante la finitud y radicalidad de la existencia humana.
Un libro idóneo para todos aquellos que sientan la necesidad de encontrar las coordenadas del tiempo en que viven para captar los cambios que se están produciendo e imaginar hacia dónde vamos.
La noticia es terrible: sacerdotes y líderes católicos, venerados por su fe, alabados por su apostolado, practicaban en secreto una mística perversa. Las víctimas de sus abusos hablaron. Los periodistas investigaron sus abusos y encubrimientos. Los historiadores empezaron a investigar los embrollos eclesiásticos de los que se beneficiaron. La sociedad entera se escandalizó. Pero, ¿cómo interpretar espiritualmente el hecho de que semejantes crímenes fueran encubiertos con apariencia de sacralidad? Utilizando todos los recursos de su aguda mente y estilo, el filósofo y teólogo más original de su generación, Fabrice Hadjadj, nos sumerge en las raíces del mal, donde, según el Evangelio, "los lobos se disfrazan de corderos", sin minimizar nada de lo grave que tiene, sin descuidar lo que esconde de gracia.
Una denuncia de la mentira, la impostura y la credulidad. Un alegato a favor de la fe. Un ensayo vigorizante, ejemplar por su lucidez y sobriedad. Si hay un buen uso para el abuso, es conseguir que nos cuestione personalmente.
Florentino Pérez Embid (1918-1974) fue consejero de Juan de Borbón, diputado en las Cortes de Franco, director general de Información y director general de Bellas Artes.
Fue catedrático de Historia de América y rector de la Universidad Internacional Menéndez Pelayo, y perteneció a una generación empeñada en favorecer la conexión de España con los países americanos y europeos.
Su vinculación al Opus Dei en 1943 representó un elemento relevante para entender su manera de trabajar y de inspirarse en sus acciones cotidianas. Fue la primera persona del Opus Dei en ocupar un cargo público (en 1951 y como director general de Información), mucho antes de los llamados tecnócratas.
El autor ha consultado numerosos archivos y ha tenido acceso a documentación inédita, lo que le ha permitido esclarecer pasajes poco conocidos de su vida, tales como la promoción de jóvenes valores (por ejemplo, Jesús de Polanco y Carmen Díez de Rivera), las gestiones para la llegada a España del Guernica de Picasso, o la dirección de Ediciones Rialp y de la revista Atlántida.
Detengámonos un momento e intentemos pensar en la frecuencia con la que nos encontramos abrumados por deberes y plazos, sin tiempo para nosotros mismos. ¿Cuántas veces buscamos un equilibrio adecuado entre velocidad y lentitud, y nos concedemos algo de silencio y de aburrimiento? Son dos dimensiones temidas, pero también necesarias e inevitables.
¿Cuándo fue la última vez que nos detuvimos a reflexionar sobre nuestra felicidad y contemplamos las maravillas que hay a nuestro alrededor? La belleza del arte, la plenitud de una castidad que es libertad y posesión, amor y amistad...
En un mundo sufriente en el que el hombre se ha colocado por encima de toda criatura, deberíamos, con humildad, aprender del pequeño caracol, y redescubrir nuestro ritmo natural, escucharlo, respetarlo.
Partiendo del éxito de su catequesis sobre “los cinco pasos del misterio”, Maurizio Botta nos invita a meditar la grandeza de la vida cotidiana y la necesidad de proteger un espacio de serenidad en el frenesí de nuestro tiempo.
Joseph Ratzinger siempre defendió la liturgia como clave para transmitir y vivir la fe, fiel a la máxima: lex orandi-lex credendi.
Siendo ya Benedicto XVI, se preocupó de impulsar el desarrollo litúrgico y velar por el respeto a la tradición como piedra de toque de la evangelización para creyentes y descreídos.
Este libro recoge un buen número de sus intervenciones sobre liturgia en distintas audiencias, reuniones, e incluso los documentos más importantes del pontificado sobre el tema.
La selección de textos permite hacerse una idea muy fiel de la gran catequesis litúrgica que fue su papado y la herencia doctrinal que dejó a la Iglesia.
Sono trascorsi quarant'anni da quando il figlio del fabbro di Dovia ha mosso i primi passi in politica; quasi venti da quando ha impugnato lo scettro del potere; poche settimane da quando ha annunciato agli italiani che il destino batte l'ora della guerra. Proprio adesso, alla fine di giugno del 1940, quel destino offre al Duce un segno, forse un presagio: Italo Balbo, il condottiero della Milizia, il maresciallo dell'aria celebre in tutto il mondo, viene abbattuto in volo dal fuoco amico. Ma non c'è più tempo per volgersi indietro. Affinché la Storia metta in scena l'immane tragedia della guerra, ciascuno deve interpretare la sua parte. Come il generale Mario Roatta, feroce pianificatore di rappresaglie e capo di un esercito spaventosamente impreparato. Come Galeazzo Ciano, ossessionato dall'idea di dominare il Mediterraneo; Edda, pronta a unirsi alla Croce rossa per avere la sua prima linea; Clara Petacci, che stringe tra le braccia un uomo sempre più simile a un fantasma; Amerigo Dùmini, l'assassino di Matteotti, che ha prosperato ricattando quel fantasma. Come una generazione intera di soldati tra cui l'alpino Mario Rigoni Stern, arruolatosi volontario, che nel gelo del fronte russo apre gli occhi sulla natura del dramma a cui partecipa, o il maggiore Paolo Caccia Dominioni, che deve guidare il suo reparto nelle sabbie della tragica battaglia di El Alamein; e una generazione intera di gerarchi tra cui Dino Grandi, sempre più insofferenti verso il Duce. E infine c'è lui, Benito Mussolini, ancora convinto di poter bilanciare in Europa le brame conquistatrici di Hitler ma in realtà pronto a scodinzolare al fianco della tigre tedesca come un patetico sciacallo. A questo quarto pannello della sua epopea letteraria e civile Scurati affida il gigantesco affresco dell'Italia fascista sui fronti del secondo conflitto mondiale, degli errori, degli orrori e dell'eroismo ancora possibile per uomini e donne reduci da vent'anni di dittatura. E tratteggia il ritratto al nero di un uomo di fronte al destino che ha plasmato per sé e per un'intera nazione, solo all'incrocio tra il parallelo del crepuscolo e un meridiano di sangue.
Scritta per un concorso indetto dall'Accademia danese delle scienze e pubblicata per la prima volta nel 1841, l'opera "Il fondamento della morale" può essere considerata come un'introduzione all'etica e alla metafisica schopenhaueriana. Situata tra le due grandi opere filosofiche di Schopenhauer, "Il mondo come volontà e rappresentazione" (1819) e "Parerga e Paralipomena" (1851), essa propone un'etica descrittiva e non prescrittiva, che all'imperativo categorico di Kant sostituisce il sentimento della compassione. Scopo della presente edizione è di riproporre, in una nuova traduzione, quest'opera di Schopenhauer, nella quale l'autore, a partire dalla critica della morale kantiana, perviene a una nuova fondazione dell'etica che trova il proprio fondamento ultimo nella metafisica.