Il presente scritto non ha la pretesa di essere un trattato (ne esistono già diversi e di indubbio valore), ma ha le caratteristiche di un'introduzione alla teologia filosofica. La domanda su Dio è una questione eminentemente personale. Essa si riferisce alla sfera più profonda e ultima dell'esistenza e perciò riguarda in modo ineluttabile ogni essere umano. La domanda su Dio investe la persona in tutte le sue dimensioni vitali, giacché la sua risposta si ripercuote in maniera decisiva sia sulla comprensione di se stessi e della realtà circostante, sia sull'atteggiamento fondamentale di fronte all'esistenza. Tale risposta determina, in fin dei conti, il modo di rapportarsi dell'uomo agli eventi dell'esistenza e alle loro conseguenze. La questione di Dio ha un carattere personale perché interpella l'uomo nella sua intimità ed esige una risposta che costituisce quanto di più personale c'è nell'essere umano, irriducibile a schemi fissi o a presunte istanze alternative.
Una raccolta di testi mariani dal 2003 al 2005.
Con un lungo racconto e un saggio che permette al lettore di distinguere fra documento e fantasia, Danilo Colombo traccia un ritratto dell'Apostolo del dubbio che, fra i Dodici, ha un ruolo di spicco soltanto nel Vangelo secondo Giovanni.
Un testo sulla libertà, con il messaggio di P. Tomas Tyn, che dette la propria vita per la libertà della sua patria dal giogo comunista. Liberare la libertà vuol dire liberarla dalle frequenti mistificazioni della nostra cultura contemporanea. Dunque la verità sulla libertà. La vera libertà. Tesi fondamentale di questo libro è che la libertà si basa sulla verità. Può essere libero solo chi conosce la verità. E' la tesi di Gesù Cristo.
A dieci anni dalla morte di Giuseppe Dossetti (15 dicembre 1996) la Fondazione per le scienze religiose ha promosso una serie di colloqui e incontri per studiare meglio la figura e le fonti relative a questo protagonista della cultura e del cristianesimo del Novecento. Il colloquio conclusivo di un lungo itinerario iniziato a Pechino e proseguito attraverso varie città in Italia e nel mondo, ha avuto luogo a Bologna e ha segnato una occasione per uno status quaestionis indispensabile: una prima serie di studi viene qui pubblicata e raccoglie ricerche sui nodi della vita di Dossetti, su momenti decisivi del suo percorso, sui grandi sfondi nei quali la sua vita di giurista, di resistente, di politico, di teologo, di fondatore si è inserita. Giuseppe Alberigo (che in questo convegno ha profuso un grande impegno e che ha dato una straordinaria lezione su Dossetti al Vaticano II divenuta uno dei suoi ultimi apporti alla ricerca storica), aveva voluto che il convegno portasse come titolo "La fede e la storia" per indicare la polarità propria della vita di Dossetti. Titolo che si è rivelato adatto anche per questa prima raccolta di atti, in cui sono pubblicati gli scritti di G. Alberigo, U. Allegretti, M. Faggioli, L. Guerzoni, U. Mazzone, A. Melloni, G. Mori, V. Pacillo, A. Parola, P. Pombeni, P. Prodi, G. Ruggieri, P. Trionfini, con una prefazione di Romano Prodi.
In questo numero: Søren Kierkegaard. Filosofia ed esistenza, a cura di Michele Nicoletti e Silvano Zucal. Introduzione (M. Nicoletti - S. Zucal) Penzo G., Kierkegaard tra nichilismo e secolarizzazione - Farina M., La critica a Hegel nelle pagine del Diario di Kierkegaard - Zucal S., "Si soffre una volta sola, ma il trionfo è eterno". Kierkegaard e il problema del dolore - Nicoletti M., Kierkegaard e il moderno - Pirillo N., Kierkegaard - Sartre. Il Novecento, la filosofia e le radici cristiane - Martini M.L., Gadamer e Kierkegaard - Brentari C., La riflessione su Kierkegaard e il superamento dell'idealismo nello sviluppo della filosofia di Arnold Gehlen - Giuliani M., Kierkegaard nella teologia ebraica del Novecento - Alessiato E., Søren Kierkegaard critico della modernità. Una recensione letteraria.
DESCRIZIONE: Cresciuto alla scuola di Karl Rahner, del quale rielaborò anche alcune opere, di fronte alla insignificanza "politica" del cristianesimo, Johann Baptist Metz avverte la necessità di superare la teologia trascendentale del maestro per far valere la dimensione pratica della teologia. Diventa così il fondatore di una "nuova teologia politica", nella quale si consideri il mondo come luogo del mostrarsi di Dio e quindi come luogo nel quale la fede cristiana si presenti con la sua valenza politica. Ciò comporta che si esca dalla "religione borghese" e si dia vita a una Chiesa capace di attuarsi come comunità dell’esodo, cioè comunità critica grazie alla memoria sovversiva di Gesù che essa è chiamata a tenere desta, in particolare nei confronti delle vittime. Tra queste in particolare quelle prodotte dalla Shoà, l’evento che segna il secolo XX e impone la necessità di una nuova teodicea: non si può, infatti, non ascoltare l’interrogativo che sgorga da quella tragedia: "Come parlare di Dio dopo Auschwitz?". Teologia in processo quella di Metz, che si è precisata gradualmente, ma che è servita a far uscire la riflessione dalle questioni astratte, relative alle condizioni di possibilità dell’evento cristiano, per farla approdare alla domanda che sale dal male del mondo.
Giacomo Canobbio
COMMENTO: Il ritratto di uno dei più importanti teologi cattolici (nato nel 1928, allievo di Karl Rahner), padre della nuova teologia politica.
DESCRIZIONE: È possibile un amore che non sia egoista? E se è possibile, quale rapporto si instaura tra il puro amore per l’altro e l’amore di sé, fondamento delle inclinazioni naturali? Il problema dell’amore, come quello della conoscenza, si focalizza sul reciproco rapporto tra "sé" e "altro da sé". Se dunque la conciliazione dell’amore di sé e dell’amore per l’altro è possibile, essa si trova nell’amore di Dio.
A partire da questa considerazione, nel Medioevo sono stati proposti due modelli interpretativi del problema dell’amore. La concezione fisica, di ispirazione greco-tomista e fatta propria da Ugo di San Vittore e da san Bernardo, che cerca di stabilire un’armonica continuità tra l’amore-bramosia e l’amore amicale. E la concezione estatica, maturata nella scuola di Abelardo e penetrata nella scolastica francescana, che al contrario considera l’amore tanto più perfetto quanto più pone il soggetto "fuori da sé" e pienamente realizzato nell’assorbimento di chi ama nell’oggetto d’amore.
Grazie a testi particolarmente significativi, questo saggio analizza i lineamenti di queste due teorie medievali dell’amore e le speculazioni sistematiche che ne sono derivate in ambito filosofico e teologico.
COMMENTO: Un classico della storiografia filosofica, che illumina sui molti volti dell'amore (spirituale, terreno, umano).
PIERRE ROUSSELOT (1878-1915), teologo gesuita, ha insegnato all’Institut Catholique di Parigi e ha consacrato le proprie ricerche all’intellettualismo tomista e alla filosofia d’amore. È considerato uno degli iniziatori della teologia fondamentale contemporanea. Dell’autore sono stati tradotti Gli occhi della fede (Jaca Book, Milano 1977) e L’intellettualismo di san Tommaso (Vita e Pensiero, Milano 2000).
I Detti e i Fatti raccontano la storia di un'amicizia tra un medico e un cappuccino, tra un uomo di scienza e un frate della cerca, tra un chiaro ingegno e un semplice che rivela le realtà nascoste. Tommaso Acerbis, noto come Tommaso da Olera, prima di essere ricevuto tra i frati della riforma (i Cappuccini) era un analfabeta, un pastore di pecore lungo i pendii del Canto Alto, la sua montagna. Quando una voce interiore lo trasse fuori dal borgo natio e lo portò sulle strade della Serenissima, della Valle dell'Adige e della Valle dell'Inn, fu per umili e potenti una benedizione quotidiana. Ippolito Guarinoni, nato a Trento e medico di Hall, discendeva da una famiglia di medici di Milano. Fu educato alla scuola dei Gesuiti in vari rami del sapere; infine a Padova si laureò in medicina. Uomo pieno di temperamento, fu benemerito per aver combattuto la peste nel Tirolo, curato i minatori nella miniera di Schwaz e, cattolico convinto, per aver diffuso e difeso la Riforma di Trento. Alla fine il volume documenta come, in nome della reciproca stima e di comuni ideali, sia nato e portato a termine un arduo progetto: la chiesa al Ponte di Volders (Tirolo), dedicata all'Immacolata.