Processato dall'Inquisizione romana e incarcerato con Tommaso Campanella, che con lui dialogò assiduamente, apprezzandone la conoscenza dei testi della Riforma, Francesco Pucci fu condannato alla pena capitale, eseguita nel 1597 in Campo dei Fiori, nello stesso luogo e tre anni prima, dell'esecuzione di Giordano Bruno. L'Informatione della religione christiana è considerato il compendio del suo pensiero nonché uno dei testi più interessanti del radicalismo religioso cinquecentesco: per Pucci tutti gli esseri umani raggiungono la salvezza, anche al di fuori delle chiese visibili, seguendo la religione naturale e la nozione di Dio che brilla nell'universo e nelle loro menti grazie alla luce della ragione.
In questo libro Antonino Zichichi ripercorre il cammino di Giovanni Paolo II nella sua azione di difesa e promozione della vera grande scienza. Le azioni di Giovanni Paolo II, nel corso del suo lungo e prodigioso apostolato, ne fanno il più grande amico che la scienza abbia mai avuto. Ne sono prova le testimonianze di illustri scienziati tra cui diversi premi Nobel, direttori di grandi laboratori, rettori d'università e presidenti di accademie scientifiche. Nel corso di molti anni la vera grande scienza è stata vittima della violenza politica ed economica senza che una sola voce si levasse in sua difesa. Senza Giovanni Paolo II la scienza avrebbe continuato a essere relegata nelle torri d'avorio e a essere oggetto di scomuniche laiche. Oggi più che mai, c'è bisogno di una grande alleanza tra le due componenti della nostra esistenza: nell'immanente la scienza, nel trascendente la fede. Le radici di questa grande alleanza sono oggetto di attenzione da parte del successore di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. L'opera di Wojtyla ha in Benedetto XVI il più fedele e convinto sostenitore, come dimostrano le prove portate in quest'opera dallo scienziato che ha avuto la stima e l'affetto del papa amico della scienza.
Per quanto si trattasse di un organismo che trovava la sua ragion d'essere in esigenze di carattere etico-religioso e non politico, nel Ventennio l'Unione Femminile Cattolica fu intrisa di una visione ideologica del ruolo femminile all'interno del progetto complessivo di "restaurazione cristiana": fu in virtù di tale visione ideologica che essa svolse nella società italiana una funzione politica, pur escludendo dall'orizzonte del destino femminile proprio quest'ordine di interessi. La ricerca condotta nell'area delle Venezie mostra come il potenziale dell'azione cattolica femminile andò manifestandosi soprattutto sul piano sociale quale terreno precipuo della "restaurazione" auspicata: in primo luogo con una costante mobilitazione contro la presunta degenerazione morale della società, ma anche assumendo progressivamente vari compiti nell'ambito dell'assistenza e dell'intervento sociale pubblico, parallelamente alla trasformazione del ruolo dello Stato anche per gli effetti della "grande crisi". Organismo monolitico, efficiente e ben organizzato nelle realtà urbane, con punte di vero protagonismo in alcune diocesi e una sostanziale assenza di pluralismo interno, l'azione cattolica femminile veneta "risolve" la rottura epocale della Grande Guerra in una concezione di maternage sociale, che negli anni Trenta viene decisamente orientato verso la collaborazione con precisi settori d'intervento sviluppati dal regime e dallo Stato fascista.
Questo volume contiene le conversazioni tra Lech Walesa, politico polacco, e Pierluca Azzaro, docente nella Facoltà di Scienze Politiche presso l'Università Sacro Cuore di Milano. In queste conversazioni, tenutesi a Danzica dal 28 febbraio al 2 marzo di quest'anno, Lech Walesa tratta con disinvoltura tematiche che variano dalla storia della sua vita e del suo Paese alla politica internazionale, dalla figura di Giovanni Paolo II ai diritti umani e alla solidarietà globale. Il volume, scritto in occasione della beatificazione di Papa Wojtyla, contiene inoltre un testo di Giorgio Napolitano, scritto per il 25° anniversario di Solidarno (primo sindacato indipendente della Polonia fondato da Lech Walesa) e un'antologia di omelie e discorsi di Giovanni Paolo II pronunciati in Polonia.
L'approfondita ricerca di Caravale mette a fuoco la vicenda biografica e l'itinerario intellettuale del fiorentino Francesco Pucci (1543-1597). Stabilitosi ventenne a Lione per praticare la mercatura, nello stimolante ambiente lionese Pucci maturò la decisione di dedicarsi "allo studio delle cose celesti ed eterne", e da allora visse in Francia, in Inghilterra, in Olanda, in Polonia, a Praga elaborando e discutendo un suo ideale di religione universale che tuttavia non trovò ascolto nei differenti ambienti religiosi protestanti in cui visse. Tornato al cattolicesimo, volle rientrare in Italia per presentare al papa le sue tesi, ma venne imprigionato e condannato a morte per eresia. Lo studio di Caravale, che si avvale anche di lettere inedite, mette in luce in particolare il peso fondamentale della formazione italiana di Pucci, ricostruisce il contesto in cui maturò la sua proposta politica e religiosa e spiega le ragioni del suo fallimento.
Storia del monachesimo occidentale dal medioevo all’età contemporanea. Il carisma di san Benedetto tra VI e XX secolo, di Mariano Dell’Omo, monaco di Montecassino che insegna Storia del monachesimo benedettino nell’Ateneo Anselmiano a Roma, appare finalmente come una nuova sintesi rigorosamente scientifica di storia dell’esperienza monastica benedettina dalle origini fino ad oggi, dopo quelle sempre utili ma ormai datate di Hilpisch (1950), Schmitz (1948-1956), Cousin (1956), mentre poco si prestano ad un’agile consultazione i tredici volumi in lingua spagnola dedicati da Colombás a La Tradición Benedictina (1989-2004).
Fattore storico tra i più rilevanti nello sviluppo della civiltà medievale, il monachesimo benedettino entrò a far parte pienamente dell’esperienza comune degli abitanti del continente europeo lungo i secoli dell’età di mezzo. Il volume nella Parte prima (Da Benedetto a Bernardo) intende perciò rispecchiare l’itinerario cronologico e spaziale di questo plurisecolare svolgimento, a partire da san Benedetto fino alle riforme monastiche altomedievali scaturite dal ceppo benedettino, articolandosi lungo le tre direttrici essenziali ad una giusta prospettiva storica: quella politico-istituzionale, culturale e spirituale.
La Parte seconda abbraccia i secoli che vanno dall’autunno del medioevo alle soglie del terzo millennio. Come nella società, così nel monachesimo europeo fra XIII e XIV secolo si nota una parabola discendente, anche se una nuova efflorescenza di correnti monastiche appare in Italia. Durante il XV secolo, pur tra i gravi ostacoli causati dalla commenda, nuove congregazioni monastiche sorgono nel quadro del movimento dell’"Osservanza". Quindi dopo riforma protestante ed età tridentina, in epoca barocca si consolidano le antiche congregazioni mentre ne sorgono di nuove. Un’ulteriore crisi del monachesimo si registra nel secolo dei lumi e della rivoluzione francese. Il XIX secolo scorre per la vita monastica tra restaurazioni e soppressioni, concludendosi felicemente con l’istituzione della Confederazione benedettina (1893). Nel ’900, infine, mentre la diffusione del monachesimo si fa ormai planetaria, il concilio vaticano II (1962-1965) - ultima significativa tappa cronologica - anche per la vita monastica di Regola benedettina è fonte di rinnovamento e impulso decisivo a molteplici esperienze di ritorno alle sorgenti.
Il libro, per chiarezza di linguaggio e aggiornata bibliografia, è destinato a rappresentare un indispensabile strumento di lavoro per l’università e per tutti coloro che desiderano avvicinarsi alla lunga e straordinaria vicenda storica del monachesimo benedettino europeo ed extraeuropeo fino ai nostri giorni.
Unico caso di cristianesimo "africano" non d'importazione europea, ma di antica tradizione apostolica, il cristianesimo etiopico si presenta come una sintesi originale fra l'Oriente cristiano e la realtà africana. È questa duplice appartenenza che rende la vicenda cristiana dell'Etiopia particolarmente affascinante. Poco ancora si conosce questa grande cultura cristiana che ha maturato un rapporto tutto particolare con la tradizione ebraica. I saggi raccolti nel volume permettono di conoscere l'itinerario storico, la tradizione religiosa, la ricchezza spirituale del cristianesimo etiopico. Sono i contributi di studiosi italiani e stranieri, noti per le loro competenze, e di autorità religiose, tra cui il patriarca abuna Paulos, rappresentative di un cristianesimo e una Chiesa così singolari come quelli etiopici. Emerge l'itinerario di un Novecento travagliato, tra colonialismo fascista, impero cristiano del negus Haile Selassie e afro-comunismo di Mengistu. Un cristianesimo antico si è confrontato in Etiopia con i disegni di dominazione coloniale, con il "riformismo illuminato" dell'ultimo imperatore cristiano, con la violenta repressione del regime comunista, mentre oggi vive una stagione di rinascita nel cuore del continente africano.
Saluto con vivo interesse questa cronistoria dell'Ente Morale "Opera delle Chiese Cristiane dei Fratelli", frutto di una ricerca compiuta con cura nell'archivio dell'Ente. ... Es- sa ... rivela lo sforzo fatto dal movimento per mantenere fede ai principi informatori, pur nel doversi adeguare ai problemi pratici che di volta in volta gli si ponevano davanti. Il libro rivela un movimento vivo, mai esente da vivaci scambi di idee e da contrasti che non hanno impedito una profonda comunione e l'ansia di mantenere o ritrovare un cammino legato alla comune comprensione della Scrittura.
Domenico Maselli
Roberto Cappato
Membro della chiesa cristiana evangelica di Via della Vigna Vecchia in Firenze. Dopo la laurea in Lettere Moderne presso l’Universita? degli Studi di Pavia ha conseguito un master in Gestione dei Conflitti interreligiosi ed interculturali presso l’Universita? di Pisa.
Gli italiani e la Chiesa, Roma e il Papa: una coppia che, un po' per amore e molto per forza, sta insieme da oltre duemila anni. Gli italiani devono alla Chiesa una parte della loro fortuna e una più gran parte, forse, della loro sfortuna: la Chiesa li ha protetti dai barbari ma li ha più tardi lasciati per secoli disuniti e in mano a padroni stranieri; la Chiesa li ha educati ai valori cristiani e li ha diseducati ai valori civili. Giordano Bruno Guerri affronta il tema da laico, ma con grande rispetto per chi ha creduto e crede (ma non per chi ha fatto e fa finta di credere). E ha brillantemente ricostruito, da storico, una affascinante vicenda che da San Pietro a Berlusconi attraversa tutti i grandi crocevia della nostra storia: dai Comuni alle lotte tra guelfi e ghibellini, dal Rinascimento alla Controriforma, dalla decadenza del Seicento e Settecento all'Unità d'Italia, fino alla seconda Repubblica. Una dopo l'altra scopriamo le origini di tante nostre vicende e comportamenti, anche attuali, che si penserebbero lontanissimi dalla religione.
on Arturo Carlo Jemolo (1891-1981) - maestro di diritto, storico e protagonista dei contrasti fra Stato e Chiesa - si scrive un capitolo di storia dell'Italia repubblicana. Una biografia intellettuale dai tratti rari che si intreccia con alcuni dei suoi protagonisti, da Ernesto Buonaiuti a Aldo Capitini, e lungo la quale l'autore distilla i punti nevralgici della riflessione di Jemolo su religione e politica. Un confronto critico, volto a superare sterili opposizioni (cattolicesimo progressista/conservatore; continuità/discontinuità del Vaticano II) con un'apertura alla pluralità dei fattori in gioco. In queste pagine la lezione di storico è alla doppia potenza: se la diagnosi di Jemolo ha lo sguardo lungo sino a oggi, Carlo Fantappiè ne radicalizza la critica di fondo. La malattia latente nel cattolicesimo italiano si mostra sotto forma di idealismo, con l'effetto di una dialettica fra una presunta Chiesa ideale delle origini e una Chiesa che nega di fatto ciò che essa è di diritto: istituzione ecclesiastica, o mediazione - teologica, giuridica e pastorale - necessaria e antinomica tra fede e Chiesa. Sfumano i contorni dei grandi pensatori, ma restano i dilemmi loro sottesi, come il giudizio sulla modernità.
«[...] studiavo Origene: che spiegava come i cacciatori e i pescatori inseguivano misticamente, sui colli e nel mare, la sfuggente selvaggina delle parole e degli uomini di Dio, vedendone solo il dorso e le orme, sulla sabbia o nelle fessure della roccia. I profeti, insieme, costituiscono le maglie della rete di Dio. Ognuno di noi è preso nelle maglie della sua misura, del suo profeta, dove Dio lo spinge. A me è toccata la ventura bellissima di incappare in padre Chenu, per il quale, con lui, ringrazio il Signore». Così Vittorio Peri scriveva a frère Marie-Dominique Chenu e nelle sue parole è possibile intravedere il fascino di questa corrispondenza, che rivela l'amore di entrambi per la Chiesa, l'intelligente partecipazione alla complessità della sua storia in cammino, la speranza sempre viva anche nelle ore buie della vita.