Questo volume raccoglie gli scritti in onore di Rocco Pezzimenti, professore di Storia delle dottrine politiche e di Filosofia politica all'Università Lumsa di Roma. Nonostante abbia svolto per quasi cinquant'anni l'insegnamento accademico, sarebbe riduttivo immaginarlo semplicemente dietro a una cattedra. Nel corso della sua lunga carriera di studioso ha ricoperto incarichi di prestigio presso importanti centri di ricerca scientifici e, ancora oggi, svolge ruoli direttivi presso istituzioni culturali rilevanti. I suoi amici e colleghi, provenienti da diverse università, appartenenti a settori scientifici differenti, hanno voluto collaborare per fargli questo dono e, di conseguenza, offrire al pubblico alcuni spunti preziosi della loro ricerca attuale.
Nel cuore del Libano, la tradizione maronita ha dato vita a figure di straordinaria santità che, con la loro vita, hanno testimoniato una fede incrollabile e una spiritualità profonda. Questo libro racconta la vita e i miracoli di cinque tra i più amati santi e beati del Libano maronita: san Charbel, il monaco eremita che visse una vita di penitenza e solitudine, diventato simbolo di miracoli e di intercessione; santa Rafqa, che attraverso la sua sofferenza e il suo amore per Dio è stata fonte di speranza e guarigione; san Nimatullha, il sacerdote che dedicò la sua vita alla preghiera e al servizio della comunità; e i beati Douayhy e Nehmé, che hanno speso la loro esistenza nell'annuncio del Vangelo e nella cura spirituale dei fedeli. Scopriamo il legame profondo tra queste figure e il popolo libanese, la loro fede in Dio e i segni straordinari che continuano a ispirare milioni di devoti. Ogni capitolo non è solo una biografia, ma una testimonianza vivente di come la santità possa trasformare le vite, portando luce e speranza nei momenti più oscuri. Il racconto dei loro miracoli, dei loro sogni e delle loro lotte spirituali ci invita a riflettere sul significato della fede e sulla potenza della preghiera, offrendo un viaggio straordinario nella spiritualità maronita. Le storie di Charbel, Rafqa, Nimatullha, Douayhy e Nehmé ci ricordano che la santità non è solo un ideale lontano, ma una realtà che si fa presente anche nel nostro quotidiano.
L'11 febbraio 1858, in una piccola cittadina francese ai piedi dei Pirenei, alla quattordicenne Bernadette Soubirous apparve una signora bellissima, vestita di bianco, con una cintura azzurra in vita. L'apparizione si ripeté nei giorni seguenti, finché la Signora rivelò il suo nome: "Io sono l'Immacolata Concezione", un dogma dichiarato solo pochi anni prima da papa Pio IX e del quale la povera e semianalfabeta Bernadette non poteva essere a conoscenza. Nel tempo Lourdes è diventata meta di pellegrinaggi, un luogo di fede in cui innumerevoli guarigioni miracolose continuano a testimoniare la forza del messaggio cristiano. Scopriamo in questa inchiesta uno degli eventi spirituali più potenti mai avvenuti in Europa.
È l'estate del 1975 quando Barbara Van Laar, adolescente problematica, scompare da Camp Emerson, il campo estivo fondato dalla sua ricca famiglia nel parco delle Adirondack. La notizia fa subito scalpore: anni prima anche suo fratello Bear è sparito nei boschi in circostanze misteriose, e non è mai stato ritrovato. La giovane investigatrice Judyta Luptack comprende subito che tutti nascondono qualcosa: gli uomini della famiglia, che ai tempi di Bear hanno tardato a chiamare i soccorsi; la madre dei ragazzi, incapace di riprendersi dal dolore; il capitano della polizia, che ancora una volta ha fretta di trovare un colpevole, e Tracy, l'unica amica di Barbara al campo e l'unica a conoscere i suoi movimenti segreti. Mentre le indagini procedono, passato e presente si intrecciano, mettendo in luce tradimenti, menzogne, conflitti e giochi di potere. In questo romanzo, Liz Moore mescola thriller e dramma familiare, raccontando una comunità dove ricchezza e benessere diventano gabbie che imprigionano affetti, desideri e ambizioni. Con uno stile limpido e ammaliante, "Il dio dei boschi" si addentra nelle contraddizioni umane come nel folto di una foresta impenetrabile, e ci consegna un ritratto memorabile della giovinezza, dell'amicizia e delle seconde possibilità che la vita concede quando si ha il coraggio di cambiarne le regole.
«Il passato è così, vero? Credi di essertelo lasciato alle spalle, poi un giorno entri in una stanza e lo trovi lì ad aspettarti». Un irresistibile romanzo famigliare di desideri, solitudini e macerie senza fine ma, forse, con un inizio preciso. La famiglia Barnes è nei guai. La concessionaria di Dickie sta per fallire, ma lui, invece di affrontare la situazione, trascorre le giornate costruendo un bunker a prova di apocalisse. La moglie Imelda, nel frattempo, si è messa a vendere i gioielli su eBay, la figlia adolescente Cass, ex prima della classe, sembra voler sabotare la sua carriera scolastica e PJ, il figlio dodicenne, sta allestendo un piano per scappare di casa. Che cosa è andato storto per i Barnes, al punto da mandare tutto in rovina? Al tempo stesso affresco famigliare e ritratto della contemporaneità, "Il giorno dell'ape" è un indimenticabile tour de force pieno di umorismo e calore umano.
«L'angoscia si aggira come uno spettro. Solo la speranza può farci recuperare quel vivere che è qualcosa in più del sopravvivere». Il libro più sentito e vivo di una delle grandi voci critiche di questi anni. Un saggio che vibra di indignazione, ma anche di fiducia. E dove si sente l'urgenza dell'utopia. Stiamo barattando l'empatia, la solidarietà, la stessa capacità di pensare e di raccontare la nostra esistenza con un eterno presente sovraccarico di informazioni disorientanti, ansie da prestazione, solitudine. Eppure ci sono ancora spazi d'azione e pensiero, altri modi di vivere. E a innervarli è la forza della speranza. Una forza che non si esplica nell'attesa, ma apre la strada alla rivoluzione. Attraverso un confronto - un vero e proprio corpo a corpo - con alcuni dei maggiori pensatori del Novecento, Byung-Chul Han traccia una topografia di questo concetto e del suo potere salvifico. Perché chi spera sa che l'ultima parola - su di noi e sul mondo - non è ancora stata detta.
Settembre 1962. Severina riceve il suo primo incarico come insegnante in un paesino dei Pirenei spagnoli, realizzando così i suoi più grandi desideri: vedere la neve, avere una casa e, forse, sentire di appartenere finalmente a un luogo. Si lascia alle spalle un'infanzia e un'adolescenza trascorse in isolamento dal resto del mondo, segnate dai misteriosi viaggi del padre, dalla malattia della madre - scissa tra il desiderio di tenerla lontana dall'ideologia del regime franchista e quello di prepararla ad affrontare la realtà - e dai rari soggiorni a Barcellona presso la zia. Ignara delle regole e delle ferite della comunità rurale in cui si è insediata, Severina è chiamata a ricomporre i tasselli della trama che lega la sua vita al passato collettivo, aiutata dall'amicizia di un uomo misterioso che esercita su di lei un fascino magnetico, e che tutti in paese chiamano la Bestia. La vicenda di Severina ripercorre la storia della Spagna dagli anni più bui del franchismo alla transizione democratica vitalista e allegra - sullo sfondo prima di una provincia solitaria e maestosa, poi di una Barcellona che "si fa bella" in pieno boom economico -, per riscattare la memoria storica e ottenere giustizia per i vinti della guerra civile. Il ritratto di una ragazza che impara a leggere tra le righe della storia del suo paese. Un romanzo di formazione travolgente e pieno di umorismo, con una protagonista fuori dagli schemi.
La vita umana, insegna l'induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l'ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l'età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire. Con l'aiuto di una nipotina che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. «Le cose per cui verremo ricordati - scrive - non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l'ironia. La capacità di farsi le domande giuste.» Don't become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l'imperativo. L'autore invita a «indossare con eleganza la propria età». Per farlo serve comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c'è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili.
«Quando un cristiano percorre e celebra il Triduo vive un 'mistero' che tocca e interpella tutti gli uomini. È un mistero universale e non può essere vissuto in modo individualistico. E questo perché il cristiano è stato 'assimilato' alla morte di Cristo e alla sua resurrezione. Siamo chiamati a rispondere a una grande chiamata». Partendo da questo assunto, Giuseppe Florio propone ai singoli e alle comunità un percorso originale dentro la vicenda della Passione, Morte e Risurrezione, per rendere concreto il cammino del Triduo con cui i cristiani celebrano la novità assoluta della presenza di Dio nella loro vita.
In quest'ultimo libro fra Benigno, con la passione che lo contraddistingue e con una trattazione chiara ed esaustiva,-si rivolge agli uomini di scienza che non credono nell'esistenza del diavolo e delle possessioni diaboliche.
Forte della vasta esperienza maturata nei venticinque anni di attività esorcistica, ci presenta nei dettagli e con dovizia di particolari alcuni dei casi più eclatanti di possessione diabolica che ha trattato e risolto con successo e li sottopone all'attenzione degli uomini di scienza, con l'obiettivo di avviare un dialogo tra scienza e fede. Professoressa Aurora Buscemi
A scrivere e ad interpellare "gli uomini di scienza che non credono quelli che credono" è un uomo di fede, fra Benigno, frate francescano, filosofo, teologo e, da oltre un quarto di secolo, esorcista che dedica le sue attività e le sue energie ad un vasto campionario di uomini donne sofferenti alla ricerca di una ragione del loro dolore e alla ricerca soprattutto di un sollievo.
Questo uomo di fede interpella i lettori "uomini di scienza" seguendo un metodo empirico: ci introduce direttamente in questo mondo particolare presentandoci i fatti e dando voce ai posseduti e e ai loro familiari, così il libro si intesse di numerose cronache e testimonianze di storie vissute. Dottoressa Lina Scro.
Lo scrittore Andrea Camilleri in un'intervista di Enzo Biagi disse che i siciliani hanno "la voglia di capire gli altri". Credo che fra Benigno, come ogni buon esorcista della sua regione e e del resto dell'Italia, faccia propria questa aspirazione sia verso gli afflitti che cercano un ascolto e una benedizione sia nei confronti di tutti quegli esponenti del mondo scientifico che, credenti O meno, non prendono in considerazione problemi spirituali, compresi quelli di natura diabolica. E lo vuole fare attraverso queste pagine in dialogo. Dottor Alberto Castaldini
L'anno giubilare: un invito alla speranza
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Stati Uniti d'America: L'impero nascosto?
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L'impegno morale e civile del Manzoni ne I Promessi Sposi
Teresa di Lisieux (1873-1897). Una mistica per il nostro tempo
Invasione riuscita: l'arte urbana giocosa, divertente, raffinata di Invader
Lea Linder, scrittrice in crisi di ispirazione e traduttrice, vive a Roma con il marito, un poeta solitario molto legato a lei. La sua esistenza tranquilla viene turbata da un incontro casuale. Mentre è in coda dal panettiere, Lea viene avvicinata da un'anziana signora che la riconosce come "la piccola Lea di Auschwitz" e poi si dilegua rapidamente tra i passanti, quasi inconsistente come la sua apparizione. Raggelata da quella sorta di visione, Lea cerca di ricostruirne l'identità: era una semplice compagna di sventura nel Lager o forse una Kapo? E cosa vuole adesso? Da quel momento, il desiderio di ritrovare quella donna, confrontarsi con lei e sanare la ferita di quell'incontro, diventa per Lea un'ossessione. In un romanzo senza sconti, Edith Bruck si interroga sul tema della memoria e della testimonianza, ma anche sul dilemma tra il rancore del ricordo e il sollievo del perdono.