Dalla scrittrice che ha creato il personaggio dell'ispettrice Petra Delicado, sei racconti di intensa dose di mistero e intreccio. Il primo racconto si apre sul cadavere di un'anziana prostituta che sembra una mascherata, «buttato lì come una vecchia bambola rotta; era perfino difficile provare pietà; tutto era così grottesco». È così che inizia anche negli altri racconti: un cadavere indefinibile, che adombra l'enigma di una realtà irreale, inverosimile, su cui si focalizza subito la procedura dell'indagine; decifrato il cadavere, poi a poco a poco si aprono squarci su ambienti al contrario apparentemente normali, famiglie ben messe, individui irreprensibili, vite tranquille. Racconta in prima persona Petra Delicado della polizia di Barcellona. E il modo in cui Petra parla e riferisce il suo procedere di poliziotta disegna, senza esplicite descrizioni, il personaggio: dall'antipatia che non nasconde per ogni cliché formale e beneducato, affiora il suo passato femminista e la gioventù radicale; dagli scambi fuori dai convenevoli con il suo vice Fermín Garzón, che punteggiano il loro ménage professionale, emerge il suo graffiante umorismo; dai silenzi al cospetto delle vittime, o di fronte ai motivi umani e disumani dei colpevoli fino a un minuto prima insospettabili, s'intuisce che è una donna sinceramente compassionevole, anche se l'instancabile tenacia nel tirare dritto la arruola da investigatrice donna nella scuola dei duri. La sua spalla Fermín, un alter ego, un Sancho Panza, un Watson, rappresenta l'immagine contraria di lei: il suo bofonchiare e obiettare, questa mano di commedia latina distesa su un poliziesco da giungla d'asfalto, nasce anche dal sospetto segreto, che certe volte sembra nutrire Fermín, che il proprio capo sia forse appena appena una poco di buono. Le indagini di Una poco di buono sono tutte già comparse, sparse in precedenti antologie pubblicate da Sellerio. Concentrarle assieme dà la compiuta idea della profonda impronta letteraria di Alicia Giménez-Bartlett, una scrittrice capace di costruire con la materia delle strade di città misteri opachi, per poi decostruirli facendo agire una galleria inesauribile di tipi presi dalla realtà.
Se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell'imperfezione. Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia. Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l'alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l'imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall'ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall'amore di Ferdinando, tornerà a claudicare. Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni.
Un ragazzo di provincia ignaro delle dinamiche politiche e sociali viene deportato nei lager nazisti. Si salva grazie all'amicizia e alla forza di resistenza. Luciano Battiston è un ventunenne della campagna pordenonese quando viene arrestato nel 1945 durante un rastrellamento notturno. Torturato dai fascisti della "Banda Vettorini" e condannato a morte dal tribunale tedesco, viene graziato e deportato a Mauthausen il 7 febbraio con il numero di matricola 126625. Affronta i 186 scalini della "Scala della Morte" e tutte le mansioni più massacranti. Sopravvive all'inferno del lager grazie a un compaesano, Luigi "Vigi" Belluz, ritrovato nel campo. Luciano e Vigi fanno un patto: "O via tutti e due o a casa tutti e due"; i due amici dividono tutto, persino l'aria che respirano. Giunto allo stremo delle forze e a un passo dal forno crematorio, Luciano viene liberato dalle truppe americane il 6 maggio 1945. I due compaesani sopravvissuti tornano a casa a piedi, affrontando molte avversità lungo il percorso. La confessione toccante di Luciano è stata raccolta dal nipote Alessandro, un passaggio di testimone per tramandare ciò che è stato e scongiurare i rigurgiti di nazifascismo.
Un derviscio elettrizzato, pazzo d'amore per Dio cercò nudi colli, luoghi dove nessuno aveva mai messo piede. Leopardi selvaggi tenevano compagnia al folle - il cuore invischiato in un'irrequieta estasi: visse in tale stato per venti giorni danzando e cantando inni: "Divisione non esiste, esistiamo soltanto noi due - il mondo della gioia e del dolore svanisce". Muori a te stesso - non essere più separato: l'uomo la cui felicità dipende da Lui rifugge dall'esistere, vive nell'oscuro. Rallegratevi sempre nell'Amico, gioite finché non sarete altro che una voce che prega. Farîd al-Dîn Attâr
Uno spazzino gioviale che spinge il suo carretto. Una ragazza semplice ma elegante, con la borsa della spesa e un impermeabile sul braccio. Un giovane uomo, l'aria assorta, la cartella di pelle, forse un professore. Una Mercedes, scura e silenziosa come l'ufficiale tedesco seduto sul sedile posteriore. Una compagnia di soldati che marcia cantando. Perché nel 1944 le compagnie naziste cantano sempre quando attraversano Roma. In quei pochi metri, in quei secondi di trepidazione e attesa passa la Storia. E le storie dei singoli individui che formano i Gruppi di azione patriottica, fondati qualche mese prima contro l'occupante tedesco. Per lo più ragazzi borghesi, spesso universitari, che si tramutano in Banditen, capaci di sparare e di sparire, di colpire il nemico ogni giorno, senza dargli tregua. In quel breve – e infinito – pomeriggio di primavera, dove passato e presente si intrecciano, c’è chi si prepara e chi viene sorpreso, chi muore e chi sopravvive, chi scappa e chi ritorna. E c'è anche chi, sui corpi dei 33 tedeschi uccisi, firma la condanna a morte di 335 italiani.
Ritanna Armeni, con l'intelligenza di chi vuole comprendere, e ricordare, conduce i lettori in via Rasella e mette in scena uno degli episodi più emblematici della Resistenza romana.
Questo secondo volume, a completamento dell'esegesi sul Vangelo di Marco, rende il lavoro di Mateos e Camacho uno strumento insostituibile per tutti coloro che intendono avvicinarsi e approfondire l'opera marciana.
Siamo entrati nella stagione burrascosa delle prove e il tempo dei segreti si avvicina velocemente. Il mondo è in subbuglio e il rombo delle armi preannuncia lo scatenarsi di un urgano devastante. La Regina della pace ha profetizzato il tempo delle prove a partire dal messaggio del 19 luglio 2019, ammonendoci che non saremmo stati forti e che il peccato avrebbe prevalso. In questo arco di tempo ha messo in luce l'azione di satana, oramai sciolto dalle catene, e la sua determinazione di distruggere il mondo e di impadronirsi delle anime. Satana, dopo aver trascinato gran parte dell'umanità lontano da Dio e dalla salvezza che viene dalla Croce, ha intensificato la sua presa sull'uomo come mai in precedenza era accaduto. In questo quadro vanno collocate le apparizioni di Medjugorje che, come ha detto la Regina della pace, sono l'ultima chiamata dell'umanità alla conversione. La presenza quotidiana di Maria ha lo scopo di preparare la Chiesa al drammatico combattimento spirituale che la opporrà allo scatenamento del male e al tentativo di satana di prevalere. In questa prospettiva hanno una responsabilità di rilievo gli apostoli di Maria, «gli apostoli del mio amore», come li chiama la Madonna. Ad essi la Madre ha dedicato un numero rilevante di messaggi, delineando così una specifica spiritualità.
Questo saggio riscopre a tutto tondo l'impegno del card. Ferrari, soffermandosi sul suo incoraggiamento ai cattolici perché riprendessero parte alla vita politica italiana. Peraltro, egli era consapevole che i cattolici avrebbero occupato un posto privilegiato nel sistema politico italiano solo se in possesso di profonde competenze professionali; da qui la sua grande attenzione per l'incipiente Università Cattolica del Sacro Cuore, destinata a divenire un grande centro di ricerca scientifica in tutti i campi del sapere.
Nel terzo volume dei suoi diari, l'autrice abbandona in parte il resoconto di episodi di vita personale per far spazio ad approfondimenti più teorici. Non manca il racconto del rapporto intimo con Gesù, che si esprime soprattutto attraverso il dialogo e la preghiera contemplativa del cuore, ma si alterna a riflessioni di carattere generale. Queste nascono dal desiderio di sviluppare l'insegnamento di alcuni particolari argomenti, come il saper vivere la messa, l'affacciarsi alla preghiera silenziosa del cuore, il bisogno di chiedere e ricevere il perdono, la necessità di liberarsi dai propri peccati. Tutto questo, naturalmente, senza nessuna pretesa teologica, ma nella consapevolezza di condividere lo stesso cammino.
Dall'originario significato astronomico, il termine "apocatastasi" passa a indicare, entro una visione ciclica della storia, la teoria per cui, alla fine dei tempi, tutte le creature saranno reintegrate nell'ordine armonico voluto da Dio al momento della creazione. Si accende così la speranza in una salvezza universale, che non cancella la tragicità e il peccato dell'esistenza individuale, ma la riabilita in un più ampio orizzonte di senso, nel giorno in cui Dio sarà «tutto in tutti». Dal mondo antico e tardo-antico (in particolare con Origene) ai pensatori del Novecento, tra religione, filosofia e letteratura, il volume ricerca le tracce dell'apocatastasi e i fondamenti che autorizzano a farne il cardine della filosofia morale. Di fronte all'attuale crisi ecologica e allo spettro della distruzione del pianeta, la questione dell'apocatastasi si fa ineludibile e si ripropongono gli interrogativi che questo principio, provocatoriamente, suscita: esistono colpe tanto gravi da meritare una pena eterna senza possibilità di redenzione? Può convertirsi all'amore, dopo la morte, chi in vita lo ha ostinatamente rifiutato? È ancora possibile riparare al male dopo eventi come la Shoah?
Questo volume offre una disamina completa delle psicopatologie proprie del periodo evolutivo dell'adolescenza e dei relativi modelli teorici interpretativi di riferimento, con particolare attenzione all'approccio psicodinamico. Dopo una prima definizione di adolescenza nell'ottica dei compiti di sviluppo e delle traiettorie evolutive, vengono affrontati i diversi disturbi suddivisi in quattro principali aree: area dello sviluppo a espressione somatica, area dello sviluppo relazionale, area dello sviluppo affettivo, area dello sviluppo del comportamento reattivo. In ogni capitolo vengono presentati casi clinici utili per l'analisi e l'intervento. Il volume si chiude inoltre con un capitolo dedicato all'assessment clinico di cui vengono descritti i percorsi diagnostici e vengono proposte esercitazioni pratiche.