Il volume ripercorre l'evoluzione della professione e della formazione dell'assistente sociale dalle origini al momento attuale. Il testo si è proposto l'obiettivo di far comprendere lo stretto legame con i cambiamenti sociali, politici, istituzionali ed economici avvenuti nel mondo occidentale, e quindi non è un manuale di storia del servizio sociale; però contiene molti riferimenti storici della professione. Nello stesso tempo, viene dato rilievo all'esigenza della professione di essere al passo con i tempi e protagonista dei cambiamenti e non appiattita sui sistemi burocratici istituzionali. Il testo, inoltre, contiene metodi e strumenti di conoscenza della realtà nella quale l'assistente sociale deve operare. Il lavoro, infatti, ha lo scopo di promuovere anche nei docenti la consapevolezza che ogni disciplina insegnata nei corsi di servizio sociale fa parte di un insieme unitario di formazione, che vuole favorire un sapere integrato e critico per una professione che è volta alla promozione umana. Quindi non alla persona astratta, ma alla persona nel suo contesto socio-ambientale. Questa consapevolezza deve valere anche per gli studenti nonché per coloro che si preparano a superare l'esame di Stato, per i quali è stato pensato specificamente il volume. Con questa nuova edizione si è voluto non solo aggiornare i temi trattati nella precedente ma affrontare nuove situazioni sociali che a giudizio dei curatori sono essenziali. Si ritiene infatti che proprio rispetto ai nuovi bisogni, strategie e modelli di intervento sia opportuno focalizzare la riflessione anche sulle tematiche che oggi sono all'attenzione della società civile e politica. I nuovi temi trattati riguardano: Il servizio sociale al tempo del COVID-19 e le emergenze sociali. Il fenomeno delle migrazioni, ruolo del servizio sociale delle Prefetture. La violenza di genere. Il nuovo Codice deontologico. La dirigenza nei servizi sociali. Il fenomeno della violenza contro gli assistenti sociali. Il reddito di cittadinanza.
Nel secondo volume della collana Catechesi in immagini, Monsignor Martinelli approfondisce il significato del Pane e del Vino eucaristici, materia scelta da Cristo per l'istituzione del sacramento dell'Eucaristia. L'autore esplora i molteplici significati di questa scelta divina, mettendo in luce gli effetti spirituali, personali ed ecclesiali legati al Pane e al Vino, che diventano segni di una presenza sacramentale di grande profondità. Attraverso un approccio originale che unisce testo e immagini, il libro offre una riflessione arricchita da slides in PowerPoint, le quali, insieme alle spiegazioni sintetiche ma esaustive, illuminano il tema trattato, offrendo una comprensione più profonda e visiva dell'importanza di questi elementi sacramentali.
Il volume è una "proposta di brani per incontri di catechesi con gli adulti elaborati secondo il metodo del laboratorio da un'équipe di laici": è un'iniziativa che permette di accostarsi in modo corretto e continuativo ai testi biblici e di coniugare in maniera efficace la vita con la Parola. Il sussidio rilegge alcune pagine del vangelo di Luca sul tema dell'incontro con Gesù. Ogni "laboratorio" è composto di tre momenti, per entrare nell'argomento, approfondire la riflessione, interiorizzare e rendere operative le nuove acquisizioni.
Il volume tratta alcune tematiche affrontate nei corsi di Sacra Scrittura, ora cultura biblica, e teologia morale presso la facoltà di Giurisprudenza della LUMSA in dieci anni di insegnamento del padre gesuita Ottavio De Bertolis, cappellano di Sapienza Università di Roma. Non si tratta di testi di teologia classici, ma di argomenti finalizzati alla preparazione di giuristi, che possono dilatare la riflessione sul diritto vigente ai suoi fondamenti, o, per meglio dire, ai suoi presupposti. Ogni ordinamento giuridico, come ogni scienza, del resto poggia su presupposti che non può garantire.
Questo libretto ti guiderà attraverso le domeniche di Quaresima e la Settimana Santa fino alla grande festa della Pasqua. Troverai anche: la Via Crucis da meditare insieme alla tua famiglia e ai tuoi amici del catechismo; le istruzioni per costruire il tuo Albero di Pasqua.
La spiritualità di Medjugorje è gioiosa, festiva e include un invito a vivere la gioia di seguire Cristo, ringraziando anche per le piccole cose belle della vita
Il libro si svolge tra due punti focali. Nel primo si discute su quale modello di scienza si può fondare oggi la teologia, evitando lo scoglio del riduzionismo scientifico che impone alla teologia il suo quadro epistemologico e il difetto opposto della strategia di auto-immunizzazione, per cui alla teologia basterebbe la sua credenza interna. Nel secondo fuoco si prendono in esame due documenti di teologia liturgica, Desiderio desideravi (2022) di papa Francesco e Gestis verbisque (2024) del Dicastero per la Dottrina della Fede, per corroborare la tesi della necessità di una teologia comparata; una teologia che ha bisogno delle scienze umane per esercitare il suo compito critico riguardo alla mediazione rituale della fede e per non essere emarginata dal dibattito pubblico.
In questo lavoro l'autrice propone una specifica e inedita interpretazione del senso del diaconato, non senza offrire un'ampia panoramica storica, dalle origini al Vaticano II. Restituito dopo secoli di oblio come grado autonomo e permanente, il diaconato sollecita la Chiesa a riconsiderare la teologia complessiva del ministero ordinato, decostruendo il modello tridentino di leadership clericale e promuovendo una chiesa sinodale e missionaria. In più, spinge la Chiesa a estendere la propria presenza oltre le strutture ecclesiali, raggiungendo i luoghi di lavoro e di vita familiare: i diaconi sono coinvolti nella vita ordinaria (spesso coniugati e con figli, svolgono una professione, intrattengono relazioni di amicizia e di vicinato...), sicché il loro annuncio può avere il sapore delle gioie e delle fatiche del quotidiano. In definitiva, l'agire pastorale dei diaconi - e in futuro, si spera, della diacone - introduce nuove voci, nuovi linguaggi, nuove prospettive sulla realtà: favorisce lo sviluppo di quello stile di servizio che deve qualificare l'intera comunità, non solo alcuni singoli. Noceti, così facendo, apre criticamente la riflessione all'oltre, a un di più decisivo. Una affermata specialista internazionale del tema offre una sintesi e apre a nuove prospettive per la teologia e la pastorale.
Chi sono io? Questo interrogativo riguarda sempre tutti noi. Tuttavia, le persone spesso rispondono alla domanda sulla propria identità non con ciò che le definisce davvero nel profondo, ma definendosi con il ruolo che svolgono socialmente e in privato: figlia, genitore, manager, insegnante, pensionata... Molti quindi intendono il diventare sé stessi proprio come diventare una versione ancora migliore di questo ruolo: invece di trovare la propria identità, lavorano per ottimizzarsi. Per sapere chi sei veramente, devi prima conoscere te stesso, con tutti i tuoi talenti e difetti. Se ottimizzarsi presuppone di riuscire a eliminare tutti i "punti deboli" del proprio Io, diventare sé stessi significa piuttosto scoprirsi e imparare ad amarsi. Ciò ha un impatto anche su chi ci sta vicino, perché solo chi conosce sé stesso può andare incontro agli altri in modo sincero.
La cultura cattolica ha una sua specificità? Forse sì, forse no. L'opinione pubblica la ritiene sempre più debole e marginale, una fra le tante culture. Rispetto all'evoluzione della società, sembra "indietro di secoli". Può rinnovarsi, o deve rassegnarsi a diventare ancor più irrilevante? Il libro sostiene che occorre una nuova matrice teologica che si concretizza nell'intendere la cultura come prassi relazionale nella vita quotidiana. Intendere la cultura come modus vivendi, e non come un sistema di idee porta a intendere la cultura cattolica come promozione dei mondi vitali di cui i laici sono i protagonisti.
Il digiuno rappresenta una delle opere della maturità di Tertulliano. Tra i manifesti del suo radicalismo religioso, questo breve trattato indirizza con nettezza verso la prassi ascetica tanto la vocazione martirologica della Chiesa tanto le aspettative escatologiche correlate alla professione di fede del credente. Questo scritto rivela anche una forte carica polemica, indirizzata dall'autore verso gli «psichici» - quei cristiani che, sulla scorta di 1Cor 2,14, erano incapaci di comprendere le cose spirituali. Sin dall'esordio dell'opera, Tertulliano richiama l'integralità della fede cristiana. Non vi può essere una professione di fede disincarnata: il rigore della prassi religiosa non si distingue dalla fermezza nel credere; credere è insieme professare la fede e comportarsi di conseguenza. Il testo, è il più antico trattato sul digiuno pervenutoci. L'edizione ha testo originale a fronte e un impianto interpretativo totalmente rinnovato.