Tra i possibili modi di rendere omaggio alla lezione di un grande teologo quale H.U. von Balthasar, si è scelta la strada di verificare la fecondità di alcune intuizioni centrali che strutturano la Trilogia, ovvero l'estetica teologica (Gloria), la Teodrammatica e la Teologica, mettendole in relazione con problematiche attuali della riflessione credente. Contributi: Von Balthasar e la sua estetica teologica (Nicola Gardusi); Sacrificio ed Eucaristia tra verità di Dio e salvezza dell'uomo. Contributi a partire dalla Teodrammatica (Alberto Cozzi); La fede di Gesù, forma e mediazione cristologica della verità di Dio (Simone Duchi).
Saggio che raccoglie le offese rivolte a Gesù riportate nei quattro Vangeli. Ogni accusa infamante rivela, sub contraria specie, qualcosa di vero su Gesù. L'autore si addentra in campi inesplorati per ritrarre un Gesù dal "basso". (Prefazione di Antonio Pitta).
In un tempo caratterizzato da una desertificazione spirituale e parallelamente da una nuova sete di spiritualità, Luigi Maggiali offre un volume per chiarire il ruolo del cristianesimo in tale contesto. Incentrate sulla professione di fede nello Spirito Santo, queste pagine hanno il merito di illustrare come la terza persona della Santissima Trinità sia la protagonista dell'esistenza dei cristiani e della Chiesa, traducendosi in vita spirituale.
La conoscenza della persona di Cristo nell’opera del filosofo che per secoli ha costituito l’impianto fondamentale della teologia cattolica.
La cristologia è la conoscenza della persona di Cristo operata dalla scienza della fede: questo volume presenta in maniera semplice e alla portata di tutti un riassunto delle questioni dalla 1 alla 26 della Terza Parte della Summa Theologiae di San Tommaso d’Aquino, che per secoli ha costituito l’impianto fondamentale nello studio della teologia cattolica. Di simile conoscenza c’è grande bisogno, specialmente oggi che in molti seminari e facoltà teologiche lo studio dell’Aquinate è stato accantonato o relegato a un ruolo secondario in favore dell’insegnamento quasi esclusivo di teologie più recenti.
Giacomo Biffi rappresenta una singolare figura di pastore che si è confrontato a viso aperto con la cultura e la società contemporanea, individuando nell'insignificanza e nell'assenza di scopo i mali oscuri della nostra epoca. Come il buon pastore, egli si è commosso davanti a un diffuso smarrimento delle persone e della società, in balia di scetticismo e nichilismo. Ad esse ha instancabilmente riproposto il rimedio a questo male dell'anima: «il cristianesimo nella ricchezza della sua speranza: una speranza che vale per tutte le ore, anche per quelle dello sconforto; per tutti i giorni dell'esistenza, anche per quelli del tramonto, che sembrano inutili». Queste pagine ci offrono una mirabile sintesi del suo pensiero e del suo magistero sui temi decisivi che riguardano la persona, la Chiesa, la società, lo Stato... a partire dalla esperienza del cristianesimo come unico evento davvero «nuovo» capitato nella vicenda umana, sorgente del rinnovamento del mondo.
Giovanni Moioli scrisse questo volume - sino ad ora pubblicato solo come "pro manuscripto" - come "momento storico" e "lettura delle fonti" bibliche e patristiche relative alla figura di Gesù di Nazaret. Questo perché in una prospettiva più "dinamica", desiderava mettere in luce la "logica interna" dei momenti chiave della storia della fede cristiana. Riuscì, così, a documentare con attenzione e profondità che nella sua Pasqua realizza definitivamente le modalità con le quali Gesù viene presentato come «il Cristo e il Signore l suo rapporto con la Salvezza- Alleanza». Un rapporto che «è di manifestazione - creazione - mediazione: concretato nel dono dello Spirito». In Gesù e «attraverso lui appare il volto "trinitario" e "condiscendente" di Dio» e «per lui ed in lui il mondo e l'uomo storico trovano il proprio senso e la propria verità: così che soltanto cristicamente può essere pronunciata l'ultima concreta parola su Dio e sull'uomo».
Tutta la creazione è un inno alla risurrezione del verbo che si è fatto carne. Il libro si muove tra due fuochi: da una parte la relazione singolare di gesù con l'abbà, la declinazione dell'alterità della sua coscienza filiale, la profondità della sua libertà; dall'altro la risurrezione di gesù come principio della speranza e del dono della fra(e)eternità, per la novità dei legami più forti della morte generati tra noi dalla parola fatta carne. Un'originale e promettente prospettiva cristologica che s'inscrive, in sintonia con le linee tracciate dalla veritatis gaudium, entro l'orizzonte dell'ontologia agapico-trinitaria dischiusa dalla rivelazione.
Nella domanda Che significa amare Gesù? pulsa il cuore della fede cristiana. Ciò che la fede professa come sua realtà più intima, va incessantemente esaminato e fatto oggetto di riflessione se vogliamo sperimentare in maniera sempre più viva la sua incommensurabile profondità.
Questa meditazione teologica dimostra ancora una volta l’arte di Karl Rahner nel porre domande feconde, le quali fanno vedere come in ciò che appare la cosa più ovvia si celi la realtà più misteriosa: domande esistenziali,
che incalzano ogni cristiano. Come si invera propriamente, nei confronti di Gesù, quella vicinanza che ogni amore ricerca? Com’è possibile che Dio, in Gesù, mi abbia promesso se stesso in maniera definitiva e insuperabile?
La riflessione di Rahner si trasforma così in un incessante tentativo di ascolto di quanto Dio stesso dice, in Gesù, a ciascuno di noi.
L’AUTORE
Karl Rahner (1904-1984) fu filosofo
e teologo gesuita. Comunemente considerato tra i maggiori teologi cattolici del sec. XX, partecipò come perito al concilio Vaticano II. La sua amplissima e varia produzione teologica (più di 30 volumi e, complessivamente, circa 1.600 pubblicazioni) costituisce un autentico patrimonio per la riflessione credente del nostro tempo.
"Il centro vitale della fede cristiana è il Verbo incarnato (cf. Gv 1,1-18), la sua relazione con il Padre e lo Spirito Santo, il vincolo di amore consolidato con l'umanità e l'intero creato. La passione che caratterizza lo studio teologico relativamente alla dimensione storico-culturale nei confronti del Galileo non vuole suscitare maggiore adesione al messaggio da lui proposto, quanto comprendere sempre meglio la portata delle sue parole e della sua opera. Esse rappresentano un'unità inscindibile con la persona divina-umana di Gesù di Nazaret, riconosciuto e confessato Cristo dalla comunità dei discepoli». dalla Prefazione di Mons. Domenico Battaglia. «L'essenza di questo libro è contenuta nella citazione in capite, tratta dal Vangelo secondo Giovanni: "Se tu conoscessi il dono di Dio". Un'espressione presente nel dialogo tra Gesù e la Samaritana al pozzo (cf. Gv 4,1-42). In questo invito c'è l'indirizzo, la bussola, la strada del percorso cristologico offerto dall'autore che ricorda a tutti la vera dinamica di ogni processo conoscitivo proposto dalla teologia. Chi più si avvicina a Dio, anche grazie all'approfondimento speculativo del dato rivelato, sente maggiormente la responsabilità e la cura per ogni dimensione umana, per ogni persona». dalla Postfazione di Carmine Matarazzo.
Da Reimarus ai nostri giorni tra i teologi è maturata la convinzione della necessità di distinguere tra il Gesù della storia (o il Gesù storico) e il Cristo della fede. Le due coordinate del mistero del Verbo incarnato dovevano essere studiate partendo da metodi e strumenti propri. Soprattutto si voleva evitare che lo sviluppo del Cristo della fede potesse oscurare la ricerca sul Gesù della storia. Queste due strade andarono progressivamente a separarsi fino ad arrivare alla pluralità di "cristologie" contemporanee, tra le quali è alle volte difficile muoversi. Nel mese di novembre del 2019, la facoltà di Teologia dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dedicò due giornate allo studio dell'argomento da diverse prospettive. Esso rispondeva al progetto, iniziato dalla facoltà, di affrontare sistematicamente le verità contenute nel Symbolum niceno-costantinopolitano.
La Chiesa è chiamata dal Risorto a proclamare a tutte le genti il vangelo della salvezza, e ad accogliere in sé quanti credono alla sua predicazione. Con un approccio interdisciplinare, il volume intende offrire un contributo significativo alla riflessione sulla comunità cristiana e sulla sua vocazione universale di salvezza, in vista dell'inserimento degli uomini in Cristo, facendoli così divenire con lui una sola vita e un solo corpo.
Il titolo del libro riporta le ultime parole pronunciate dal discepolo che Gesù amava: le ha rivolte a Pietro, dopo la pesca miracolosa che ha segnato l’ultima manifestazione di Gesù Risorto, avvenuta sulla sponda del mare di Tiberiade (Gv 21,1-23). Queste parole sono una confessione di fede e un invito a immergersi nelle misteriose profondità di Gesù contenute e custodite nel Nuovo Testamento, con al centro i Vangeli.