Il XXI secolo si è aperto nel segno della globalizzazione. Sono cadute barriere territoriali, doganali e politiche. Si verificano migrazioni di popoli e crisi economiche. Di fronte a questi eventi la paura blocca le energie e rende più deboli. Il nostro è un tempo complesso, ma non mancano le nuove possibilità. L’Italia ha un missione in Europa, nel Mediterraneo, in Africa e nel mondo; gli italiani possono operare per superare la crisi e integrare i migranti nel tessuto sociale del nostro Paese. La speranza è che ci sia un futuro degno per ognuno di noi, ma anche per le nostre famiglie e comunità e per quella comunità nazionale che si chiama Italia.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Andrea Riccardi (Roma 1950), storico, ha insegnato Storia Contemporanea nelle Università di Bari, La Sapienza di Roma e presso la Terza Università degli Studi di Roma. Studioso della Chiesa contemporanea e delle religioni, esperto del pensiero umanistico contemporaneo, ha ricevuto lauree honoris causa di numerose università, fra le quali l’Università di Lovanio e la Georgetown University di Washington. Noto per aver fondato la Comunità di Sant’Egidio, ha ricevuto il Premio Balzan nel 2004 e nel 2009 è stato insignito del Premio Carlo Magno. Attualmente è ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Le politiche della Chiesa (1997), Vescovi d’Italia. Storie e profili del Novecento (2000), Dio non ha paura. La forza del Vangelo in un mondo che cambia (20032), La pace preventiva. Speranze e ragioni in un mondo di conflitti (2004), Giovanni Paolo II. La biografia (20113).
In quest'epoca di crisi economica e finanziaria diviene particolarmente importante per ogni cristiano non trascurare un'adeguata conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa, anche in vista di un ripensamento dei modelli di sviluppo dell'intero pianeta. Al fondamento di tale dottrina vi è infatti un vasto progetto di rinnovamento che si richiama alla più profonda e autentica spiritualità cristiana.
Il testo costituisce un aiuto a leggere il nostro tempo alla luce del Vangelo, assumendo i principi che stanno alla base della Dottrina sociale della Chiesa come punto privilegiato di osservazione e, insieme, come invito a ripensare e ad attualizzare nel mondo di oggi la Parola di Dio.
Sommario
Presentazione: la Chiesa universale e la Chiesa locale al servizio della nuova evangelizzazione del sociale (M. Toso). Introduzione. I. Missione della Chiesa e dottrina sociale. II. Chiesa e primato della persona: per una nuova solidarietà nel mondo del lavoro. III. La "Caritas in veritate" e la responsabilità della Chiesa in ordine allo sviluppo integrale dell'uomo. IV. Dottrina sociale, parrocchia e nuova evangelizzazione. Conclusione: per una società riconciliata.
Note sull'autore
CARLO CIATTINI, vescovo della diocesi di Massa Marittima e Piombino dal 13 febbraio 2011, è nato a Cerreto Guidi (FI) nel 1951. Fu alunno dell'Almo Collegio Capranica e dal 1989 sacerdote della diocesi di San Miniato. Si è laureato in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense con una tesi sulla Dottrina sociale della Chiesa. Autore di diversi articoli, sempre su temi riguardanti la Dottrina sociale, ha pubblicato Presbitero e Dottrina sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2006.
Impegnata sul campo da 2000 anni ad annunciare la Buona Novella di Gesù Cristo, la Chiesa non si sottrae ai continui cambiamenti che investono il settore della comunicazione. Partita dall'oralità, passata attraverso la scrittura, il linguaggio del corpo, dei segni e dell'arte, accoglie oggi la sfida tecnologica come necessaria e ineludibile strada da percorrere per evangelizzare.
Il volume prende avvio dalla storia della comunicazione della Chiesa cattolica, con particolare riferimento alla realtà italiana. L'attenzione si sposta successivamente sui mass media, sulla rete internet e le nuove tecnologie e sugli interrogativi che questi suscitano, passando in rassegna anche i documenti ecclesiali e i discorsi del Magistero relativi alla materia. La sfida è imparare ad abitare da credenti anche i "luoghi virtuali" e ogni spazio in cui è possibile incontrare l'uomo di oggi.
BARBARA FIORENTINI è nata e vive a Piacenza con il marito e due figli. Bibliotecaria presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, è anche giornalista. Ha collaborato con numerose testate giornalistiche, scritto libri e saggi, lavorato per la radio e per il web. È ricercatrice indipendente nel settore della library and information science. Sul settimanale diocesano Il Nuovo Giornale firma una rubrica dedicata alla comunicazione virtuale e ai linguaggi della rete.
Tradizionalmente, per "comunicazione" intendiamo lo scambio di informazioni tra diversi soggetti. Tuttavia, essa include l'idea di comunità, di partecipazione, e risponde a quel bisogno di comunione che ispira il nostro sporgerci verso l'altro. In questa era digitale si moltiplicano i mezzi che consentono agli utenti del web di interagire, ma spesso nella fretta di predisporre nuove tecnologie sempre più avanzate non si dà ai loro fruitori il tempo di sviluppare un minimo abbozzo di dialogo. Occorre perciò uno sforzo prima di tutto concettuale per ricomporre le parole, restituendo loro tutto il significato che hanno sempre avuto, controllare attentamente la complessa semantica che origina e si sviluppa su internet per non doversi trovare un giorno a parlare in uno stesso luogo, o forse in uno stesso non-luogo, in mille lingue diverse senza riuscire a comunicare. Il volume in una prima serie di saggi tratta la problematica della comunicazione nell'era digitale per poi occuparsi delle implicanze sociali e morali per l'uomo in una vita dominata dalle innovazioni tecnologiche.
Nel mondo contemporaneo la distinzione dominante non è più quella tra lavoro intellettuale e manuale, ma quella tra lavoro e non lavoro, tra tempo occupato e tempo libero, tra ciò che è utile per l'individuo e la società e ciò che appartiene al gioco e alla festa.
"Vi dò una notizia un po' riservata. Vi rivelo un segreto; ma, mi raccomando, resti tra noi. La notizia è questa: grande è la fortuna di noi credenti. Grande è la fortuna di chi è "cristiano"; cioè appartiene, sa di appartenere, vuole appartenere a Cristo. Però non andate a dirlo agli altri: non capirebbero. E potrebbero anche aversela a male: potrebbero magari scambiare per presunzione il nostro buon umore per la felice consapevolezza di quello che siamo; potrebbero addirittura giudicare arroganza la nostra riconoscenza verso Dio Padre che ci ha colmati di regali. C'è perfino il rischio di essere giudicati intolleranti: intolleranti solo perché non ci riesce di omologarci disciplinatamente e possibilmente con cuore contrito alla cultura imperante; intolleranti solo perché non ci riesce di smarrirci, come sarebbe "politicamente corretto", nella generale confusione delle idee e dei comportamenti. Un'altra grande fortuna di coloro che sono "di Cristo" è quella di essere liberi. Ecco quanto Cristo ci ha promesso: "Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gv 8, 31-32). Il principio di questa prerogativa inalienabile del cristiano è la presenza in noi dello Spirito Santo: "Dove c'è lo Spirito del Signore, c'è la libertà" (2 Cor 3, 17); quello Spirito che, secondo la parola di Gesù, ci guida alla verità tutta intera (cf. Gv 16, 13), perché ci chiarifica "le cose come stanno".
La Chiesa può essere vista, secondo l'espressione evocativa di san Paolo, come la comunità delle "stelle in terra" (Fil 2,15). Essa è composta di credenti che, ben radicati sulla terra, vivono della Parola di Dio e, in tal modo, possono illuminare e orientare. Ma come può la Chiesa mantenersi tale in un tempo per molti aspetti inedito, come quello della fine della cristianità e dell'età secolare? Provando a ripensare la realtà della comunione e della sinodalità, del ministero ordinato e del delicato rapporto con le democrazie moderne, il volume offre un itinerario in cui si tenta di accostare la secolarizzazione non come una minaccia ineluttabile, ma come una opportunità perché la Chiesa possa ritrovare freschezza ed efficacia nella sua missione.
Per i cristiani l'educazione alla "cittadinanza consapevole e responsabile" non è un optional. La fede senza le opere è morta. Il convivere in società non può non provocare la coscienza cristiana. Queste pagine, agili e scorrevoli, propongono alcuni punti fondamentali dell'insegnamento sociale della Chiesa e costituiscono una sorta di iniziazione alla cittadinanza responsabile del cristiano.
Un documento del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace sul tema di grande attualità della regolamentazione dei sistemi monetari e finanziari internazionali. Questo documento sollecita la prospettiva di un'autorità pubblica mondiale, al servizio del bene comune, che sovrintenda al sistema finanziario e monetario internazionale.
Il contributo della Santa Sede al Sesto Forum Mondiale dell'Acqua tenutosi a marzo 2012. In occasione del Sesto Forum Mondiale dell'Acqua, tenutosi a Marsiglia dal 12 al 17 marzo 2012, il Pontificio Consiglio ha elaborato questo contributo. Il testo, in particolare, ricorda come, nonostante alcuni progressi, un accesso adeguato all'acqua potabile non sia ancora garantito a circa la metà della popolazione mondiale, e auspica una migliore gestione dell'acqua da parte di attori che sono chiamati ad agire secondo sobrietà, responsabilità e solidarietà.
L'annuncio del Papa che ha indetto per l'anno 2012-2013 un "Anno della Fede" ci ha colti di sorpresa allo stesso tempo ci ha colmati di gioia e di riconoscenza.
Abbiamo perciò voluto esprimergli immediatamente e concretamente la nostra affettuosa adesione dando alle stampe questo volume che tratta, appunto, della fede.
Motori di ricerca, smartphone, applicazioni, social network: le recenti tecnologie digitali sono entrate prepotentemente nella nostra vita quotidiana. Ma non solo come strumenti esterni, da usare per semplificare la comunicazione e il rapporto con il mondo: esse piuttosto disegnano uno spazio antropologico nuovo che sta cambiando il nostro modo di pensare, di conoscere la realtà e di intrattenere le relazioni umane. A questo punto, la domanda che Antonio Spadaro si pone e ci pone è: la rivoluzione digitale tocca in qualche modo la fede? Non si deve forse cominciare a riflettere su come il cristianesimo deve pensarsi e dirsi in questo nuovo paesaggio umano? Forse, egli risponde, è giunto il momento di considerare la possibilità di una ‘cyberteologia’, intesa come intelligenza della fede (intellectus fidei) al tempo della rete. Non si tratta però, semplicemente, di cercare nella rete nuovi strumenti per l’evangelizzazione o di intraprendere una riflessione sociologica sulla religiosità in internet. Si tratta piuttosto – e qui sta la pionieristica novità di Spadaro – di trovare i punti di contatto e di feconda interazione tra la rete e il pensiero cristiano. La logica della rete, con le sue potenti metafore, offre spunti inediti alla nostra capacità di parlare di comunione, di dono, di trascendenza. E, dal canto suo, il pensiero teologico può aiutare l’uomo in rete a trovare nuovi sentieri nel suo cammino verso Dio. È un territorio ancora inesplorato, nel quale Spadaro entra con indiscusso background teologico e grande competenza tecnica, ma soprattutto con spirito di fiducia nella capacità del cristianesimo e della Chiesa di essere presenti là dove l’uomo sviluppa la sua capacità di conoscenza e relazione. La rete è un contesto in cui la fede è chiamata a esprimersi non per una mera ‘volontà di presenza’, ma per una connaturalità del cristianesimo con la vita degli uomini. La sfida, dunque, non è come ‘usare’ bene la rete, ma come ‘vivere’ bene al tempo della rete.
Antonio Spadaro, gesuita, è direttore della rivista «La Civiltà Cattolica» e docente presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Teologia. È Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Autore di molti volumi sulla cultura contemporanea, ha già dedicato a internet i saggi: Connessioni. Nuove forme della cultura al tempo di Internet (2006) e Web 2.0. Reti di relazione (2010). Con Vita e Pensiero ha pubblicato Svolta di respiro. Spiritualità della vita contemporanea (2010). Molto attivo in rete, nel 1998 ha fondato uno dei primi siti italiani di scritture creative, Bombacarta.it. Dal gennaio 2011 è autore del blog Cyberteologia.it (premio WeCa 2012).