Il 'De praescriptione haereticorum' è un'opera che affronta un problema cruciale della vita ecclesiale: la nascita e lo sviluppo delle eresie.
Dopo una rapida panoramica sulle diverse posizioni circa l'origine del male, il testo di Alberto D'Auria, psicologo psicoterapeuta, si concentra sulle situazioni di disagio provocate dall'uomo stesso, le cosiddette "non qualità ". L'attenzione si focalizza sulla conflittualità dei rapporti interpersonali, dovuta per lo più all'individualismo, alla chiusura intracomunitaria, al narcisismo. Si sofferma poi sulla paura e sull'odio, che può coinvolgere interi gruppi, spesso frutto di pregiudizi e stereotipi che semplificano e distorcono la realtà oggettiva. I sentieri del male prendono così forma nel cuore della persona, diventando il lato oscuro delle sue facoltà: in altre parole sono le "passioni" e i "dèmoni" che incontriamo nella spiritualità del monachesimo antico, come la rabbia e il rancore, l'orgoglio, l'ambizione, la vanità o l'invidia. Lo studio di don Silvio Zonin, prete ed esorcista, parte da una lettura del cosiddetto "peccato originale": la ferita che in ognuno di noi destabilizza la struttura della relazione con Dio, con se stessi e con gli altri. L'esoterismo e l'occultismo si radicano nell'affascinante prospettiva di valicare i limiti umani, evocando potenzialità nascoste apportatrici di salvezza, salute, guarigione e riscatto. Don Silvio passa in rassegna le terapie moderne che propongono un benessere totale e a buon mercato, confrontandole con la terapia e la guarigione nella prospettiva aperta dal Vangelo. I due autori affrontano da prospettive diverse "il male" che intercettiamo quotidianamente, radicato nell'interiorità della persona e nella sua relazionalità; male inteso non solo come carenza di bene o limite, ma come vizio, scelta volutamente operata dall'individuo e distorsione della coscienza.
Con cinque capitoli intervallati dalle lettere a un amico colpito da un grave lutto, il teologo e biblista Daniel Marguerat affronta il tema centrale della fede cristiana: la risurrezione. L'autore concentra l'attenzione sulle testimonianze storico-bibliche delle donne al sepolcro e dei primi discepoli tenendo altrettanto presente - al fine di evitare rappresentazioni fantasiose della vita dopo la morte - ciò che in proposito il Nuovo Testamento non dice. Un libro che guida la ricerca del senso del doloroso mistero della morte.
Sussidio per la preghiera di ragazzi, giovani e famiglie nel cammino verso il Natale. Per ogni giorno dell'Avvento vengono proposti un testo del Vangelo tratto dalla Liturgia, un breve commento e una preghiera, accompagnati da una bella immagine evocativa del tema.
Padre Frédéric Manns è stato uno dei massimi conoscitori del contesto giudaico del Nuovo Testamento e in questo volume introduce il lettore alla conoscenza del modo ebraico di leggere la Sacra Scrittura, mostrando gli elementi di continuità e di rottura operati poi dalla tradizione cristiana.
Chi non conosce Pinocchio e le sue avventure? Quando e da chi uno le ha conosciute? Difficile la risposta. Pinocchio fa parte della memoria di tutti. Poche cose sono così radicate nella cultura popolare del nostro come di altri paesi. Ma questo significa che nel rimettersi a leggere, a capire le avventure di Pinocchio, si possono capire le esigenze più profonde di quella umanità che le ha fatte proprie. Le esigenze dell'uomo sono la grande strada per comprendere il suo senso della vita, il suo senso religioso. Questo spiega la nascita di un libro di teologia che, capitolo per capitolo, segue le avventure di Pinocchio. La differenza tra burattino e figlio, nolenti o volenti, resta la sintesi del dramma dell'uomo contemporaneo.
All'inizio di tutto, quando non c'era nulla se non quell'Inizio, c'erano l'amore, la gratuità, la comunione Tutti ci chiediamo: possiamo vivere assieme in questa epoca di individualismo assoluto? Quali relazioni stabilire? Da dove può nascere la speranza di una vita in comune? Quali sono le forze che possono purificare l'amore e renderlo costruttivo? L'autore di questo breve ma profondo libro ci aiuta a ricercare, in una visione antropologica e biblica, le radici della nostra convivenza su questa terra.
Nell’ottobre 1926 le celebrazioni per la ricorrenza del settimo centenario della morte di san Francesco d’Assisi davano modo ai rappresentanti della S. Sede e del governo italiano di incontrarsi e mettevano in moto il processo che portò alla “conciliazione” del 1929. A dieci anni di distanza, il 18 giugno 1939, pochi mesi prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, papa Pio XII proclamava patroni d’Italia santa Caterina da Siena e san Francesco d’Assisi, che definiva «il più Santo degli italiani, il più italiano dei Santi».
Nel nesso sempre più stretto che si instaurava in Italia fra patria e nazione, la figura del santo di Assisi assumeva, nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, un volto alquanto diverso dalla sua riscoperta romantica ottocentesca, e il francescanesimo si inseriva all’interno dei nuovi orientamenti del cattolicesimo, di cui restano simbolo due francescani, pur diversissimi tra loro, quali Pio da Pietrelcina e il medico Agostino Gemelli, fondatore del l’Università Cattolica. La storiografia, l’arte, il cinema, la radio, in Italia come all’estero, esploravano nuovi volti del Poverello.