Nella rubrica Abitare le parole Nunzio Galantino pratica la scrittura come esercizio spirituale: una ricerca costante che ogni settimana illumina i significati che non vediamo più nelle parole per troppa superficialità o poca cura nel loro uso. Questo libro offre una prospettiva unica sul modo in cui le parole possono trasformare e dare significato alla nostra esperienza. Attraverso una scrittura intima, profonda e coinvolgente, l'autore invita i lettori a scrutare dentro sé stessi e a condividere un profondo legame emotivo. La scrittura diventa così un viaggio spirituale, un esercizio di rispetto per il silenzio e un'opportunità di abbracciare e accogliere le differenze di cui ciascuno di noi è portatore senza giudicare. Una lettura che celebra la bellezza delle parole e il potere dell'immaginazione e della riflessione, spingendo oltre la superficie i confini della comprensione e dell'amore per la vita.
Così la Prima Musica insegnò a vivere in armonia con la Natura, accogliendone mitemente i doni. La Musica del Disordine rivendicò alla disarmonia dell’umano il diritto di proprietà dei suoni. E la Musica Classica fondò su quel diritto la sua ambizione a fare del mondo un giardino. Possiamo riconoscerci in ognuna di quelle tre visioni - o menzogne. Per quale cammino gli uomini sono arrivati a produrre i capolavori della Musica Classica, e attraverso quali avventure, prodezze ed errori? Usando quali mappe? "In principio era il mistero, e questo dà un senso a tutta la storia. I suoni - erano un mistero." Agli antichi sembravano fuochi fatui, segni del divino, imprendibili e impossibili da classificare; secoli dopo altri pensarono invece a un materiale piuttosto grezzo presente in natura, che gli uomini potevano conquistare, plasmare, usare per pronunciare se stessi. Seguendo questa oscillazione fra armonia del Cosmo e paesaggio degli umani, fra perfezione e caos, Alessandro Baricco racconta in modo inedito, eretico, la conquista dei suoni: una storia europea, di musici europei. Un’impresa epica. Seguito ideale e in maggiore dei suoi Seminari della Tempesta - Quel che stavamo cercando e La Via della Narrazione -, proprio come I barbari e The Game, questa Breve storia eretica della Musica Classica trasforma una materia tradizionalmente colta in un racconto affascinante e comprensibile a tutti. "È una danza - comprenderla significa danzarla."
Come si può "parlare" di Padre Pio? Come ci si può accostare a un gigante della santità della sua portata? Egli era in costante comunione con Dio, leggeva la mente, scrutava il cuore, anticipava il futuro, osservava il presente, conosceva il passato, scongiurava i disastri, ammoniva i peccatori, aiutava i malati, incoraggiava gli indecisi, illuminava i confusi, sosteneva i deboli, partecipava ai dolori, era costantemente ripieno di gioia. Anche lui, un altro Cristo in terra, come tutti i santi mistici, per arrivare a Gesù si è servito della "sua Mamma Celeste".
Edición bilingüe con el texto latino de la edición crítica leonina. Reimpresión de la edición de 1960.
Traducción y anotaciones por una comisión de PP. Dominicos presidida por Francisco Barbado Viejo, OP.
Este decimoquinto volumen comprende: Tratado de los novísimos, versión e introducciones de Jesús Pla, OP y Manuel G. Miralles, OP.
Esta obra quiere indagar en el desarrollo histórico de las iglesias nacionales españolas en Roma, Santiago de los Españoles y Nuestra Señora de Montserrat. Viene no solo a presentar su andadura histórica con todo detalle y rigor, sino también a poner en cuestión algunas atribuciones erróneas, como la supuesta fundación de Santiago por el infante don Enrique, exponiendo la dudosa autenticidad de documentos tardíos que sustentaban esta tesis y las contradicciones internas de los mismos. Para ello, acude su autor, D. Maximiliano Barrio Gozalo, a un extenso aparato documental, apoyado en una abundante bibliografía que aspira a ser completa, y en la que se incluyen tanto los estudios más clásicos como las aportaciones científicas más recientes.
A través de su análisis, el autor nos revela la importancia que tuvieron estos templos como centros de culto, pero también en su finalidad más piadosa, caritativa y asistencial, así como en su papel de espacios de encuentro y representación de los españoles en la capital pontificia. Esta obra viene a constituirse, sin duda alguna, como referencia ineludible en el estudio de estas iglesias nacionales, tal es el alcance de su contribución a la comprensión tanto del pasado de nuestra Iglesia como de la presencia de España en Roma. Se trata, en fin, de un trabajo riguroso y esclarecedor sobre uno de los capítulos más fascinantes de nuestra historia común.
Maximiliano Barrio Gozalo, profesor de Historia Moderna en la Universidad de Valladolid, miembro del Instituto Español de Historia Eclesiástica de Roma y correspondiente de la Real Academia de la Historia, ha centrado su investigación en tres temas: las instituciones eclesiásticas, los esclavos y cautivos, y las instituciones españolas en Roma, sobre los que ha publicado una veintena de libros y más de un centenar de artículos en revistas españolas y extrajeras. Entre sus últimas publicaciones cabe destacar: Los obispos de Castilla y León (2000); La Iglesia y Hospital de Santiago de los Españoles de Roma (2000); El Real Patronato y los obispos españoles del Antiguo Régimen (2004); Esclavos y cautivos. Conflicto entre la Cristiandad y el Islam en el siglo XVIII (2006); La Iglesia y el Hospital de la Corona de Aragón en Roma (2008); El clero en la España Moderna (2010); El sistema beneficial de la Iglesia española (2010); La Embajada de España en Roma durante el reinado de Carlos II (2013); La Santa Sede y los obispos españoles en el Trienio Liberal y el inicio de la reacción (2017); La Embajada de España en Roma en la primera mitad del siglo XVIII (2017); El quartiere de la Embajada de España en la Roma Moderna (2018); La Embajada de España en Roma en la segunda mitad del siglo XVIII (2020); Los obispos españoles bajo el régimen del Real Patronato (2021), entre otros.
«Questo fanno i bambini alle persone. Le sincronizzano sul tempo dell’amore». Una mattina Vita apre la porta di casa e trova, accoccolato sull’uscio, Kostya. Lui, che neppure parla la sua lingua, le cambierà l’esistenza. Perché ogni figlio nato sulla terra è il figlio di tutte, di tutti. Nei romanzi di Viola Ardone l’incontro fra esseri umani ha sempre la potenza di un miracolo, capace di scardinare la solitudine, di ricomporre la speranza. Kostya ha dieci anni quando si mette in viaggio per arrivare dalla nonna Irina, domestica a Napoli. Nello zaino, la foto di una madre mai conosciuta e un indirizzo. Suo padre è al fronte per difendere l’Ucraina appena invasa. Tra soldati che cercano di bloccarlo al confine e sconosciute che gli dànno una mano, il bambino riesce ad arrivare. Vita, la signora per cui la nonna lavora, lo scopre addormentato sullo zerbino. Quattro anni fa lei ha perso suo figlio e ora passa le giornate da sola, o con Irina, che ha letto Dante e parla italiano come un poeta del Duecento. Il piccolo ospite inatteso la costringe di nuovo in quel ruolo che il destino le ha tolto. Poi, quando il padre di Kostya è dato per disperso, Irina torna nel suo Paese a cercarlo. D’impulso, Vita decide di raggiungerla, per aiutarla. Tentare di salvare un altro, del resto, è l’unico modo per salvare noi stessi.
Sono politici spregiudicati, sono titani della tecnologia. Quasi ovunque hanno spazzato via la vecchia classe politica. Di fronte a loro le élite tradizionali, un tempo forti di regole e istituzioni, si ritrovano disorientate, incapaci di resistere. Non c’è dubbio, è suonata l’ora dei predatori. Da New York al Medio Oriente, dal palazzo dell’Onu all’hotel "Ritz-Carlton" di Riyad, Giuliano da Empoli ci accompagna in una serie di incursioni in territori dove il potere è basato sulla spettacolarizzazione, sull’uso spregiudicato delle informazioni e sulla capacità di generare shock continui. I predatori hanno capito come sfruttare il nuovo ordine globale. E il caos è il loro ambiente naturale. Con il gusto sottile del polemista e la lucidità dell’antropologo, Giuliano da Empoli tratteggia un ritratto fulminante dei leader contemporanei, da Trump a Muhammad bin Salman, consegnandoci un’analisi che non lascia scampo. «Oggi è scoccata l’ora dei predatori e ovunque le cose stanno evolvendo in modo tale che tutto ciò che deve essere deciso lo sarà con il fuoco e con la spada. Questo piccolo libro è il resoconto di quei fatti, scritto dal punto di vista di uno scriba azteco e alla sua maniera, per immagini, più che per concetti, nell’intento di cogliere il soffio di un mondo che sprofonda nell’abisso e la gelida morsa di un altro che prende il suo posto».
Che cosa accade quando una donna smette di accudire i genitori malati e inizia a fotografare scoiattoli nel parco? Perché i passanti non riescono ad aiutare un uomo caduto in strada? In quale incredibile vicenda si imbatte un padre che esce di casa per acquistare un enorme peluche? Come può un uomo al volante compiere una scelta tra due pedoni che rischia di investire, un vecchio e un bambino? Con lucidità e sensibilità, "Ultima notte da poveri" racconta le contraddizioni della natura umana: dalla solitudine di chi si sente incompreso alle dinamiche più intime di una coppia, fino ai timori della vecchiaia, alle conseguenze dell'invidia e dei sentimenti più inconfessabili. In un libro malinconico e a tratti ironico, dove persone comuni compiono gesti semplici e al tempo stesso cruciali, Fernando Aramburu spazia attraverso tutta la gamma delle emozioni, dall'assurdo alla sorpresa, dall'umorismo nero all'inquietudine che si cela dietro la più quieta normalità, e trova il perfetto equilibrio tra profondità e leggerezza, dando prova ancora una volta del suo inconfondibile talento di narratore.
Il personalismo è una scuola di pensiero che si impernia su un’idea alta della persona umana, nonostante le diverse modalità con cui essa viene elaborata e rappresentata. Esistono vari personalismi, anche notevolmente differenziati, che però la assumono come centro e prospettiva. L’intento di questo volume sta nel considerare il personalismo italiano dal secondo Novecento ad oggi, allo scopo di ampliare e aggiornare il quadro della tradizione personalista del nostro Paese, dotato in merito di un passato ragguardevole e fecondo. Da numerosi decenni, con il moltiplicarsi delle questioni e delle sfide portate all’essere umano, il quadro del personalismo si è allargato a dismisura (biotecnologie, informatica, robotica, questioni della vita e della morte). Un’ispezione critica su come quello italiano abbia validamente fatto fronte al nuovo contesto, in cui la labilità caotica della civiltà contemporanea mette a rischio il singolo e la vita comune, diventa indispensabile per manifestare la vitalità di una scuola di pensiero. Dunque "ritorna la persona e ritorna il personalismo".