Nel silenzio di una piccola frazione romagnola, Savarna, un evento inatteso riaccende un mistero antico quanto la fede: un'ostia consacrata, accidentalmente caduta a terra e posta in acqua, si tinge di rosso. Coincidenza naturale, reazione chimica o intervento divino? Questo libro è un'indagine appassionante e documentata tra scienza e fede. Il professor Giulio Fanti osserva il fenomeno, l'anatomopatologa Cristina Antonini e altri medici analizzano poi il campione con strumenti scientifici, rilevando la presenza di sangue e di globuli rossi e bianchi. Ma il mistero si infittisce: l'Autore ci guida in un viaggio che tocca altri episodi controversi della storia contemporanea: dai miracoli eucaristici di Lanciano e Buenos Aires, fino alle presunte lacrime della statua della Madonna di Fatima nella parrocchia di San Pier Damiano a Ravenna. Attraverso interviste, dati scientifici e approfondimenti teologici, Davvero Sangue? offre al lettore una riflessione sul confine - a volte labile, a volte invalicabile- tra ciò che possiamo spiegare e ciò che resta nel regno del mistero. Lasciando aperta la domanda fondamentale:
il soprannaturale si manifesta ancora oggi?
L'Autore
Simone Ortolani (Badia Polesine, 1979) è giornalista e autore televisivo.
Ha firmato per la RAI e TV2000. È tra i fondatori dell' Associazione culturale San Michele Arcangelo e ha curato per Fede & Cultura il volume di monsignor Michele De Santi La talare sacerdotale (2018).
Pino Arlacchi - sociologo di fama internazionale e profondo conoscitore della Cina - in questo libro spiega i tre "segreti" che permettono di capire l'eccezionalità del "miracolo cinese": la spettacolare resurrezione, iniziata con le riforme di Deng Xiaoping nel 1978, che ha portato il gigante asiatico a imporsi come prima potenza economica mondiale e attore centrale del nuovo ordine geopolitico globale. Si tratta di tre grandi fattori poco noti al pubblico occidentale, tre risorse strategiche che hanno reso la Cina ciò che è: il non-espansionismo, legato a una radicata avversione alla guerra e alla violenza; la meritocrazia come strumento di governo; un peculiare modello economico-politico socialista. Secondo Arlacchi, questa triade è la chiave per comprendere una civiltà millenaria - molto diversa da quella europea nella visione del mondo e nell'assetto delle sue istituzioni -, il cui profilo si è delineato cinquemila anni fa e che da tremila anni si è consolidato in un sistema dotato di straordinaria resilienza. L'arte del buon governo esercitata da un'élite selezionata per merito, refrattaria all'uso della forza e convinta che il mercato sia uno strumento dello Stato e non viceversa, è sopravvissuta all'aggressione occidentale e alla rivoluzione socialista culminata nella nascita della Repubblica Popolare, che ne ha ereditato e rilanciato i principi. Il risultato è la Cina di oggi: un manufatto sociologico complesso e originale, che Pechino definisce "socialismo di mercato con caratteristiche cinesi". Frutto di una ricerca appassionata lunga una vita, sostenuto da una ricchissima documentazione e dall'esperienza diretta, La Cina spiegata all'Occidente è una lettura essenziale per approfondire la conoscenza della Cina contemporanea, oltre i luoghi comuni e le narrazioni superficiali prevalenti nel discorso occidentale.
Il mondo sta riscoprendo il Giappone. Un sintomo è il boom di visitatori, che sconvolge un paese poco abituato all'overtourism. È una riscoperta che ha molte facce. La rinascita dell'industria nipponica è quasi invisibile, nascosta in prodotti ad altissima tecnologia di cui nessuno può fare a meno. Più vistoso è invece il «soft power» di Tokyo, che dilaga da decenni nella cultura di massa: dai manga agli anime, dai videogame alla letteratura, dal cinema al J-pop, adolescenti e adulti occidentali assorbono influenze nipponiche talvolta senza neppure saperlo. Il sushi è ormai globale quanto la pizza. Se si elencano tutte le mode nate nel Sol Levante, colpisce un'analogia con quel che fu l'Inghilterra dei Beatles negli anni Sessanta. Persino la sua spiritualità, dallo shintoismo al buddismo zen, ha esercitato una presa potente su noi occidentali, anticipando l'ambientalismo e il culto della natura come «divinità diffusa». Il Giappone è soprattutto un laboratorio d'avanguardia per le massime sfide del nostro tempo: fu il primo a conoscere denatalità, decrescita demografica, aumento della longevità. Dentro le soluzioni che sperimenta per invecchiare bene c'è una lezione per tutti noi. Federico Rampini, che lo frequenta da oltre quarant'anni, ci guida in questo viaggio fra i misteri di una civiltà antichissima e affascinante, un paese che condensa modernità e rispetto della tradizione come nessun altro, e ciononostante deve far fronte a numerosi paradossi: il paradiso delle buone maniere può essere vissuto come una prigione di conformismo, tanto che alcuni decidono di scomparire, evaporando nel nulla. E come conciliare i tassi di criminalità più bassi del mondo con l'esistenza della temuta mafia Yakuza? Anche la sua centralità geopolitica è fondamentale. Ottant'anni di dibattito sull'atomica acquistano una prospettiva nuova, quando li si ricostruisce da Hiroshima. Per non parlare del futuro della Cina e della sfida che essa lancia all'Occidente: nessuno è in grado di decifrarlo meglio dei giapponesi, che hanno millecinquecento anni di esperienza. Il Sol Levante, inoltre, è stato il primo a sperimentare i fulmini del protezionismo americano, fin dagli anni Settanta, ispirando Donald Trump. In un mondo in cui sempre più paesi riscoprono il capitalismo di Stato, le politiche industriali, la geoeconomia, la lezione del Giappone, preziosa quanto silenziosa, è la mappa di un futuro che riguarda tutti noi.
C’era una volta un editore, Giangiacomo Feltrinelli, che credeva nei libri come strumenti di cambiamento. Questo è il racconto di quella fede: di un’editoria che voleva incidere nella storia, formare coscienze, accendere rivoluzioni. E di chi ha imparato, dentro quella casa editrice, che pubblicare un libro è sempre un gesto sovversivo.
In Germania c’è una peste che non si vede, ma cresce. Avanza silenziosa nelle campagne, si radica in villaggi dimenticati, si insinua nelle scuole, nei corpi civili, nelle associazioni culturali e religiose. Non porta bandiere, ma idee. Idee vecchie, che sembravano sepolte dalla storia: razzismo, culto della purezza, antisemitismo, gerarchia biologica tra esseri umani. Dietro il volto rassicurante dell’agricoltura bio o della pedagogia alternativa, un universo inquietante prende forma. È quello delle comunità völkisch, dei neonazisti "ecologisti", dei nostalgici del Reich, che educano i propri figli in fattorie isolate, li addestrano nei campi paramilitari, e sognano un nuovo ordine etnico. In questo libro-inchiesta, Tonia Mastrobuoni ricostruisce una rete capillare di movimenti estremisti che hanno smesso di stare ai margini: oggi lavorano con metodo per infiltrare le istituzioni, costruire consenso locale, riscrivere la memoria e conquistare il potere "dal basso". Il partito Alternative für Deutschland è oggi il principale vettore politico di questa radicalizzazione. Nato come forza euroscettica e populista, ha progressivamente assorbito istanze razziste e nazionaliste e il pensiero della Nuova destra, fino a diventare un crocevia tra la dimensione parlamentare e l’ampia galassia dell’estremismo neofascista. Oggi è un partito classificato dai servizi segreti tedeschi come un movimento antidemocratico e a rischio eversivo. Mastrobuoni racconta una Germania che resiste, certo, ma è sotto attacco: giudici, maestri, pastori evangelici, sindaci vengono minacciati, isolati, aggrediti. Un intero tessuto democratico rischia di essere logorato dall’interno, senza che l’allarme sia percepito fino in fondo. Un viaggio disturbante nel cuore di una democrazia che si scopre vulnerabile. Un avvertimento lucido, documentato, urgente: se sta succedendo in Germania, può accadere ovunque. In Germania si prepara qualcosa. Non marce, ma infiltrazioni. Non parole d’ordine, ma manuali. Non nostalgie, ma strategie. Un’inchiesta sul volto nascosto dell’estrema destra tedesca: dalle fattorie neonaziste alla radicalizzazione dell’AfD.
Isabella Boccadoro d'Este ha scelto di vivere senza ostentare le sue nobili origini, lavorando come domestica a ore a Milano. Con la sua discrezione e la sua innata sensibilità, porta ordine e serenità dove regnano solitudine e disarmonia. Finché una mattina, entrando nell'appartamento elegante dei Tizzoni, non trova Laura, la giovane padrona di casa, gravemente ferita. Dietro la facciata rispettabile di una famiglia perfetta, si nasconde una storia di violenza che minaccia di travolgere anche i due figli della coppia. Mentre la giustizia fatica a fare il suo corso tra bugie e omertà, Isabella si ritrova coinvolta personalmente sempre di più nella vicenda, scoprendo la forza della solidarietà femminile e la fragilità di chi sembra invincibile. Accanto a lei, Duccio Soldanieri, un capitano dei carabinieri affascinante e determinato, anche lui nobile, porta nella sua vita un sentimento nuovo e inatteso. Tra segreti, passioni e scelte difficili, Isabella dovrà affrontare le proprie paure e imparare che, a volte, avere coraggio significa lasciarsi amare. Un romanzo intenso e appassionante che racconta la forza silenziosa delle donne e la possibilità di ricominciare, sempre.
Milano, anni '40. Quando l'insegnante di canto chiede se qualcuno se la sente di eseguire l'inno d'Italia, tutta la classe si volta verso un compagno, perché è il figlio di un musicista. Felice di essere eletto capocoro, il ragazzino si alza e intona orgoglioso le prime note dell'inno di Mameli, ma non arriva a ‘s'è desta' che l'insegnante lo ferma e lo rimanda al posto. Il verdetto giunge irrevocabile: è stonato come una campana. Non va meglio quando suo padre lo spinge a imparare il pianoforte: scoperto che il suo maestro ha un debole per il cognac, lo fa ubriacare per sabotare le lezioni. La storia di Giulio Rapetti comincia così, con un giamburrasca di periferia che non vuole saperne niente della musica. Eppure, qualche anno dopo, quando lavora come ragioniere per un'etichetta discografica e un amico viene a trovarlo nel suo ufficio - un ragazzo cresciuto in via Gluck - accetta la sfida di scrivere per lui il testo di una canzone. Quel giorno segna la nascita di Mogol e l'inizio di un percorso inimitabile, leggendario, che decollerà definitivamente quando un chitarrista ancora sconosciuto, un timido romano coi riccioli e la voce stridula, si presenterà alla sua porta: «Piacere, Lucio». La scrittura delle canzoni è solo una piccola parte della sua vita, fatta sempre di nuovi progetti, di amori familiari, di impegno sociale, di sport, di incontri e di cose semplici. In questa autobiografia a cuore aperto ci racconta la sua esistenza, le emozioni quotidiane, la verità dei sentimenti, la consapevolezza di un uomo che ha saputo cercare dentro di sé la verità e ha lasciato un segno profondo nella cultura italiana.
The Holy See's diplomatic action during the pontificate of Pius XII (1939-1958) was undoubtedly multifaceted and adapted to fluid political conditions, from the tragedy of the Second World War to a new world order animated by a desire for peace, but indelibly marked by the divisions fostered by the Cold War.
It was Pius XII's firm conviction, nurtured since the final years of the pontificate of his predecessor Pius XI, that only in the return to a truly Christian civilisation and a worldview inspired by Christian principles could a sufficiently strong antidote to the evils of war, atheism and materialism be found, providing a a solid basis for a new international order that would ensure lasting world peace.
This inner conviction had to reckon, especially after the end of the Second World War, with the emergence of an idea of Western civilisation conveyed by the growing processes of economic, political, cultural and social globalisation as an organic entity, animated by the same basic democratic values and a capitalist development model, with the United States dictating the agenda, in contrast to an Eastern bloc, under the grip of communist ideology.
This volume seeks to examine how-and to what extent-the actions of papal diplomacy, from the outbreak of the Second World War to the end of Pius XII's pontificate, engaged with or expressed distinct conceptions of the West, particularly in light of newly available archival evidence from the Vatican archives.
ROBERTO REGOLI (Rome 1975) is Full Professor of Contemporary Church History at the Pontifical Gregorian University. He writes on the history of the papacy, Roman Curia and papal diplomacy. He is a member of several academic and cultural institutions in Europe and the US. He has written, edited or co-edited numerous books, most of which have focused on the dynamics of Papal governance. He has also founded journals and a publishing series focused on the history and thought of Catholicism.
PAOLO VALVO (Milan 1984) is Associate Professor of Contemporary History at the Faculty of Education of the Università Cattolica del Sacro Cuore and international correspondent of the Academia Mexicana de la Historia. He is a member of a number of scientific and editorial boards of journals and a publishing series in Italy and abroad and has published several volumes and essays on the Holy See's diplomacy in 20th century Europe and Latin America.
NICHOLAS JOSEPH DOUBLET (Pietà, Malta 1983) is a Senior Lecturer at the University of Malta, and lectures in Church History at the Faculty of Theology, in Archival sciences in the Department of Library information and Archive Sciences. He 1S also the Diocesan Archivist of the Archdiocese of Malta and has served as the chairperson of The Jesuits' Church Foundation. His main research interest is in Vatican diplomacy in the contemporary period.
Attraverso un’analisi accurata delle dinamiche sociali e culturali dell’umanità contemporanea sempre più esposta al dominio tecnocratico, il volume si offre come tentativo Teor-Etico per una ricomprensione "interale" della vita umana come esistenza complessa e pluridimensionale capace di intersecare strutturalmente pathos, ethos e logos. Mostrando la compenetrazione del patico e del logico nella sfera del pensiero e dell’agire umano, l’autore mette in evidenza la centralità della dimensione etica come luogo di compimento esistenziale in cui si realizza un intreccio patico-logico che, partendo dal pathos originario come fonte di intenzionalità dell’agire e del sapere si incanala, grazie al logos, in una progettualità razionale e relazionale che conferisce senso e ordine all’esistenza personale. Come si mostra nel volume, infatti, l’ethos della persona si esprime come tensione tra apertura intenzionale e progettualità pratico- razionale, ma anche come apertura al mistero dell’alterità: la sfera etica ricompone la polarità tra il pathos e il logos nell’esercizio stesso della responsabilità esistenziale verso gli altri. In essa la persona traduce la pura intenzionalità patica in un progetto di vita consapevole e razionale, volto quindi a concretarsi in precise forme pratiche.
Questo libro si rivolge a chiunque abbia fatto esperienza della malattia nell'arco della propria esistenza o a chi ne sia stato in qualche modo coinvolto. Si rivolge, quindi, a tutti. Di qui la domanda stringente dell'essere umano sul perché del dolore, della sofferenza e del male. Con Giobbe, Paolo, ma soprattutto attraverso l'incontro di Gesù con i malati - L'indemoniato di Gerasa, I lebbrosi, L'epilettico indemoniato, La donna guarita, Il buon samaritano, Il paralitico di Cafarnao, Il cieco nato, Maria di Magdala... - gli Autori mostrano che la Bibbia è sempre una risposta sapiente alle domande esistenziali dell'uomo e della donna. Comprendere questi interrogativi è una preziosa indicazione per essere "prossimo" a chi è malato. Di più: è una rivelazione, uno sguardo alternativo sulla realtà umana.
Uno studio sul rito aquileiese. L'opera offre un recupero storico che permette agli studiosi di cogliere anche de visu la struttura e i contenuti di un'edizione che, al di la' della sua bellezza tipografica, riflette la bellezza e la ricchezza dei testi.