Un sussidio per la benedizione delle famiglie prendendo spunto dai temi del Giubileo: la speranza, la pazienza e il viaggio.
Si può imparare a pregare? Partendo da questa domanda, che sempre più spesso giunge loro dai devoti, le monache agostiniane di Cascia ci accompagnano in un inedito percorso spirituale attraverso storie vere. Per poter riscoprire la preghiera nella nostra vita personale, sperimentando quel caldo abbraccio che ci lega a Dio e che rappresenta l'unico modo per colmare il senso di vuoto che spesso viviamo. Così come è stato per Santa Rita, che sempre si è affidata a Lui, attraverso tutti i dolori e le gioie della sua esistenza. Ma anche per riscoprire la preghiera nella nostra vita all'interno della Chiesa, riflettendo su come essere cristiani significhi vivere in un contesto comunitario.
Suor Chiara Carla Cabras, in questo originale testo sulla preghiera, propone un sentiero sicuro su cui muovere i nostri passi verso un'unica meta: quella dell'incontro con Dio. Il denso percorso in otto tappe introduce le varie forme di preghiera che lo Spirito ha ispirato e continua a ispirare; fornisce utilissimi consigli pratici calati nella vita quotidiana e, nell'ultima sezione del libro, offre delle preghiere da scegliere a seconda di ciò che stiamo vivendo. Percorriamo questo sentiero nuovo della "danza dello Spirito" che si chiama "preghiera", per avanzare tutti nel cammino incontro al Signore!
Perché pregare lo Spirito Santo? Invocare la terza persona della Santissima Trinità, che è puro Spirito di amore, ed è Dio stesso, è una preghiera potentissima perché chiama in causa direttamente la Vita di Dio, con tutta la sua forza, con tutta la sua potenza, con tutta la sua imprevedibile creatività e la sua vitalità inarrestabile. Certi che interverrà, invochiamo con fiducia lo Spirito Santo nei momenti di scoraggiamento, di pericolo, di dolore, di paura, di tristezza, di solitudine, di preoccupazione, di disperazione. Invochiamolo nei momenti di infermità fisica o spirituale e nelle situazioni più intricate dove sembra non esserci speranza. Lo Spirito Santo, come un vento leggero, riporterà un piccolo lumino capace di infiammare il nostro cuore. Ma, invochiamo lo Spirito Santo anche nei momenti di gioia, di lode, di ringraziamento, per rimettere ogni dono, e tutta la nostra vita, nelle mani di Dio, affinché il bene non si disperda, ma si moltiplichi a beneficio di tanti altri. Lasciamo fare allo Spirito Santo ciò che vuole, e restiamo nel suo amore.
Questo è il mistero della preghiera: la varietà di parole, espressioni, posture e silenzi con cui noi e Dio restiamo in un dialogo d'amore fondato sul rispetto della reciproca libertà. Un dialogo tanto misterioso per chi crede di non averne mai fatto esperienza, quanto familiare per chi ha già imparato a immergersi in esso con la spontaneità del cuore. Le pagine di questo libro vogliono essere un umile e utile strumento di iniziazione a un'arte di cui oggi, forse più che in altri tempi, si avverte una profonda nostalgia e un rinnovato interesse. Quando è compresa e vissuta per ciò che deve essere, la preghiera è l'ultima libertà di cui il cuore umano ha desiderio. Fermarci e prendere del tempo per sintonizzarci con il senso più profondo della nostra vita è il gesto più libero e necessario che possiamo compiere. La preghiera è l'unica cosa di cui c'è veramente bisogno, ma non può che essere un'esperienza assolutamente gratuita, libera da qualsiasi costrizione. La parte più bella della vita, a cui nessuno può costringerci, da cui nessuno ci può separare.
Il problema religioso è inscindibile da quello filosofico: non si può arrivare al vertice e conquistarlo che partendo dalla base. Quest’opera di appassionata e profonda ricerca filosofica ha impegnato l’Autore per decenni: non a caso la chiamava «l’opera di tutta una vita». In essa si coglie il cominciamento metafisico ch’è un atto di libertà verso la verità che salva.
Il "Padre nostro" è al centro della vita cristiana: eppure corre il pericolo di essere reci-tato meccanicamente senza essere veramente compreso, rischia di diventare una litania senz'anima. Dobbiamo quindi chiederci che cosa significhi. Quando Gesù lo insegnò ai suoi discepoli, non voleva certo condannarli alla vana ripeti-zione. Anzi, ha vissuto così intensamente ciascuna delle sue richieste da condurci, attra-verso di esse, a un nuovo modo di vivere. Gesù ci offre la possibilità di pregare un Padre accessibile e compassionevole. E poi, dopo avergli chiesto di occupare tutto lo spazio della nostra realtà umana, ci dà il per-messo di chiedergli tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Il calendario liturgico 2025 per il rito romano è un sussidio dettagliato ed essenziale, con tutte le informazioni necessarie per vivere tutto l'anno in compagnia della Parola di Dio, per una più attenta preparazione alla celebrazione della santa Messa. Inizia con la prima domenica di Avvento (1° dicembre 2024) e termina con l'ultima domenica dell'anno liturgico (23 novembre 2025). Per ogni giorno dell'anno il calendario indica: il grado della celebrazione prevista dalla liturgia (solennità, festa, memoria obbligatoria o facoltativa del santo) e il colore liturgico. I riferimenti biblici delle letture della santa Messa e il ritornello del salmo responsoriale. Uno dei santi del Martirologio Romano o dei Calendari propri delle Chiese locali nei giorni in cui non ci sono delle ricorrenze liturgiche. La settimana del Salterio della liturgia delle ore, indicata con un numero romano.
Un libro che raccoglie delle catechesi sui misteri del Rosario, utili per la formazione cristiana e la preghiera personale. Il Rosario - affermava Giovanni Paolo II - pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l'opera dell'Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all'esperienza della profondità del suo amore.
Una fortunatissima espressione di Tertulliano definisce il Padre nostro «breviarum totius evangelii». Questa definizione, orientata all'origine verso il messaggio spirituale contenuto nella "preghiera del Signore", può ora, in un certo senso, essere applicata anche alla ricerca delle fonti o, più in generale, all'indagine critica degli scritti neotestamentari. Ogni uomo che prega, al di là della religione che professa, vive quotidianamente il pericolo della superficialità: tante parole, desiderio di finire presto, assenza delle intenzioni del cuore. La più antica e originale preghiera cristiana indica con chiarezza l'atteggiamento di chi prega e l'oggetto della preghiera, in modo liberante. Attraverso un prezioso commento teologico che prende in considerazione pure la nuova traduzione italiana recentemente adottata anche in ambito liturgico, Piero Stefani conduce il lettore a riappropriarsi del testo consegnatoci da Gesù a partire dalle sue radici ebraiche. L'autore riesce a spiegare in modo semplice il significato di ciò che si domanda nel Padre nostro: aumentando la consapevolezza della "richiesta", cresce infatti anche la sua efficacia.
Un itinerario in undici tappe - una per ciascuno dei mesi di questo Giubileo straordinario. Un percorso organico e completo che conduce a scoprire la misericordia del Dio di Gesù Cristo.