Il falegname di Nazaret occupa un posto marginale all'interno del discorso teologico, a differenza di Maria. Eppure, anche Giuseppe riflette importanti istanze del nostro tempo, collegate sia al dibattito su identità, relazioni e funzioni dello stare al mondo come uomini e donne, sia al tema dell'abitare una chiesa composta di uomini e donne. Liberato da stereotipi agiografici e da finalità strettamente apologetiche, Giuseppe diviene emblema di una maschilità oggi più che mai in questione: cosa significa per un maschio sentirsi soggetto, persona? Cosa significa per lui condividere un cammino di relazioni sostanziali e generare insieme la vita? Cosa significa prendersi cura del mondo, nella pluralità delle possibili espressioni (politica, professione, impegno civile)? Questo libro avvia un percorso inedito, espressione del fecondo intreccio che la teologia intende stabilire con altri approcci culturali. Dischiude un insieme di "sguardi" - storico, biblico, sociologico, teologico, pastorale... - rivolti a san Giuseppe, figura di una maschilità che ci interroga. E propone un dialogo ideale tra studiose e studiosi che hanno accolto l'invito del papa: Ite ad Ioseph, «Andate da Giuseppe». Le loro risposte possono essere sorprendenti.
Va bene tutto, ma no, il latino no! È questa la frase che spesso sente ripetere chi va ad assistere alla Messa in Rito Antico. Ma la differenza tra questa e quella riformata dal Concilio Vaticano II si riduce soltanto a una mera questione linguistica? La risposta non può che essere negativa. Ricostruendo la storia e analizzando l'ordinamento liturgico e il significato profondo del cosiddetto Vetus Ordo, Massimo Cicero dimostra come il suo contenuto teologico sia molto più aderente alla millenaria Tradizione cattolica rispetto alla nuova Messa, per molti versi snaturata dall'ansia di modernizzazione che ha contraddistinto la Chiesa negli ultimi decenni. Questo pamphlet, vibrante e documentato, è un atto d'amore per quella che è stata la Messa di san Francesco, di san Pio da Pietrelcina, di santa Teresa. Un atto d'amore per la Verità, per l'antica liturgia, per la profondità del silenzio, per l'universalità del latino e del canto gregoriano, per quel Santo Sacrificio che riesce a toccare le corde più profonde dell'animo umano.
Per una teologia dell'infanzia Cosa credono i bambini? Figure autentiche di fede I bambini "fanno" vangelo!
Ne mondo globalizzato acquistano una rilevanza sempre maggiore le problematiche etico-economiche. Per questo motivo Wilhelms e Wulsdorf si propongono di delineare il profilo di un'etica dell'economia, rivolgendosi a tutti coloro che si confrontano, sul piano sia teorico che pratico, con questioni morali in campo economico. Questo libro intende offrire un orientamento nella gestione dei processi di cambiamento e ottimizzazione, valorizzando le categorie centrali di valutazione in campo economico. L'accento viene posto su comunicazione, partecipazione, cooperazione e trasparenza, intesi come criteri etici orientativi che mirano alla diffusione della responsabilità e del bene comune a tutti i livelli dell'agire economico: al microlivello (il soggetto economico individuale), al mesolivello (l'attore economico aziendale) e al macrolivello (il sistema economico nazionale e globale). Una panoramica sul mondo degli affari, perché anche questo settore sostenga la nostra realizzazione come esseri umani.
«Un comandamento nuovo vi do: che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri» (Gv 13, 34). Il comandamento nuovo rappresenta la caratteristica specifica e la novità più profonda di tutto l’ethos cristiano e, addirittura, il suo «vertice» (cf. MD 7). Come mai, allora, esso non è trattato in maniera chiara e ampia nella riflessione teologica tanto che si potrebbe dire che questo specifico comandamento di Gesù sia passato quasi inavvertito lungo i secoli? Convinti della sua centralità e della sua importanza per la vita cristiana, il libro analizza questo studio sul pensiero di Chiara Lubich e sulla sua proposta di vita centrata sulla prassi del comandamento nuovo. Da questa prospettiva è possibile prendere, poi, spunto per approfondire il valore di tale comandamento come fondamento per un possibile orientamento esistenziale.
Nell’epoca moderna, e soprattutto a partire dall’Illuminismo, riscontriamo una serie di tentativi sistematici tesi a mettere in discussione l’esistenza del diavolo. Anche alcuni teologi, prima i protestanti e poi i cattolici, hanno contribuito alla negazione della sua esistenza.
Notevole per la dottrina cristiana sulla demonologia è stato l’intervento di Paolo VI nel suo discorso del 15 novembre 1972: «Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla [la terribile, misteriosa e paurosa realtà del demonio] esistente, ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni».
Nella Bibbia non si parla del diavolo se non per annunciare la vittoria di Gesù su di lui a favore dell’intera umanità. Con ciò si rivela che il discorso su Satana non è e non deve essere una sorta di informazione, in sé inutile e dannosa, sul diavolo medesimo, bensì un approfondimento, riguardante il mistero dell’uomo e di Gesù.
In questo testo, don Marcello Stanzione, angelologo di fama internazionale, ci offre i profili di 30 mistici che nella loro esperienza cristiana hanno incontrato il demoniaco e lo hanno descritto nei particolari, a volte superando l’abisso delle più tormentose possessioni.
"Il profondo bisogno del magico spiega il successo di opere letterarie e cinematografiche come la saga di Harry Potter, che il giovane e promettente studioso di teologia Gianluca Bracalante ha voluto leggere e studiare con passione e competenza". (dalla Prefazione di Giuseppe Lorizio)"È un'originale, serio e affascinante tentativo di poter cogliere nel "fantasy" della saga di Harry Potter il "logos" dell'amore per il prossimo e della fede nel Dio che è Amore".(dalla Postfazione di Bruno Forte)
Questo volume raccoglie gli interventi degli specialisti intervenuti nel convegno tenutosi a Barcellona (novembre di 2019), presso l'«Ateneu sant Pacià» (AUSP). Rappresenta una buona opportunità per avvicinarsi nuovamente alla proposta missionaria di papa Francesco e per capire meglio come papa Francesco sia visto dai diversi continenti e da zone culturali diverse. L'obiettivo perseguito da queste pagine è stato quello di dare risposte alle domande più urgenti sul cristianesimo di oggi e, soprattutto, effettuare in modo definitivo una buona correlazione tra pastorale e teologia, nella convinzione che parlare di pastoralità della teologia, nel senso di una proposta della missione, ha bisogno di complementarietà tra queste due dimensioni. La vita e la fede, la riflessione e il discernimento, la pastorale e la teologia sono giunti a un punto di convergenza stimolante e necessario, che dona forza e credibilità alla missione di un popolo mosso dallo Spirito, un popolo che vive e manifesta la misericordia di Dio, un popolo che è presenza incarnata di Cristo nelle periferie della vita. La lettura di queste pagine aiuterà ad entrare nel mondo di un pensiero che non dimentica mai le persone con un desiderio centrato su Dio.
La conversione è un dato sfuggente e complesso. È realtà rilevante per le scienze sociali, è argomento spinoso per la missione cristiana, è tema dibattuto nel confronto interreligioso, è concetto chiave per la futura forma di chiesa.
Descrizione
Che cos’è la conversione? Si tratta di un evento improvviso, emozionale, o invece di un processo che si distende nel tempo, con tappe e passaggi, avanzamenti e involuzioni? È solo un fatto intimo, personale, oppure coinvolge anche il gruppo di appartenenza, le istituzioni e le gerarchie religiose? Si tratta di un fenomeno che interessa unicamente le religioni? E, all’interno di queste, la sua interpretazione è univoca e contrastante? Come valuta, per esempio, un hindu la conversione intesa secondo il paradigma occidentale? Un musulmano può aderire a un altro credo senza incorrere in seri problemi con la propria comunità? Perché, in genere, oggi si ritiene che sia scorretto rivolgere a qualcuno l’invito a convertirsi? È ancora attuale l’annuncio cristiano alle religioni in vista della conversione?
Sono solo alcune delle domande che stanno alla base di questo libro, scritto per fare chiarezza su un concetto divenuto controverso.
In particolare, il saggio di Sartorio affronta due temi ampiamente dibattuti, vale a dire il rapporto missione-conversione, non più così scontato, e la problematica legata al diritto di convertirsi. L’Autore sostiene che nella missione della chiesa l’obiettivo della conversione deve permanere, anche se va raggiunto in modo diverso rispetto al passato (ogni epoca, del resto, ha trovato la sua via); è inoltre convinto del fatto che missione e conversione sono inseparabili non solo per i destinatari dell’annuncio, ma altresì per la chiesa nel suo insieme e per ogni cristiano.
Il tema del vanto in Paolo è un tema generalmente disatteso dagli studi recenti. Esso ha goduto di singolare interesse fino al secolo scorso quale cifra sintetica dell'atteggiamento caratteristico del Giudeo ma anche di chiunque ostenti le proprie opere davanti a Dio per guadagnarne merito. A partire dall'indagine delle strategie intratestuali di Rm 1-5, la ricerca individua la funzionalità del lessico del vanto nel quale Paolo inscrive il profilo fondativo dell'identità credente. Il vanto giudaico è criticato non perché automeritorio o etnico, ma perché la giustizia di Dio rivelata nell'evento-Cristo implica uno statuto soteriologico dell'identità equiparato tra Giudei e Gentili, unicamente fondato sulla partecipazione alla fede di Gesù Cristo che nel vanto il credente dichiara.
Il volume indaga sul contributo che la narratività può offrire alla teologia morale. Le domande che accompagnano la riflessione sono le seguenti: quale relazione intercorre tra narratività e discernimento morale? Qual è la ricaduta della pratica narrativa sul discernimento morale? La prospettiva da cui sono considerate tali questioni è quella del pensiero filosofico di P. Ricoeur. Punto di approdo dell'intero percorso è l'individuazione di un metodo narrativo di discernimento.
L'Autore illustra validità e limiti dell'analogia trinitaria della famiglia, assai ricorrente nel panorama teologico. La verità trinitaria suggerisce criteri di comportamento importanti per il progresso spirituale della famiglia e rappresenta una sorgente d'ispirazione per la pastorale familiare. Il volume evidenzia poi che il mistero trinitario offre apprezzabili indicazioni per l'organizzazione e la prassi di organismi collettivi classificabili come "famiglie" in senso lato: la compagine sociale, il corpo ecclesiale, la comunità religiosa.