L'ultimo libro del filosofo Dieter Henrich trae spunto da un versetto della Prima lettera di Giovanni. L'affermazione giovannea si riferisce alla potenza dell'amore di Dio, ma in questo breve e intenso volume Henrich la interpreta in relazione alla questione del mistero dell'amore nella vita umana. Perché gli esseri umani amano? Perché l'amore umano rende gli amanti "più indipendenti da ciò che minaccia la finitezza della loro vita"? Davvero l'amore è più forte della morte, e lo è anche per chi non crede? Per quanto sorprendente possa sembrare la frase di partenza, il filosofo presenta la fiducia in sé stessi come punto originario inconfutabile per la comprensione dell'amore di sé e dell'altro.
Viene qui considerato il monachesimo nel suo aspetto storico, nelle sue motivazioni spirituali, nella sua ispirazione più profonda per comprenderne il senso e il valore... Il contemptus mundi di cui danno prova i martiri nella loro rinuncia ai beni terreni e nella loro testimonianza di fede fino all'eroica oblazione di sé, diventa per i monaci l'esempio vivo che ispira la loro esistenza. L'insieme di tutte queste componenti ha permesso la creazione di uno stile di vita, che è riuscito a sfidare i secoli e ancora oggi attrae uomini e donne di tutto il mondo e costituisce il richiamo sempre più pressante e urgente a lasciare le pastoie della vita materiale...
Mai come oggi il tema della fragilità ci è sembrato tanto attuale. Gli eventi che negli ultimi anni si sono susseguiti (dalla pandemia, ai violenti cambiamenti climatici, alle guerre in atto di cui non vediamo la fine) ci hanno risvegliato da un torpore per quale tutto ci sembrava procedere in maniera serena e quasi scontata. Così, sempre più spesso, sentiamo le nostre esistenze sotto assedio. Ma per il cristiano, la fragilità non è semplicemente un dramma: è anche una risorsa consapevole. Il cardinale Matteo Zuppi, che in questi mesi sta lavorando per la pace, incontrando i leader del mondo, ci consegna in questo libro riflessioni che aprono alla speranza nei giorni difficili.
Il libro è arricchito anche da meditazioni di padre Renato Colizzi sj.
Nel nostro mondo contemporaneo, così spesso appiattito sull'esistente come unico orizzonte plausibile, è ancora possibile credere come nelle generazioni passate, o la fede può avere senso solo come apertura alla speranza in ciò che non è prevedibile, come affidamento a colui che rende reale ciò che in apparenza è impossibile? Pubblichiamo la traduzione dell'articolo "La foi est-elle encore possible?", apparso nella rivista Études 4 (2020), pp. 79-89.
Calendario in versione libro, un giorno per pagina, cm 11,5 x 16,5
Il giudizio ci permette di conoscere la realtà colmando lo spazio che c'è tra l'astrazione e la concretezza. Ma l'atto di giudicare si traduce molto spesso nella pratica di pensare male senza motivo. Nel Vangelo Gesù dice: «Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12, 36-37). Attraverso riflessioni, approfondimenti e meditazioni, il volume consente di comprendere come giudicare male sia sempre una mancanza d'amore, poiché equivale a ignorare il cuore, la storia e il mondo di un'altra persona. Tutti noi siamo chiamati a guardare gli altri non attraverso i nostri occhi ma lasciandoci ispirare dal Signore.
Avrò cura di te. Un uomo che arriva in ospedale non è un uomo, è un mondo. Curare un uomo significa prenderci cura del Tutto che è in Tutti. Franco Arminio
Un percorso di incontri dedicati alla crescita umana e spirituale prende vita in un ambiente inatteso: nel core di un convegno medico di altissimo livello.
Accade ogni anno a Napoli. Testimoni speciali della fede e della vita coinvolgono i presenti in un cammino di interiorità, per esplorare la bellezza che c'è dentro di noi e e in ogni altro essere umano. La parola Cura si allarga così a ventaglio per mostrarci quanta vastità, quanta bellezza e quanta meraviglia contenga ogni vita. E quale privilegio abbia chiunque possa prendersene cura.
Questo breve trattato sull'amore - in tutte le sue accezioni, da quella sensibile alle vette dell'estasi mistica - si colloca nell'ampia analisi compiuta da Josef Pieper sulle virtù, cardinali e teologali. Il testo, che si rifà tanto ai classici della filosofia e della teologia - Platone, Agostino, Tommaso d'Aquino, Francesco di Sales, Karl Barth, Anders Nygren - quanto alla psicanalisi del Novecento, da Freud ai suoi contemporanei americani, fornisce l'impianto architettonico della virtù e, al contempo, della persona umana. è un dialogo con il lettore stesso, che vedrà in queste pagine declinate le varie sfumature dell'amare - carnale, psicologica, spirituale - e insieme un ritratto del suo essere uomo e creatura di Dio. «L'essenza dell'amare e dell'essere amati», scrive nella Prefazione Andrea Aguti, è per Pieper «sentirsi, nonostante tutto, "giustificati nella propria esistenza"».
Nei primi secoli del cristianesimo, la preghiera era spesso definita come un incontro con Dio, di cui serbare e alimentare il ricordo. I Padri della Chiesa, attraverso i loro scritti, testimoniano e insegnano che si tratta di un incontro sempre possibile e offrono consigli per riconoscere la preghiera come parte della vita. La preghiera è soprattutto da sperimentare ed effettivamente i Padri ne hanno spesso scritto trasmettendo la loro esperienza senza concedere troppo spazio alle riflessioni astratte, anche se queste non sono del tutto mancate. Questo testo cerca di interpellarci nella ricerca di spiritualità e di ravvivare la nostalgia dell'incontro con Dio, attraverso numerose citazioni patristiche tratte da vari tipi di opere: lettere, trattati, omelie, biografie, regole e anche apoftegmi, cioè i detti e i fatti delle Madri e dei Padri del deserto. «Beati coloro che provano la nostalgia dell'incontro con Dio, perché continueranno a cercarlo ogni giorno».
Le dodici parole-chiave del Giubileo, quelle che accompagnano una ogni mese il celeberrimo Calendario di Frate Indovino 2025, vengono associate a uno o più personaggi del XX secolo conosciuti per la sicura scia di santità che hanno lasciato dietro di loro. Rimemorare in spirito francescano le loro biografie, grazie alla penna di alcuni collaboratori di Frate Indovino, incastonandole nel grande disegno del Giubileo, è un dono che Frate Indovino offre a tutti coloro che amano Francesco e la Chiesa che lo ha espresso.
Il legame spirituale di Benedetto XVI con Maria ha radici antiche che risalgono alla sua storia familiare. Da sommo pontefice, ha continuato a mettere in luce il ruolo primario di Maria nella storia della salvezza, riportandone il culto alla sostanza di una fede autentica al di là di ogni devozionismo, facili credulonerie e smania sensazionalistica. La riflessione di Benedetto XVI si sviluppa attingendo ai Vangeli, ai pensieri dei Padri della Chiesa o di celebri scrittori ecclesiastici. Nel ripercorrere le tappe della parabola mariana, Maria non è un personaggio astratto o lontano ma è persona viva, sempre presente per accogliere la nostra preghiera.
"Passione" è una parola capace, come poche, di interrogare e perfino sconcertare. I suoi significati son così molteplici e diversificati da indurre talvolta all'equivoco. Passione può indicare, di volta in volta, interesse profondo che motiva e sostiene, energia vitale che dà coraggio e forza, impeto oscuro e distruttivo, forma estrema di esposizione alla violenza e alla sventura. Il tema della passione è oggetto di una singolare riabilitazione da parte del pensiero filosofico e teologico contemporaneo. Gli autori di questo volume, tre specialisti di discipline diverse, offrono orientamenti per decodificare l'universo della passione e delle passioni, in chiave antropologica (Romolo Rossini), biblica (Ernesto Borghi) ed ecumenica (Andrea Malfatti).