Con la canonizzazione di Paolo VI la sua figura - a volte così osteggiata, travisata e per lungo tempo dimenticata - non solo viene innalzata alla gloria degli altari, ma anche restituita alla sua dimensione autentica di sacerdote, vescovo e pontefice. Questo volume ripercorre le tappe dell'itinerario sacerdotale di Giovanni Battista Montini, dai primi anni di formazione al pontificato. Emergono così chiaramente i tratti del suo cammino spirituale, ma insieme anche tutta la sua statura umana ed ecclesiale: la finezza e la sensibilità della sua persona, la tempra della sua fede, la sua apertura al mondo, la sua carità intellettuale, il suo impegno apostolico.
Gregorio VII è stato tra le figure più rilevanti e influenti del Medioevo. Fu Papa dal 1073 al 1085: un decennio noto come età gregoriana, età di guerre, scomuniche e riforme. Il suo pontificato mutò profondamente i rapporti tra Papato e Impero, attraverso il Dictatus papae. Gregorio rivendicò la necessità, da parte degli imperatori di sottomettersi al Soglio pontificio. Fu un riformatore, secondo alcuni un eversivo, sicuramente in lui e attraverso di lui presero corpo processi che avrebbero condotto la cristianità o l'Europa alle origini della modernità, e soprat- tutto pose le basi per l'edificazione della Chiesa Cattolica così come la conosciamo noi. Fu in lotta con il cosiddetto Sacro Romano Impero per le investiture, con i vescovi per debellare la piaga della simonia dalla Chiesa, con il proprio tempo per affermare l'egemonia di un potere che discendeva dal principato di san Pietro sugli altri apostoli, di cui il papa era ed è il vicario. Il suo rivale fu Enrico IV, Imperatore germanico, che da lui fu scomunicato, gli si ribellò e lo assediò. Fu testimone del terribile sacco di Roma fatto dai Normanni nel 1084, dopo il quale fuggì in esilio a Salerno. Sulla sua tomba, nella Cattedrale di Salerno, sono state riportate le sue ultime parole: "Ho amato la giustizia e ho odiato l'iniquità: perciò muoio in esilio".
«Tu sei Nedo Fiano, sei ebreo. Vieni con me senza parlare e senza tentare la fuga». È il 6 febbraio 1944 quando un ragazzino di 18 anni, terrorizzato dalla canna di una pistola premuta sul fianco, sente pronunciare queste parole da un poliziotto in borghese. Quel giorno per Fiano ha inizio una discesa agli inferi che lo porterà prima nel carcere fiorentino delle Murate, poi nel Campo di Fossoli e infine ad Auschwitz. In poco più di un anno, Nedo assiste allo sterminio della propria famiglia: il fratello Enzo con la moglie Lilia e il figlio Sergio, Nella, l'amata madre, e infine Olderigo, suo padre, consumato dalle privazioni e dal lavoro forzato nel Lager. Nedo, però, sopravvive. Non solo perché conosce il tedesco, ma perché, nonostante le atrocità e le sofferenze, è capace di aggrapparsi alla vita con tutte le sue forze e mantenere accesa la luce della speranza. In tempo bui come quelli attuali, in cui il ricordo dell'orrore del fascismo e del nazismo sembra affievolirsi, A5405 è una testimonianza preziosa, un contributo indispensabile affinché «il filo della memoria resti saldo nella storia del mondo per gli uomini che verranno».
La parabola artistica di Luigi Santucci (1918-1999) attraversa tutto il Novecento, segnandolo con una ricerca singolare e controcorrente rispetto ai percorsi più battuti. Autore prolifico, che ha spaziato dalla letteratura per l’infanzia al romanzo, dal teatro alla poesia e alla saggistica, Santucci ha confidato in varie occasioni che all’origine della sua vocazione letteraria si trova la particolare fascinazione ricevuta dalla Scrittura: “E’ stata la Parola il mio primo amore”. Nato e cresciuto nella vivacissima Milano, studente del Liceo classico dei padri gesuiti della sua città, quello di Santucci è, a tutti gli effetti, lo sguardo di un fanciullo: “Penso che la mia vocazione di scrittore nasca dal bisogno di lodare, nel senso in cui ci ammaestrò Francesco d’Assisi. Scrivo per lodare le cose che amo: luoghi, animali, stagioni del tempo e dell’uomo. Scrivo infine ‘per riconoscenza’, quasi per sdebitarmi e anche per innamorarmi ancora di più”.
La confessione dolente di un killer spietato, segnato da un passato incancellabile ma aperto a un futuro possibile, per amore della moglie e del figlio. Il racconto dell’autore attraversa le tappe più significative e – purtroppo – violente della sua vita, per poi rivolgersi alla sua rinascita. Una testimonianza sofferta che è anche un invito a non dare mai un giudizio definitivo sulla storia delle persone, ma a lasciare una possibilità di riscatto, consapevoli che l’animo umano è insondabile e la coscienza è il sacrario dove avviene il misterioso incontro tra Dio e l’uomo.
S. Teresa di Gesù è vera maestra di vita cristiana, da additare ai fedeli di ogni tempo. In un contesto di vita quale quello attuale, in cui vi è carenza di valori spirituali, S. Teresa ci mostra la strada per essere testimoni costanti della presenza e dell’azione di Dio. Teresa fu una donna straordinaria, ma anche una donna dai forti contrasti, geniale se si vuole, ed anche misteriosa, enigmatica. Nei secoli XVII-XIX quello che impressionò di più furono i fenomeni straordinari che caratterizzarono la sua vita. I trattatisti di spiritualità valorizzano invece soprattutto le sue virtù, il suo magistero in tema di orazione e contemplazione, il suo amore “serafico”.
Colpiscono però anche i suoi speciali carismi.
La vita, gli scritti, i carismi, i frutti della santità di Teresa...
tutto in questa dettagliata biografia.
Mario D’Antino è un giurista, presidente onorario della Corte dei Conti. Ha ricoperto nella sua carriera di magistrato numerosi incarichi istituzionali, professionali e di diretta collaborazione con ministri ed è stato insignito di prestigiose onorificenze. È stato professore a contratto in varie università e presidente di importanti commissioni. È autore di moltissime pubblicazioni in materie giuridiche, etiche e religiose.
La vicenda dell'uomo (1903-1977) che si è battuto per dare rifugio, assistenza e speranza ai lebbrosi di tutto il mondo.
Scopo di questo breve saggio è dimostrare che Lutero non intendeva fondare una nuova Chiesa, bensì trasformare quella esistente, rendendola più confacente allo spirito evangelico delle origini. Per questo il monaco agostiniano si adoperò con zelante impegno a tratteggiare, per così dire, la planimetria del cristianesimo del futuro, configurandolo più come una fede, che come una religione. Solo così, alla luce anche di certe sue intuizioni, è possibile pensare che il cristianesimo, scevro dalle ipoteche dei condizionamenti culturali, sia in grado di fare ancora risuonare l'eco della voce di Cristo e risulti più "credibile", presso le nuove generazioni, nella sua "pretesa" di essere depositario di un messaggio universale da offrire all'umanità.
Questo lavoro s'inserisce nell'ambito delle finalità del "Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II", volte alla promozione sugli studi e sulla ricerca scientifica di questo importante Concilio Ecumenico, che è stato l'evento più importante nella storia della Chiesa nel XX secolo, confermandone tutta la sua attualità e importanza storica, teologica ed ecclesiale. Nello specifico, vuole rappresentare un contributo per uno studio più approfondito sull'effettivo ruolo che svolse il cardinale Juan Landázuri Ricketts al Concilio Vaticano II, e, in seguito a questo evento, al suo fondamentale e personale contributo per la sua corretta applicazione, nell'Arcidiocesi di Lima e nella Chiesa Peruviana, nel periodo postconciliare. Egli fu capace di accompagnare e guidare i distinti processi di cambiamento all'interno della Chiesa nell'era postconciliare, nello specifico di quella peruviana, e in buona parte di quella latinoamericana.
EDITORIALE
Verità di fede e di vita in frantumi
di Piero Mantero
MIRACOLI
³Una culla per Amanda, così Paolo VI salvò nostra figlia²
Il miracolo del papa santo di Andrea Zambrano
APPARIZIONI
Benedetta Rencurel, messaggera di riconciliazione
10 anni dal riconoscimento ufficiale delle apparizioni al
Laus
APPARIZIONI
Storia delle apparizioni mariane di Monte Peschio di Gragnano
prima parte
di Giancarlo Baldini
CORPUS DOMINI
Miracoli eucaristici dal mondo
SEGNI DEI TEMPI
Kirill e i segni dell¬πApocalisse
a cura di Massimiliano Sciò
MISTERI DELLA FEDE
Padre pio e il fazzoletto di Conegliano
Anno 50° dalla morte del santo
di Walter Arzaretti
MESSAGGI
Per il Suo Amore ha aperto il Cielo per voi / Come Principe degli Eserciti
Celesti rivolgo un
appello alla Milizia Terrena / Io sono Ges√π il giusto giudice / Continuate
a pregare per coloro che non sanno / La mia
croce sarà lo scettro che porterò nelle mie mani / Non soffocate il Sole
della
Vita che è in voi / Non vengo a cambiare la Parola, ma vengo per
ricordarvela /
La grande sfida / La mia Energia creativa opera sempre / La salvezza è
nella croce
CATERINA BARTOLOTTA
Caterina Bartolotta. Il potere del maligno
di Fernando Condi
TESTIMONI DI FEDE
I messaggi di Naju: una guida pratica per portare tutti in cielo
di Eric Muth
CARISMATICI
Don Corinno Mares: un sacerdote carismatico
prima parte
di Ugo Sauro
NATI AL CIELO
Padre Giampietro (Jo√¢o Pedro) Cornado
Missionario gesuita
DONI SOPRANNATURALI
Teresa Neumann e il dono della comprensione delle lingue
di Glenn Dallaire
ANGELI
San Giovanni Eudes e la devozione agli angeli
di don Marcello Stanzione
GHIAIE DI BONATE
I fatti e i misfatti dell¬πinquisitore
a cura di Alberto Lombardoni
(terza parte)
È la storia di Marco Mantovani, che sembra rispondere alla proposta di papa Francesco ai giovani di oggi: «Siate tessitori di relazioni improntate alla fiducia, alla condivisione, all'apertura». L'intera sua vita è stata un viaggio alla ricerca del senso profondo delle cose, un'ostinata ricerca di Dio, dell'Amico che lui sentiva così presente nella sua quotidianità, con il quale dialogava continuamente e al quale scriveva pagine e pagine di confidenze. Chi incontrò e conobbe Marco rimase toccato dalla sua limpidezza, perché sapeva far vibrare corde dell'anima che spesso non si sanno suonare. Marco era uno scout che fece onore al suo Movimento e fu affascinato da Francesco d'Assisi, riconoscendosi in quella spiritualità semplice ma radicale. Si presentava agli altri con il suo rassicurante «eccomi!» e seppe affrontare con coraggio la sua malattia che lo condusse alla morte, all'età di 24 anni. Il testo è letteralmente «disseminato» delle parole di Marco, dai suoi diari e dalle sue lettere: il che lo rende ancora più immediato.
La storia «dovrebbe fare più spazio a un grande riformatore come Padre Lombardi» (Andrea Riccardi). Un sognatore, un uomo proteso per tutta la sua esistenza verso l'idea di cambiare il mondo, costruendone uno nuovo, più giusto e più umano. Profondamente preso dall'idea del Concilio, da cui fu invece escluso, ne era stato un antesignano e ne fu poi autorevole interprete e promulgatore. Alla fine della sua vita - quando il declino delle forze fisiche lo aveva ormai da tempo escluso dalla scena pubblica italiana e mondiale, che egli aveva occupato da protagonista per oltre vent'anni - con un radicale capovolgimento di prospettiva (è questo il tornante meno esplorato della sua vita) Lombardi superò l'idea di rinnovare la Chiesa per rinnovare il mondo. L'ultima sua intuizione profetica è quella di una libera e aperta dinamica della Chiesa al servizio dell'umanità, in dialogo con tutti i credenti di tutte le religioni e con tutti gli uomini di buona volontà; la meta è la realizzazione del Regno di Dio, già presente nel cuore di chiunque ubbidisce alla propria coscienza, e che lo Spirito Santo costruisce ben al di là dei confini della Chiesa.