Ripartire dall'essenziale, cioè dalla carità e dalla misericordia. Questo libro prende sul serio tale l'esigenza, così efficacemente sottolineata dagli ultimi due pontefici e così sentita da tutti. Per questo propone al lettore la riscoperta delle opere di misericordia spirituale, sette consigli per prendersi cura, in modo concreto ed efficace, dei disagi spirituali dell'umanità. "La carità non è per la chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza". Aveva scritto così, nel 2005, papa Benedetto XVI. Otto anni dopo, durante il suo primo Angelus, papa Francesco ha detto tra l'altro: "La misericordia cambia tutto. È il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po' di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto".
Il volume comprende due opere - La teologia mistica della Chiesa d'Oriente e La visione di Dio - che, considerate nel loro complesso, costituiscono una sintesi della teologia ortodossa fra le più illuminanti. Il primo testo, considerato un manifesto programmatico della Chiesa ortodossa nel mondo occidentale, è una esposizione sistematica della teologia come contemplazione di Dio ed espressione dell'Inesprimibile. Lontana dal minimizzare le divergenze dottrinali tra Oriente e Occidente, la penetrante analisi di Lossky mette in risalto gli elementi fondamentali delle posizioni dogmatiche più caratteristiche e le loro implicazioni nella teologia spirituale. Il secondo testo riprende e approfondisce i temi della prima opera e si sofferma sulla visione di Dio, senso e fine di tutta la vita della Chiesa. Qui la ricerca di Lossky mostra come il pensiero ortodosso abbia superato la dualità del corpo e dello spirito per giungere a una nozione esistenziale dell'incontro con il Dio vivente, con l'Inconoscibile che si fa conoscere.
Sommario
Introduzione (E. Lanne). I. La teologia mistica della Chiesa d'Oriente. 1. Introduzione. Teologia e mistica nella tradizione della Chiesa d'Oriente. 2. Le tenebre divine. 3. Dio-Trinità. 4. Le energie increate. 5. L'essere creato. 6. Immagine e somiglianza. 7. L'economia del Figlio. 8. L'economia dello Spirito Santo. 9. I due aspetti della Chiesa. 10. La via dell'unione. 11. La luce divina. 12. Conclusione: il banchetto del Regno. II. La visione di Dio. 1. La tradizione dei Padri e la scolastica. 2. La visione di Dio nel pensiero biblico e nei primi Padri. 3. Alessandria. 4. I Padri cappadoci. 5. I Siro-Palestinesi e san Cirillo d'Alessandria. 6. La visione di Dio nella letteratura ascetica. 7. San Dionigi l'Areopagita e san Massimo il Confessore. 8. San Giovanni Damasceno e la spiritualità bizantina. 9 La sintesi palmita. Indice dei passi biblici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Vladimir Lossky (1903-1958) è stato uno dei principali testimoni dell'incontro tra Occidente e Ortodossia che il nostro secolo abbia conosciuto. Figlio del grande filosofo russo Nicolas Lossky, dopo l'espulsione dal suo Paese si trasferì nel 1924 a Parigi dove divenne discepolo di Étienne Gilson e un buon conoscitore del Medioevo occidentale e del pensiero occidentale in genere. In questo contesto nasce e si sviluppa lo studio sugli scritti di Maestro Eckhart che egli porterà avanti per tutta la vita. Fu tra i fondatori della rivista Dieu Vivant e addetto al Centre National de la Recherche Scientifique. Nel 1945 iniziò l'insegnamento di Teologia dogmatica all'Institut Saint-Denis, di cui fu decano, e poi ai corsi pastorali organizzati dall'Esarcato del Patriarcato russo in Europa occidentale.
Nel percorso esistenziale di Sergio Quinzio, la riflessione ha sempre accompagnato il vissuto, lo ha assunto e dispiegato senza attenuazioni, spingendosi a indagare l'abisso scandaloso della sofferenza. In questa lunga intervista, realizzata nel 1991 dall'amico e "allievo" Leo Lestingi, il teologo ripercorre per la prima e ultima volta le tappe fondamentali della propria vita, rievoca le vicende, gli affetti, gli incontri che più l'hanno segnata. E lo fa con la precisione, il pudore e la profondità che gli sono propri. Il dialogo prende così la forma di un testamento spirituale, che testimonia l'ampiezza della sua ricerca, la continua messa alla prova del pensiero e la disperazione di fronte alla Storia coesistente alla speranza inestinguibile nella Salvezza. Una salvezza "povera", che darebbe finalmente senso a tutto il male del mondo, attesa nella fede in un Dio sensibile alla sofferenza e alla morte. Non onnipotente, ma tenero.
Il tema dei rapporti tra spiritualità cristiana ed economia, apparentemente inconsueto per la teologia, è meritevole di considerazione riflessa non solo a motivo degli indubbi elementi di indagine sulla storia della spiritualità che se ne possono ricavare, ma perché il paradosso evangelico possa ancora introdurre il suo fermento critico nella rielaborazione di molti luoghi comuni, che permangono dominanti nella comprensione della razionalità economica. Oggi il discorso economico si gioca essenzialmente negli spazi di un mercato che pensa solo a produrre, scambiare e vendere, e funziona sulla base delle categorie di efficienza, utilità e crescita. Si tratta invece di pensare l'economia (e il denaro) in termini diversi ed entro una prospettiva più ampia, perché l'homo oeconomicus non venga privato delle relazioni di reciprocità e di gratuità che caratterizzano l'autentico vivere umano. A questo tema il Centro Studi di Spiritualità di Milano ha dedicato la sua annuale Giornata di studio nel gennaio 2013 e ne pubblica ora gli Atti che indagano gli aspetti biblici, spirituali, economici e teologici della questione.
L'impegno ecumenico della Chiesa cattolica, testimoniato nei documenti del Concilio Vaticano II, ha avuto precursori e pionieri in ambito non solo teologico, ma anche spirituale. Il volume presenta alcune personalità che, con sensibilità e modalità diverse, hanno incarnato l'ideale della piena unità dei cristiani: san Leopoldo Mandić, santo dell'ecumenismo spirituale e della riconciliazione; la beata Gabriella Sagheddu, trappista, che ha consacrato la propria vita per l'unità della Chiesa; san Luigi Orione, santo della carità ecumenica; san Giovanni Calabria, santo della carità e dell'ecumenismo dialogale. Essi hanno vissuto ante litteram quell'ecumenismo spirituale che consiste nella conversione interiore, nel rinnovamento dello spirito, nella santificazione personale della vita, nella carità, nell'umiltà, nella pazienza e nella preghiera. L'esempio di queste persone ci mostra come l'impegno ecumenico possa riguardare veramente tutti i fedeli. «I cristiani di oggi, che nella diaspora ecumenica pregano per l'unità di tutti i cristiani, possono essere convinti che questa loro preghiera tiene insieme il mondo», ricorda il cardinale Walter Kasper nel suo saggio conclusivo.
Sommario
Presentazione (A. Borghino - P. Martinelli). Saluto del rettore del santuario di san Leopoldo Mandić in Padova (F. Gusella). Introduzione (P. Martinelli). «Per la salvezza del mio popolo». L'ecumenismo spirituale di san Leopoldo Mandić (L. Bianchi). L'offerta senza riserve della vita nella Beata Maria Gabriella Sagheddu (M.A. Tescari). La dimensione ecumenica dell'evangelica carità di san Giovanni Calabria
(M. Galzignato). Don Orione e il quotidiano ecumenismo della carità (A. Fusi). Spunti teologici sull'ecumenismo spirituale (W. Kasper). Omelia in occasione della Giornata di studio sull'ecumenismo spirituale (Padova, Santuario di san Leopoldo Mandić, 22 novembre 2012) (W. Kasper). Appendice. Nota sul quadro storico del movimento ecumenico (M. Galzignato).
Note sui curatori
Angelo Borghino, frate cappuccino, è professore di Sacra Scrittura presso lo Studio teologico «Laurentianum» di Venezia, del quale è preside. È direttore della rivista dei frati minori cappuccini Italia Francescana. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo La «Nuova Alleanza» in Isaia 54. Analisi esegetico-teologica (Pontificia Università Gregoriana, 2005).
Paolo Martinelli, frate cappuccino, è professore ordinario di Teologia degli stati di vita all'Istituto Francescano di Spiritualità, di cui è preside, presso la Pontificia Università Antonianum, e professore invitato alla Pontificia Università Gregoriana. Collabora con diverse riviste specialistiche ed è consultore della Congregazione per la dottrina della fede e della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. Per EDB ha pubblicato, insieme a L. Lehmann e P. Messa, Eucaristia, Vita Spirituale e Francescanesimo (2006); ha curato i volumi: Il rinnovamento della vita consacrata e la famiglia francescana (2007); Autorità e obbedienza nella vita consacrata e nella famiglia francescana (2008); Parola di Dio, vita spirituale e francescanesimo (2009); La grazia delle origini. Studi in occasione dell'VIII centenario dell'approvazione della prima regola di san Francesco d'Assisi (1209-2009) (2009); Santità francescana oggi. Significato figure formazione (2010); La vocazione francescana oggi nel mondo: sfide e risorse (2011); con L. Bianchi, In caritate veritas. Luigi Padovese. Vescovo cappuccino, Vicario Apostolico dell'Anatolia. Scritti in memoria (2011); La teologia spirituale oggi. Identità e missione (2012); Maschile e femminile, vita consacrata e francescanesimo. Scritti per l'VIII centenario dell'Ordine di Santa Chiara (1212-2012) (2012) e Nuova evangelizzazione e carisma francescano. Prospettive e testimonianze (2012).
Ascesi non significa soltanto prendersi cura di sè. Lasciare per ricevere, trovare la misura nell'amore smisurato, morire per vivere: è questo il paradosso dell'ascesi cristiana e il cammino verso quella passione genuina della vita che, secondo J.L. Barrault, arde senza brama.
Questo libro intende aiutare il lettore a leggere attivamente i testi di Sant'Ignazio di Loyola. Leggere i testi di un autore è del resto il modo migliore per conoscerlo. Ignazio è vissuto nel Cinquecento, ciò significa che non sempre i suoi scritti sono facili da comprendere per un lettore del terzo millennio. L'aiuto di uno specialista non è un lusso, ma al contrario un valido e fertile accompagnamento. Il racconto di un pellegrino, gli Esercizi spirituali, La Deliberazione dei primi padri, le Costituzioni della Compagnia di Gesù, il Diario spirituale, alcune Lettere: il filo rosso di tutti questi testi qui presentati è il discernimento spirituale. In esso Ignazio aveva una grande esperienza e su di esso ha scritto alcune regole che sono, in certo senso, una vera e propria "formalizzazione" della sua esperienza. Ogni testo è accompagnato da alcune informazioni storiche circa la sua genesi e da un commentario come guida alla lettura. Al lettore attento che si avventurerà in questi testi apparirà a poco a poco una nuova immagine di Ignazio: più complessa, più vera, più sfumata.
Partendo dalle fonti della letteratura teologico-spirituale, l’autore articola e giustifica i fondamenti epistemologici di un progetto di teologia spirituale che trova nell’esperienza vissuta il terreno di incontro con le altre discipline teologiche e il punto focale della propria specializzazione. La fede infatti si esprime attraverso l’esperienza vissuta ed è chiamata a svilupparsi in essa. L’esperienza, da parte sua, è frutto della fede, passa attraverso la fede e in essa si evolve.
Questo volume ha carattere didattico e introduttivo. È frutto di anni di insegnamento e condivisione con studenti e colleghi. Accenna appena a questioni ancora discusse nell’ambito dell’epistemologia della teologia spirituale, ma si preoccupa di offrire al lettore una articolazione logica e coerente circa l’intero impianto della disciplina, basandosi sulle convergenze ormai acquisite dai cultori della teologia spirituale. Il lettore è aiutato ad approfondire le singole questioni riguardanti la natura, il metodo, le fonti e il carattere intra e interdisciplinare della teologia spirituale. A questo sono mirati gli abbondanti suggerimenti bibliografici, l’indicazione degli obiettivi all’inizio di ciascun capitolo e la proposta di lettura ragionata di alcuni testi fondamentali.
Nell’elaborazione di questo studio, l’autore, – seguendo l’esempio di Giovanni della Croce, nel suo invito all’anima a salire il monte della perfezione –, vuole assomigliare al viaggiatore che si reca in terre nuove, lasciandosi guidare certamente dalle proprie conoscenze, sia pure avvolto nell’incertezza, ma anche dalle informazioni degli altri, nel tentativo di superare conoscenze precedenti (cf. 2N 16,8).
Jesús Manuel García è docente di teologia spirituale e direttore dell‘Istituto di Teologia spirituale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Nato a Moral de Hornuez (Segovia - Spagna), ha iniziato gli studi nel «Centro de Estudios Superiores» di Madrid e ha continuato l’iter formativo nell’Università Pontificia Salesiana di Roma. È Consultore della Congregazione dei Santi e membro del Comitato di direzione della rivista «Mysterion». L’ultima pubblicazione presso la nostra editrice è un’opera in collaborazione: Teologia e spiritualità oggi. Un approccio intradisciplinare, Roma, LAS, 2012.
Si scrive male, si scrive troppo, si scrivono cose inutili. La smania di parlare e di scrivere è una patologia conclamata della nostra era ossessionata dal bisogno di esternazione a ogni costo. In tempi in cui fioriscono da ogni parte manuali su come scrivere meglio e superare il noto "blocco dello scrittore", questa breve trattazione dell'abate Dinouart, apparsa per la prima volta nel 1771 e da allora continuamente ristampata, propone un vero e proprio ribaltamento prospettico del problema comunicativo. L'arte di tacere non è un semplice invito al silenzio, un manifesto del mutismo, ma un'analisi delle infinite possibilità della continenza verbale e scritta. "Il silenzio è necessario in molte occasioni" dice l'abate "ma bisogna sempre essere sinceri: è possibile tenere per sé certi pensieri, ma non fingerli. Esistono delle maniere di tacere senza chiudere il proprio cuore, di essere discreto senza essere cupo e taciturno, di nascondere alcune verità senza coprirle con menzogne".
Che cosa significa oggi sperare e risorgere? Come si possono trovare nella quotidianità gli elementi che permettono di armonizzare la speranza e la vita? E come riconoscere le tante risurrezioni che già avvengono, in attesa di quella dei morti?
Questo volume propone le relazioni, i testi e gli interventi elaborati per il convegno Disperare e sperare, morire e risorgere, che si è svolto a Roma, alla Facoltà valdese di teologia, nel marzo 2012, in ricordo del biblista Giuseppe Barbaglio.
Sommario
Introduzione. Che significa oggi sperare e risorgere? (C. Busato Barbaglio) I. PER RIMANERE VIVI E PENSANTI. 1. Dono di speranza e sala operatoria (M. Martelli). 2. Risurrezione, presenza della morte e spirito di perdono nel Vangelo di Giovanni (F. Vouga). 3. Modeste priorità di una non credente (R. Rossanda). 4. Tra finitezza e infinitizzazione dell'incarnazione (L. Boccanegra). II. ALTRE FORME DI MORTE. VALZER - FILM DI SALVATORE MAIRA. 1. Credendo di trovare sua figlia (S. Maira). 2. Una società tecnicamente progredita e moralmente primitiva? (F. Ferrarotti). 3. La figliolanza e la memoria (Y. Redalié). 4. Nuova parentalità e rinnovata speranza (A. Falci). 5. La ragazza costruita dalla pubblicità (S. Maira). III. «LA RISURREZIONE VIENE DA MOLTO LONTANO». 1. «Il sole garbato della sera» (S. Giocomoni). 2. Costruire la vita, costruire la speranza (M.L. Mondello). 3. Speranza nell'incertezza, fede nel dubbio (M. Tronti). 4. La speranza cristiana nella risurrezione (S. Dianich). Conclusione. La disperazione non è l'ultima parola (R. La Valle).
Note sui curatori
CARLA BUSATO BARBAGLIO, vedova di Giuseppe, è psicoanalista SPI-IPA.
ALFIO FILIPPI è direttore emerito delle Edizioni Dehoniane Bologna (EDB), di cui è stato alla guida dal 1991 al 2011 e dal 1971 ha curato il settore biblico; ha inoltre diretto il quindicinale Il Regno dal 1971 al 1992.
Il testo è centrato su due grandi protagonisti della letteratura moderna: Paul Claudel a Charles Péguy.
Redatto da Henri de Lubac e da Jean Bastaire, questo libro rende omaggio a «due poeti teologi, di statura eccezionale, non schierati o strumentalizzati, come alcuni hanno sostenuto, ma al contrario troppo a lungo trascurati all’interno della Chiesa».
Il presente volume rappresenta uno studio sapientemente documentato sulla spiritualità di San Giovanni Bosco, questione molto dibattuta dalla produzione storiografica sul fondatore dei salesiani, ma ancora poco approfondita. L'autore ha il merito di portare in primo piano tale questione attraverso una preziosa selezione di prove documentali di importanti figure della Chiesa Cattolica che hanno fortemente influenzato la vita e la spiritualità di Don Bosco: da Sant'Ignazio da Loyola, a San Filippo Neri, da San Francesco di Sales a San Vincenzo de' Paoli, da Sant'Alfonso Maria de' Liguori, fino alla forte esperienza con San Giuseppe Cafasso, suo maestro e guida. Uno studio che costituisce dunque un eccezionale patrimonio di fonti e riflessioni, utili al lettore per comprendere meglio il valore e il significato dell'esperienza spirituale ed apostolica di Don Bosco nella vita sociale e nella Chiesa.