Padre Pio nasce il 25 maggio del 1887 a Pietrelcina, in provincia
di Benevento, da due poveri contadini. Manifesta molto presto la
sua vocazione orientandosi verso l’ordine religioso dei Francescani,
influenzato dall’immagine esemplare del poverello d’Assisi. Le famose
stigmate compaiono nel settembre del 1918 mentre prega Dio affinché
ponga fine alla Prima Guerra Mondiale e colpisca lui perché possa
espiare i peccati degli altri uomini. Gli anni successivi alla comparsa
delle stigmate sono costellati di avvenimenti eccezionali. Padre Pio
deve combattere contro lo scetticismo e l’invidia coltivati soprattutto
negli ambienti religiosi, sia locali sia pontifici, al punto che gli viene
interdetta la possibilità di dire messa, di predicare e addirittura di
intrattenere corrispondenza con estranei al convento. Ormai la sua
fama si espande in tutto il mondo e i suoi seguaci, galvanizzati anche
dai suoi miracoli, riescono a far recedere anche i suoi nemici più
agguerriti. Padre Pio muore nel 1968 ma nel 1999 viene proclamato
beato e nel 2002 santo.
A partire dal III secolo dopo Cristo e fino alla fine del Medioevo, l'elezione del papa avveniva spesso in un clima molto conflittuale, che dava adito a contrasti e contestazioni. Il più delle volte questi sfociavano nella presenza contemporanea di due pontefici, uno dei quali definito, appunto, antipapa. Nel nostro immaginario questi personaggi sono rappresentati come individui corrotti, assetati di potere, nemici della Chiesa e dell'unità dei cristiani. In realtà, lungi dall'essere creature tenebrose che tramano nell'ombra, molti sono devoti uomini di Chiesa divenuti antipapi perché sostenitori di posizioni teologiche poi sconfitte o per una serie di motivi fortuiti. Questa storia dei 'perdenti' rispetto alla tradizione ufficiale della Chiesa ci farà scoprire così che dei trenta e più antipapi, uno è venerato come santo e martire e altri sono morti in odore di santità. Che per lunghi secoli su molti di loro la Santa Sede ha preferito non prendere posizione e su alcuni si mantiene tuttora cauta, ammettendo che potrebbero essere considerati papi legittimi. Si scoprirà anche che alcune figure che la storiografia tradizionale ha considerato burattini in mano al potere secolare, hanno contribuito in modo decisivo alla definizione delle regole che stanno alla base del papato e, per questo, in modo del tutto inatteso, alla storia e all'autocoscienza della Chiesa stessa.
Il lavoro offre un testo particolarmente ricco. Si tratta di tre capitoli che introducono e preparano la conoscenza dell'Ufficio della Paraclisis della Madre di Dio, dove prende rilievo il continuo intercalarsi di tropari indirizzati, a ritmo alterno, ora al Cristo ora alla Vergine. Cristologia, mariologia ed ecclesiologia sono i fili conduttori di tutto il testo che l'autore trascrive e traduce. Importante è la lunga analisi circa la Sacra Scrittura come fonte e fondamento della riflessione teologica e del cammino di preghiera. I tropari non sono altro che una lectio divina dei testi scritturistici sia dell'Antico che del Nuovo Testamento. Viene inoltre sottolineato il ruolo svolto dalla letteratura apocrifa nello sviluppo della riflessione teologica. Il manoscritto contenente la Presvìa o Paraclisis, è un Hôrològhion proveniente dallo scriptorium della Cattedrale di Bova. L'Autore descrive ed analizza le vicende storiche di questa eparchia importante per la sua tradizione ecclesiale e liturgica fino al momento della sua soppressione.
Qual è il misterioso ostacolo che rende impossibile ai cristiani essere cristiani? E perché, nonostante l'enorme profusione di sforzi, di impegni, di energie spesi per l'evangelizzazione, non succede niente? Perché i cristiani non sono interessanti per il mondo? A quasi 50 anni dalla prima uscita del libro, l'originalità e la freschezza della risposta offerta da Schmemann rimangono intatte. Schmemann afferma con decisione che proprio questo è il peccato originale: pensare a Dio in termini di religione, cioè opponendolo alla vita. Da qui nasce una mentalità che dà origine ad una doppia riduzione della fede cristiana. Da una parte ci sono coloro che credono che la nostra esistenza concreta non abbia niente a che vedere con la vita che Dio ci promette, se non come esercizio e prova per l'aldilà. Dall'altra ci sono coloro che credono che questa vita sia l'unica vita e che quindi tocchi a noi riempirla di significato e di felicità quanto più è possibile. Nell'uno e nell'altro caso, i cristiani rendono opaco il mondo, invece di trasformarlo in "vita in Dio". Con questa chiave di lettura, Schmemann ci offre una visione dei sacramenti radicata nella tradizione e allo stesso tempo profondamente nuova e attraente per l'uomo di oggi.
Il Giubileo come segnatempo di epoche. In venticinque anni dell'età moderna, con la rivoluzione digitale già al secondo tempo dell'intelligenza artificiale, cambia il mondo e la Chiesa si trova oggi con un evento che viene dalla sua storia lontana, a poterne misurare il passo. È la natura fortemente popolare degli Anni santi a rendere possibile di guardare al Giubileo come a un ponte di passaggio tra un tempo e l'altro, nel momento di una profonda e quasi interminabile transizione. Può un Giubileo aiutare a promuovere una riflessione all'altezza dei tempi nuovi della Chiesa e del mondo? È questa la domanda al centro delle attese del prossimo Anno Santo del 2025. Nessun Giubileo è uguale all'altro, ma per avvicinarsi meglio al nuovo, il primo di un papa a nome Francesco, è parso necessario volgere lo sguardo al passato e vedere come il mondo e la Chiesa sono cambiati da un Anno Santo all'altro, dopo il passaggio del millennio. Verso il Giubileo è allora anche l'indicazione di marcia, sulla scia della Bolla d'indizione Spes non confundit, per un tempo sperabilmente nuovo. Prefazione del Cardinale Pietro Parolin.
L'attualità del conflitto israelo-palestinese e la relativa attenzione mediatica rendono di estremo interesse un testo che raccoglie storie attuali di pace e speranza dalla viva voce dei protagonisti. Testimonianze raccolte da un'autrice estremamente autorevole: Chiara Zappa infatti si occupa da anni di Medio Oriente.
Francesco Bonini, La testimonianza politica e sociale cristiana Nel settantesimo anniversario della morte di De Gasperi Il governo di centro e la costruzione della democrazia. Alcide De Gasperi presidente del Consiglio (1945-1953) A cura di Pier Luigi Ballini e Federico Mazzei Pier Luigi Ballini e Federico Mazzei, Introduzione Pier Luigi Ballini, De Gasperi: il "centrismo". Temi e vicende Daniela Preda, Oltre lo Stato nazionale: De Gasperi e il nuovo ordine internazionale Giovanni Tassani, De Gasperi e i giovani. Due generazioni di fronte a uno statista Federico Mazzei, Comunicare la democrazia. De Gasperi e la stampa Storia Maria Teresa Antonia Morelli, Le parlamentari della prima legislatura repubblicana (1948-1953) Musica Valerio Ciarocchi, Musica in oratorio. Riflessioni a partire da alcune significative esperienze Anniversari Gennaro Luise, L'eredità della pax kantiana. Intervista a Daniela Falcioni In ricordo di Mimmi Cassola Marina Valmaggi, Alcuni passi con Mimmi Cassola Rassegna bibliografica - storia antica Alberto Barzanò, Novità sulla bibliografia scientifica di Storia antica La nostra biblioteca P. Fausto Gianfreda S.J., Anna Laura Sanfilippo.
"Il 13 maggio 1981 mio marito, Mehmet Ali A?ca, attentò alla vita di Giovanni Paolo II. Perché lo fece e per conto di chi? In quarantatré anni sono state seguite diverse piste e formulate molte ipotesi investigative e giornalistiche, lo stesso A?ca ha fornito versioni diverse di quel fatto. Raramente tuttavia è stata detta la verità e mai fino in fondo. I depistaggi e la disinformazione hanno regnato sovrani per oltre quattro decenni, dunque credo sia arrivato il tempo giusto per fare definitivamente chiarezza. Ho deciso di mettere per iscritto oltre otto anni di confidenze, nel preciso intento di porre fine, una volta per tutte, al grande imbroglio di questa storia, cioè che Ali A?ca fosse un killer di Mosca. Ormai vivo stabilmente in Turchia e non penso che avrò occasione di tornare in Italia in un prossimo futuro. Mi sento quindi più libera di raccontare la verità...". "Dopo gli spari di piazza San Pietro, il Papa polacco della Guerra Fredda raccolse la pistola del suo attentatore e la puntò contro il Cremlino".
Questo libro suggerisce percorsi di riflessione per dare risposta a una delle questioni più rilevanti che le imprese si trovano oggi ad affrontare: gestire le risorse umane come persone, considerandole leva di sviluppo e di creazione del valore e garantendo al tempo stesso la soddisfazione degli individui e delle proprie motivazioni. Il libro analizza in maniera rigorosa e sistematica, con continui riferimenti alla pratica manageriale, tutte le politiche e gli strumenti di gestione delle persone. "Organizzazione e gestione delle risorse umane" è un testo che affianca allo studio delle teorie, dei processi e degli strumenti tradizionali del comportamento organizzativo e dello human resources management, anche l'analisi delle nuove questioni del lavoro e dei principali trend che nel testo saranno opportunamente segnalati. Una prospettiva che continua dunque ad arricchirsi richiedendo un aggiornamento continuo sia delle chiavi interpretative sia delle competenze necessarie a gestire con efficacia i nuovi scenari organizzativi. Ne sono testimonianza più evidente, da un lato, le sollecitazioni di cambiamento poste dalla digital transformation e, dall'altro, le implicazioni della pandemia Covid-19. Gli autori hanno effettuato, su questa edizione, un importante lavoro di revisione e arricchimento.
Questo libro rappresenta un'incredibile testimonianza che, attraverso l'esperienza personale dell'autore (ausiliare prima di padre Amorth e ora di don Patrizio Milano), gli insegnamenti di due grandi esorcisti e il commovente racconto di chi ha dovuto vivere gli esorcismi sulla sua pelle e della persona che gli è sempre stata accanto, ci fornisce tutti gli strumenti per conoscere e proteggerci dalle insidie del maligno. Ci conforta scoprire che, dal Paradiso, il caro padre Amorth continua ad intercedere negli esorcismi e a portare avanti la sua missione "speciale".
"Si è portati ancora a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti. In realtà è la pienezza della vita cristiana, che non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell'unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti." (Udienza generale, 13 Aprile 2011). Oltre 100 profili di santi da conoscere e a cui tornare attraverso le parole ispirate di Papa Benedetto XVI. Apostoli, martiri, padri della Chiesa, eremiti, fondatori di ordini religiosi, pellegrini. I santi di ieri e di oggi raccontati dal Papa che ha fatto della santità il cardine del suo magistero.