Benedetto XVI e il Cardinale Robert Sarah hanno risposto all’impulso dei loro cuori. Questo libro farà la storia. In molti modi, è unico. E, certamente, storico. I dibattiti che hanno agitato la Chiesa in questi ultimi mesi hanno convinto Benedetto XVI e il Cardinale Sarah che avrebbero dovuto parlare. Dalla sua rinuncia nel febbraio 2013, le parole di Benedetto XVI sono rare. Coltiva il silenzio, protetto dalle mura del monastero Mater Ecclesiae, nei giardini Vaticani. Eccezionalmente, in compagnia del Cardinale Sarah, suo grande amico, ha deciso di scrivere sull’argomento più difficile e delicato per la Chiesa: il futuro dei sacerdoti, la giusta definizione del celibato e il rispetto per il sacerdozio cattolico. A novantadue anni, Benedetto XVI firma uno dei suoi più grandi testi, di rara densità intellettuale, culturale e teologica. Alla sua preziosa analisi risponde il testo del Cardinale Robert Sarah, con la sua singolare illuminazione, con la forza, la radicalità e la saggezza che gli sono proprie. Troviamo in queste pagine il coraggio di riflettere su uno dei più importanti temi della Chiesa. I due autori rispondono, si completano e si stimolano a vicenda. Offrono una dimostrazione perfetta, senza paura di aprire un dibattito.
La fede cristiana e la cultura attuale hanno tante cose da spartire, tra le quali la stessa teologia, che è atto e frutto di mediazione tra fede e cultura: si tratta di un ruolo che oggi è particolarmente importante approfondire, in quanto aiuta a comprendere perché sia necessaria una formazione teologica per ogni cristiano consapevole della sua missione nella Chiesa e nel mondo.
Il testo offre un breve resoconto dell’antropologia alla luce della fede cristiana, in dialogo con la scienza e la filosofia, in base al fondamentale principio conciliare «Cristo svela l’uomo all’uomo» (Gaudium et spes, 22). La parte principale del trattato considera l’uomo a partire dalla Bibbia, con le categorie di "immagine e somiglianza" e "grazia". Particolare importanza viene data alla filiazione divina del credente, al realismo della grazia, alla vita teologale (fede, speranza e carità), all’intreccio tra grazia e libertà. L’ultima parte del libro considera diverse questioni antropologiche alla luce della grazia di Dio nell’uomo: l’unione tra anima e corpo, la libertà che accoglie il dono, il tempo e la storicità, la socialità umana, in particolare quella tra uomo e donna, e infine la persona umana. Prefazione di Giulio Maspero.
I contributi raccolti in questo volume possono essere ritenuti un "punto d’arrivo" dell’esperienza e della riflessione di Giovanni Moioli. Non solo perché sono stati pubblicati nell’ultima parte della sua vita - a partire dal 1973 - ma soprattutto perché propongono alcune delle prospettive fondamentali che hanno suscitato, orientato e accompagnato la sua ricerca teologica e che, tra le righe, lasciano facilmente trasparire il suo modo di comprendere e vivere il cristianesimo. Emerge, così, chiaramente al centro del suo percorso il riferimento a Cristo come modello, forma e criterio di ogni autentica esperienza di fede. Un’esperienza che per essere compresa e vissuta ha bisogno di un’attenta lettura, sia storica che teologica. Il reciproco e fecondo rapporto tra queste due prospettive consente, infatti, di illuminare più facilmente coloro che, nel solco della ricca e articolata spiritualità cristiana, desiderano ancora oggi diventare "discepoli" di Gesù e vivere "come" lui e "con" lui. «Il significato e l’originalità del cristiano stanno ultimamente nella sua riferibilità e nel suo riferimento a Cristo. In tal senso, essere cristiano è "sequela": cioè quel particolare "discepolato di vita" che non solo fa vivere come il Maestro, ma fa vivere con lui e in dipendenza da lui, in qualche modo riesprimendolo, traducendolo, riattualizzandolo». (Giovanni Moioli)
Un volume per accompagnare gli uomini e le donne di oggi a riscoprire che la sessualità è «un regalo meraviglioso [di Dio] per le sue creature» (Amoris laetitia) e che la Chiesa può essere un partner credibile e autorevole in questa scoperta. I protagonisti principali dell’opera sono i centonovanta operatori e operatrici pastorali attivi in Italia che hanno accettato di rispondere a quattro questioni rilevanti nel dibattito etico contemporaneo: relazioni omoaffettive; convivenze; ruolo della donna nella Chiesa; incongruenza di genere e integrazione nella comunità cristiana. La comprensione del "cambio di paradigma- e l’ascolto delle coscienze hanno portato quindi gli Autori a elaborare nuove categorie per l’etica sessuale e alcune "proposte di soluzione- per poter realizzare il miglior bene possibile nelle diverse situazioni presentate nel questionario. La ricerca condotta suggerisce un metodo per la riflessione morale e ispira una prassi pastorale in grado di dare alla riflessione teologica elementi nuovi per «accompagnare, discernere e integrare» (Amoris laetitia) quanti — spesso anche a causa dell’etica sessuale cattolica — proprio dalla Chiesa si sono sentiti feriti ed esclusi.
La teologia riveste ancora un ruolo centrale per l’esperienza cristiana? Nel corso dei secoli, numerosi sono stati gli strumenti utilizzati per interpretare il Mistero e offrire la possibilità di farne esperienza, dalle categorie ai loci theologici. Questi strumenti non sono oggi sufficienti davanti alla complessità del reale. Troppo è lo scarto tra il linguaggio comune, le molteplici esperienze di fede e le forme del teologico. Emerge allora la necessità di pensare a un nuovo strumento capace di unire la teoria e le pratiche, la forma e il contenuto, il singolo con l’insieme, e ancora: l’umano con il divino. I campi semantici rappresentano una risposta ideale a questa necessità grazie al loro potenziale unitivo e performativo. Il significato del singolo termine viene a formarsi attraverso le relazioni che egli stesso intesse con gli altri concetti, con l’esperienza della comunità credente e con la tradizione, offrendo così un’immagine del divino che risponde alle esigenze di unità e complessità. Prefazione di Stella Morra. Postfazione di Piero Coda.
La Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. con la pubblicazione della presente Miscellanea intende esprimere la propria gratitudine al prof. Vincenzo Battaglia per i lunghi preziosi anni di insegnamento, di ricerca e di servizio a favore della Facoltà, dell'Università e della Chiesa.
I vari contributi che costruiscono la trama di questa Miscellanea fanno riferimento, da molteplici prospettive, al titolo generale: L'amore di Cristo ci spinge.
In questo modo si intende rendere omaggio alla continua e feconda dedizione al mistero di Cristo Signore che ha segnato tutta la vita accademica del prof. Battaglia.
I curatori. il prof. José Manuel Sanchis Cantò e la prof.ssa Mary Melone sono entrambi ex-studenti e discepoli del prof. Battaglia.
Il prof. José Manuel Sanchis Cantó ha conseguito il dottorato in teologia sistematica, con uno studio sulla teologia trinitaria di Ilario di Poitiers, presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. di cui attualmente è Vicedecano.
Insegna cristologia presso la Facoltà di Teologia dell'Antonianum e presso l'Instituto Teologico de Murcia, aggregato alla Facolta di Roma.
La prof.ssa Mary Melone ha conseguito il dottorato in teologia sistematica presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum con uno studio sulla teologia trinitaria di Riccardo di S. Vittore.
Nell'Università ha svolto, tra altre, le cariche di Rettore Magnifico e Decano di Teologia. È docente stabile per la cattedra di teologia trinitaria presso la stessa Facoltà.
In un tempo in cui l’adorazione eucaristica rischia di essere ridotta a gesto devozionale o esperienza estetica, questo libro si propone di riscoprirne la natura originaria: non un atto privato di pietà, ma un evento trinitario che plasma la Chiesa e genera la fede pensante. Con linguaggio insieme teologico e contemplativo, il testo offre una riflessione organica e innovativa sull’adorazione eucaristica, letta come partecipazione viva al dinamismo del dono trinitario. Non si tratta di "guardare" un oggetto sacro, ma di lasciarsi guardare da una Presenza che chiama, converte e invia. Attraverso un percorso che unisce esegesi, teologia dogmatica, spiritualità liturgica e antropologia simbolica, l’autore mostra come l’adorazione non sia un’aggiunta alla liturgia, ma la sua estensione orante, e non un’alternativa alla missione, ma la sua radice più profonda. Ogni capitolo è guidato da una postura teologica specifica: dal pensare inginocchiati all’abitare il silenzio, dal lasciarsi ferire dalla carne del mondo al riconoscere nella Presenza eucaristica il volto del Dio trinitario che plasma la storia. Ne scaturisce una teologia della prostrazione, in cui la verità non si impone, ma si riceve; in cui il pensiero nasce dalla lode, e la conoscenza si trasfigura in preghiera.
Illustrare la storia del rapporto tra fede e ragione, insieme alle questioni storiche riguardanti la relazione tra teologia e filosofia, lungo l'intricato percorso della storia millenaria dell'apologetica cristiana, è l'obbiettivo principale di questo libro. Infatti, la storia del rapporto tra l'atto di fede e la facoltà della ragione trae la sua vitalità primaria e originaria dalla storia dell’apologetica cristiana. Entrambe rappresentano due aspetti dell'unica realtà. Una storia comune forgiata dagli sforzi ponderati, intelligenti, fiduciosi e responsabili di apologeti concreti che, nelle loro conquiste teologiche, hanno cercato di elaborare un'interpretazione che onori la fede cristiana e che sia in grado di discutere non solo sul come, ma anche sul perché delle cose.
Nella sua veste storica, l'apologetica cristiana rivela le linee maestre del cammino teologico proprio là dove homo est capax Dei, ratio est capax fidei, philosophia est capax theologiae, e viceversa. Si tratta delle linee maestre di una storia scandita da specifici paradigmi di pensiero che vengono accettati come evidenti durante i secoli, finché non si presenta la necessità del loro cambiamento. Ogni cambiamento paradigmatico nell'apologetica cristiana si spiega sulla base di un determinato contesto spirituale-intellettuale-culturale, che a sua volta è una delle chiavi di interpretazione del medesimo.
Con questo agile testo, vogliamo proporvi un percorso che rimetta davanti ai nostri occhi le intuizioni bonhoefferiane sotto molteplici aspetti e che, a partire da esse, ci consenta di capire meglio qual è il nostro compito oggi, con il il pensiero e con l'azione, per dire e fare qualcosa di sensato in una situazione inquieta e perigliosa come non mai dai tempi tragici che sconvolsero il mondo e portarono l'Europa al suicidio. Quelli nei quali Dietrich Bonhoeffer visse e morì camminando eretto.
In questo studio, Francesco Morganti propone una riflessione radicale e originale sul rapporto tra fede e ragione, affrontando il cuore del messaggio cristiano con gli strumenti della logica modale e doxastica. L’Autore non cerca scorciatoie: si addentra nei territori più esigenti del pensiero - dalla metafisica alla scienza, dalla filosofia antica alla modernità tecnologica - per esplorare il mistero cristiano nella sua pienezza, senza rinunciare alla chiarezza né alla profondità. In dialogo con Pascal, Tommaso d’Aquino, i Padri della Chiesa e i grandi pensatori moderni, Morganti offre una lettura appassionata e rigorosa del Vangelo, nella convinzione che solo un pensiero capace di amare la verità per sé possa restituire senso all’umano e aprirlo al Fondamento. Un testo che sfida tanto il fideismo quanto il razionalismo, e che si rivolge a chi, con mente aperta e cuore inquieto, è ancora disposto a pensare Dio non come concetto astratto, ma come Amore vivente.