Nel 1941 Edith Stein dedica una proprio studio al padre della mistica occidentale, Dionigi l'Areopagita (intorno al 500). La teoria della mistica di Dionigi ha il suo posto nell'opera steiniana tra il lavoro su Teresa d'Avila (Il castello dell'anima, ESGA 12) e quello su Giovanni della Croce (Scientia Crucis, ESGA 18). Edith Stein indaga sullo sfondo delle proprie esperienze nel Carmelo, con l'aiuto della sua attrezzatura fenomenologica, su alcune problematiche di filosofia della religione, del tipo: Come può l'uomo, con l'aiuto di simboli, giungere ad una valida conoscenza di Dio? Ella tratta anche aspetti mistagogici: "Come può un uomo essere condotto dalla mancanza di fede e rispettivamente dall'ateismo attraverso osservazioni della natura e della storia sino alla fede cristiana e alla personale esperienza mistica di Dio?"
Nei campi nazisti ci si uccideva per un pezzo di pane. Ecco quello che il tuo Dio ha lasciato fare, ecco a cosa ci ha ridotti. Se vuoi, puoi andare a vivere con lui. Io non lo perdonerò mai!». L'autore non ha mai dimenticato queste parole e ha scritto questo testo per coloro che non riescono a dimenticare il problema del male nel mondo.
«Se Dio c'è ed è come ce lo racconta la Parola, non può che essere nascosto, celato, defilato. E, nel contempo, raggiungibile. Abbiamo in noi stessi tutti gli strumenti per diventare cercatori di Dio. Esploratori dell'Assoluto». Tutti abbiamo un'idea di Dio, un'idea costruita a partire dal nostro carattere, dalla nostra esperienza, dall'ambiente in cui siamo cresciuti. E tanti di noi tendono a proiettare su Dio i loro bisogni e le loro speranze, o a chiamarlo in causa per le ingiustizie e le sofferenze che subiscono o colpiscono gli innocenti. Chi è dunque il Dio in cui crediamo (o non crediamo)? È la domanda che Paolo Curtaz ci pone in queste pagine, invitandoci a mettere fra parentesi tutto ciò che crediamo di credere per cercare di conoscere il Dio che Gesù racconta nei Vangeli. In una sorta di introduzione al cristianesimo, amichevole e ricca di umorismo, il teologo ci mostra, ripercorrendo i testi biblici, come liberare la testa da vecchie e asfittiche convinzioni religiose, imparare ad ascoltare la testimonianza evangelica, cercare con costanza, nella nostra vita, quel tesoro nascosto che è la presenza di Dio. Chi accoglie la prospettiva di Gesù incontra un Padre che lo ama e lo rende capace di amare, lo fa partecipe di un grande progetto d'amore, gli apre le porte su una vita più autentica, gioiosa, intensa. Una riflessione rivolta ai credenti, ai dubbiosi e perfino agli atei che sfida a iniziare una propria, originale, ricerca spirituale.
Questo libro è nato dal desiderio di parlare della donna e di leggerla in un’ottica di umanità e di bellezza creata da Dio.
Lo scopo è quello di portare le donne a riflettere su quanto di bello rappresentano e quanto bello è il loro cuore, è provare a capire come siamo fatte per imparare a volerci bene, a non incolparci di cose che non esistono e che spesso sono frutto di una mancanza di conoscenza del nostro intimo.
Cercheremo di recuperare tutti quegli aspetti del nostro essere donna che possono renderci più armoniche, più amabili e quindi più amate.
Un detto rabbinico dice che Dio dopo aver creato tutto ed aver visto la Creazione ha detto: «Ho bisogno di una madre che mi aiuti” e ha creato la donna!
Il primo che ha colto la necessità di una presenza femminile è stato dunque il Signore!
Il volume è tratto da quattro meditazioni della madre dal titolo:
- Essere donna nel cuore, nel corpo, nella testa
- La gioia
- Tenerezza e castità, abusi e nudità
- La maternità: bellezza di una donna
l’autore: Madre Abbadessa Maria Emmanuel, medico, è entrata nell’Abbazia benedettina sull’Isola San Giulio guidata dalla Madre Anna Maria Cànopi. Nel 2012 è stata inviata quale Abbadessa del monastero San Raimondo in Piacenza. Qui ha iniziato la Lectio quotidiana durante le Lodi, aperta ai fedeli. Svolge Lectio e meditazioni aperte ai fedeli, accoglie gruppi per ritiri spirituali e riceve singoli o coppie per colloqui spirituali.
Chi pensasse che "Il Dio queer" sia semplicemente un altro libro sulla fede cristiana e l'omosessualità sbaglierebbe: la teologia queer proposta da Marcella Althaus-Reid è molto di più e proviene da un universo concettuale e spirituale altro che non cessa di provocare e di stupire. Per l'autrice, parlare di Dio queer significa parlare di una trascendenza foriera di trasformazione, di una fonte immanente di scompaginazione rivoluzionaria, per far emergere ciò che contraddice lo status quo, e dunque anche le norme che regolano la sessualità e il potere che ne deriva.
Nel percorso esistenziale di Sergio Quinzio, la riflessione ha sempre accompagnato il vissuto, lo ha assunto e dispiegato senza attenuazioni, spingendosi a indagare l'abisso scandaloso della sofferenza. In questa lunga intervista, realizzata nel 1991 dall'amico e "allievo" Leo Lestingi, il teologo ripercorre per la prima e ultima volta le tappe fondamentali della propria vita, rievoca le vicende, gli affetti, gli incontri che più l'hanno segnata. E lo fa con la precisione, il pudore e la profondità che gli sono propri. Il dialogo prende così la forma di un testamento spirituale, che testimonia l'ampiezza della sua ricerca, la continua messa alla prova del pensiero e la disperazione di fronte alla Storia coesistente alla speranza inestinguibile nella Salvezza. Una salvezza "povera", che darebbe finalmente senso a tutto il male del mondo, attesa nella fede in un Dio sensibile alla sofferenza e alla morte. Non onnipotente, ma tenero.
Silenzio, Polifonia di Dio è la sfida paradossale di un Convegno nato in risposta ad un appello intimo e profondo insito nel cuore della Chiesa, quello di dar voce alla preghiera tacita, all'ascolto di Dio, in un mondo sommerso dal fragore delle mode e dalla prevaricazione del rumore. Parlare, pensare, guardare, pregare il silenzio sono state le "sezioni" in cui si è articolato il pensiero e il dibattito degli incontri, disegnati secondo il metodo delineato dalla Veritatis Gaudium all'insegna della transdisciplinarietà. Il grande tema del silenzio è stato avvicinato dal punto di vista teologico, biblico, museale, storico-artistico, iconografico, musicale, poetico, spirituale. Diciannove autori, undici saggi, tre meditazioni, cinque testimonianze, corredate da sorprendenti contenuti multimediali (tra cui una lezione concerto di Mario Brunello e una conferenza nella lingua dei segni delle Guide dei Musei Vaticani), delineano qui, negli Atti del Convegno, una vera e propria mappa del silenzio all'interno della quale il lettore può perdersi e ritrovarsi, tracciando una propria via che è poi quella non solo della riflessione intellettuale, ma anche dell'incontro personale con Dio.
Fiamma viva è il titolo di una delle opere più conosciute di san Giovanni della Croce, ma è anche il simbolo con cui la Parola di Dio e l'esperienza dei mistici narrano l'azione dello Spirito, fonte dell'amore. La collana raccoglie gli atti della Settimana di spiritualità che si tiene ogni anno presso il Teresianum di Roma, con approfondimenti biblici, teologici e pastorali sui temi monografici della vita nello Spirito.
Attraverso un dialogo immaginario tra due personaggi simbolici — Miscredenzio (il non credente o il credente dubbioso o superficiale) e Teofilo (dal greco, "l’amico di Dio") — l'Autore esplora alcuni grandi interrogativi, quali l'esistenza di Dio, il male, il rapporto tra scienza e fede, lo scollamento tra società e cristianesimo e la secolarizzazione come fenomeno culturale, giungendo a dimostrare come la fede nel Dio di Gesù Cristo sia in grado di offrire risposte alla contemporaneità smarrita liberando l'uomo dal peso del materialismo imperante.
Una raccolta di testi pubblicati dal sacerdote gesuita ceco Adolf Kajpr (1902-1959), pensatore acuto e dal talento straordinario, coraggioso predicatore e articolista, morto a seguito degli stenti patiti nei campi di concentramento nazisti e nelle carceri comuniste. È considerato testimone di un cristianesimo assoluto ed è accompagnato da fama di martirio. Nel 2019 è stato iniziato il suo processo di beatificazione, che dal 2021 è entrato nella fase romana. Kajpr era costantemente impegnato nell'intensa ricerca di Dio in tutte le cose e, con ciò, anche di modalità per diffondere la fede in Gesù Cristo tra i propri contemporanei, specialmente tra quelli dalla fede tiepida. Proprio per questo, con eccezionale capacità di discernimento, mostrò la luce che il cristianesimo gettava sulle vicende del tempo nella vita sociale e quale atteggiamento adottare verso di esse. I suoi testi erano espressione di interesse per le questioni pubbliche e per il bene materiale, così come per la salvezza eterna di tutte le persone.Ciò lo portò appunto a criticare le tendenze totalitaristiche della sua epoca, cosa di cui dovette pagare le conseguenze con le sue sofferenze e la sua morte. Le sue qualità fanno di lui un rappresentante del rinnovamento cattolico preconciliare.
La conoscenza e la definizione dell'esperienza mistica ci pongono di fronte a un paradosso. Nella sua natura più profonda essa è sprofondamento nell'abisso dell'interiorità, incontro o unione con Dio fino al totale svuotamento di sé. Eppure non c'è per noi altra via d'accesso alla sua conoscenza che il linguaggio. Lo studio dei modi espressivi attraverso i quali essa si rende conoscibile è dunque obbligatorio. Non di rado, del resto, la scrittura mistica ha raggiunto i più alti risultati poetici: basti pensare a un san Giovanni della Croce, a un Angelus Silesius. Ma se si vuole attingere il nucleo più intimo di questa esperienza non ci si può arrestare alla pura dimensione letteraria: qual è dunque lo specifico del linguaggio mistico?
Teologo e filosofo, Watts rivendica nel Dio visibile l'estrema attualità del Cristianesimo, spoglia la religione della Chiesa dei suoi tanti rivestimenti e travestimenti morali e ne coglie il nucleo nel concretissimo mistero dell'Incarnazione. Per l'autore di questo libro, infatti, il Dio cristiano non è una presenza remota né un obiettivo lontano da raggiungere, desiderare o temere: è "più vicino a noi di noi stessi".