"Il libro si dedica ad alcuni passaggi chiave della lunga vicenda delle relazioni tra cristiani ed ebrei, focalizzando anche un tema spinosissimo eppure ineludibile: l'antigiudaismo, e l'antisemitismo, di marca cristiana, per ragionare quindi sui due eventi che hanno potentemente segnato la storia ebraica del ventesimo secolo e la cui onda lunga è tuttora palpabile nei suoi riflessi, la Shoah durante la seconda guerra mondiale (1939-1945) e la nascita dello Stato israeliano (1948). Consapevoli che il dialogo cristiano-ebraico sta attraversando una fase critica, è necessario conoscere quali siano state e siano le pietre d'inciampo più classiche, e anche quali siano le contestuali tracce di speranza, oltre che interrogarsi su come, con e dopo il 7 ottobre 2023, si sia aperta un'ulteriore crepa, che rimanda alla necessità di elaborare un paradigma inedito nel dialogo fra cristiani ed ebrei. Tutto da pensare, tutto da costruire, e sul quale occorrerà esercitarsi a fondo da parte di chi intenda dedicarvisi. Noi non siamo «la sostituzione» del popolo d'Israele, né il «vero Israele». Siamo un ramo spuntato da un popolo che continua a esistere. Il dialogo con questo popolo concreto ci è essenziale per dire noi stessi. Gesù di Nazareth appartiene al popolo ebraico. Non possiamo comprenderlo negando tale appartenenza. Non possiamo comprenderci negando tale appartenenza." (Dalla prefazione di Mons. Derio Olivero).
Uomini e donne che furono “voce dello Spirito”, pur nella diversità di tradizione religiosa o fede, di epoca o stato di vita. “Mistici” li definiamo, ma nella consapevolezza che lo sono non nella loro stravaganza e irraggiungibilità. Ma nell’aver accolto con gratitudine e impegno il dono di stare “faccia a faccia con Dio” giorno dopo giorno. Isacco il Siro apparteneva alla Chiesa siro-orientale, detta anche “nestoriana”. Rabi‘a è una mistica musulmana del IX secolo. Francesco d’Assisi è il santo che tutti conosciamo. Suor Kinga della Trasfigurazione è stata una carmelitana ungherese, morta nel 2009.
Autore
Sabino CHIALÀ è monaco della Comunità monastica di Bose, laureato in lettere classiche e dottore in filologia e lingue orientali presso l’Università di Louvain-la-Neuve, in Belgio. Caterina GREPPI, dopo la laurea in filosofia e gli studi di islamistica seguiti in Italia, si è perfezionata nella lingua araba soggiornando a Tunisi e a Damasco. Docente invitata di lingua araba al Pontificio Istituto Orientale a Roma, ha coltivato contatti personali con esponenti del sufismo. Iacopo IADAROLA è frate carmelitano scalzo, laureato in lettere classiche presso l’Università La Sapienza di Roma, ha conseguito la licenza in teologia spirituale presso la Facoltà teologica del Triveneto e attualmente è dottorando nella medesima disciplina presso la Facoltà teologica del Teresianum in Roma. Collabora a varie testate quali «Rivista di Vita Spirituale», «Il Santo», «La Stampa – Vatican insider». Con le Edizioni Messaggero ha pubblicato Cantare il creato. Con san Francesco e con san Giovanni della Croce (2019). Fabio SCARSATO è frate francescano conventuale, direttore editoriale del «Messaggero di sant’Antonio» e delle Edizioni Messaggero Padova.
L’itinerario storico teologico che i precedenti volumi della serie "Per i molti cammini di Dio" ci hanno fatto percorrere, ha messo davanti ai nostri occhi, per un lato, la profonda evoluzione che la teologia ha sperimentato negli ultimi tempi al ritmo del suo incontro con le altre religioni e, dall’altra parte, ci fanno sospettare che questa evoluzione non è conclusa, anzi, piuttosto, nuove e profonde trasformazioni spettano alla teologia nel futuro. É l’evoluzione stessa delle società e dell’umanità globale ciò che sta impulsando questa trasformazione incessante della teologia.
Fin dai tempi del Vaticano II, anche nella chiesa cattolica si è aperta una intensa discussione sul rapporto fra cristianesimo e altre religioni. Al riguardo, la coscienza pubblica si è ritirata in massima parte su una posizione di indifferenza. La discussione teologica, invece, mostra spesso di prediligere un certo pragmatismo oppure, per altri versi, si dilunga in interminabili dibattiti teorici.
Nel panorama generale delle discussioni, il taglio di questo libro esibisce un profilo particolare. Pone al centro dell’interesse non tanto il dialogo interreligioso in senso pratico, quanto piuttosto la comprensione di sé che il cristianesimo sta maturando di fronte alla pluralità delle religioni. In quale modo la percezione di molti sistemi di fede diversi porta a un ripensamento dell’immagine biblica di Dio? Il fenomeno di un pantheon globale costringe forse i credenti cristiani a un costruttivo giudizio autocritico? Stante la sua decisa pretesa di possedere una validità universale, il cristianesimo è effettivamente in grado di intavolare un dialogo con l’altro, con il diverso?
Da teologo dogmatico e adottando una prospettiva di storia dei dogmi, Stubenrauch parte dalla convinzione dell’unica e insuperabile incarnazione della Parola divina. La teologia cristiana delle religioni, allora, non deve portare alla relativizzazione del proprio patrimonio di fede, né al disprezzo di quello altrui. Essa, piuttosto, è la possibilità di parlare del Dio di tutti gli uomini senza pregiudizi per le loro convinzioni religiose.
In questo senso, la riflessione lancia un segnale a favore della preziosa cattolicità della fede cristiana.
Era il 4 febbraio 2019 quando papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb firmavano ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, la Dichiarazione sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, documento che, dal punto di vista cattolico, contiene un passaggio alquanto problematico là dove si legge che “il pluralismo e le diversità di religione” nascerebbero da “una sapiente volontà divina”. Ma come può Dio volere, in virtù della sua sapienza, la diversità delle religioni? Affermare che le diversità di religione sono volute da Dio non significa contraddire la richiesta di Gesù di andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura?
A partire da queste domande il libro, con il contributo di monsignor Nicola Bux e don Alfredo Maria Morselli, affronta il contenuto della Dichiarazione, lo colloca all’interno del pontificato di papa Bergoglio e ne mostra gli sviluppi, come la nascita dell’Alto comitato per la fratellanza umana e la Abrahamic Family House, la Casa della fede abramitica in costruzione ad Abu Dhabi.
Al termine è proposto il testo del Manifesto della fede del cardinale Gerhard Müller sulla Verità della rivelazione.
Aldo Maria Valli (Rho, 1958), per oltre trent’anni vaticanista della Rai, gestisce ora il popolare blog Duc in altum.
Prendendo spunto dalla tensione creatasi quindici anni fa con la ormai famosa lectio magistralis di Regensburg del 2006, a seguito della quale papa Benedetto XVI fu attaccato con estrema forza per quella che, allora, a molti sembrò una presa di posizione anti-islamica, padre Perrella, guardando con preoccupazione ma con speranza insieme alle tensioni tra islam e cristianesimo (e tra islam e mondo occidentale), cerca una strada che possa offrire una prospettiva comune tra le due religioni. E la rintraccia, primariamente, nella figura di Maria: la Madre di Gesù diventa, in questo libro e in questa prospettiva, la donna del dialogo per una ritrovata fratellanza tra le due fedi. Ma il libro di Perrella è anche molto di più, poiché prende occasione per presentare l'islam a chi non ne conosce bene le tematiche e offre una casa comune in cui inquadrare la fede cristiana e musulmana, mostrandone somiglianze e divergenze. Perrella firma un libro importante che rivela le prospettive di una possibile fratellanza ecumenica "mariana".
27 ottobre 1986. Papa Wojtyla convoca ad Assisi le religioni del mondo per un'inedita "Giornata mondiale di preghiera per la pace". Lo "Spirito di Assisi" è ancora vivo nei cuori di moltitudini di uomini perché sono stati i 30 anni trascorsi fin qui a mostrare quanto potente e lungimirante fu l'ispirazione che animò quella e le successive "Giornate" (1993, 2002, 2011, 2016): la pace è un dono di Dio, non è "religione" quella che fa guerra in Suo nome.