1755. Il carnevale veneziano è all'apice dell'ebbrezza e della festa. Caterina Dolfin, nonostante il divieto materno, partecipa di nascosto a una festa in casa del console inglese Smith, per stordirsi e dimenticare per qualche ora i dispiaceri che l'assillano: la recente morte del padre, che l'ha educata all'amore per l'arte e allo studio della filosofia, la povertà e le nozze imminenti con un uomo che detesta, ma che la madre le impone. Nella biblioteca del palazzo incontra Andrea Tron, ambasciatore della Serenissima, erede di una delle più facoltose famiglie veneziane, cui tutti predicono un futuro da doge. Stregato dalla bellezza di Caterina e abituato a soddisfare ogni capriccio, Tron osa proporle un cinico patto: abbandonare il marito e divenire la sua amante fino a quando a lui piacerà, in cambio della sicurezza economica e della promessa di non intromettersi nella sua vita privata. Da quel momento Caterina si trasforma in un'adultera, ma anche in una donna padrona di sé e delle proprie scelte, spesso contro corrente e pericolose, incurante del disprezzo della società, che non le perdona la coraggiosa sfida alle sue regole. Ma Tron, contro ogni aspettativa e contro la sua stessa volontà, è costretto ad ammettere che il legame con la Dolfina si è trasformato in un sentimento che non può ignorare e che esige una improrogabile e difficile scelta.
Questo libro illustrato presenta un breve testo conciso e adatto ai bambini, insieme alle illustrazioni delle più belle storie della Bibbia.
Sostenuto da immagini luminose, queste semplici parole lasceranno nella memoria dei più piccoli il possenti nomi di Noé, Abramo, Mosè, Davide… e certamente il nome di Gesù.
Un libro per fare i primi passi nel mondo della Bibbia. Destinato ai bambini da 4 anni in poi e i loro genitori.
Marie-Helene Delval scrive libri per bambini ma svolge soprattutto il difficile lavoro di traduttrice in francese di libri per ragazzi. A lei si devono le traduzioni di libri come Eragon e tutta la collana di Maryu Pope Osborne, La magica casa sull’albero.
Le grandi figure bibliche femminili sono quasi tutte, in un modo o in un altro, legate alla maternità, spesso anche difficile e sospirata; il loro grembo si fa simbolo di nascite e rinascite che riguardano tutti noi. Queste lectio sono strutturate come un luogo aperto, per entrare e uscire, sotto lo sguardo del Dio della vita. Nella sua Parola, Dio stesso offre a noi un grembo, per rinascere dall’alto, attraverso l’ascolto obbediente, dall’acqua e dallo Spirito (Gv 3,5.7).
Destinatari
Gruppi, associazioni, parrocchie, comunità, ma anche per la preghiera e la meditazione personale.
Autore
SR. MARIA ANASTASIA DI GERUSALEMME (Caterina Cucca) è nata a Ravenna nel 1967. Nel 1983 parte per un anno di studio in California (USA), dove si incontra con l’Amore di Dio. Si appassiona alla lettura delle Sacre Scritture e in esse trova la sua vocazione. Al ritorno in Italia scopre la spiritualità del Carmelo nell’incontro con le Monache della sua città. Nel 1986 consegue la maturità linguistica e parte per un anno di studio a Bonn (Germania). Il 4 ottobre 1987 entra al Carmelo di Ravenna, dove, nel 1995, emette la professione solenne. Vive nella preghiera, nel lavoro e nel silenzio, nella lectio divina, la sua vita di claustrale, insieme alle sue sorelle.
Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza". Proprio questo Spirito auguro e invoco per tutte le nostre famiglie, perche' sappiano proclamare con fermezza, gioia e fede che il Signore e' risorto e vive, ci ama ed e' in mezzo a noi. (Carlo Maria Martini). " Il numero 1 del 'Terebinto' si presenta con una 'lectio' un po' speciale che il Card. Carlo Maria Martini, Arcivescovo emerito di Milano, ha tenuto a Lodi nel settembre del 2006. La familiarita' del linguaggio, la semplicita' della comunicazione della fede fanno di questo testo una esortazione alla gioia, alla concordia, alla festa. Il luogo privilegiato in cui, facendo festa, si trasmette la fede ai piu' piccoli, e' proprio la famiglia.
Un prezioso percorso di rinnovamento interiore alla riscoperta della consacrazione a Dio.
L'avventura del rapporto educativo. Il testo illustra gli aspetti fondamentali di filosofia dell'educazione a partire da un approccio di tipo fenomenologico e una prospettiva concreta. L'autrice si sforza di delineare gli elementi basilari che caratterizzano la formazione e i percorsi educativi, dall'ascolto e la comprensione dell'altro all'utilizzo di linguaggi idonei, soffermandosi, in modo particolare, su quanto caratterizza la specificita' del rapporto educativo.
Il volume vuole essere un contributo alla riflessione su famiglia, vita, bioetica. La famiglia ha da sempre un ruolo fondamentale nella valorizzazione, promozione, celebrazione e servizio alla vita. Il volume prende in esame, oltre ad aspetti di meta-etica, alcuni temi di bioetica. Con una particolare attenzione a due ambiti dell'intervento educativo: la salute e la sessualità.
Questo studio si propone di illustrare le concezioni dell'educazione come esperienza, elaborate da due personalità della cultura del Novecento, John Dewey e Romano Guardini, che con il loro insegnamento, la loro riflessione e i loro scritti hanno esercitato un influsso enorme su intere generazioni di insegnanti e di educatori. Quali sono le coordinate del fenomeno "esperienza"? Quali fattori, dinamismi e orizzonti lo caratterizzano? Che cosa significa intendere, e praticare, l'educazione come esperienza? L'indagine prende le mosse dalla particolare situazione storica e culturale in cui questi interrogativi sono state percepiti e sviluppati dagli autori, per condurre, attraverso la recensione dei tratti essenziali della loro visione dell'educazione, a una sintetica prospettazione complessiva delle rispettive concezioni pedagogiche.
Sussidio per l'adorazione eucaristica, particolarmente adatto per la meditazione e la preghiera durante le cosiddette Quarant'ore". "
Di fronte alla preghiera molti adulti si sentono inadeguati o, ma è lo stesso, sono scettici, increduli. Non sanno più pregare, si vergognano, non riescono a trovare il tempo necessario. Eppure pregare è la cosa più naturale che ci sia, è il dialogo che intratteniamo con chi può darci delle risposte di amore e solidarietà, e l’incoraggiamento a vivere bene giorno dopo giorno.
Jean-Marie Lustiger ha voluto raccogliere in questo volume i testi degli incontri radiofonici che qualche anno fa tenne con gli ascoltatori di Radio Notre-Dame. Quell’esperienza portò alla luce il disagio di tanti uomini e di tante donne posti dinanzi a Dio e alla propria coscienza, ma anche il grande interesse verso un tema ritenuto ingiustamente fuori moda, residuale. Di questa origine, Primi passi nella preghiera conserva tutta l’immediatezza e la freschezza. Non insegna una tecnica né vuole iniziare a segreti ben custoditi. Chiede soltanto di prestare ascolto ai nostri dubbi e alle nostre debolezze, e di accettare di essere aiutati nel cammino della vita, senza paure. Anche i discepoli di Gesù, è scritto nei Vangeli, facevano fatica a pregare quando chiesero: «Signore, insegnaci a pregare». Gesù rispose loro semplicemente: «Quando pregate, dite: Padre Nostro che sei nei cieli…».
Sempre più spesso la cronaca riporta casi di «malasanità». Errori diagnostici, interventi mal realizzati, attese lunghissime, condizioni igieniche approssimative suscitano sdegno e sconcerto nell’opinione pubblica. E anche medici e infermieri denunciano condizioni di lavoro difficili, risorse non adeguate, stipendi non gratificanti. Tutto ciò, però, è solo la punta di un iceberg – la cura dei malati, degli anziani, dei soggetti più deboli, che è forse la questione sociale e culturale più importante dei nostri tempi.
Per molto tempo Marie de Hennezel è stata a stretto contatto con pazienti e dottori, con familiari di pazienti e infermieri, dentro ospedali, cliniche, residenze per anziani. Ha voluto toccare con mano come si vive e si lavora in questi luoghi, per capire, innanzitutto, e anche per individuare delle alternative, delle possibili soluzioni. Gli interrogativi che solleva ci riguardano tutti, come individui e come comunità: gli ospedali (e le strutture a essi assimilabili) sono ancora il luogo dove ci si prende cura di persone in difficoltà oppure sono soltanto macchine amministrative o aziende preoccupate di far quadrare i loro bilanci? I malati e le loro famiglie sono semplici utenti di un servizio o devono essere al centro di una relazione fatta di capacità di accoglienza, sensibilità, comprensione? E, infine, chi si preoccupa dei bisogni di medici e infermieri, spesso sottoposti a un severo stress emotivo?
L’ospedale, scrive la De Hennezel, ha un senso solo se non smarrisce la sua natura di luogo umano, nel quale le speranze degli uni trovano riscontro nell’impegno e nel senso di responsabilità degli altri.