Lungo il Tamigi, per seguire il filo del tempo nel fluire della corrente. Dall’età del ferro, con i primi insediamenti lungo le sue rive, all’età d’oro di Elisabetta I, tra cigni, salici e poeti, al 1889, anno del grande sciopero dei portuali di Londra, in piena epoca vittoriana, fino al Millennium Dome di oggi. Sulle sponde del Tamigi, per bere una bitter e ascoltare le storie del fiume nei pub che punteggiano il suo percorso, per incontrare chi conosce i segreti delle sue sorgenti, chi ne custodisce le chiuse, il fantasma di chi, da secoli, riappare in accoglienti locande. Sulle acque del Tamigi, per capire come il fiume abbia messo alla prova l’intelligenza dell’uomo, e come questi abbia risposto con genialità e determinazione, costruendo canali, ponti e mirabili tunnel; per poi indignarsi quando l’intervento troppo violento sul fiume porta a imbrigliarne il corso, deturpando il paesaggio o alimentando inondazioni. Percorrere il Tamigi, insieme a compagni di viaggio come Turner e Canaletto, Dickens e Grahame, William Morris e Jerome K. Jerome, T.S. Eliot e Gustave Doré. Perché lungo il fiume, la geografia diviene cultura, la natura si traduce in mitologia, pittura, letteratura, identità personale e collettiva. Lungo il Tamigi, dalle sorgenti nel Gloucestershire alla Isle of Sheppey, dove il fiume sfocia nel Mare del Nord, Mario Maffi esplora un fiume che raccoglie la composita identità dell’Inghilterra e, scorrendo, ne restituisce i singoli tratti: l’Inghilterra dei giardini, dell’impero coloniale, delle regate universitarie, del proletariato, della swinging London. L’Inghilterra: un paese che perpetua nella modernità i simboli e i rituali del proprio passato
Le cinque meditazioni che compongono il testo inedito di questi esercizi spirituali sono state pronunciate da Carlo Maria Martini nel 2004. La riflessione prende le mosse dalla Prima Lettera di Pietro, un testo che penetra a fondo il mistero delle beatitudini, della morte, della sofferenza espiatrice di Gesù, del perdono. Dunque, «tutto ciò che è specifico del Nuovo Testamento e perciò così ostico alla mentalità corrente»: la rivelazione della mitezza di Cristo, che accusato ingiustamente non risponde con le offese e si sottomette pienamente a colui che giudica con giustizia.
David Maria Turoldo e Loris Francesco Capovilla, due uomini che hanno scommesso la loro vita sul vangelo al servizio della Chiesa, partecipi delle vicende della società e attenti ai bisogni
degli “ultimi”.
Due uomini che hanno attraversato il Novecento, accomunati nel loro credo, nell’aver capito la “svolta” del Concilio ecumenico vaticano II e l’indicazione giovannea dei “segni dei
tempi”, uniti nel loro amore per la Parola, ma anche per la poesia, la cultura. Due uomini chiaramente diversi, ma che hanno condiviso la passione per l’annuncio, una sensibilità autentica
nelle modalità per portarlo agli uomini del loro tempo e per testimoniare, di fatto, la loro quotidiana esperienza di cristianesimo, incarnandola nella storia del “secolo breve”.
Il presente epistolario “a due voci” è formato da cinquantasei testi in larga parte autografi: diciannove inviati da Turoldo a Capovilla, trentasette da Capovilla a Turoldo, risalenti al periodo
1963-1991.
Aprile 1951. Nei boschi che circondano il corso del fiume Morava, tra Slovacchia e Austria, il giovane sacerdote salesiano Titus Zeman viene arrestato dalle forze di polizia della Cecoslovacchia comunista. Catturano, con lui, alcuni sacerdoti diocesani perseguitati dal regime e molti chierici, che egli accompagnava a Torino per sottrarli alla rieducazione ideologica e permettere loro di raggiungere il traguardo del sacerdozio.
Nell’imminenza della beatificazione di Titus Zeman la Postulazione ha preparato la biografia ufficiale del prossimo beato della Famiglia Salesiana, a cura della Dott.ssa Lodovica Maria Zanet, collaboratrice della Postulazione e redattrice della Positio super martyrio del Venerabile Servo di Dio.
Titus era nato a Vajnory – allora piccolo paese agricolo alla porta di Bratislava – nel 1915. Sarebbe morto – dopo 18 feroci anni di torture, vessazioni fisiche, psichiche e morali – l’8 gennaio 1969. Era stato marchiato come «uomo destinato all’eliminazione», condannato per alto tradimento e spionaggio (ma assolto con formula piena pochi mesi dopo la morte, in un Processo di revisione); e trattato infine come «cavia da esperimento». Aveva vissuto nelle carceri più dure, accanto ad assassini e altri ergastolani. Buono sportivo, chimico e professore di materie scientifiche, animo coraggioso e intrepido che non temeva i pericoli di un itinerario tra i boschi e le montagne, dalla Slovacchia sino all’Alto Adige, Titus amava la Chiesa come un madre, «dando se stesso per lei anima e corpo». La sua vicenda – che si intreccia a quella di molti altri testimoni sofferenti della fede del Secolo dei Totalitarismi cui, pure, queste pagine danno voce – si configura come un vero e proprio martirio per il sacerdozio e la salvezza delle vocazioni. Uomo di confine e di frontiera, sempre presente dove si giocava la “Grande Storia”, Titus Zeman interpella oggi ciascuno di noi. Chiedendoci per che cosa siamo disposti a vivere, e sino a che punto la verità, la bontà, la bellezza di Cristo e del Suo vangelo meritino una testimonianza fino al supremo sacrificio della vita.
Lodovica Maria Zanet, dottore di ricerca, è docente invitato di “Antropologia della santità” presso la Pontificia Università Salesiana di Torino-Crocetta e collaboratrice della Postulazione Generale della Congregazione Salesiana, con l’incarico di redigere le Positiones sulle virtù eroiche o il martirio dei candidati agli onori degli altari. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo La santità dimostrabile. Antropologia e prassi della canonizzazione (EDB 2016).
La época moderna es uno de los momentos claves en la configuración de la civilización occidental. Son los siglos del Renacimiento, del racionalismo, del empirismo, de la Ilustración, con personajes tan fundamentales como Descartes, Lutero, Pascal, Hobbes, Hume o Kant.
La época moderna es uno de los momentos claves en la configuración de la civilización occidental. Son los siglos del Renacimiento, del racionalismo, del empirismo, de la Ilustración. Son los siglos en los que recorren Europa personajes tan fundamentales para nuestra conciencia colectiva como Descartes, Lutero, Pascal, Hobbes, Hume o Kant.
El presente volumen ofrece un panorama amplio y sintético de los principales filósofos y corrientes filosóficas de esta época. Los autores, con muchos años de docencia, han elaborado un texto claro y preciso que interesará a todos aquellos que deseen profundizar en las raíces culturales y filosóficas de nuestro tiempo.
Centro Italia, alla vigilia del secondo conflitto mondiale. La vita di un gruppo di ragazzi e ragazze si trova nel pieno di quella che presto diventerà una guerra civile. Fra loro c'è Stefano Portelli, avvocato di belle speranze con la testa gonfia di utopie innamorato di Eleonora. E c'è la cognata Nina, legata in segreto a Sergio, capo partigiano quasi adolescente. Altre esistenze corrono parallele, incrociandosi poi in maniera imprevista: quella di Alastair Ormiston, pilota inglese della RAF, che adora i libri di Virginia Woolf e sogna il compagno ideale. E quella di Edna, l'amica del cuore che, in una Londra bombardata dai nazisti, scopre se stessa e la felicità. Se queste vite si incroceranno in maniera imprevista, rimescolando le carte della grande Storia, sarà per opera di un destino che le supera, bruciandole in un falò dove tutto si consuma - gioia e dolore insieme.
Ci fu un'epoca - una breve epoca, dal 1946 al 1964 - in cui il ciclo della musica fu attraversato da una meteora detta nuova musica. Era un modo di comporre che dichiarava di porsi oltre Webern, quindi di là dal punto più arrischiato che la musica aveva sino allora raggiunto. Il centro irradiante, in quegli anni, fu Darmstadt, dove ogni estate si eseguirono molte prime non solo di Boulez e Stockhausen, ma di alcuni compositori italiani, da Nono a Evangelisti, da Clementi a Donatoni, da Bussotti a Berio, a Castiglioni, anch'essi protagonisti di quella avventura che trovò la sua conclusione subito dopo aver raggiunto l'apice, con l'immissione - salutare e disgregatrice insieme - della scuola americana, con John Cage e i suoi (musicisti ragguardevoli come Morton Feldman, Christian Wolff e Earle Brown).
Con este cuarto tomo se completa la obra de Historia de la Filosofía que nos ofrece un amplio panorama y al mismo tiempo sintético de los principales filósofos y corrientes filosóficas de cada época.
El presente manual se dirige a las personas que se acercan por primera vez a la filosofía pero no quieren visiones simplificadoras. Los autores muestran la substancial continuidad de la evolución histórica de la filosofía, indican con claridad las novedades de este periodo y resaltan los principales núcleos conceptuales.
El manual se estructura en siete partes, más un apéndice dedicado a la filosofía española en el siglo XX. En la primera, se presenta el romanticismo y el idealismo. En la segunda se otorga una atención particular a Marx, Kierkegaard y Nietzsche. En la tercera se aborda el estudio del utilitarismo, del pragmatismo y las filosofías del lenguaje, y en la cuarta la epistemología y la fundamentación del pensamiento científico. En la quinta se estudia el espiritualismo francés, el neotomismo y el personalismo y en la sexta la fenomenología y el existencialismo. La séptima parte presenta las últimas corrientes filosóficas.
Mariano Fazio es graduado en Historia y doctor en Filosofía. Fue Rector de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz y Presidente del Consejo de Rectores de las Pontificias Universidades Romanas entre 2002 y 2008.Ha publicado numerosos libros. Entre los últimos, mencionamos Historia de la filosofía moderna (2002); Un sendero en el bosque. Guía al pensamiento de Kierkegaard (2005); Historia de las ideas contemporáneas (2007).
Francisco Fernández Labastida es Ingeniero Químico y Doctor en Filosofía por la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, donde enseña Historia de la Filosofía Con-temporánea. Desde 2006 dirige la enciclopedia online Philosophica (www.philosophica.info). Ha publicado La antropología de Wilhelm Dilthey (2001) y El nihilismo contemporáneo,¿el lado oscuro de la Posmodernidad? (2007).
Suzanne, 12 anni, è vittima dell’ossessione dei suoi genitori per i risultati scolastici e le performance d’eccellenza in tutte le attività.
A causa di qualche brutto voto in inglese, la mamma di Suzanne decide di affiancare alla figlia uno studente madrelingua inglese che le dia ripetizioni per due pomeriggi alla settimana.
La ragazzina, fino a quel momento cupa e triste, perché sola e sempre sotto pressione, conosce Tim che si dimostra essere diverso dagli altri adulti.
E’ la prima volta che Suzanne incontra un adulto che le offre delle risposte vere e in più lo fa con piacere.
Tuttavia un giorno un’ombra si insinua tra loro: Tim è triste e pensieroso perché ha litigato con la sua fidanzata e la cosa sembra irreparabile. Suzanne, a quel punto vuole fare qualcosa per il suo prezioso amico. Sarà questa l’occasione per riflettere ancora di più sull’amicizia, sull’amore, sul rapporto con gli altri e sulla lealtà.
Marie Desplechin autrice francese di nuova generazione con più di venti romanzi per ragazzi pubblicati in Francia e tradotti in numerose lingue. Conosciuta e apprezzata per la sensibilità verso la vita interiore dei personaggi delle sue storie, ha vinto premi nazionali come il Prix Tam-Tam per il fortunato romanzo Verte. Il suo stile leggero e garbato è facilmente riconoscibile e definito tra i migliori esempi di letteratura contemporanea di qualità.
Una giornata come tante, piena di occupazioni. E poi il buio. "Due anni or sono il mio cuore si è bloccato annaspando sulla soglia di un infarto", spiega l'autore. E da allora, quando il futuro non è sembrato più così certo, tutto è cambiato. Una cronaca di quei giorni, di quei momenti, corredata da domande incalzanti che ognuno di noi avrebbe potuto farsi.
"Se io non avessi più Cristo, se non Lo avessi, cioè, nel mio passato e nelle mie esperienze; se non Lo avessi nei miei ricordi e nei miei valori e in nessuna delle mie abitudini, nemmeno nel mio bagaglio artistico e culturale; se non Lo avessi in nessuna piega del mio io; se, dunque, il mio cuore e la mia intelligenza dovessero svuotarsi completamente di Lui, che cosa mi mancherebbe?"
La realizzazione del bene comune politico ha molte similitudini con l'esecuzione di una composizione sinfonica. La compiutezza del bene comune politico deriva dal rispetto-potenziamento dei fini delle singole persone, delle società intermedie e dalla loro consonanza con il bene generale, così come la perfezione della sinfonia proviene dalla qualità dell'esecuzione di ogni singolo orchestrale in armonia con quella degli altri musicisti e con le caratteristiche peculiari dell'opera. In questo senso, se non altro come accorgimento sul legame fra qualità di vita e rapporti sociopolitici, l'orchestra può richiamare anche il film di Fellini "Prova d'orchestra", che aveva un chiaro riferimento analogico tra musica e politica. Se nella sinfonia la qualità dell'esecuzione dipende tanto dalla prestazione di ogni musicista come dal valore dei comandi gestuali impartiti dal direttore d'orchestra, analogamente, il bene comune politico deriva sia dal lavoro dei cittadini nella loro individualità e in associazione con altri, sia dall'opera dello Stato che rispetta e promuove la loro autodeterminazione. Quando ciascun strumentista suona bene, non realizza solo la propria perfezione in quanto musicista, ma concorre ugualmente al bene comune complessivo di tutta l'orchestra, cioè all'eccellenza del risultato. Allo stesso modo, quando i soggetti sociali procedono secondo i principi etico-politici fondativi ed essenziali della vita politica raggiungono senz'altro il loro bene particolare, ma plasmano anche il bene comune a tutti, coltivano l'arte del possibile.