Nella nostra società postmoderna (e postcristiana), in un mare di indifferenza religiosa, abbiamo un disperato bisogno di modelli con cui identificarci, di esempi buoni da seguire, di testimoni credibili da imitare. In questo volume troverete 40 donne che ci offrono il loro cammino di fede, di Speranza e di amore verso Dio e il prossimo. Sono nostre sorelle tutte "innamorate pazze" di Dio. Donne diverse tra loro: suore, mogli e madri di famiglia, principesse e regine, giovani e ragazze martiri ma tutte simili in questa bellissima pazzia per Dio. Sono donne che hanno saputo vivere, con coraggio, una santità dinamica, talvolta intrigante, sempre originale e personale.
Lasciamoci stimolare dalla loro determinazione e dalla loro perseveranza, ammiriamone la fede vissuta in contesti esistenziali spesso molto difficili. Accettiamo infine l'invito ad avere almeno un po' della loro pazzia per Dio.
Il volume e fortemente consigliato a parroci e vice, catechisti e catechiste, insegnanti di religione nelle scuole e operatori pastorali incaricati della formazione in oratori e associazioni giovanili, a religiose (e religiosi!). Siamo sicuri che farà del bene a tutti ma specialmente alle donne, sposate o no, che han bisogno di una spinta per continuare con coraggio o semplicemente per riprendere il loro cammino spirituale.
MARIO SCUDU. salesiano di Don Bosco, vive e lavora a Torino, dove ha conseguito la maturita classica (Liceo Valsalice), ha frequentato la Facoltà di Teologia dell'Universitaà Pontificia Salesiana (UPS Torino-Crocetta) e si è laureato in Filosofia e Scienze Umane presso l'Universita Statale. Ha anche insegnato per molti anni nel Centro di Formazione Torino-Rebaudengo e ha collaborato alle riviste Dimensioni Nuove e Bollettino Salesiano. Nel 1997 ha frequentato I’Istituto di Spiritualità di RomaUPS. Dal 2000 lavora per la rivista Maria Ausiliatrice e dal 2009 e vicedirettore della sua edizione in spagnolo, Maria Auxiliadora edita a Santo Domingo.
A Milano la religione gioca da sempre un ruolo importante, anzi decisivo. Nemmeno i laicisti più incalliti protestano se sono chiamati 'ambrosiani', dal nome del vescovo Ambrogio, e nessuno si risente per l'inno indiscusso della città "O mia bela Madunina". Ambrogio è considerato patrimonio di tutti, né si potrebbe immaginare Milano senza il suo santo vescovo e senza la Madonnina d'oro. Dal santo patrono a san Carlo Borromeo, da Montini a Martini, a Tettamanzi, i ministri del culto hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia religiosa e civile di Milano. Ma in queste pagine non troveremo solo storie di arcivescovi. Questo libro è un vero e proprio viaggio nel rito ambrosiano e nel perché della sua diversità, nell'origine e nei segreti dei luoghi di culto, nelle figure (come don Carlo Gnocchi, Luigi Giussani, David Maria Turoldo) che hanno dato al cattolicesimo milanese una vivacità speciale. Aldo Maria Valli entra nell'Università Cattolica, visita la Biblioteca Ambrosiana, racconta dei missionari nel mondo, fa la storia della comunità ebraica e della presenza islamica, propone un giro nelle abbazie, fa capire quanto siano centrali a Milano (città 'dal cuore in mano') il connubio tra fede e carità e il dialogo tra religioni e culture. Tantissime le curiosità. Ad esempio, sapete perché si dice 'roba da chiodi'? E da dove deriva l'espressione 'viaggiare a ufo'?
C'è una strada per essere "più vivi e più umani"? Sì, ci dicono gli autori di questo libro, ideale proseguimento del loro precedente Giuseppe siamo noi. È la strada delle virtù, temi forse oggi passati un poco in disuso, quasi dimenticati, ma che devono tornare a essere essenziali nella nostra vita. Le virtù, però, come occasione concreta e non come teoria, capaci di permeare la nostra esistenza nei suoi momenti decisivi: l'amore, le scelte, il discernimento, la giustizia, la famiglia... L'esistenza umana, infatti, non è evento puramente biologico, ma qualcosa di più: avventura spirituale, avventura dell'anima. E solo il ritorno alle virtù come caratteristiche umane piene può aiutarci a rendere la vita capace di generare vita: esperienza di comunità e non mero esercizio narcisistico e individuale, perché, come dicono i due autori, «una virtù che non incontra le provocazioni della realtà e le persone concrete, che non si sporca di terra e forse neanche di peccato, non è virtù».
Un libro pocket per insegnare ai nostri bambini a pregare. I brevi testi orazionali, arricchiti da fotografie e da illustrazioni vivaci dove i protagonisti sono sempre i più piccoli, insegnano in particolare a dire: "Grazie Gesù!", ad essere gentili con gli altri, a rispettare la creazione e il silenzio, a sforzarsi di partecipare alla Messa domenicale... e altro ancora! Ideale per un dono simpatico e significativo.
Che l'educazione oggi sia in crisi, è risaputo. Scuola e famiglia vivono un disorientamento senza precedenti. Ma in che cosa consiste questa crisi? Consiste nel fatto che tutto sembra slegato dal suo senso profondo, pare completamente astratto, non attraversa e non è attraversato dall'esperienza. In un tempo in cui il progresso si identifica con lo sviluppo scientifico e il sapere si confonde con l'erudizione, proporre la via dell'educazione significa recuperare il rapporto con il «tutto», con la realtà intera, dove teoria e pratica si incontrano; significa mettere al centro i valori umani. L'educazione non è l'intenzione morale di un singolo: è la dimensione culturale, politica e spirituale di una comunità.
Maria Montessori ha scoperto la forza dell'infanzia, ha scoperto che ogni bambino è un genio dalle enormi potenzialità intellettuali e umane. L'educazione, sia scolastica che familiare, non è ancora all'altezza di questa scoperta. La società degli adulti non ha compreso ancora il popolo dei bambini i quali sono facili da amare ma difficili da capire. Il nuovo ambiente dell'informazione creato dai new media rappresenta una minaccia per esseri che non sono affatto nativi digitali ma nativi umani e animali, i quali hanno bisogno di fare con le loro mani per crescere e capire, che hanno bisogno di conversazioni faccia a faccia non mediate da macchine e da schermi. Che ne sarà dell'infanzia con la nuova rivoluzione dell'intelligenza artificiale? La mente del bambino, scoperta da Montessori e confermata dalle neuroscienze, la più potente mente naturale, saprà fare fronte a questa sfida?
Testo del Discorso alla Città di Milano in occasione della festività di Sant'Ambrogio 2024.
Il Giubileo 2025, tempo propizino per una società amica del futuro.
La Lettera ai cresimandi 2025 è un messaggio di incoraggiamento, riflessione e guida spirituale per i giovani che si avvicinano a questo importante passo della loro vita cristiana. Ogni anno, l'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, scrive una lettera speciale indirizzata ai ragazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Cresima. Quest'anno l'arcivescovo parte dall'immagine dell'arcobaleno come simbolo di speranza e unità, ispirando i giovani che si preparano a ricevere lo Spirito Santo per essere messaggeri di pace e riconciliazione nel mondo. Così come l'arcobaleno unisce due punti distanti, chi riceve lo Spirito è chiamato a costruire ponti tra persone e comunità divise. Ogni colore rappresenta un dono dello Spirito, come amore, gioia e pace, e riflette la bellezza e diversità dell'opera di Dio in ciascuno di noi. Uniti nello Spirito, possiamo creare una comunità armoniosa, come i colori dell'arcobaleno che, pur diversi, formano insieme uno spettacolo di bellezza e unità.
Il linguaggio della forza e del potere sembra rendere vano il diritto e far perdere il senso delle regole, la ricerca di giustizia per tanti e l'obiettivo del bene comune per tutti. Il fragore delle armi, la voce del più forte e il silenzio di chi non ha voce parrebbero segnare il fallimento di ogni possibilità di prevenzione e ricomposizione dei conflitti. Nasce da questa sfida nell'oggi della storia la proposta racchiusa nel libro: percorrere vie inesplorate che attingono al carisma di Chiara Lubich, annuncio di unità mentre infuriava la seconda guerra mondiale. Pagine del '49 aprono vie per "tessere" relazioni e "ricucire" nel dialogo una realtà frammentata fra contrasti e polarizzazioni, per ritrovare nel diritto uno spazio che "oltre" le norme è vita dei rapporti, 'palestra' di reciprocità, che comincia dal riconoscere il volto dell'altro per dar vita a una "cultura dell'incontro".
Dio ha un sogno su ogni uomo. L'uomo può scrutare e scoprire questo sogno cercando i verbi di Dio e guardando i miracoli di Gesù. Essi rappresentano il sogno di un altro mondo, del regno di Dio, di un altro modo di essere nel quale noi siamo già e non ancora. Nel 2007, il cardinale Carlo Maria Martini risiedeva stabilmente in Terra Santa, dove spesso accoglieva gruppi di pellegrini. Questo testo, totalmente inedito, è stato ricavato da un corso di esercizi spirituali da lui predicati nella località di Kiryat Yearim, in Israele. Essenziale e diretto, Martini traccia una affresco del desiderio di Dio e della ricerca dell'uomo come suo interlocutore, descrivendo l'azione divina attraverso i verbi principali: creare, promettere, liberare, comandare, provvedere e amare. Lo schema classico degli "esercizi", arricchito dalle indicazioni per la disposizione alla preghiera personale e al commento ai brani biblici sapientemente bilanciato tra Antico e Nuovo testamento, portano il lettore ad affrontare una domanda cruciale: com'è possibile che tutto ciò che è amore nella vita degli uomini venga assunto nell'amore di Dio? Cosa c'entra Dio con la mia vita?
Dodicesimo della collana, questo volumetto affianca due racconti collegati al tema del Natale, uno appartenente alla letteratura del passato e uno, invece, contemporaneo e inedito. Siamo all'inizio del Novecento: un dicembre di guerra e di malinconia, nel quale il Bambino non può occuparsi di portare doni ai poveri, impegnato - mente Elia alla sorellina - a consegnare coperte di lana ai soldati in trincea. Ma sulla Terra rimangono gli uomini, i bambini specialmente: la loro capacità di desiderare la gioia, nonostante tutto, scavalca la Storia, la diffidenza e la solitudine per creare nuovi legami. In capo a un secolo eccoci invece di fronte a un'umanità agiata e sfiorita, priva di una direzione comune. Gente schiacciata dal peso monetario delle cose, infastidita dallo scarto, pervasa dal senso di un qualcosa che cade sprecato, calpestato. Eppure, al di sotto di questa patina greve, brilla un istinto che non si può del tutto spegnere: quello di portare insieme un carico; di condividere, almeno per un istante, un significato. L'accostamento fra ieri e oggi stempera e rimarca insieme le contraddizioni della festa, portatrice di "un gelo / più caldo del calore di giugno, di una bellezza / più bella di quanto il mondo possa mostrare", come recita la poesia di Christina Rossetti in apertura.
"La Via del Nome Supremo" è il cuore della meditazione profonda, comune a molte tradizioni religiose. Lo scopo di queste pagine è quello di offrire a chiunque lo desideri un semplice metodo di meditazione per rimanere in silenzio alla presenza di Dio. La meditazione del Nome Supremo può essere praticata da tutti, non richiede posizioni corporee particolari. L'autore ha messo per iscritto la sua esperienza di pratica della meditazione profonda, sia come allievo che come insegnante di corsi di Meditazione e Autoconoscenza, prendendo ispirazione dai corsi tenuti del suo maestro Mariano Ballester.