
Abbiamo tutti quell'amico a scuola... quello strano, eccentrico; il ragazzo le cui buffonate ci divertono, ci intrattengono e, qualche volta, ci fanno preoccupare. Quello che rimane nei nostri ricordi, anche con il passare degli anni. Quel compagno di classe poi viene dimenticato una volta che ci diplomiamo, sparendo nei meandri della nostra memoria, messo da parte assieme ai nostri vecchi annuari e altri momenti di quando eravamo teenager. Ma ora come allora ci domandiamo: che fine ha fatto quel tipo? Per un giovane uomo cresciuto in una piccola città dell'Ohio, questo dubbio venne chiarito da ogni media sparso nel mondo il 22 luglio 1991, quando Jeffrey Dahmer venne arrestato per l'omicidio di diciassette tra uomini e ragazzini. "My friend Dahmer" è l'inquietante e originale graphic novel di Derf Backderf; qui l'autore tenta di far luce sulla vita del futuro serial killer con il quale ha condiviso i banchi di scuola e passaggi in macchina. Ciò che emerge è un ritratto più che empatico di un giovane disturbato che combatteva futilmente contro quei terrificanti bisogni che sgorgavano direttamente dei recessi più profondi della sua psiche. Il Dahmer che viene qui presentato, universalmente riconosciuto come un mostro inumano da tutto il mondo, è un ragazzo eccentrico che, in realtà, è fin troppo umano. Un ragazzo timido risucchiato nell'inesorabile vortice della follia. Il tutto mentre gli adulti della sua vita mancavano all'appello. Noi tutti sappiamo cosa abbia fatto Dahmer, ma in "My friend Dahmer" Backderf ci dà una visione profonda, dal suo punto di vista unico, (e al tempo anche stranamente comico) sul come, ma ancora più importante, sul perché Jeffrey Dahmer si sia trasformato da un nerd delle scuole superiori a un maniaco depravato paragonabile a Jack lo squartatore.
"Ti vedo a centrocampo, i capelli arruffati alla Maradona, prendi la palla e detti il passaggio, indichi al compagno quale zona coprire, contrasti con decisione un avversario pronto al contropiede. E mi chiedo: perché, durante la mia carriera, non sono mai tornato sui campi a torto chiamati minori, a raccontare di voi e dei vostri sogni?" Questo è un libro per chiunque ami davvero il calcio, un'elegia trascinante composta di ricordi, emozioni, volti e movenze di campioni, miti e meteore, stelle cadute troppo in fretta e tragedie che fanno ancora sospirare, partite indimenticabili, clamorosi autogol, rigori sbagliati, carriere in panchina, sconfitte che mai avresti immaginato e vittorie che non puoi dimenticare. Tutto questo è il calcio secondo Darwin Pastorin, cronista sportivo di razza, una vita in tribuna stampa. I soldi hanno preso il sopravvento sull'epica? La legge del marketing ha sotterrato la poetica del dribbling? Ai massimi livelli, dietro una patina scintillante, si nascondono scandali, palate di soldi, personaggi ambigui, razzismo, violenze. Allora non resta che abbandonare gli stadi faraonici e tornare nei campetti di pietre e polvere, negli oratori dove, ogni giorno, si ripete lo stesso rito laico, la festa del pallone. Dove anche i grandi tornano bambini. Dove il calcio sarà, sempre e per sempre, una meravigliosa, irresistibile, grottesca, sorprendente metafora della vita.
Sono passati più di cento anni dal 13 maggio 1909 quando 127 ciclisti partirono per il primo Giro d'Italia organizzato dalla "Gazzetta dello Sport". 108 anni nei quali l'Italia e il mondo intero sono profondamente cambiati. E di quei mutamenti nell'economia, nella politica, nella cultura, nella società e nel costume la corsa in rosa è stata specchio e testimone. Ecco perché raccontare il Giro significa anche raccontare la storia dell'ultimo secolo del nostro Paese. Lo fanno in questo libro due studiosi che, partendo dalle fonti più disparate, raccontano i protagonisti dell'epopea del Giro e le vicende del nostro Paese, da Binda a Girardengo, da Giolitti a Mussolini, dai mitici Coppi e Bartali a Eddy Merckx, da De Gasperi e Togliatti fino a Pantani e Nibali, Berlusconi e Renzi.
Michele ha una folgorante carriera da modello a Miami e New York, macchine sempre più grandi, tanti soldi per pagarsi ogni capriccio, feste tutte le sere, una moglie bellissima. E bellissimo è anche lui, tanto che viene presentato a Madonna come «The Abs», gli addominali. Però, una sera, si trova sul davanzale del suo appartamento al quindicesimo piano a chiedersi che farsene di tutto quel lusso e degli eccessi. Se non è quella la sua strada, allora qual è? La risposta arriva come un colpo di fulmine, nascosta dentro un libro: l'ultramaratona. Nel giro di un anno diventa uno dei campioni più forti al mondo, ma vincere per lui non conta. L'ultra è una sfida con se stessi, non con gli altri: correre per centinaia di chilometri, in tutte le condizioni atmosferiche, tra i ghiacci del Canada o con cinquanta gradi nella Valle della Morte, spingendo il corpo e la mente oltre ogni limite immaginabile. Passo dopo passo, mentre le gambe cedono e i muscoli si disfano, nella solitudine di una corsa infinita, Michele vive gli opposti: la sua fragilità estrema di fronte alla natura e la forza della sua volontà, che si libra oltre la fisicità, per esplorare cosa c'è dopo la fatica e il dolore. In questo libro, Folco Terzani racconta la straordinaria storia di un ragazzo che aveva tutto ma non era niente, e nel ritorno all'atto primordiale della corsa ha trovato la sua libertà, il suo coraggio, il suo essere più puro. Perché alla fine l'ultra non è più uno sport: è un mezzo per arrivare alla natura e a se stessi.
Cosa spinge un uomo a riempire uno zaino e percorrere a piedi quasi novecento chilometri da Milano a Roma? Sulle spalle l'essenziale, davanti nessun sentiero, nessun compagno, nessuna prenotazione, affidandosi all'antica leggerezza del viandante. Dopo anni di itinerari predefiniti, Riccardo Finelli ha deciso di uscire dalle strade battute e tracciare il proprio cammino, seguendo una via dimenticata: il corso dei fiumi, che un tempo muovevano uomini, merci e mulini, e oggi scorrono pigri e abbandonati. Dal Naviglio Pavese al Tevere, passando per il Po, il Trebbia e l'Elsa riaffiora un'Italia di piccoli centri e borghi arroccati, malinconica, generosa e accogliente. Ne fanno parte Alessio, che tiene faticosamente in piedi l'oasi di Alviano; Lino, erede di una generazione di barcaioli che parla ancora la grammatica dell'acqua; o Francesca, che ogni giorno si muove sulle sponde che uniscono Lunigiana e Garfagnana. Ma un viaggio è fatto soprattutto di osservazione lenta e minuziosa, lunghi silenzi, sospensione di giudizio. In questo spazio di solitudine e libertà, emerge la vera vocazione del camminatore: non raggiungere la meta ma esplorare la strada, riscoprire località cancellate dalle mappe, prendersi il piacere di deviare verso la bellezza insospettata dell'ordinario. In questo libro, Finelli ci invita a seguirlo e a ritrovare quell'istinto vagabondo e transumante che per millenni ha accompagnato l'umanità.
«Senza movente, senza indiziati, senza una logica apparente». Questo commento dell’ispettrice Petra Delicado, nel racconto di Alicia Giménez-Bartlett, potrebbe funzionare da presentazione generale di questa antologia.
Il delitto di viaggio è un classico della letteratura poliziesca, che ha sempre sfidato l’inventiva degli scrittori. Senza un luogo stabile e ripetute abitudini, fuori da strade e case conosciute, lontano da vicini invadenti, l’investigatore deve sfoderare tutta la sua astratta capacità razionale e la più pura intuizione per trovare il filo della matassa.
Però, la novità è che oggi viaggiano tutti, il viaggio è di massa e quotidiano, non ci sono solo Orient Express e giri alle Piramidi in cui annidare degli eleganti misteri. Gli enigmi dell’indagine sono complicati, movimentati, resi anche più ironici, dall’estrema varietà capricciosa delle nostre offerte turistiche. E questa raccolta ne copre le più diverse tipologie.
Ci sono crociere a prezzo stracciato, come quella in cui sono implicati i vecchietti del BarLume di Marco Malvaldi. Pullman di studenti pendolari in cui ritrovare cadaveri a pezzi, com’è il caso raccontato da Alicia Giménez-Bartlett. Gite in una Brianza sorprendentemente appartata, dove si avventurano i detective per caso di Alessandro Robecchi. Per seguire l’ultimo mistero della Casa di Ringhiera, Francesco Recami destina il piccolo Enrico al più avventuroso dei viaggi. Gaetano Savatteri trasferisce il suo «disoccupato di successo» da San Vito Lo Capo alla Praga d’oro, dentro un intrigo internazionale post Cary Grant. L’inspiegabile rapina da camera chiusa nel Frecciarossa su cui sale il Rocco Schiavone di Antonio Manzini, forse è quello che più si avvicina al classico.
Così il viaggio, in questa nuova antologia di racconti, non è più la cornice che adorna di esotismo gli intrecci ma diventa la nuova situazione, quotidiana e caotica, in cui impegnare i detective contemporanei creati da alcune delle più originali e apprezzate penne del poliziesco.
Oggi tendiamo a pensare che i risultati conseguiti dal movimento americano per i diritti civili siano stati un atto dovuto della democrazia, quasi un esito inevitabile del progresso sociale. Furono invece la dolorosa conquista di uomini e donne, spesso giovanissimi, che dovettero patire violenze indicibili lungo il corso di una protratta stagione di disciplina quotidiana, di addestramento alla non-violenza, di determinazione incrollabile verso uno storico obiettivo di giustizia. John Lewis, protagonista principe di quella stagione, consegna oggi a questo acclamato memoir in forma di graphic novel il vivido racconto dall'interno della lunga, e a oggi incompiuta, marcia americana per l'uguaglianza. " March. Libro uno" è il primo volume di una trilogia.
Le strisce più divertenti, appassionanti e coinvolgenti in un libro che celebra i personaggi dei fumetti più famosi al mondo.
"Fotografare" il mondo e interpretare la realtà globale: questo lo scopo dell'edizione 2017 dell'Atlante geopolitico, in un'epoca storica sempre più caratterizzata da continui cambiamenti e da grande incertezza. Un'opera indispensabile per orientarsi nel complesso mondo odierno attraverso strumenti critici, informazioni aggiornatissime e un ricco apparato di carte e infografiche.
Alla scoperta di città perdute, regioni abbandonate, destinazioni remote, edifici visionari e isole sommerse, accompagnati da fotografie e mappe appositamente realizzate. Questo libro celebra la varietà degli scenari terrestri e le eccezionali capacità dell'immaginazione umana. Un atlante unico nel suo genere, una ricognizione appassionata dell'insolito e del bizzarro, che invita aspiranti esploratori, viaggiatori dell'immaginario e turisti per caso a guardare il nostro pianeta sotto punti di vista inediti, per misurarne l'infinita bellezza. Un libro che documenta quanto sia pieno di sorprese il filo che lega l'umanità ai suoi luoghi.
Ecco a voi Little Nemo, il minuscolo eroe di un mondo a fumetti, ma uno dei più grandi viaggiatori del XX secolo e un capolavoro di immaginazione narrativa. Creato da Winsor McCay (1869-1934), l'instancabile dormiglione ha ispirato generazioni di artisti con le sue entusiasmanti avventure settimanali che lo portavano dal suo letto al Paese del dormiveglia, un regno fantastico fatto di compagni colorati, ardite soluzioni architettoniche e ambientazioni psichedeliche. Winsor McCay: The Little Nemo 1905-1909 raccoglie in un volume a colori le migliori peripezie notturne di Nemo pubblicate tra il 1905 e il 1909, per farci godere non solo della bellezza del Paese del dormiveglia, surreale fonte di ispirazione per Robert Crumb e Federico Fellini, ma anche dell'uso innovativo del layout e delle tecniche narrative da parte di McCay, oltre che del ritmo coinvolgente e della resa minuziosa di elementi architettonici e dettagli. Nel volume illustrato allegato, lo storico dell'arte ed esperto di fumetti Alexander Braun contestualizza la vita e l'opera di Winsor McCay nella storia culturale dei media e dell'industria dell'entertainment americani, e analizza l'enorme importanza della narrazione onirica di McCay nella storia dell'arte. Al tempo stesso libro d'avventura, gioia per gli occhi e testimonianza storica, questa pubblicazione è uno straordinario monumento a uno dei più innovativi pionieri - e uno dei più intrepidi esploratori - del mondo del fumetto.
"Dove sono Mumo, Lev, Helenio, George e Omar, l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso? Tutti, tutti, dormono sulla collina. I cinque aggettivi sono quelli del secondo verso di Edgar Lee Masters. I personaggi, tolto Jascin che ci sta dentro in pieno, sono invece adattati con un pizzico di disinvoltura perché l'abulìa di Mumo Orsi era saltuaria assai, la buffonaggine del mago Herrera una componente studiata e coltivata del suo carisma. Mentre i vizi di Best e il caratteraccio di Sivori non ne hanno impedito l'ingresso nella galleria dei più grandi. La collina su cui dormono è una Superga dell'anima. Il rimando a Spoon River, deferente e inevitabile, spero non spudorato, si ferma qui. Questa è una semplice passeggiata della memoria, coltivata negli anni e immaginata con un centinaio di garofani rossi. La storia del calcio l'hanno scritta davvero in tanti. Un fiore e un minuto di silenzio per ciascuno. Ma silenzio-silenzio, senza che a funestarlo arrivi il bell'applauso di cui la società dello spettacolo non sa più fare a meno. Un minuto. Due-tre nel caso dei personaggi più straripanti: è quanto serve alla lettura di ciascuno dei ritratti. Per ricambiare le emozioni che hanno regalato a generazioni di appassionati. E insieme per riviverle, per continuare a tramandare le loro gesta, le imprese, e perché no, le umane debolezze. Tutti, tutti, dormono dunque sulla collina del football. Ragazzi come Meroni e Scirea, vecchie glorie come Di Stéfano e Matthews, cantori come Brera e Galeano. Se il calcio è rimasto di gran lunga il gioco più bello del mondo lo deve innanzitutto a loro: e ai tanti altri che è stato emozionante scoprire o riscoprire. Quand'eran giovani e forti ci hanno fatto battere il cuore."

