
Ritenuto uno dei geni più grandi di tutti i tempi, Albert Einstein con la sua teoria della relatività ha rivoluzionato la nostra comprensione del cosmo. Eppure quest'uomo geniale e visionario ha trascorso gli ultimi decenni della sua vita in una sorta di isolamento intellettuale, ignorato dalla comunità scientifica e criticato persino dai suoi stessi amici. Che cosa è successo? Com'è possibile che da un grande trionfo sia scaturito uno scacco altrettanto grande? Per rispondere a queste domande, David Bodanis, già storico del pensiero all'Università di Oxford e autorevole divulgatore scientifico, ripercorre l'avventura umana e professionale di Albert Einstein; un cammino, quello del fisico tedesco, costellato di certezze e ripensamenti, di solide convinzioni e dubbi laceranti. A partire dal 1905, l'"annus mirabilis" della pubblicazione degli articoli che portarono alla formulazione della teoria della relatività ristretta, per arrivare poi agli scritti sulla relatività generale - al cuore della quale si trova la magnifica equazione G = T con cui Einstein svelava le caratteristiche insospettate del tempo e dello spazio -, Bodanis espone con rigore e semplicità le sensazionali scoperte del giovane scienziato nonché il contesto culturale che le accolse, dapprima con circospezione e in seguito con crescente entusiasmo. Ma ricostruisce anche le vicende che portarono Einstein a commettere il suo «più grande errore», allorché, rifiutando di dare credito alle evidenze sperimentali che una nuova generazione di ricercatori aveva prodotto in contrasto con le sue teorie, egli distolse caparbiamente lo sguardo dalle prospettive della fisica moderna che proprio allora si andavano schiudendo, in particolare nel campo della meccanica quantistica. Anziché contribuire con il suo ingegno a trasformare ancora una volta il mondo, nell'arco di pochi anni Einstein si ritrovò ai margini della comunità scientifica internazionale, deprivato della sua straordinaria reputazione e isolato nella sua casa di Mercer Street a Princeton. "Il più grande errore di Einstein" non è solo una nuova biografia intellettuale dello scienziato più famoso di tutti i tempi, un ritratto in chiaroscuro di un uomo trasognato eppure capace di formidabili certezze. È anche la storia esemplare dell'ascesa e della caduta del genio, della lotta incessante tra "hybris" e fallimento, dell'ardore intellettuale della giovinezza che inevitabilmente cede il passo alle incertezze e alle paure della vecchiaia.
La vespa Glyptapanteles inietta le proprie uova in un bruco, così dopo la schiusa le larve possono mangiare parte della vittima, uscir fuori dal suo corpo e controllare la mente del poveretto (in qualche modo ancora vivo) perché le protegga dai predatori. Per procurarsi un pasto, la femmina del ragno bolas produce feromoni che imitano il profumo delle femmine di falena e attira così il maschio in una ragnatela simile a un lazo vischioso. Questi sono alcuni dei curiosi animaletti che popolano il libro, un viaggio tra le più incredibili risposte dell'evoluzione ai problemi della vita quotidiana, dal cercare di accoppiarsi al procurarsi il cibo. Fatevi guidare da Matt Simon alla scoperta degli esseri che, nei modi più ingegnosi, duellando a colpi di baffi o soffocando gli squali con il muco, hanno trovato la soluzione per sopravvivere e, ovviamente, incontrare il vero amore.
C'è un personaggio nella vita di Albert Einstein senza il quale la sua storia - e la nostra - non sarebbero quello che sono. Fu il suo più grande amore, ma anche qualcosa di più: la donna che lo ispirò, lo incoraggiò e lo aiutò a concepire quella formula che avrebbe cambiato il mondo. Mitza Maric era sempre stata diversa dalle altre ragazzine. Appassionata di numeri, fu la prima donna a iscriversi a fisica all'università di Zurigo, più interessata a quello che non a sposarsi come la maggior parte delle sue coetanee. E quando a lezione incontrerà un giovane studente di nome Albert Einstein, la vita di entrambi prenderà la strada che era fin dall'inizio scritta nel destino. La loro sarà un'incredibile unione di anime e menti, un amore romanzesco e tormentato, destinato a finire e, allo stesso tempo, a restare nella storia.
È convinzione comune che il nostro destino genetico sia fissato una volta per tutte al momento del concepimento. Dovremo ricrederci! Il dottor Moalem ci spiega che il genoma umano è molto più mutevole, e più sorprendente, di quanto si sia mai immaginato. Infatti i geni che costituiscono il nostro Dna sono come migliaia di piccoli interruttori, che si accendono o si spengono in risposta a ciò che facciamo, vediamo, sentiamo, mangiamo. L'autore mostra come i più recenti progressi nel campo della genetica umana stiano trasformando la conoscenza che abbiamo fin qui maturato sul mondo e su noi stessi e spiega come le implicazioni di tali scoperte possono migliorare la salute e il benessere nostro e quello dei nostri figli e nipoti.
Il legame tra matematica e misticismo è alle origini della matematica stessa. L'autore ripercorre in questo libro il lato mistico e metafisico del pensiero dei più grandi matematici da Pitagora ai giorni nostri dimostrando come il luogo comune, che considera inconciliabili la fede e la ragione, sia una costruzione artificiosa e inconsistente.
Accompagnare un essere umano al limite estremo della vita, essere testimone partecipe ed empatico del momento del trapasso è un'esperienza fondamentale, che cambia radicalmente la visione dell'esistenza e, quindi, il modo di vivere di chi non ha paura di connettersi con gli altri e con il loro dolore. Dopo essere stato per anni «seduto sul precipizio della morte» allo Zen Hospice di San Francisco di cui è stato cofondatore, nel suo libro Frank Ostaseski rivolge al lettore «cinque inviti» che scaturiscono, oltre che da numerose vicissitudini personali, talvolta drammatiche, dai racconti di tanti pazienti terminali che, dialogando con lui - maestro di cure compassionevoli -, si sono confrontati da vicino con la morte. "Non aspettare": non sprecare il tempo, non rinunciare a vivere ogni momento della vita in maniera consapevole. "Accogli tutto, non respingere nulla": sii aperto e ricettivo al mondo esterno, con la mente e con il cuore. "Porta nell'esperienza tutto te stesso": accetta ogni tua parte interiore, sii completo, anche se imperfetto. "Impara a riposare nel pieno dell'attività": in ogni situazione quotidiana, cerca di ritagliarti momenti di pausa, silenzio, distacco, per poterti incontrare con te stesso. "Coltiva la mente che non sa": sii curioso e affina la tua capacità di sorprenderti e meravigliarti. In pagine dense di emozioni e di ricordi, illuminate da citazioni colte e dalla grazia della semplicità, Ostaseski traccia un percorso di consapevolezza, accessibile a ognuno di noi, la cui meta finale è quella di farci capire che vita e morte sono inseparabili e acquistano il loro senso una dall'altra, e che ogni morte è qualcosa di unico e di significativo, una preziosa opportunità di saggezza e di guarigione, non solo per chi muore ma anche per coloro che continuano a vivere. Perché "la morte è molto più di un evento medico. E un tempo di crescita, un processo di trasformazione che ci apre alle più profonde dimensioni della nostra umanità. La morte risveglia la presenza, cioè un'intimità con noi stessi e con tutto ciò che è vivo".
Tutti usiamo energia, spesso senza accorgercene, in ogni istante della giornata. Il libro aiuta a capire che cos'è l'energia e quali conseguenze ha il suo uso sull'ambiente, sulla salute, sull'economia e sulle guerre. La terza edizione contiene dati aggiornati: la scena energetica globale, i tentativi di accordi internazionali per la salvaguardia del clima, il petrolio e il gas «non convenzionali», il declino dell'energia nucleare e i formidabili progressi delle energie rinnovabili. La transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili richiede un uso razionale delle limitate risorse minerali dell'astronave Terra e nuove tecnologie a elevato «ritorno energetico». Ma per vincere questa sfida bisogna anche limitare i consumi nei Paesi più ricchi, passare dall'economia lineare a un'economia circolare e ridurre le disuguaglianze.
Occuparci della nostra nascita per noi è impossibile, il prima ci è sconosciuto. Ma di certo, da vivi, possiamo riflettere sulla nostra morte, anche se il poi ci è ignoto. Edoardo Boncinelli racconta di avere avuto consapevolezza della morte a cinque anni, mentre a Bologna nell'immediato dopoguerra, ospite di un centro profughi allestito alla meglio in una caserma, parlava con la mamma di persone che non c'erano più. Di colpo si rese conto che anche i nonni erano destinati ad andarsene, e pianse. Da allora la morte per lui è diventata un concetto acquisito, ma non angosciante. E proprio questo gli ha facilitato l'intensa meditazione che ci regala in questo libro. Da scienziato e pensatore profondamente libero e onesto qual è, Boncinelli ne indaga tutti gli aspetti e le possibili interpretazioni con una serenità di animo e una acutezza di analisi che restituiscono a questo evento la sua naturalità, privandolo delle sovrastrutture negative. Discute con argomentazioni lucide e stringenti le consolazioni della religione, dai miti delle origini al paradiso cristiano, alle credenze più diffuse. Esamina con passione e generosità divulgativa le risorse della scienza, fino a metterci a parte delle ultime ricerche della genetica e della biologia. Infine affronta l'autentico mistero dell'universo, la coscienza, nostra assoluta unicità, sintetizzando così il suo sentimento: «Verrà la morte e non chiuderò i miei occhi».
Albert Einstein non è stato solo uno dei massimi scienziati della storia, è diventato una vera e propria icona. La sua figura suscita entusiasmo e per molti è fonte di ispirazione. C'è perfino chi tiene le sue foto appese alle pareti di casa, quasi si trattasse di un amico. Lo fa anche Etienne Klein, che sin da ragazzo ne ha subito il fascino e che in questo libro ne segue passo passo le tracce per ricostruire la storia dell'uomo e dello scienziato, con le sue vicende personali e la vita pubblica da mostro sacro della cultura, i legami di amicizia e gli amori (primo fra tutti, la ricerca). L'autore tenta di ritrovare il cittadino del mondo che è stato Einstein nei vari Paesi in cui ha vissuto, va in giro in bicicletta come faceva lui, si sdraia sui medesimi prati a contemplare il cielo, passeggia nelle stesse città (Aarau, Zurigo, Berna, Praga...) Seguendolo dalla nativa Ulm fino all'esilio negli Stati Uniti, scrive la biografia personale e appassionata di un genio della scienza, un intellettuale di rara perspicacia, uno strenuo difensore della libertà e un personaggio profondamente umano, sempre presente nell'attualità, nonostante la distanza nel tempo. Le intuizioni e le scoperte scientifiche del padre delle due teorie della relatività raccontate in modo essenziale, partendo dai luoghi stessi in cui sono state concepite.
«Conosci te stesso»: l'antico precetto, inciso sull'architrave del tempio di Delfi, esprime un desiderio comune all'uomo di ogni epoca. Eppure, il desiderio umano di conoscersi cozza con la difficoltà che ciascuno incontra nell'esplorare il proprio sé. Su questo tema un teologo e uno psichiatra si mettono in dialogo: a partire da approcci diversi ma ultimamente convergenti, i loro contributi dimostrano che ogni uomo, se vuole conoscersi, deve incrementare la consapevolezza della necessità di incontrare l'altro: si tratti dell'altro "minuscolo", cioè il fratello in umanità, o dell'Altro "maiuscolo", cioè il Dio di Gesù Cristo.
La logica si presenta, oggi, come una disciplina totalmente astratta, priva di qualunque aggancio “empirico” con l’esperienza, addirittura più della matematica che, alla fine ha a che fare con calcoli che terminano con dati numerici utili a “qualcosa” e non sempre solo con simboli vuoti. Eppure la logica, originariamente, nasce anch’essa come una scienza in qualche modo “sperimentale”... La differenza con le “scienze sperimentali” come la fisica, la biologia, ecc., consiste nel fatto che queste ultime hanno come oggetto delle entità reali “extra-mentali”, osservabili con i nostri sensi esterni, mentre l’oggetto della logica è tratto dall’esperienza “interna” (mentale, non esternamente sensibile) e studia le regole di funzionamento del pensiero, considerato indipendentemente dal suo significato, dal suo possibile riferimento al mondo extra-mentale, finendo per distaccarsene completamente. In questo nostro percorso ci interesseremo, in una prima parte, della logica aristotelica, il cui impiego è basilare anche per accostare tutte le altre, occupandoci in primo luogo della logica “formale” e in secondo luogo della logica “materiale”, nel senso di logica della “dimostrazione”. In una seconda parte vedremo come si è giunti ad introdurre l’uso dei “simboli” nella logica moderna e nella logica matematica, fino ad ottenere una sua formalizzazione totale. Accenneremo poi alle problematiche che hanno riaperto una sorta di “via empirica” anche per la logica odierna (“incompletezza” dei sistemi assiomatici) e ai più recenti sviluppi che aprono la strada a quella nuova disciplina che va sotto il nome di “ontologia formale”, riaffacciandosi così anche alla logica e alla metafisica classica.
Mai come oggi i successi della medicina ci consentono di accarezzare l'illusione dell'immortalità. Però, anche quando saremo guariti una, cento, mille volte, alla fine moriremo. È una cattiva notizia ma è così. Succederà a tutti noi, almeno per quel che ci è dato sapere. Perché allora la morte continua a essere il grande rimosso della nostra cultura? Se prima o poi anche l'Italia avrà una legge per cui saremo chiamati a esprimere le nostre volontà in un "testamento biologico", come potremo farlo se non siamo in grado di integrare la fine della vita nel nostro orizzonte, di riconoscerci innanzitutto parte di un'umanità mortale? Come possiamo rivendicare la libertà di prendere delle decisioni sul nostro fine vita se vogliamo ostinatamente compiere questa scelta a occhi chiusi? Giada Lonati è un medico palliativista, il suo lavoro comincia quando la medicina che guarisce è stata sconfitta, quando si dice che "non c'è più niente da fare", e invece c'è ancora moltissimo da fare. Si occupa di accompagnare persone vive (vivissime) in quell'ultimo tratto in cui tutto cambia significato e prende senso. Quel tratto in cui irrompe una consapevolezza nuova nelle nostre vite, un sapere che getterà una luce più nitida sul nostro presente, darà una dimensione diversa al nostro tempo, ci renderà più intensamente vivi. Una sapienza che l'autrice condivide in queste pagine, ricche di pienezza umana e capaci di rimetterci in relazione con noi stessi, con il nostro essere qui e ora. Perché una speranza vera è realizzabile solo nell'orizzonte del possibile. E riconoscerci mortali e transitori, lungi dall'essere soltanto una scoperta dolorosa, può aiutarci a maturare uno sguardo rivoluzionario sul mondo, ad aprire gli occhi sulla bellezza ultima del quotidiano.