
Dalla penna di un amico, ma anche di un "addetto ai lavori", una biografia commossa e sincera, lontana dall'ufficialità come dall'apologia. Gli anni dell'infanzia con Fabrizio, "Bicio", sfollato in una cascina di Revignano d'Asti; lo zio Francesco reduce dal campo di concentramento, prototipo di tante figure dolenti che popoleranno le sue canzoni. L'adolescenza e la giovinezza a Genova, tra i primi tentativi musicali, la ribellione e la scoperta del sesso, l'alcol, la bohème cittadina. E poi l'amicizia con Luigi Tenco, i primi timidi successi, il processo per oscenità a "Carlo Martello", il primo matrimonio, il figlio Cristiano, Dori Ghezzi e la Sardegna, il sequestro, la malattia. Una biografia con fotografie inedite.
Gli amori, le letture, le passioni, gli incontri sono i momenti su cui si focalizza la ricostruzione della vita di Emily Dickinson, la poetessa statunitense vissuta tra il 1830 e il 1886. È una biografia che vuole lanciare una sfida: rendere il senso di un'esistenza apparentemente priva di avvenimenti, riempita da pochi rapporti umani e che ha lasciato traccia di sé solo nelle poesie e in alcune lettere private. Una vita quindi analizzata attraverso strumenti diversi: l'epistolario, le pagine dei diari delle sue amiche più intime, le testimonianze di chi la incontrò di persona, la cronaca dei suoi rapporti con le figure maschili cui si rivolse quali "maestri".
La malinconia è analizzata e descritta qui come esperienza psicopatologica: come esperienza clinica che abbia non una connotazione neurotica o reattiva, ma una sua connotazione psicotica che la contrassegni come esistenza radicalmente altra dalla nostra. Il discorso riportato in queste pagine non intende essere un discorso clinico: un discorso incentrato sugli aspetti sintomatologici della depressione come realtà clinica; ma intende essere un discorso incentrato sugli aspetti psico(pato)logici e antropologici della depressione che insorge al di fuori delle quotidiane modalità di esperienza, ma mantendo una sua radicale dimensione psicologica e umana.
Le vittime dell'anoressia sono, spesso, ragazze adolescenti o preadolescenti, figlie modello di "buona famiglia" che si sentono spesso imprigionate da mete irraggiungibili e aspettative irrealizzabili. Sembrano chiuse in una "gabbia d'oro" di privilegi nella quale sentono di non essere al proprio posto e di non poter sopravvivere. La manifestazione principale della malattia è sconvolgente e comporta perdite di peso catastrofiche; la terapia è difficile e la guarigione incerta; i meccanismi di formazione della patologia non sono ancora definiti. Hilde Bruch, utilizzando numerosi esempi della propria casistica, disegna un quadro delle cause, degli effetti e della possibile terapia che, per essere efficace, necessita di una diagnosi precoce.
Questo è un libro di filosofia scritto come un romanzo di investigazione. L'uomo nella sua storia, e nella storia del suo pensiero, si è trovato di fronte all'orrore, ma anche a momenti in cui sembrava che il mistero del mondo gli si illuminasse come bellezza. Ma lo splendore della bellezza ha assunto via via significati diversi: ha occultato le contraddizioni che avrebbe dovuto illuminare, e si è occultata essa stessa, si è resa invisibile, irriconoscibile. L'indagine di questo libro ne segue le tracce attraverso il sapere occidentale: da Eraclito alla tragedia, da Platone e il neoplatonismo fino alla sua apparente totale spairizione nell'età moderna.
Nel 1972 il giovane diplomatico Enrico Calamai viene inviato dal Ministero degli affari esteri in Argentina con la carica di viceconsole. La comunità italoargentina è forte, variegata e ben integrata. Nel 1974, poco dopo il golpe cileno, Calamai viene spedito a Santiago del Cile: l'ambasciata si è riempita di rifugiati di origine italiana (450 persone) che chiedono un asilo politico che il governo italiano non vuole concedere per non pestare i piedi all'esercito cileno e agli americani. Calamai, invece, aiuta i rifugiati: mette a punto una strategia che consente loro di scappare in Italia. Il periodo cileno è un'esperienza fondamentale per il giovane diplomatico.
Come eravamo, quando avevamo vent'anni? E come siamo, chi siamo, cosa siamo diventati, ora che ne abbiamo molti di più? Un incontro fortuito in una notte piena di stelle e la coincidenza di un anniversario spingono un giornalista che ha lasciato l'Italia da giovane a ritornare sui suoi passi. È un viaggio a ritroso nel passato che va dalle Alpi alla Sicilia, per ritrovare i vecchi compagni degli anni dell'università, per confrontarsi sulle passioni, i sogni, le speranze della giovinezza, per scoprire che cosa ne è rimasto, trent'anni dopo. Come una fotografia che affiora lentamente nella camera oscura, si ricompone così poco per volta l'immagine di un "collettivo studentesco" del '77, l'anno dell'ultima grande ondata di impegno politico giovanile nel nostro paese; e accanto a essa prende corpo anche un'altra immagine, quella dell'Italia del 2007. Quaranta voci, maschili e femminili, provano a raccontare la storia di una generazione: a se stessi, i ventenni di ieri, e ai propri figli, i ventenni di oggi. Come eravamo, e come siamo: un po' ironici e un po' malinconici, sfiorati dalla nostalgia, incapaci di smettere di sognare. Perché i vent'anni, per qualcuno di noi, non passano mai del tutto.
Ecco l'atteso seguito di "Kitchen Confidential". Dieci anni dopo la pubblicazione del libro in cui venivano rimarcate le idiosincrasie e i pericoli che si nascondevano nell'andare a cena fuori, molte cose sono cambiate nella sottocultura degli chef. Con il suo stile sempre graffiante, Bourdain mostra quello che si cela nelle cucine, racconta l'attuale pessimo stato della ristorazione, e infine descrive alcuni dei grandi nomi del mondo culinario: David Chang, la giovane superstar che ha radicalizzato in questi ultimi anni il paesaggio della cucina (unendo a quello europeo il gusto asiatico), e la tanto venerata Alice Waters, la cuoca californiana che è riuscita a far seminare un orto nella Casa Bianca a Michelle Obama. Il riflesso della crisi economica sul mercato e sugli obiettivi dei grandi cuochi diventa occasione per una valutazione attenta dell'industria culinaria, tra cui l'hamburger e la cultura alimentare che lo sostiene, la pessima qualità della carne e le sue conseguenze sulla salute umana. La conclusione a cui giunge Bourdain è pertanto "meno carne ma carne migliore", ma pur sempre condita dal suo inarrivabile sarcasmo acido.
Servili, bugiardi, fragili, opportunisti: il mondo continua a osservarci stupito e a chiedersi donde provengano negli italiani tante riprovevoli inclinazioni, tanta superficialità etica e tanta mancanza di senso di responsabilità. Colpa delle stelle? Del clima? Della natura beffarda che ci avrebbe fatti così per puro capriccio? In questo suo nuovo libro, sciolto e affabulatorio nella forma quanto ruvido e penetrante nella sostanza, Ermanno Rea ci guida alla ricerca delle origini stesse della "malattia", del suo primo zampillare all'ombra di quel Sant'Uffizio che nel cuore del secolo XVI trasformò il cittadino consapevole appena abbozzato dall'Umanesimo in suddito perennemente consenziente nei confronti di santa romana Chiesa. Dopo oltre quattro secoli, la "fabbrica dell'obbedienza" continua a produrre la sua merce pregiata: consenso illimitato verso ogni forma di potere. L'italiano si confessa per poter continuare a peccare; si fa complice anche quando finge di non esserlo; coltiva catastrofismo e smemorante cinismo con eguale determinazione. Dall'Ottocento unitario al fascismo, dal dopoguerra democristiano alla stessa dinamica del compromesso storico, fino alla maestosa festa mediatica del berlusconismo, "Mario Rossi" ha indossato la stessa maschera del Girella ossequioso. Saggio, pamphlet, invettiva, manifesto: un libro di straordinaria lucidità e saggezza, una riflessione che diventa sbrigliata ricognizione storica, atto di accusa, istigazione al pensiero.
Chi non si ricorda del mondiale di calcio del 1982? Chi non ricorda il miracolo Paolo Rossi? A distanza di trent'anni da quel mitico 1982, Paolo Rossi ripercorre i giorni che hanno cambiato la sua vita, che lo hanno reso eterno. E i giorni che ci hanno tenuti inchiodati davanti al televisore. Aneddoti e ricordi si intrecciano a emozioni, paure, sensazioni. Fino alla finalissima Italia-Germania con cui l'Italia vince il campionato. Un campionato rimasto nel cuore degli italiani che, dopo il racconto di Paolo Rossi, fanno sentire la loro voce, i loro ricordi, le loro emozioni. Un libro che è insieme la testimonianza di un grande campione e i ricordi di quegli italiani che ancora hanno impresso nel loro cuore l'esultanza del presidente Pertini e l'urlo indimenticabile del telecronista Martellini: "Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!".
I cani si riconoscono quando si vedono allo specchio? Capiscono che cosa appare sullo schermo del televisore? Sono più intelligenti dei gatti? Perché alcuni di loro sono ansiosi o timorosi? Sono molte le domande che ci si pone per curiosità (così come molti sono i malintesi) su come i cani pensano, agiscono e percepiscono il mondo. Molti si interrogano anche sulla vita sociale ed emotiva dei cani. Stanley Coren, riportando innumerevoli esperimenti e ricerche condotte sui cani, propone un'esplorazione senza precedenti nella vita interiore dei nostri compagni canini e sfata molti miti diffusi. Prendendo spunto dagli interrogativi che i padroni di cani gli hanno rivolto nel corso della sua cinquantennale carriera di ricercatore, riesce a unire l'autorevolezza dell'esperto alla leggerezza di una curiosa chiacchierata fra amici.
Rumiz compie un viaggio attraverso le mentalità, le tradizioni e i simboli del Nord (i fiumi, i campanili, i ponti ...) per ritrovare il senso della parola perduta e l'origine del successo della Lega. Scopre che tra noi è cresciuta silenziosamente una nuova figura, quella dello "spaesato", dell'uomo uscito dalla cultura di paese ma non ancora entrato in quella "globale", dell'uomo che non chiede risposte razionali ma simboli per radicarsi in uno spazio vitale. A questa vaga domanda di identità ha cercato di dare risposta il movimento di Bossi, che occupa un luogo immaginario, mitico, metaforico e simbolico prima che politico.