
Altiero Spinelli è stato un politico anomalo: prima militante comunista, poi dopo la guerra profeta dell'unità federale dell'Europa, combattente indomito, quasi sempre controcorrente, oggi egli appare sempre più una delle figure di rilievo assoluto del Novecento italiano. Della sua vita privata e pubblica Spinelli ha lasciato testimonianze numerose: le memorie, i diari e un ricchissimo archivio. Ponendo a frutto questi documenti e una paziente ricerca condotta in archivi europei e americani, l'autore traccia in questo volume un profilo completo della vita e dell'azione politica di Spinelli, soffermandosi in maniera speciale sui decenni dell'impegno federalista e del lavoro nelle istituzioni europee.
Dall'Atene antica a Montesquieu, da Aristotele a Rousseau, nessuno ha mai considerato le elezioni strumento democratico per eccellenza. La migliore espressione della democrazia è stata vista, semmai, nell'estrazione a sorte, garanzia di rigorosa uguaglianza. Per converso, esiste un'irriducibile componente aristocratica nel governo rappresentativo dei moderni, in origine ritenuto sostanzialmente diverso dalla democrazia. La sua crisi di oggi, dunque, suggerisce di guardare senza nostalgia alla presunta età aurea dei partiti di massa. Le tendenze recenti, che valorizzano il ruolo dei leader e della comunicazione, rammentano a Manin la fase genetica dell'esperienza democratica, fondata sulle persone e i rapporti diretti. Alla "democrazia dei partiti" subentra così la "democrazia del pubblico", il confronto fra individui rimpiazza quello fra grandi ideologie interpretate da grandi organizzazioni. Di questo passaggio scrive Ilvo Diamanti: "Non è detto che una democrazia più tiepida, con partiti più esili, leader più forti, una pluralità di luoghi di controllo e di partecipazione più o meno informali, un cittadino scettico e anche un po' cinico ci riservi un futuro peggiore".
Che cosa significa studiare la comunicazione da un punto di vista estetico? Da un lato significa considerarla non una semplice trasmissione di informazioni, ma una relazione coinvolgente che attiva sensibilità, emozione e intelligenza, facendo interagire immaginazione, gusto e intuizione. Dall'altro, significa riflettere su come i media, vale a dire tutti quei mezzi che danno forma alla comunicazione e la rendono condivisibile, finiscono per trasformare la nostra esperienza sensibile, e dunque estetica. Attraverso un'accurata selezione di testi dagli inizi del Novecento ai giorni nostri, il presente volume esplora questi due grandi versanti, contribuendo a definire l'identità, il perimetro e la genealogia di un campo di ricerca assai ricco e stimolante.
Roberto Diodato insegna Estetica, Etica ed estetica dei media, e Filosofia dell'esperienza estetica nell'Università Cattolica di Milano; Estetica generale ed Estetica applicata nella Facoltà di Teologia di Lugano. Tra i suoi libri "Estetica del virtuale" (Bruno Mondadori, 2005) e "Percorsi di estetica. Arte, bellezza, immaginazione" (con E. De Caro e G. Boffi, Morcelliana, 2009). Antonio Somaini insegna Cinema e arti visive e Storia delle teoriche del cinema nell'Università di Genova. Recentemente ha curato la nuova edizione italiana di "Pittura fotografia film" di L. Moholy-Nagy (Einaudi, 2010) e, con A. Pinotti, l'antologia "Teoria dell'immagine. Il dibattito contemporaneo" (Cortina, 2009).
Nel fornire una panoramica completa della psicologia sociale il volume aiuta il lettore ad accostarsi alle tematiche caratterizzanti la disciplina, come ad esempio l'influenza sociale, la costruzione soggettiva dell'ambiente, il bisogno individuale di autostima. L'approccio proposto è di tipo narrativo e fa ricorso ad esempi concreti, desunti dalla vita quotidiana, nell'intento di verificare l'applicazione pratica dei diversi assunti teorici.
Il rapimento e l'assassinio per mano delle Brigate rosse, nel 1978, hanno finito per concentrare in quella fine tragica la memoria di Aldo Moro. Nell'intento di riscoprire nella sua interezza questo significativo protagonista della storia italiana, il libro ne tratteggia un profilo biografico completo: l'intellettuale, il giurista, il dirigente delle associazioni cattoliche, il costituente, il politico, lo statista. Moro fu il principale stratega del centro-sinistra e della "solidarietà nazionale", ma anche a lungo guida del governo e della politica estera italiana. La sua esperienza assunse un carattere drammatico non solo per il violento epilogo ma anche per la crescente difficoltà nel tenere assieme Stato e società, innovazione e tradizione, cambiamento e coesione, in un sistema sociale e politico messo a dura prova dalla transizione degli anni Settanta.
Mentre scrivo queste pagine, il mio fine ultimo è di fare della mia vita un esempio incoraggiante per tutti. Chi si trova a vivere in circostanze difficili ha bisogno di sapere che il lieto fine è possibile. Quanti di noi possono dire di essere stati davvero fortunati nella vita? In questo libro, che ha avuto un enorme successo negli Stati Uniti, Sonia Sotomayor racconta la storia della realizzazione di un desiderio: diventare giudice. Nata in una famiglia ispano-americana di modeste condizioni, Sotomayor diviene protagonista di un'avventura fuori dal comune: è già un brillante avvocato quando, nel 2009, viene nominata giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti da Barack Obama, coronando un sogno coltivato sin dall'infanzia. Come è stato possibile raggiungere un simile traguardo? Questo libro, scritto con uno stile distante anni luce dall'aridità di una certa prosa giuridica, ci racconta una storia fatta di forza di volontà, di dedizione, di capacità di cavarsela in qualsiasi frangente, senza mai arrendersi: «In ogni genere di situazione in cui mi sia trovata, ho scoperto che c'era qualcosa da imparare. Non c'è esperienza che non possa rivelarsi utile, anche solo per la disciplina che occorre per gestire le avversità». Una storia americana a lieto fine, un esempio del trionfo dell'intelligenza e dell'impegno sulle circostanze.
Codificate sulla base della Scrittura e divulgate attraverso una pluralità di testi e immagini, le opere di misericordia fornirono a istituzioni e città un riferimento fondamentale nell’individuare bisogni primari e interventi esemplari della carità pubblica. I saggi raccolti in questo volume si interrogano sulla trasformazione delle politiche di misericordia tra medieovo e prima età moderna. Grazie a un approccio multidisciplinare, il volume indaga come la misericordia venne declinata quale virtù politica, tesa a rendere meno feroce la società, mitigando il vivere comune in nome dell’ideale evangelico. La riflessione teologica e la retorica della carità servirono – non senza ambiguità – a catalizzare energie, a elaborare progetti sociali, a rendere riconoscibili e credibili antiche e recenti istituzioni, a sostenere politiche di soccorso e, anche, di controllo e disciplinamento. In nome della medesima carità si poteva infatti sia elargire un aiuto generalizzato, sia attuare un’attenta selezione, basata sull’idea che l’assistenza era un diritto riservato ad alcuni ma precluso a molti, giudicati indesiderati, pericolosi e viziosi.
Ingegnere, uomo d'affari, diplomatico, finanziere Vaticano: non è facile trovare una definizione unica per Bernardino Nogara. Una volta, nel 1927, lui si definì «vecchio minatore». La sua carriera, da giovane ingegnere, cominciò infatti nelle miniere, prima nella sua Lombardia, poi in Galles e infine nei Balcani. Queste furono solo le prime tappe di un lungo viaggio, costellato da incontri importanti e da ruoli determinanti sulla scena nazionale e internazionale. Dalle miniere balcaniche Nogara arrivò a Costantinopoli, allora capitale dell'Impero ottomano, dove ebbe incarichi di rilievo per conto del governo italiano e divenne finanziere. Questa nuova dimensione, a cavallo tra affari, finanza e diplomazia, lo portò poi alla conferenza di pace di Versailles e a Berlino al Piano Dawes. Nel 1929, da Berlino si trasferì nella Città del Vaticano, chiamato da Pio XI a gestire le finanze della Santa Sede, posizione che il cattolico Nogara ricoprì per 25 anni. Nel 1958, alla sua morte, Giovanni XXIII definì Bernardino Nogara «servo buono e fedele»: una descrizione calzante, a patto di specificare che la fedeltà di Nogara non fu solo nei confronti della Chiesa o del Pontefice ma anche dell'Italia. Una doppia fedeltà che, con grande autonomia di giudizio, riuscì a gestire anche nei momenti più difficili. La sua biografia, ricostruita anche grazie a un'importante e in gran parte inesplorata mole di carte personali, non trascura la dimensione privata, essenziale per capire le motivazioni dell'azione di un uomo la cui opera ha sicuramente influenzato la storia d'Italia e della Santa Sede.
«Chi ha visto le interminabili sfilate in parata delle camicie nere, dei giovani, dei contadini, degli operai, degli atleti, dei preti, delle monache, delle madri prolifiche, chi ha assistito alle cerimonie nelle quali le più alte cariche dello Stato facevano atto di devozione al regime, ed alle dimostrazioni oceaniche nelle maggiori piazze d'Italia, alle folle deliranti per il duce, può intendere quali sentimenti dovesse vincere chi continuava la lotta anche dopo superata la crisi per l'assassinio Matteotti: aveva veramente l'impressione di muovere all'assalto del Monte Bianco armato solo di uno stuzzicadenti» Ernesto Rossi Stretti nella morsa fra repressione e consenso, i reduci dei partiti messi al bando e gli oppositori militanti del fascismo, ma anche coloro che erano semplicemente scettici, poco allineati o scontenti furono emarginati, incarcerati, inviati al confino, costretti all'emigrazione e sottoposti al controllo occhiuto della famigerata Ovra. Gli spazi per esprimere dissenso - con scioperi, proteste o in forme non organizzate e in ambito privato - erano limitati ed era rischiosissimo lasciarsi sfuggire anche solo una battuta di spirito, a causa delle spie e delle delazioni. A partire dai rapporti delle prefetture, delle questure e dei carabinieri, le relazioni della censura, del Pnf e dell'Ovra, i giornali, i diari e le lettere dell'epoca, gli autori ricostruiscono le storie di una minoranza di italiani che, all'indomani del delitto Matteotti e fino alla caduta del regime, continuò a esercitare il dissenso.
Frutto di un'ampia ricerca, il volume mostra come si stia rafforzando in Italia un nuovo pluralismo religioso, determinato soprattutto dalle minoranze immigrate. La prima parte, i cui capitoli sono suddivisi per aree confessionali (ortodossi, musulmani, evangelici, testimoni di Geova, cattolici, buddhisti, sikh), pone al centro dell'indagine le attività cultuali e aggregative, i modelli organizzativi e educativi, il ruolo dei ministri di culto, così come le iniziative solidali, le forme del protagonismo femminile e l'apporto delle «seconde generazioni». La seconda parte analizza in chiave comparativa il ruolo e le funzioni delle comunità di fede nei processi d'integrazione degli immigrati. Sono infine proposte delle policy per valorizzare le energie positive che derivano dal pluralismo religioso degli immigrati nella trama dei rapporti istituzionali, favorendo un più ampio riconoscimento del suo contributo alla società italiana.
Un'opera da leggere e non solo da studiare, un compendio della letteratura italiana dalle origini a oggi, capace di offrire al mondo della scuola uno strumento agile e completo nello stesso tempo. L'intenzione è quella di aiutare a capire i problemi senza semplificarli fino a sviarne la natura, con l'accento sui punti essenziali e con la dovuta attenzione alla specificità e originalità del fatto letterario rispetto alle altre componenti storiche. A ogni inizio di secolo, o periodo letterario di autonomo rilievo, vengono offerti ampi quadri introduttivi che forniscono un affresco compiuto dei fatti culturali di spicco, in modo che gli argomenti prettamente letterari trovino un'adeguata cornice storico-concettuale. Nel complesso, questa non è un'opera compilativa ma, se così si può dire, d'autore, perché non è rifatta su altre letterature, ha una sua organica linea interpretativa e anche un suo particolare stile espressivo, senza concessioni ideologiche e con molta attenzione posta alle metodologie critiche più innovative.
Un'opera agile e completa nello stesso tempo. A ogni inizio di secolo, o periodo letterario di autonomo rilievo, vengono offerti ampi quadri introduttivi che forniscono un affresco compiuto dei fatti culturali di spicco, in modo che gli argomenti prettamente letterari trovino un'adeguata cornice storico-concettuale. Particolarmente approfondita è la sezione relativa al Novecento, in genere piuttosto trascurata in gran parte dei manuali correnti: varcata la soglia del terzo millennio appare abbastanza assestato il quadro del secolo passato e molti degli scrittori e poeti di un periodo assai ricco trovano uno spazio adeguato alla loro importanza, mentre lo sguardo viene esteso anche agli ultimi decenni, secondo una prospettiva inedita. Nel complesso, questa non è un'opera compilativa ma, se così si può dire, d'autore, perché non è rifatta su altre letterature, ha una sua organica linea interpretativa e anche un suo peculiare stile espressivo, senza concessioni ideologiche e con molta attenzione posta alle metodologie critiche più innovative.