
Pilone della squadra nazionale di rugby, centoventi chili di muscoli per un metro e novanta di vitalità, lealtà ed entusiasmo: Martin Castrogiovanni, il gigante gentile del mondo della palla ovale, è uno degli sportivi italiani più amati. Con la maglia azzurra e non solo, ha imparato le grandi lezioni del suo sport: lo spirito di squadra, la filosofia del gioco, il proverbiale fair play, l'importanza del terzo tempo, in cui una birra riunisce i team rivali al termine della partita. Ma nel 2011 Martin scopre che un nemico invisibile lo perseguita anche dopo il fischio dell'arbitro. La "Cosa" che cerca di fermarlo, causandogli perdita di peso e di sonno, dolori addominali e terribili rush cutanei, è la celiachia. Infida e subdola, difficile da diagnosticare, non è riuscita a placcare Castro, anzi: gli ha imposto una svolta che ha migliorato le sue performance, lo ha spinto ad affrontare lo sport con più consapevolezza e ad avere un'alimentazione controllata, ma senza rinunciare al gusto. In questo libro l'atleta racconta la sua storia e, tra aneddoti e curiosità, parla della celiachia con voce onesta e sincera: come ha reagito, come la gestisce, quali sono le sue ricette preferite e come eseguirle. Una testimonianza che insegna a non arrendersi, a trovare l'atteggiamento mentale per iniziare un grande cambiamento e a trasformare la celiachia in un'alleata.
"Il Piccolo Principe" è un libro amato da milioni di persone in tutto il mondo. Lo leggiamo da bambini e ce lo portiamo nel cuore da adulti, fedeli alla sua semplice, profonda bellezza. Come può parlare a tante persone di tutte le età? Perché è una splendida metafora dell'amore, spiega il filosofo David Robert Ord, che ci accompagna a scoprire i simboli disseminati tra le pagine del libro. Il pilota, costretto a un atterraggio di emergenza nel deserto, siamo noi, persone troppo serie e responsabili, chiuse in una vita che non ci appartiene e rassegnate a rapporti di convenienza. Ma la nostra tristezza è una scelta, ci dimostra il piccolo principe: raccontandoci i suoi viaggi e i suoi incontri straordinari - con il geografo, l'uomo d'affari, la volpe, il re - e ovviamente l'amore per la bellissima rosa, ci insegna a vedere la realtà con uno sguardo puro e disarmante. Se anche noi, come lui, vogliamo ritrovare la capacità di meravigliarci, se vogliamo liberarci dai condizionamenti e riscoprire l'autenticità dei sentimenti, dobbiamo ridare voce alla nostra parte più vera: l'animo bambino che abbiamo soffocato per diventare grandi. Questa sola è la strada per la felicità e l'amore.
Quando hai dodici anni, il tuo sembra un mondo perfetto. Ma quando quello stesso mondo condanna tuo padre a morte, obbliga i parenti più stretti a scappare e ti allontana dalla tua famiglia, tutto si infrange. È ciò che è successo a Gulwali, ragazzino afgano che ha provato sulla propria pelle che cos'è la guerra. Testimone del conflitto tra talebani e americani, dopo l'uccisione del padre Gulwali è costretto, insieme con il fratello Hazrat, a scegliere se arruolarsi tra le file dei combattenti religiosi come bambino-kamikaze o essere usato come spia dai soldati a stelle e strisce. Non c'è via d'uscita, non in Afghanistan. Per questo sua madre, decisa a salvare i propri figli a tutti i costi, obbliga Gulwali e Hazrat a lasciare il Paese, senza la certezza che arriveranno sani e salvi in Europa o che rimarranno insieme. Quando i ragazzini vengono separati, la loro sorte è sempre più a rischio e Gulwali, ormai solo, si ritrova dodicenne ad attraversare otto Stati, dalle montagne dell'Afghanistan all'Iran, dalla Grecia all'Italia. Sul suo cammino conoscerà la crudeltà umana e la solidarietà, la brutalità e la fame, fino al terrore delle acque imperscrutabili del mar Mediterraneo. Lottando contro ogni avversità, Gulwali riuscirà ad arrivare in Inghilterra e a ricominciare a vivere. Il viaggio straordinario di un bambino che, aggrappandosi solo alla speranza di una vita migliore, ha sfidato la morte.
"Non ne ho voglia, Non serve a niente, Tanto non sono capace, Non troverò certo lavoro perdendo tempo sui libri": se avete un figlio adolescente queste frasi riguardo lo studio vi suoneranno familiari. E poi discussioni, ansie, porte sbattute. Ma è davvero inevitabile passare così gli anni delle scuole superiori? C'è un modo per aiutare i nostri figli a studiare con meno fatica e brutti voti, a crescere in modo più consapevole e a godersi questo periodo? E noi con loro? Marcello Bramati e Lorenzo Sanna, docenti e papà, sono convinti di sì. Forti di tante esperienze condivise con gli studenti, di pomeriggi e serate trascorse con i genitori, di riflessioni e confronti, hanno messo a punto un approccio che è un mix di organizzazione, dialogo e comportamenti capace di avvicinarci ai nostri figli, di capirli di più e di ottimizzare studio e impegni extrascolastici. Il metodo BiEsse Basta Studiare! è articolato in sette punti ed è collaudato da ragazzi e genitori che hanno visto miglioramenti concreti nel rendimento, nel clima famigliare e nel rapporto con i professori. Basato su semplici planning, facili accorgimenti nel modo di studiare, una pianificazione degli obiettivi e un'alleanza inedita e fruttuosa tra adulti e ragazzi, il metodo consente di aiutare i nostri figli a organizzarsi e a gestire le tante attività che rendono belli e non insopportabili i cinque anni delle superiori.
Per i detrattori è "Elisabetta la Lunga", la sovrana senza qualità particolari, dotata della sola virtù della longevità. Per la grande maggioranza degli inglesi, e anche per qualche convinto repubblicano, è l'amato e indiscusso simbolo della nazione e della grandezza del Paese. Per i media è un'icona mondiale. Chi è dunque, e chi è stata, nei novant'anni della sua vita, Elizabeth Alexandra Mary Windsor? Per rispondere a questa curiosità Antonio Caprarica, che ha avuto più occasioni d'incontrarla, ne ha esplorato la storia a partire dalla nascita nella casa londinese di Bruton Street, il 21 aprile 1926, e dall'infanzia trascorsa a Buckingham Palace insieme ai nonni, dai quali ha ereditato la parsimonia fino alla tirchieria e il maniacale rispetto della forma e dei ranghi che ancora oggi le vengono rimproverati. Ha seguito Elisabetta nei viaggi giovanili con Filippo e nelle stanze dove, ad appena ventisei anni, ha imparato l'arte di regnare. L'ha osservata nelle occasioni ufficiali e nelle crisi famigliari ricostruite attraverso le indiscrezioni di corte... Una biografia che ripercorre le cadute e i trionfi di oltre sessant'anni di regno, indaga sulla magia che circonda la monarchia britannica e narra, al tempo stesso, una favola d'altri tempi.
Come ha potuto il ragazzo che ho cresciuto con amore trasformarsi in un assassino? È la domanda angosciante che Sue Klebold si è posta per anni. Il 20 aprile 1999 suo figlio Dylan e l'amico Eric Harris erano entrati a scuola armati di bombe e pistole e avevano sparato ai compagni nel bar, in biblioteca, nei corridoi. Poi si erano suicidati, lasciando a terra tredici morti e ventiquattro feriti. Dopo lo sgomento, lo strazio, la vergogna e il rimorso, Sue ha iniziato un lungo percorso per tentare di venire a patti con una realtà inaccettabile. Ha letto e riletto i suoi diari e quelli di Dylan, scavato tra gli episodi e le conversazioni del passato, sezionato la sua vita famigliare con la precisione di un medico legale, cercando di comprendere che cosa le fosse sfuggito, quali errori avesse commesso. La conclusione del suo lavoro, descritto con onestà spietata, è una verità difficile da accettare: conoscere fino in fondo i propri figli è impossibile, e l'amore non basta a proteggerli dalia sofferenza psicologica. Bisogna essere consapevoli delia vulnerabilità degli adolescenti, anche di quelli che sembrano felici. La speranza che ciò che ha scoperto con fatica e dolorosamente possa essere utile ad altri genitori l'ha aiutata a compiere un ultimo passo difficile, quello di pubblicare la sua storia.
Campi magnetici, correnti magmatiche e telluriche sotterranee, ioni liberati dalle acque, componenti ferrose nelle rocce: tutta la Terra è percorsa da potenti linee naturali che, incontrandosi, creano straordinarie concentrazioni di energia. Sono i luoghi di forza: basta avvicinarsi per avvertire un'atmosfera diversa, che può cambiare radicalmente lo stato fisico e mentale. I nostri antenati, che vivevano a stretto contatto con l'ambiente, sapevano cogliere meglio di noi le peculiarità di questi siti e li sceglievano come aree sacre, dove praticavano riti di fecondazione, guarigione e rigenerazione. Oggi la scienza sta rivalutando i culti del passato, perché si è scoperto che avvenivano in località cariche di un'energia reale e misurabile, in parte ancora misteriosa ma in grado di apportare benefici immediati. L'Italia è ricca di luoghi di forza: dallo spaventoso giardino di Bomarzo alla piramide massonica di Radicofani, dal percorso iniziatico di Castel del Monte alla Sacra di San Michele, una delle sette chiese dedicate all'arcangelo disposte casualmente? sulla stessa linea di forza. Nel libro "Luoghi di forza", Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu, studiosi delle civiltà antiche, ci guidano alla scoperta dei principali siti del nostro Paese, ne spiegano la storia e la funzione, insegnano a leggere i simboli occulti che ci aiutano a entrare in contatto con le forze della natura e a recuperare una sapienza ormai dimenticata.
Esprimersi in buon italiano è il miglior biglietto da visita in tante occasioni: a scuola, nel lavoro, negli incontri di tutti i giorni.
Ma che cosa vuol dire usare un linguaggio corretto?
Per rispondere a questa domanda, gli autori hanno raccolto le regole essenziali di un discorso e uno scritto in perfetta forma.
Con semplicità e con l'aiuto di molti esempi, spiegano come mettere gli accenti e la punteggiatura al posto giusto, come evitare le trappole dell'ortografia, come destreggiarsi fra congiuntivi e condizionali.
I due linguisti incoraggiano a adoperare con sicurezza parole nuove o poco frequenti, come avvocata, ministra e altri nomi di professioni al femminile (ancora guardate con diffidenza benché impeccabili dal punto di vista grammaticale) e a tenersi invece alla larga dalle mode e dalle frasi fatte.
E infine smascherano l'artificiosità e l'inutilità di cattivi modelli molto diffusi: il burocratese, l'aziendalese, l'itanglese e lo scolastichese.
Chi li usa dice «effettuare» invece di «fare», chiama «team» il proprio gruppo di lavoro, nasconde i tagli della spesa dietro una spending review e corregge «passare le vacanze » in «trascorrere l'estate».
Dagli studiosi che hanno inventato il modo più efficace e divertente per imparare la grammatica, una guida essenziale all'uso dell'italiano, uno strumento prezioso per abituarsi a parlare e a scrivere in una lingua chiara, piacevole e senza neanche un errore.
Mi resi conto che il compito dello scultore era un altro. la statua è già contenuta nel blocco di marmo, come un feto nel grembo di una donna: io dovevo riuscire a coglierla e tirarla fuori con lo scalpello. Quali figure avevo visto nei blocchi che attendevano il mio intervento? Quale storia avevano da raccontarmi? Dovevo soltanto farle emergere.
Nel pomeriggio di una bella giornata dell'aprile 1979, un giovane insegnante di fisica si ferma davanti al pesante cancello che chiude il giardino dell'Osservatorio Astronomico di Trieste. Lo aspetta la direttrice, alla quale deve sottoporre il progetto di una nuova rivista dal taglio divulgativo. Catapultato dal caso in un'avventura editoriale, l'improvvisato redattore si presenta con la preoccupazione di chi sta per affrontare un esame troppo difficile, ma ad accoglierlo trova una signora sorridente e schietta, entusiasta dell'idea di diffondere l'astronomia tra il pubblico degli appassionati. Un incontro che gli cambierà la vita e darà inizio a una lunga collaborazione e a una profonda amicizia. Ripercorrendo i momenti più significativi del loro rapporto, Corrado Lamberti offre in questo libro un ritratto di Margherita Hack nel quale mette in luce i tanti insegnamenti che ne ha ricevuto. Lo sguardo affettuoso e acuto dell'allievo segue la maestra nel tenace e appassionato lavoro, nell'appuntamento quotidiano con la colonia di gatti da sfamare, nel confronto con i colleghi universitari, nelle passeggiate sul Carso e nella relazione affettiva e professionale con Aldo, il suo compagno. E anche nei momenti meno gloriosi della sua vita, come quello dei pasti, quando Margherita e Aldo, in una cucina tristemente sfornita di cibo che non sia quello per gli amati felini, cuociono in acqua fredda una generosa porzione di spaghetti, che trasferiranno maldestramente nei piatti...
Trieste 1978. Le feste sono finite e Salvatore deve salutare la famiglia per tornare al suo comando a Catania. Sale come sempre sul Freccia della Laguna, anche se non ha fatto in tempo a pagare il supplemento rapido. Lo farò a bordo, si dice. Ma un controllore particolarmente rigido lo costringe a scendere. Poche ore dopo il treno deraglia, lasciando dietro di sé una scia di morti e feriti. La carrozza più colpita è la tre, dove avrebbe dovuto viaggiare Salvatore. Invece il fato è intervenuto per proteggerlo, secondo un suo imperscrutabile disegno. Lo stesso disegno potente e misterioso che riguarda ognuno di noi. Ma qual è? Cosa ci riserva il futuro? Che ruolo abbiamo nell'ordine delle cose? Saremo all'altezza? Marco Cesati Cassin, da anni attento ricercatore della sfera spirituale, ha raccolto decine di testimonianze e di casi straordinari con i quali ci illustra cos'è il destino, che cosa lo determina, in che modo possiamo influire sul nostro e su quello dei nostri figli. Spaziando tra antichi testi sacri ed esperienze personali, ci spiega qual è il rapporto tra il libero arbitrio e la linea della vita e ci insegna come interpretare i segni per capire che compito ci aspetta. E ci lascia con un messaggio: qualunque sia la nostra situazione al momento, dobbiamo avere fiducia, perché lo scopo di ogni esistenza è l'evoluzione e la crescita. Per quanto il destino oggi possa sembrarci oscuro, è sempre benevolo, e dietro un'apparente sfortuna potrebbe riservarci la svolta che aspettavamo.
Nella mente di Pietro Bagnoli rimarrà impressa per sempre quella mattina del luglio 2009, quando un avviso di garanzia è caduto come un fulmine sulla sua vita, fatta di lunghe ore in sala operatoria, turni in reparto, studio dei tumori dell'addome. Quel foglio lo proietta in un mondo a lui estraneo, fatto di procedure astruse, perizie e interrogatori che tentano di tradurre nei termini della certezza giuridica uno sfortunato caso clinico e una tragedia umana: la morte di una ragazza operata di un brutto cancro allo stomaco. Un intervento difficile, in cui le complicazioni sono frequenti: la giovane non le ha superate, e per i famigliari la colpa è dei chirurghi. Ci vorranno quattro anni per arrivare all'assoluzione "perché il fatto non sussiste". Delle oltre trentamila cause intentate ogni anno in Italia, solo una piccola percentuale accerta una colpa effettiva del medico. Ma il fenomeno ha pesanti conseguenze: mentre i "camici" si tutelano dal rischio di denunce prescrivendo esami, farmaci e ricoveri inutili, i conti della sanità vanno in tilt e i "pigiami" rimangono ostaggio di liste d'attesa troppo lunghe, che ritardano le cure. Medici e istituti sanitari pagano alle assicurazioni premi sempre più alti, e intanto studi legali spregiudicati inseguono i pazienti allettandoli con promesse di risarcimenti milionari. In questo racconto l'autore ripercorre la sua vicenda processuale per mostrare i pericoli della medicina difensiva, un sistema distorto che danneggia tutti