
Una raccolta di testi pubblicati dal sacerdote gesuita ceco Adolf Kajpr (1902-1959), pensatore acuto e dal talento straordinario, coraggioso predicatore e articolista, morto a seguito degli stenti patiti nei campi di concentramento nazisti e nelle carceri comuniste. È considerato testimone di un cristianesimo assoluto ed è accompagnato da fama di martirio. Nel 2019 è stato iniziato il suo processo di beatificazione, che dal 2021 è entrato nella fase romana. Kajpr era costantemente impegnato nell'intensa ricerca di Dio in tutte le cose e, con ciò, anche di modalità per diffondere la fede in Gesù Cristo tra i propri contemporanei, specialmente tra quelli dalla fede tiepida. Proprio per questo, con eccezionale capacità di discernimento, mostrò la luce che il cristianesimo gettava sulle vicende del tempo nella vita sociale e quale atteggiamento adottare verso di esse. I suoi testi erano espressione di interesse per le questioni pubbliche e per il bene materiale, così come per la salvezza eterna di tutte le persone.Ciò lo portò appunto a criticare le tendenze totalitaristiche della sua epoca, cosa di cui dovette pagare le conseguenze con le sue sofferenze e la sua morte. Le sue qualità fanno di lui un rappresentante del rinnovamento cattolico preconciliare.
Quando Giorgio Rumi utilizzava il paradigma interpretativo che dà il titolo a questo volume, "nomadismo eclettico", la nostra società non aveva ancora sperimentato fino in fondo il senso di spaesamento che era insito nelle sue parole, con la perdita di ogni riferimento identitario, il mutamento ossessivo, il disprezzo per ogni forma di appartenenza, il fastidio per ogni riconoscimento di discendenza e di apertura al futuro. La sua prematura scomparsa ha interrotto una riflessione che avrebbe certamente condotto a nuove piste di ricerca, ad approdi illuminanti. Tuttavia, seppure la società italiana abbia sentito la mancanza del suo pensiero lucido e penetrante, mai è venuto meno, non solo il ricordo personale, per taluni l'affetto amicale, ma anche il tentativo di riprendere la sua lezione, di elaborare le sue intuizioni, i suoi percorsi di ricerca, finanche le sue chiavi interpretative. Pensieri privati e articoli della stampa, relazioni e saggi scientifici compongono un apparato vario e articolato che dal 2006, anno della scomparsa di Giorgio Rumi, giunge fino ai nostri giorni creando, anche attraverso brevi brani dei suoi scritti, un intenso dialogo ideale con lui. «In queste pagine, [...] - scrive il card. Gianfranco Ravasi nella Prefazione - la testimonianza è soprattutto d'affetto e ammirazione per la figura di un maestro che ha lasciato una grande lezione storiografica e civile. I vari testi qui raccolti rivelano una serie di iridescenze differenti, come scopriranno i lettori "ascoltando" appunto le diverse voci. Esse raccolgono i molteplici lineamenti di Rumi e, attraverso i vari capitoli, riescono a comporre il ritratto di una persona che ha lasciato una traccia profonda nella vita sociale, culturale ed ecclesiale della seconda metà del secolo scorso. Si intrecciano, infatti, in questo centinaio di «testimoni», i vari percorsi dello studioso sia a livello biografico, sia nella sua ricerca scientifica, sia nell'impronta da lui lasciata nella pólis italiana, sia nelle esperienze personali di discepolato o di amicizia».
Era il 1909 quando a Città di Castello, con la casa editrice Lapi, Maria Montessori dava per la prima volta alle stampe Il metodo della Pedagogia Scientifica applicato all'educazione infantile nelle Case dei Bambini. Il libro può considerarsi come la prima tappa di un lungo viaggio che la studiosa di Chiaravalle intraprese tra importanti affermazioni, promozioni e non poche critiche. Noti sono i tanti eventi che nei primi decenni del Novecento fecero dell'autrice una figura di primo piano, non tanto in Italia quanto e soprattutto in alcuni paesi esteri che l'accolsero e l'avvalorarono dando ad essa un certo spessore pedagogico. Meno note sono invece le dure critiche che si succedettero negli anni tanto da costituirsi a simbolo di una "consuetudine antimontessoriana" in grado di produrre quando entusiasti sostenitori, quando strenui oppositori. Come Mario Montessori scrive: «le persone religiose la combattevano per il suo positivismo, i positivisti la condannavano per l'uso di un linguaggio religioso, gli scienziati la ridicolizzavano per la sua mancanza di seria obiettività, i pedagogisti la accusavano di orgoglio megalomane». Col fine di ripercorrere i motivi delle resistenze al pensiero di Maria Montessori, il presente lavoro, svolto su uno dei più influenti periodici del tempo: Rivista Pedagogica (1908-1939), restituisce alcune critiche di importanti pedagogisti e filosofi italiani rivolte al metodo e al pensiero dell'autrice già nei primi decenni del Novecento.
Il volume, con alcune riflessioni di Mons. Matteo Zuppi, Pierluigi Castagnetti, Piergiorgio Grassi, ripercorre gli avvenimenti lieti e dolorosi legati alla vita di Zaccagnini attraverso le lettere ritrovate nell'archivio di famiglia: da Mazzolari alla FUCI di Montini e Righetti, dall'amicizia con Sandro Pertini, ai giorni del tormento per Aldo Moro, dall'amicizia con La Pira al rapporto con i suoi Vescovi, viene qui riscoperto l'uomo di fede impegnato sia nella Chiesa che nella Polis.
Di famiglia e di educazione la Modernità occidentale si è costantemente interessata nei modi più diversi. La famiglia è stata inquadrata in una "narrazione di perdita" di funzioni, relegandola a mero fatto privato senza più alcuna reale rilevanza sociale. L'educazione, a contrario, è stata immaginata come la risorsa fondamentale della modernità, quell'insieme di processi formali che avrebbero permesso agli individui sia di cogliere le innumerevoli opportunità sociali che andavano sempre più velocemente creandosi (un ascensore) sia come meccanismo che avrebbe permesso a chiunque di proteggersi dai pericoli di emarginazione e retrocessione sociale (un cuscinetto di protezione). In questi saggi il sociologo Niklas Luhmann ci racconta una storia ben diversa. La famiglia moderna non perde affatto le sue funzioni sociali, bensì le cambia e diventa uno spazio-tempo sempre più rilevante per i processi di inclusione sociale e di generazione delle persone. L'educazione elabora la sua funzione di ascensore, ma non più solo verso l'alto e si trasforma in un contesto di formazione altamente rischioso per gli individui ormai costretti a scegliere le loro "carriere" rendendosi responsabili di fallimenti sempre più probabili. Ne deriva una riflessione altamente sorprendente che può aiutare il lettore a osservare in modo diverso cosa sta realmente accadendo oggi nella nostra società.
Ricostruendo un complesso intreccio di azione diplomatica, politica, assistenziale e culturale, il volume analizza il ruolo della Santa Sede nel processo di decolonizzazione dell'Algeria nel quadro internazionale della crisi delle relazioni euro-africane e nel contesto religioso della revisione dei modelli missionari. La documentazione inedita utilizzata, proveniente dagli archivi vaticani recentemente aperti del pontificato di Pio XII e da quelli della Chiesa di Francia, getta nuova luce sulle questioni della diffusione dell'islam e del nazionalismo arabo, della propaganda marxista nei paesi extraeuropei, dell'emergenza umanitaria successiva al colpo di Stato del maggio 1958 e degli effetti destrutturanti della crisi algerina sul sistema politico francese nel passaggio dalla IV alla V Repubblica fino agli accordi di Évian del 1962.
Risultato di uno specifico percorso di studio e di ricerca svolto in merito al paradigma dell'ecologia integrale dalla comunità docenti dell'Area di Pedagogia dell'Istituto Universitario Salesiano di Venezia, il volume raccoglie una serie di domande e spunti di riflessione sull'educazione alla luce del grande tema della conversione ecologica. Un cambiamento che oltrepassa le coscienze dei singoli, nella consapevolezza che i rischi prodotti da un modello pervasivo di società consumistica senza etica e senza senso sociale ed ambientale possono essere affrontati solo attraverso uno sforzo di rigenerazione dei legami comunitari. I saggi raccolti, di fronte alla domanda su quale postura può assumere l'educatore per confrontarsi con questa sfida, definiscono un poliedro di significato, propongono pratiche, articolano le questioni, in un processo condiviso di costruzione di saperi orientato da uno sguardo transdisciplinare.
Il volume nasce dal desiderio di dialogare con il silenzio, accompagnati dalle riflessioni e dalle esperienze di pedagogisti e filosofi dell'educazione, oltre che dalla voce di chi a vario titolo ha sperimentato la sua ricchezza nella dinamica educativa. Ogni persona è un silenzio, riprendendo un verso del poeta Saramago, perché da esso e in esso si nasce, ad esso poi si ritorna. Inoltre, la persona è silenzio perché non tutto di lei è dicibile, comunicabile, dichiarabile. La ricchezza pedagogica del silenzio è nella gratuità e apparente inutilità della sua presenza, che tuttavia descrive il silenzio come "passività feconda", ovvero capacità di farsi ospitali per far germinare altro da sé. Il silenzio allora è incontro con la propria interiorità, affinando la capacità di attenzione quale forma di conoscenza profonda di sé e dell'altro; inoltre, esso rende possibile l'accoglienza dell'alterità nella sua integrità, manifestandosi nella forma dell'ascolto, e dona alla relazione una profondità, ma anche un respiro aperto. Per questo motivo, adulti ed educatori dovrebbero saper rispondere dei propri silenzi quando esprimono forme di assenza, ignavia o indifferenza; dovrebbero saper tessere "presenze presenti", in grado di accogliere e far risuonare le domande silenziose che accompagnano l'umanità
Un volume che si configura come insieme di contributi di carattere interdisciplinare che declinano, sul versante socioeducativo, il portato significativo della pedagogia freiriana e degli studi critici che ne hanno consentito lo sviluppo, nell'ultimo trentennio, sul piano delle pratiche pedagogiche, educative e sociali. È noto come Freire, nell'articolazione progressiva del suo metodo di alfabetizzazione, si sia ampiamente servito della parola, delle parole generatrici e della creazione di quadri-situazione in grado di stimolare processi di coscientizzazione delle persone nei loro contesti di vita e delle comunità di persone. Così articolata, l'interpellante azione pedagogica di Freire è aperta a una concezione dialogica dell'educazione, necessariamente estesa all'atto dell'apprendere e a quello dell'insegnare. Ai suoi occhi, infatti, non esiste nessuna parola autentica che non sia anche prassi. Per l'autore brasiliano l'atto di pronunciare la parola autentica arriva a coincidere con la trasformazione del mondo, di quello simbolico e finanche di quello reale.
Rivista di problemi pedagogici, educativi e didattici.
Abstracts Editoriale Francesco Bossio Educazione, alterità e dimensione corporea. Note fenomenologiche sulla persona Francesca Pedone, Maria Moscato, Identità e alterità incarnate. Relazioni e cura nei servizi per l'infanzia in cornice Outdoor Education Malte Brinkmann, The lived body and the mind. On the relation of thinking, learning, and embodiment in intercorporeal reflexivity Enza Sidoti, Dal riconoscimento corporeo ai percorsi di formazione: note sulla Bildung Simone Digennaro, Corpo esteso: una riflessione sulla società onlife e sulle nuove forme di educazione alla corporeità Angela Arsena, Fenomenologia del corpo digitale e responsabilità educative Elif Gulbay, Antonella Leone, Embodied Learning with Augmented Reality: Future Teachers' Perspectives Chiara Sità, Maria Livia Alga, Itinerari corporei nella ricerca pedagogica: il tirocinio universitario degli educatori socio-pedagogici come autoetnografia somatica Ivana Bolognesi, Corpi e educazione nei contesti scolastici multiculturali Stefania Lorenzini, L'importanza del corpo nella relazione affettiva ed educativa tra genitori e figli/e per adozione. Considerazioni in prospettiva educativa interculturale Domenico Francesco Antonio Elia, Sono tutti da bruciare quei negri! Il corpo coloniale nelle lettere degli scolari a Graziani Rossella Caso, Narrare il non-umano. L'alterità del corpo bambino nelle storie per l'infanzia Alejandro Quintas Hijós, Croce Costanza, Nuevos escenarios: la educatión teatral en la escuela y la perspectiva corporal Valeria Caggiano, ARTimisia Gentileschi, an Educational Practice for Leadership. Yesterday's Lessons for Tomorrow Elisabetta Madriz, I "benefici della danza": prima analisi di un'esperienza formativa mediata dalla corporeità Vito Balzano, Educare alla corporeità. Il ruolo degli stakeholders per la costruzione di nuovi modelli di welfare Per le recensioni Salvatore Consoli, M.T. Moscato, "Un abisso invoca l'Abisso". Esperienza religiosa ed educazione in Agostino, Franco Angeli, Milano 2022 Maria Vinciguerra, Antonia Rubini, Fabio Granato, Incontro, Scholé, Brescia 2023 Elisabetta Fiorello, EdEn-Med: la mia scuola è il mondo. Modelli e strategie di Educazione Ambientale, Edizioni Anicia, Roma 2023.
1945-1954: De Gasperi Presidente del Consiglio. L'instaurazione della Repubblica, l'approvazione della Costituzione, un eccezionale processo di ricostruzione, grandi riforme, l'inserimento dell'Italia nel nuovo sistema di relazioni internazionali, la scelta atlantica e europeista caratterizzarono attività e vicende dei governi da lui presieduti. Il suo indirizzo politico fu sintetizzato nel trinomio «Libertà, giustizia sociale, pace, tutte e tre interdipendenti e solidali». La sua fede nel «regime libero» fu caratterizzata dal «proposito fermissimo - come sottolineò lui stesso - di difenderlo sia contro le minacce degli avversari, sia contro le debolezze degli amici». Difese la democrazia da tendenze e movimenti antidemocratici con metodi democratici. «Umanità e preghiera, spiritualità e politica vissero intrecciate nel suo spirito - ci ha ricordato Maria Romana De Gasperi - prendendo forza e ragioni di vita l'una dall'altra, tanto da renderne difficile la distinzione e il confine».

