
Machiavelli o Niccolò Machiavelli è stato testimone e partecipe di avvenimenti e di sentimenti che segnano la nascita del mondo moderno: il tempo delle idee razionali e laiche dell'Umanesimo, delle arti e del "libertinismo" del Rinascimento e di irrisolte contraddizioni religiose e ideologiche. Teorico di un sistema politico di governo fondato sulle "equalità" sociali e su magistrature stabili, e con il sogno di una Italia unita e di uno Stato-Principe promotore e difensore del "vivere civile", Machiavelli è stato osservatore attento e appassionato della "crisi italiana" tra il Quattrocento e il Cinquecento e anche protagonista perdente e profeta disarmato di una Italia dilaniata dai conflitti interni, divisa e terra di conquista. Lucio Villari affronta i momenti fondamentali del pensiero di Machiavelli, le scritture letterarie, la vicenda umana. Una narrazione nel drammatico scenario del Cinquecento fiorentino, italiano, europeo.
"Dall'11 maggio al 5 luglio del 2012 è avvenuta in Italia una cosa difficile da classificare e mai accaduta prima: un migliaio di donne e uomini hanno attraversato da ogni parte la penisola percorrendo a piedi, in cinque diversi bracci, più di 4000 chilometri per raggiungere L'Aquila, cuore terremotato del nostro Paese. Non pensavamo che così tante persone tra loro sconosciute si sarebbero incontrate in posti mai visti prima e si sarebbero messe a camminare insieme sotto il sole cocente e sotto la pioggia, su sentieri di montagna e costeggiando i mari, su piccole strade bianche e sulle grandi vie delle periferie industriali; avrebbero dormito insieme nelle camerate di ostelli e conventi o sui nudi pavimenti di scuole e palestre, senza delegare ad altri i propri sogni. Il libro che ne è nato è altrettanto anomalo, vario, avventuroso, singolare, spiazzante. Ne viene fuori un'immagine dell'Italia vista molto più da vicino, da dentro. Si alternano testimonianze e voci, ciascuna con la propria singolarità e diversità. Tutti insieme, questi corpi e queste voci che si sono incontrati in un punto segreto delle loro vite come per una misteriosa migrazione di uccelli, hanno dato vita a questo gesto inattuale e si sono trovati per un po' dentro lo stesso sogno." (Antonio Moresco)
L'Inferno, la cantica della Divina Commedia in cui la poesia di Dante tocca spesso le sue vette più alte, è un universo meraviglioso, illimitato e complesso nel quale, oggi forse più che in passato, è pressoché impossibile addentrarsi confidando solo nella propria capacità di orientamento. Senza un'adeguata carta topografica e una bussola efficiente, si rischia di smarrire presto la strada, come nella selva oscura che apre il poema e lo domina con la sua incombente presenza e la forza del suo valore simbolico. Il libro di Marco Santagata è il racconto, in una prosa scorrevole, coinvolgente, priva di tecnicismi, del viaggio ultraterreno di Dante, e insieme la guida teorica e pratica che fornisce gli elementi indispensabili per apprezzare i riferimenti alle vicende e all'identità dei personaggi che popolano i trentaquattro canti dell'Inferno. E, soprattutto, rivela e rende accessibile al largo pubblico l'inestimabile tesoro di emozioni, sentimenti e pensieri nascosto "sotto '1 velame de li versi strani". Come un premuroso Virgilio dotato di una profonda conoscenza del testo dantesco, Santagata accompagna passo passo il lettore alla scoperta del tenebroso mondo infernale, illuminando ogni recesso di quella voragine che si creò quando Dio scagliò dal Cielo l'angelo ribelle Lucifero, e la Terra, per non essere toccata dal suo corpo immondo, si ritrasse nell'altro emisfero.
Vi siete chiesti perché esiste la giornata nazionale della stipsi? O quella dedicata alla timidezza? Ci fanno sentire costantemente malati, così le aziende incassano miliardi vendendo farmaci inutili. Tutto è business nello sgangherato mondo della sanità italiana. Sono un affare gli anziani: spuntano dovunque residenze assistenziali abusive che sembrano "lager", e il ministero non sa nemmeno quante siano. Sono un affare le mamme: vengono convinte a fare decine di esami inutili e a partorire con il cesareo, così le Asl guadagnano di più. Ci sono policlinici dove gli universitari si spacciano per specialisti, e ci sono ospedali minuscoli senza pazienti, che però restano aperti solo per assicurare il posto (e lo stipendio) ai primari. E poi, tangenti sui grandi appalti, malaffare tra dirigenti, case farmaceutiche che schedano i dottori per corromperli, valvole aortiche che costano il triplo del normale. Tutto, sempre, sulla nostra pelle. L'articolo 32 della Costituzione, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti", è una bugia. Non vale più. Non per tutti, almeno. La verità è che lo Stato non riesce più a garantire la nostra salute. Nonostante spenda 114 miliardi di euro all'anno in sanità, 2 milioni di italiani non possono accedere alle cure pubbliche. Esodati per colpa di ticket diventati troppo cari a causa dei debiti accumulati da amministratori scellerati.
"Questa era la mia storia, e adesso dovevo raccontarla fino in fondo. Volevo che la mia Olimpiade impossibile, lunga quarantotto anni, spiegasse che il proprio futuro bisogna saperselo vedere nella testa, senza cedere alla rassegnazione e all'idea che tutto sia predestinato, liberando la mente da leggi assolute, da stereotipi e luoghi comuni, i grandi nemici del coraggio e della fantasia." Come scrisse Candido Cannavò, rimpianto direttore della "Gazzetta", a poche ore dalla pazzesca finale del kayak femminile alle Olimpiadi di Pechino 2008: "Signori, questa non è una storia di sport. È la vita che parla e, attraverso Josefa, ci sussurra: amatemi gente, e non ponetemi dei limiti". Niente limiti nella storia incredibile della canoista tedesca che, trasferitasi in Italia per amore, si allena con il marito Guglielmo Guerrini in una cava dismessa, "a tu per tu con aironi, anatre e alcune coppie di cigni", e diventa una delle azzurre più premiate di sempre. Niente limiti per l'atleta data molte volte per finita e che ogni volta era lì, ai Giochi, otto edizioni, ventotto anni di Olimpiadi. Niente limiti, anche se: "Non puoi vincere se hai appena avuto un bambino!", "Non puoi essere una brava mamma e portarti a casa l'oro!", "E poi, cosa c'entra la politica? Dove la metti, in questa vita di corsa?". Già, la politica, una nuova avventura, la più grande, proprio quando tutto sembrava finalmente calmo e tranquillo come il lago dopo una gara. Le elezioni da fuoriclasse, il Senato, il ministero...
Il 9 gennaio 2007 Steve Jobs annunciò di voler rivoluzionare il mondo della telefonia mobile lanciando sul mercato l'iPhone. Critici e addetti ai lavori pensarono subito che, questa volta, il carismatico dominus di Apple, dopo aver messo a soqquadro l'industria discografica grazie all'iPod e a iTunes, avesse fatto il passo più lungo della gamba: i grandi operatori telefonici avevano sempre esercitato un controllo ferreo sull'intero settore delle telecomunicazioni ed era difficile ipotizzare che qualcuno potesse anche solo intaccarne il predominio. In realtà, il nuovo smartphone si sarebbe rivelato il primo vero computer tascabile che, grazie alla tecnologia dello screen multitouch, avrebbe concentrato nei polpastrelli delle dita le funzioni fino ad allora svolte da mouse, tastiera e stilo. Google, altra multinazionale dotata di ingenti capitali e di un'incredibile capacità di innovazione, che già alla fine del 2007 presentò la sua ultima creatura, Android, un sistema operativo in grado di contendere lo scettro a iOS. Inevitabile, dunque, che si scatenasse una guerra senza esclusione di colpi, destinata a finire nelle aule di tribunale: la posta in gioco non era solo il primato nelle vendite, ma la conquista dell'intero ecosistema web. Fred Vogelstein ripercorre le fasi salienti di questa sfida a suon di brevetti tra Apple e Google, che coinvolge alcune delle maggiori aziende di telefonia come Samsung e Motorola.
Il declino dell'Occidente sembra ormai per molti un "dato di fatto", tanto evidente quanto ineluttabile; in realtà, nessuno ha ancora spiegato in modo convincente perché quei paesi che hanno raggiunto un altissimo grado di sviluppo civile, economico, politico e culturale si stiano avvitando in una spirale recessiva, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti: rallentamento della crescita, deficit di bilancio, invecchiamento della popolazione, comportamenti antisociali. Ma che cos'è che non va nella civiltà occidentale? Ciò che non va, sostiene Niall Ferguson, sono proprio quelli che una volta erano i quattro pilastri delle società dell'Europa occidentale e dell'America del Nord - il governo rappresentativo, il libero mercato, il governo della legge e la società civile - e che a partire dal XVI secolo sono stati il vero volano dell'espansione e dell'egemonia mondiale dell'Occidente, intaccati oggi da meccanismi degenerativi che li stanno sgretolando. Le nostre democrazie hanno rotto il patto fra le generazioni, scaricando il peso maggiore della crisi su figli e nipoti. I nostri mercati sono regolati da norme sempre più complesse che complicano inutilmente la situazione invece di semplificarla. Dal governo della legge siamo passati, per eccesso di burocrazia, al "governo dei legulei". E la società civile, un tempo vivacissima grazie alla libera iniziativa dei cittadini, è degenerata in società incivile, in cui ognuno pensa che i problemi degli altri non lo riguardino e aspetta pigramente...
Tutti abbiamo storie da raccontare, storie con cui spiegare e dare un senso alla nostra vita. Ma perché questo succeda, raccontarle non basta. Ci vuole qualcuno che le ascolti, le comprenda... e ce le restituisca. Qualcuno che, se ci siamo persi, ci aiuti a ritrovarci. In venticinque anni come psicoanalista, Stephen Grosz ha ascoltato migliaia di storie, e da tutte ha imparato qualcosa sugli esseri umani, e su stesso. Con ognuno dei suoi pazienti ha trovato un lessico speciale, da cui poter trarre "lezioni" universali. In queste pagine ce le racconta, e lo fa con attenzione alla potenza delle parole semplici, lontano da ogni gergo specialistico. Nei brevi, intensi resoconti dei percorsi terapeutici, oltre a delineare un sottile autoritratto dell'analista, il cui "compito è quello di accompagnare sulle scena" che è fonte della sofferenza e "lasciare che quella faccia il suo lavoro", ci presenta un'umanità che si confronta con tutto ciò che la fa sentire viva e fragile: l'amicizia, l'amore, la genitorialità, il senso di colpa, la paura della morte. Seguendo il percorso dei suoi pazienti scopriamo che c'è un po' di noi in ognuno di loro. In Peter, che mente per nascondere un'infanzia dimenticata e violenta. In Lily, che ironizza su ciò che la fa soffrire e si sente assolta dalla risata del terapeuta. Nel professor R., che a 71 anni "tira fuori dalla scatola la sua omosessualità" e finalmente si sente "a casa".
Profondo, perfino inquietante, estremamente "vero": "Il Principe" di Machiavelli è un capolavoro del pensiero e della letteratura, un testo classico da leggere, rileggere, gustare nella sua prosa rapinosa e avvincente. Ma non sempre così comprensibile, come notava già Goffredo Parise nell'auspicare una "traduzione" del testo in italiano moderno. Questa edizione, che affianca alle parole del fiorentino la loro trasposizione in lingua corrente, ne rende fruibili gli altissimi contenuti, mostrando tutta l'attualità di un'arte del governare che è equilibrio tra gli antitetici condizionamenti della vita reale.
Cosa è successo quando è apparsa la televisione in Italia? L'hanno capita prima i cattolici o i comunisti? Ha ancora senso l'idea di servizio pubblico? Che rapporti ha intrecciato con il cinema e la letteratura? Come è diventata il medium egemone inglobando altre forme espressive? Le nuove tecnologie ne sanciranno la fine o ne trasformeranno la natura e le sorti? Aldo Grasso, il nostro maggior esperto in materia, ha radunato i più importanti studiosi di media, italiani e stranieri, per disegnare uno scenario inedito sul più diffuso e popolare strumento di comunicazione. L'intento è quello di inaugurare un nuovo metodo di osservazione nei confronti di un universo finora ingabbiato in letture ideologiche o settoriali. La storia della televisione italiana viene invece qui affrontata nei modi saettanti e curiosi della Kulturkritik, con una coralità di voci che si rispondono, intessendosi l'una all'altra, incaricandosi di riflettere con competenza e autorevolezza sui molteplici aspetti della questione. Alla televisione italiana mancava un libro così, un libro che, con precisione filologica e visionarietà teorica, ne raccontasse le storie, i risvolti, le potenzialità.
"Ogni giorno, continuamente, accadono fatti incredibili. I partecipanti dei miei corsi non solo ricordano vite precedenti, ma sperimentano straordinarie esperienze spirituali o di guarigione, trovano l'anima gemella, ricevono messaggi dai loro cari trapassati, accedono a una saggezza e a una conoscenza profonda o fanno esperienza di qualche altro evento mistico e straordinario". Questo nuovo libro di Brian Weiss arriva dopo anni di attesa dei suoi moltissimi lettori, e racchiude anni di storie, esperienze, miracoli raccontati dai loro protagonisti. Racconta di anime e di anime gemelle, della vita dopo la vita e di esistenze presenti che sono state rivoluzionate da ciò che hanno trovato. Racconta di profonde guarigioni fisiche e insieme spirituali. Racconta di come il dolore possa essere trasformato in serenità esperanza, e di come la realtà spirituale compenetri e arricchisca quellafisic sempre.
"Affinando lo sguardo, circoscrivendo lo spazio del vivere quotidiano, ho perso sintonia con gli accadimenti che determinano la cronaca e il divenire del mondo. Non ne sento mancanza. Eppure sono vivo, cosciente di quale dono sia vivere, so della necessità di renderne merito e dei doveri che mi competono. Conosco molto delle mie colpe. So che sarò giudicato di fronte a Dio e posso solo sperare nella Sua misericordia. Non nutro altre speranze. La mia fiducia nelle capacità e possibilità dell'umanità oscilla tra l'applicazione della regola benedettina: ora, lege et labora e il buon senso tradizionale. Non credo che telefonando, fotografando, in rete collegati ed informati cresca di un'oncia la meraviglia del vivere. Sono vecchio, operando per lo più per reazione tendo ad essere reazionario. Montano per discendenza e per scelta, per contingenza da centocinquant'anni italiano ma sono italico da secoli e secoli e il futuro non è dato; cattolico romano in lotta perenne con un substrato barbarico, un sentire profondo che secoli di fede e devozione hanno contenuto, limato, educato ma, inutile mentire, affiora qua e là prepotente: occhio per occhio, dente per dente."