
Elizabeth è reduce da un amore sbagliato e avviata sulla strada della depressione. Pedro è un ricco giovanotto messicano segnato prima dalla morte del fratello e poi da un'indecisa relazione con una donna sposata. Elizabeth e Pedro non si conoscono, ma il dottor Weiss ha ascoltato da entrambi, durante la terapia di regressione, il racconto dello stesso episodio doloroso risalente a centinaia di anni prima. Dopo essersi amati in una vita precedente, sembrano destinati a ricongiungersi: e l'amore, che dissolve la rabbia e guarisce l'afflizione, rappresenta per entrambi l'unica possibilità di guarigione.
"Adesso posso portare i miei pazienti nel futuro, e vederlo insieme a loro". Diventato celebre per le sue sedute di regressione, nelle quali faceva rivivere ai propri pazienti le vite precedenti, Brian Weiss inaugura con questo libro la tecnica della "terapia della progressione". Secondo l'autore, infatti, le nostre vite future sono legate a filo doppio con la nostra presente: da un lato i nostri comportamenti attuali determineranno le vite nelle quali ci reincarneremo; dall'altro questi viaggi nel futuro hanno valore terapeutico per la nostra esistenza di adesso, aiutandoci ad alleviare o curare i nostri problemi fisici o psicologici. La struttura del libro è quella classica di Weiss, con il racconto dei casi terapeutici più esemplari come spunto per spiegare la sua teoria.
Quando Margaret Starbird, studiosa di matrice cattolica, si è imbattuta nell'eresia del Santo Graal, ne è rimasta scioccata. Cercando di saperne di più ha scoperto inconfutabili elementi che delineano una nuova immagine della Sacra Famiglia, in cui Maria non muore vergine e Gesù ha fratelli e una moglie: quella stessa donna che lo unse con i preziosi balsami presi da un vaso di alabastro, Maria Maddalena. In questo libro provocatorio e sconvolgente la Starbird tira le conclusioni delle sue lunghe ricerche e interpreta e rende disponibile ai lettori non specialisti una millenaria tradizione "eretica" che il potere ecclesiastico tenta da sempre di mettere a tacere a suon di dogmi consolidati.
Brian Weiss ha dimostrato la validità della "terapia regressiva" applicandola con successo in centinaia di casi clinici, nella cura delle nevrosi e di altre malattie. In Oltre le porte del tempo Weiss spiega come la scoperta delle vite passate non sia soltanto un'emozionante avventura spirituale: nei luoghi più profondi della memoria, infatti, si trovano le chiavi per risolvere problemi e traumi della vita presente, per sviluppare il talento, per rifondare su basi completamente nuove il carattere. Con i sogni e la meditazione, o anche solo imparando a guidare la mente, ognuno può far emergere alla coscienza i nodi che bloccano il suo destino. Recuperarli, come Weiss ci insegna, significa scioglierli per sempre, conquistando una libertà interiore.
"Un giorno di molti anni fa ho incontrato il Male: sembrava poca cosa, appena un leggero impaccio alla mano. E invece... malattia di Parkinson giovanile. Avevo trentasei anni e trentanove al momento della diagnosi. Ho 'dato fuori di matto' e ho fatto un mucchio di sciocchezze - proprio non ne volevo sapere! Eppure, eccomi qua, ventisei anni più tardi, con due elettrodi piantati nel cervello e due batterie sotto la pelle ma VIVA, fuori dal letto e in piedi." Lucilla Bossi è nata sotto una buonissima stella. Figlia unica di una bella famiglia milanese, è stata una splendida ballerina della Scala di Milano, in seguito una spensierata giramondo e infine sposa e mamma di Federico. Poi è arrivato quel maledetto giorno in cui la mano destra non riusciva ad arrotolare gli spaghetti nel piatto. Il primo sintomo, inequivocabile, di quello che qualche anno dopo le verrà diagnosticato: Parkison giovanile. Da quella terribile scoperta, Lucilla Bossi ha provato tutto e il contrario di tutto: sia luminari della medicina che icone della spiritualità. Una lunga via crucis che però ha avuto il merito di guidarla inconsapevolmente al centro più profondo del suo essere. Molto spesso i malati di Parkinson sembrano persone depredate dell'anima. Le spire della malattia li trasformano in gusci vuoti e tremanti, privi di quella scintilla vitale che sta nascosta dentro di noi. Lucilla Bossi non è riuscita ovviamente a debellare la malattia, ma si è tenuta l'anima.
"Un corpo irriconoscibile abbandonato come un cane nelle campagne della Locride. L'interminabile, soffocante stagione dei sequestri di persona. E poi, nella nostra carne, le fiamme che divorano il mobilificio di nonno Ciccio, l'omicidio di mio padre. E nessun colpevole. Perché continuare a vivere in una terra che ripagava il nostro amore incondizionato con tanta spietata ferocia? Andarsene via, ovunque, purché lontano da Bovalino, fuori da quei confini diventati così angusti. Approdare in una città accogliente come Modena, nel tentativo di rimuovere, di dimenticare il passato, di trovare una normalità. Nascondendo a tutti, persino a me stesso, la rabbia e la sofferenza. E così ho fatto per tanto tempo, fino a quando, ormai ventenne, ho chiesto in lacrime a mia madre di guidarmi nel doloroso esercizio della memoria. Ho voluto sapere tutto di quella sera del 23 ottobre 1989, di quei colpi di lupara sparati contro la Panda rossa di mio padre. Dopo, per me è stato l'inizio di una nuova vita. Senza più vergogna, senza più sentirmi addosso gli sguardi di commiserazione della gente. Ma ricordare e raccontare sono atti troppo rivoluzionari, troppo scomodi per chi ha costruito il proprio impero sulla menzogna e sull'omertà. Intanto la 'ndrangheta aveva viaggiato più veloce di noi ed era già lì, nell'Emilia terra della Resistenza, a conquistarsi sul campo il predominio della criminalità organizzata e pronta a zittire le mie inchieste giornalistiche." (Giovanni Tizian)
Una carabina sgangherata, un manuale di tiro scritto in cirillico ("ma con molte illustrazioni"), un bersaglio perennemente occupato da una coppia di colombi che ha fatto il nido "nel posto più sbagliato della terra". Ma soprattutto tanta, tanta voglia di vincere. Il giovane Niccolò Campriani è uno studente d'ingegneria ma è anche il miglior tiratore "in piedi" mai nato nella storia del suo sport. Un predestinato. Nel giorno più importante della sua vita, alle Olimpiadi di Pechino del 2008, proprio nell'istante in cui sta per stringere tra le mani quello che ha sempre sognato, la medaglia d'oro, scopre di avere un avversario imprevisto e imbattibile. L'ultimo colpo. Quello decisivo. Il "blocco dell'ultimo colpo" si rivela un problema più grande del previsto. E per superarlo, Niccolò finisce per lasciare l'Italia e rifugiarsi in America. Lì, intraprende un viaggio dentro se stesso, alle origini dell'ambizione, alle radici stesse della propria essenza di uomo, tra i sogni di gloria e gli equivoci imposti da un ambiente e un paese, l'Italia, che non sa più vincere, ma neppure più perdere. Quattro anni di studio, allenamenti e riflessioni da "cervello in fuga", per scoprire infine che "tra il mirino e il bersaglio non c'è solamente aria e distanza", ma anche paura. Paura di fallire e di deludere gli altri e soprattutto se stessi. Paura, insomma, di dover fare i conti con la propria identità.
La medicina è gravemente ammalata. Mentre i pazienti vivono nell'illusione che i farmaci prescritti dai medici siano sicuri ed efficaci e si basino su prove e risultati di test imparziali e affidabili, l'industria farmaceutica è afflitta da una corruzione che dilaga su scala globale, alimentando un business da 600 miliardi di dollari. Ben Goldacre, medico britannico, sferra un attacco senza precedenti a questo sistema dalle dinamiche perverse e poco trasparenti in cui sono coinvolti non solo singoli soggetti dalla dubbia integrità morale, ma anche moltissime persone perbene che, vittime in buona fede di un grande inganno, assecondano e diffondono il giudizio positivo su un determinato farmaco, basandosi su dati falsati dalle aziende farmaceutiche. Molto spesso, infatti, l'efficacia dei medicinali viene verificata in test clinici malamente progettati, condotti su un numero ridotto di pazienti poco rappresentativi e analizzati con tecniche che ne enfatizzano solo gli effetti positivi. Quando emergono dati negativi, la legge consente all'azienda di tenerli nascosti, con il risultato che a medici e pazienti arriva solo un'immagine mistificata del medicinale. Le istituzioni e le associazioni professionali che dovrebbero censurare tale comportamento non lo fanno, e le stesse autorità di controllo tollerano che i dati sugli effetti collaterali siano tenuti nascosti.
Pinuccio non fa i compiti. Mirko gioca col cellulare. Davide rompe le penne. Romoletto scrive "vado ha casa". Siamo di fronte a vecchi Pinocchi o nuovi somari? Cosa succede nella testa di molti adolescenti di oggi? Per rispondere a queste domande non basta analizzare le statistiche dell'abbandono scolastico o interpretare i risultati delle prove di verifica. Bisogna indagare sulle emergenze sociali e culturali del nostro mondo, legate alla rivoluzione digitale, alla crisi della famiglia, alla frantumazione informativa, alla decadenza di principi morali un tempo ritenuti invalicabili. Eraldo Affinati, da sempre impegnato nel recupero dei ragazzi difficili, racconta con tenerezza non priva di ironia lo splendore e la fragilità dei quindicenni con cui divide l'esistenza quotidiana. Riflette sulla sua esperienza di insegnante scegliendo il punto di vista del ripetente, cioè colui che fallisce, ma proprio per questo può aiutarci a capire cosa non ha funzionato e perché. La valutazione, la nota, i genitori, la questione del voto: questi e altri nodi sono affrontati nella consapevolezza che la sfida educativa contemporanea è un impegno decisivo per uscire da una crisi etica che riguarda tutti. Pagine che si chiudono con l'immagine di una scuola diversa: la Penny Wirton, dove si insegna la lingua italiana ai ragazzi immigrati e proprio i "ripetenti" hanno la possibilità di vedersi con occhi nuovi aiutando i coetanei che arrivano da tutto il mondo.
In questo libro Weiss, attraverso la tecnica della "terapia regressiva", illustra come le esistenze passate possano essere rievocate. La nostra realtà quotidiana, secondo l'autore, è infatti condizionata dalle situazioni cruciali di vite precedenti. Attraverso i ricordi di queste vite è possibile esplorare il mondo dopo la morte e apprendere gli insegnamenti dei "Maestri", spiriti guida non incarnati e immensamente evoluti.
Capolavoro "di sogno e di fumo", il Don Chisciotte è un libro misterioso e molteplice. Chi è il narratore saggio e bugiardo che ha creato la trama, i personaggi, i colori, le ombre, la filosofia, la psicologia, le variazioni di "questa storia gravissima, altisonante, dolce e immaginata"? Con garbo, discrezione, ironia, buffoneria, menzogna, verità, Miguel de Cervantes gioca con questa domanda per tutto il romanzo, e più gioca e più la risposta si fa sfuggente e segreta. Tutto, per lui, tende all'enciclopedia, non vorrebbe escludere nulla, nemmeno l'ultimo abitante di Siviglia o di Cordoba, ma poi il suo libro totale si trasforma nella più grandiosa parodia di qualsiasi forma di totalità. A tratti, lo scrittore si perde in un gioco infinito di incantesimi dove sembra che tutte le verità, le menzogne, le parole e i silenzi formino un meraviglioso guazzabuglio. Ma poco dopo si scopre che nel romanzo dell'incantesimo e degli incantatori non tutto è incantato e alla fine lo stesso Don Chisciotte diventa un lettore realistico della realtà. Cervantes rifiuta di imporre alla sua opera un'architettura rigida e una struttura: non sta mai fermo, è sempre da un'altra parte, deride la sua stessa narrazione, vagabonda per le strade del romanzo come il suo eroe per le contrade di Spagna. La vita stessa di Don Chisciotte è così ricca, così complessa, così divertente, così fantastica, così inverosimile che non può essere compresa in nessuna formula.
Se avete comprato una casa pagandola fino all'ultimo centesimo, siete fessi. E se avete investito nelle quattro mura i risparmi di una vita, siete fessi al quadrato. Perché gli altri che fessi non sono, cioè i furbi, quelli che contano, che sanno muoversi, che hanno un papà importante o un marito ministro, quelli che conoscono o sono conosciuti, quelli che gestiscono il potere o perlomeno lo frequentano, la casa l'hanno avuta in ben altro modo. E, sicuramente, facendo meno sacrifici di voi. Il presidente del Senato e quello della Corte dei conti, lo sceriffo di Equitalia e il grande sindacalista, l'ex presidente della Consob e quello della Lega Calcio, il medico del Papa e il magnifico rettore, l'ex ministro dell'Economia e il capo dell'Inps, gli alti burocrati e i grand commis di Stato, il rampollo del senatore e la figlia del deputato, le star del cinema e quelle della musica: ecco alcune delle tante persone citate in questo libro. Sono diverse per età, formazione culturale, ruolo e partito politico, ma hanno tutte una passione in comune: quella per il mattone. Comprano molto e, soprattutto, comprano con lo sconto, spesso da un ente pubblico previdenziale: 30, 40, fino al 70-80 per cento in meno del valore di mercato. Risultato: quello che è accaduto negli ultimi vent'anni in Italia è un vero e proprio saccheggio del nostro patrimonio immobiliare, avvenuto quasi sempre nel rispetto della legge, ma con meccanismi incredibilmente perversi che questa sconvolgente inchiesta vi svelerà.