
Non c'è alcun dubbio che l'esistenza di tutti noi si sia fatta più complicata. Il problema è che nella maggioranza dei casi siamo noi stessi, seppur inconsapevolmente, a incasinarla. Con questo libro Roberto Re svela i meccanismi psicologici che costituiscono le cause principali dei nostri casini. Con stile chiaro e pratico, l'autore descrive così le dieci situazioni-tipo di casino, offrendo per ognuna di queste le contromosse adeguate. L'obiettivo, nelle parole dello stesso Re, è quello "di pensare in maniera diversa, di desiderare qualcosa di più per te stesso, di reclamare il tuo diritto di nascita come essere umano: la felicità. Insomma, spingerti a fare qualcosa di diverso, per ottenere risultati migliori. Per te stesso. E scoprire che la vita, alla fin fine, è molto meno complicata di quello che si dice in giro".
Jack Greene e Alessandro Massignani ricostruiscono la biografia del principe Junio Valerio Borghese e della Decima Mas, la prima unità della storia navale moderna composta da commando. Personalità controversa e discussa già durante il fascismo, accostato negli anni a complotti di destra, golpe falliti e attività clandestine, Borghese continua a suscitare reazioni contrastanti. Gli autori, dopo aver setacciato gli archivi ufficiali ed essersi affidati alle memorie di veterani che combatterono su fronti opposti, offrono un quadro esauriente della vita e degli avvenimenti che lo videro protagonista.
Claudia era una ragazza giovane e bella, fidanzata e innamorata della musica. Simile probabilmente a tante altre. E come tante altre ha attraversato un momento di difficoltà in seguito alla grave malattia della madre. È stato proprio in questa crepa che si è infilato Demos, sedicente mago in contatto col divino, piegando la sua mente a proprio piacimento. Con la scusa di compiere strani rituali, quelle che lui chiamava "le opere", il mago ha iniziato ad abusare sessualmente di Claudia, costringendola a giochi osceni e raccapriccianti, contagiandola infine con il virus dell'HIV. Questa però è una storia a lieto fine. Grazie all'aiuto delle persone più vicine e soprattutto grazie a un coraggio straordinario (e negli effetti assai raro) Claudia è riuscita dopo anni a svegliarsi dal suo incubo, a denunciare il suo oppressore e a ritrovare il sorriso.
Sono qui raccolti gli scritti più significativi dell'enorme produzione narrativa di Tolstòj, straordinari per l'attualità degli argomenti e la modernità dell'approccio. Risalenti agli anni 1890-1910, si tratta di saggi, articoli, lettere aperte, appelli al popolo, ai governi, all'umanità, che diffusero con grande clamore quella che potremmo chiamare "l'eresia tolstoiana": il grande scrittore perora la causa della renitenza al servizio militare, teorizza la disobbedienza civile, attacca le maggiori confessioni religiose, il sistema di produzione capitalistico. Tra il fastidio e l'aperta ostilità degli ambienti accademici ortodossi, Tolstòj vuole la fondazione di un mondo nuovo, il regno del Dio-amore e dell'uomo autentico, mosso da un'esigenza di verità: ciò che occorre a ciascun individuo per comprendere il senso della propria vita e per viverla nel modo migliore.
Gli Agnelli sono l'unica tra le dinastie storiche del capitalismo italiano ad aver conservato una posizione paragonabile a quella dei tempi d'oro, della nascita delle grandi industrie moderne tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, e sono un simbolo del capitalismo famigliare non solo in Italia. In questo libro si racconta chi sono gli eredi del senatore Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat, attraverso più di cento microritratti di fratelli, cugini, nipoti, zie. Sono bozzetti fatti di ritagli, notizie laterali, cenni personali, aneddoti, in cui vengono tratteggiati personaggi noti, ma anche meno conosciuti. Si raccontano le loro parentele, le professioni che svolgono, i luoghi dove vivono o hanno vissuto. Le vicende dell'economia e dell'industria italiana si intrecciano alla storia dei rami della famiglia, nel tentativo di definire lo spazio di questa dinastia nell'immaginario del nostro paese.
È la sera del 30 aprile 1994: un uomo emerge dalla sua Toyota davanti al numero 31 di Willow Way, si avvicina alla porta e bussa. All'interno, Karen Reed sente la voce smorzata dell'uomo che le chiede: "Ha ordinato una pizza?". Karen apre la porta. Lo sconosciuto estrae una pistola e la colpisce alla testa. Perché una donna lontana da ogni relazione con il mondo criminale, viene uccisa a sangue freddo sulla porta di casa? Misha Glenny prende spunto da un fatto locale per ricostruire la trama globale di una nuova mafia senza nazionalità e senza confini. Partendo da quella tessera, l'autore scopre un puzzle di proporzioni planetarie che si dispiega tra Balcani e Nigeria, passando per Israele, Moldavia, India, Cina, Colombia e Stati Uniti. Un puzzle che delinea la sagoma di un'economia "ombra", una forza che cresce parallelamente alla globalizzazione dei mercati e delle merci e che ammonta al 20 per cento della ricchezza prodotta nel mondo ogni anno. Per tre anni Glenny ha inseguito le piste dei trafficanti d'armi in Ucraina e ha individuato i percorsi del denaro sporco verso il paradiso del riciclaggio di Dubai. Ha ricostruito i sistemi per contrabbandare la marijuana dal Canada agli Stati Uniti e ha visitato i quartieri malfamati di Tokyo per vedere all'opera la yakuza. Ha parlato con gangster, poliziotti e vittime del crimine organizzato, per giungere a chiarire quanto questo universo poggi sulla domanda di droga, prostituzione e manodopera a basso costo da parte dei paesi ricchi.
È la mattina del 17 maggio 1972, e la pistola puntata alle spalle del commissario Luigi Calabresi cambierà per sempre la storia italiana. Di lì a poco il nostro paese scivolerà in uno dei suoi periodi più bui, i cosiddetti "anni di piombo", "la notte della Repubblica". Quei due colpi di pistola però non cambiarono solo il corso degli eventi pubblici, ma sconvolsero radicalmente la vita di molti innocenti. La storia dell'omicidio Calabresi è anche la storia di chi è rimasto dopo la morte di un commissario che era anche un marito e un padre. E di tutti quelli che hanno continuato a vivere dopo aver perso la persona amata durante la violenta stagione del terrorismo. Mario Calabresi, oggi giornalista di "Repubblica", racconta la storia e le storie di quanti sono rimasti fuori dalla memoria degli anni di piombo, l'esistenza delle "altre" vittime del terrorismo, dei figli e delle mogli di chi è morto: c'è chi non ha avuto più la forza di ripartire, di sopportare la disattenzione pubblica, l'oblio collettivo; e c'è chi non ha mai smesso di lottare perché fosse rispettata la memoria e per non farsi inghiottire dai rimorsi. La storia della sua famiglia si intreccia così con quella di tanti altri (la figlia di Antonio Custra, di Luigi Marangoni o il figlio di Emilio Alessandrini) costretti all'improvviso ad affrontare, soli, una catastrofe privata, che deve appartenere a tutti noi.
Abbiamo i cellulari ma non abbiamo più i bambini. In un mondo rovesciato, oggi il superfluo costa meno del necessario. Vai a Londra con 20 euro, ma per fare la spesa al supermercato te ne servono almeno 40. Sale il costo della vita, dal pane alle bollette; stiamo consumando le risorse del pianeta; e dal mondo non vengono segnali di pace. Giulio Tremonti ha compreso ciò che sta emergendo nella consapevolezza comune: la globalizzazione, tanto celebrata, ha un lato oscuro, fatto di disoccupazione e bassi salari, crisi finanziaria, rischi ambientali, pericolose tensioni internazionali. E, per l'Europa in cui viviamo, di un doppio declino: cadono sia i numeri della popolazione, sia i numeri della produzione. Tremonti racconta le cause della situazione attuale, i passi falsi della politica e le spietate dinamiche della finanza internazionale, delineando i contorni della crisi globale di cui ogni giorno vediamo singoli episodi. Ma cerca anche di indicare una strada percorribile per superare questo momento e vincere la paura. La pianta della speranza non può nascere solo sul terreno dell'economia, ma su quello della morale e dei principi. Si tratta di rifondare la politica europea a partire da sette parole d'ordine: valori, famiglia e identità; autorità; ordine; responsabilità; federalismo. E in tutti questi campi bisogna ritornare alle radici dell'identità europea, in un percorso che va nella direzione opposta e contraria rispetto al '68 e ai suoi errori.
Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della lotta contro la mafia in Sicilia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano due simboli, non solo dell'antimafia, ma anche di uno Stato italiano che, grazie a loro, seppe ritrovare una serietà e un'onestà senza compromessi. Ma per Giuseppe Ayala, che di entrambi fu grande amico, oltre che collega, i due magistrati siciliani sono anche il ricordo commosso di dieci anni di vita professionale e privata, e un rabbioso e mai sopito rimpianto. Ayala rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxi-processo, sostenendo le tesi di Falcone e del pool antimafia di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta), ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu vicino ai due magistrati in prima linea quando, dopo questi primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politico-mediatici vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, isolarli. Per la prima volta, Ayala racconta la sua verità, non solo su Falcone e Borsellino, che in queste pagine ci vengono restituiti alla loro appassionata e ironica umanità, ma anche su quegli anni, sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi di una Sicilia che, forse, non è molto cambiata da allora.
Che Guevara ripercorre gli intensi momenti della rivoluzione cubana, dallo sbarco sulle coste dell'isola nel dicembre del 1956 fino alla vittoria finale del gennaio 1959. In questo libro, per la prima volta pubblicato nella versione integrale e autorizzata dalla famiglia Guevara, il rivoluzionario argentino, con il suo stile asciutto e diretto, presenta una cronaca puntuale ed emozionante della guerriglia, descrivendo in modo vivido le fatiche della vita sulle montagne, la difficoltà di organizzare un esercito disciplinato ed efficiente, gli imprevisti, le decisioni difficili e gli errori. E soprattutto esalta le qualità umane e l'eroismo dei combattenti, le battaglie e le molte vittorie che permisero all'Esercito ribelle di entrare nella storia. La prima parte del volume contiene la versione originali dei "Passaggi della guerra rivoluzionaria" pubblicati nel 1963 con il consenso e la revisione del Che; la seconda riunisce ulteriori scritti usciti successivamente.
Grasso e goffo, debole e apatico, tirannico e incapace. Queste sono alcune delle caratteristiche che gli storici attribuiscono a Luigi XVI, ma era davvero così? Antonio Spinosa propone una interpretazione del tutto diversa del re detronizzato dalla Rivoluzione del 1789: Luigi XVI non era uno sciocco né un pupazzo nelle mani della consorte Maria Antonietta d'Austria. A dispetto dell'antiquata educazione ricevuta si era rivelato un abile uomo politico, un ottimo stratega navale, un gran conoscitore di geografia, studioso di matematica e di fisica, mecenate di ingegni come Lavoisier e i fratelli Montgolfier. Un ritratto inedito e controcorrente dell'ultimo re di Francia per diritto divino.
C'è una piccola rivoluzione copernicana in questo libro, un ribaltamento del punto di vista che fa trovare la felicità dove non la si era mai neppure cercata: la formula segreta del benessere è nascosta nei piccoli gesti quotidiani che compiamo senza dar loro nessuna importanza. È una forza insospettabile in grado di darci una gioia infinita, che però noi offuschiamo di continuo coi nostri ragionamenti e i nostri giudizi, col nostro ingolfarci di scopi e progetti. Dopo averci fatto capire che "Ciascuno è perfetto" e che "Non siamo nati per soffrire", Morelli propone in queste pagine un insegnamento, che definisce un approccio all'esistenza a tutto tondo, capace, nella sua elementare radicalità, di dare una vera svolta alla vita.