
«Questo non è un libro di teologia, tuttavia Gesù, la sua tenerezza e la sua vicinanza a ognuno di noi sono molto presenti in queste pagine in cui si parla di solitudine e di amore, quell'amore così desiderato ma che a volte sembra difficile da trovare. Mi arrivano molte domande, da tante persone diverse. Quasi sempre sono anche quelle che io stesso mi sono posto e con cui mi confronto, e tutte mi fanno pensare di più. Queste riflessioni sono cresciute camminando tra la gente, a Bologna, in Italia, nel mondo, e ho pensato di condividerle. C'è dentro anche un po' della mia vita, una vita iniziata a Roma poco prima del Concilio Vaticano II, e cresciuta - ne sono grato a Dio e a tanti - dentro un tempo, che cominciava allora, di simpatia e apertura al mondo. Era la "primavera della Chiesa", dentro una primavera globale, annunciata da un papa santo, Giovanni XXIII, che desiderava una Chiesa "di tutti e particolarmente dei poveri". Ma non è una stagione del passato, anche se tante cose sono cambiate. È possibile anche oggi. Come?». In questo libro, nato da uno sguardo affettuoso per un presente complicato, il cardinale Zuppi, con uno stile diretto, grande cultura teologica e storica e finezza umana - che si traduce sempre in una capacità di prendere sul serio le domande degli altri -, offre le sue riflessioni per affrontare quella che lui stesso definisce la «pandemia dell'infelicità» del nostro tempo. Pagine piene di speranza che si rivolgono a tutti - credenti, credenti a modo proprio, scettici, non credenti - e disegnano un cammino oltre la violenza, l'aggressività, la solitudine, verso un futuro migliore, un futuro di pace.
Il generale più famoso d'Italia, autore del libro più venduto e discusso del momento, "Il mondo al contrario", torna in libreria con la sua autobiografia. Un volume molto personale, che accompagna il lettore alla scoperta di un uomo che ha scelto di essere incursore in ogni momento della vita. Sempre in prima linea, protagonista di scelte imprevedibili e non convenzionali, capace di realizzare l'impossibile. Alla fine, il coraggio vince.
«Parlare al telefono con Michela, anche solo chattare, oppure passare ore sul divano di casa mia a inanellare discorsi impegnativi mai portati a termine, o a casa sua, davanti a un piatto di zuppa di pesce, o anche al ristorante Il cambio di Trastevere sedute a quel tavolino che era diventato ormai "suo": tutto questo è stata una delle gioie più grandi degli anni in cui Michela Murgia e io ci siamo frequentate. Dieci: troppo pochi per tutto ciò che avevamo da dirci. Per questo tanti discorsi sono rimasti in sospeso, solo accennati. Almeno, questa era l'impressione, perché con lei si poteva andare avanti per ore in un gioco di continui richiami e di cambi di rotta, di balzi in avanti e di soste. A volte sembrava che a fare da filo conduttore fosse un tema, altre volte che fossero le parole stesse a disegnare la tessitura del pensiero. L'assenza della sua voce ha reso il dibattito pubblico più povero. In me continua a risuonare, invece, anche se so molto bene che i nostri colloqui di un tempo non sono più possibili.» Quando qualcuno ci lascia, spesso rimane il rimpianto di ciò che non abbiamo avuto il tempo di dire; i pensieri che avremmo voluto condividere restano sospesi in un vuoto incolmabile. Tuttavia, quella dell'assenza è una dimensione trascendente e feconda in cui ciò che non è più possibile diviene, a volte, possibile. È questa la dimensione in cui si muove la teologa Marinella Perroni per riprendere il filo delle conversazioni avviate con l'amica Michela Murgia sui temi più disparati, sempre guidate da quella ricerca di Dio che le ha accomunate fino all'ultimo. Dal loro confronto scaturiscono riflessioni di respiro tanto ampio da risuonare al di fuori dello spazio e del tempo, capaci di illuminare e orientare il nostro presente.
Il primo ottobre 1992, il potente ex sindaco di Palermo, in rapporti con Totò Riina e Bernardo Provenzano e più volte arrestato e già condannato in primo grado per associazione di tipo mafioso, consegna al colonnello Mori e al capitano De Donno un libro da lui scritto, intitolato Le Mafie. I magistrati ai quali il libro venne ovviamente consegnato, non considerarono Ciancimino un testimone affidabile e non sostennero il tentativo di Mori e De Donno di convincerlo ad avviare una reale collaborazione con la giustizia. Per la priva volta, Mori (ancora nel maggio 2024 la procura della Repubblica di Firenze ha ritenuto giusto emettere un avviso a comparire nei suoi confronti con accuse di estrema gravità) e De Donno pubblicano ampi stralci del memoriale di Vito Ciancimino e ripercorrono attentamente tutto ciò che hanno vissuto, raccontando fatti, incontri, situazioni compromettenti, personaggi sui quali non è mai stata fatta completamente luce. L'ex sindaco, infatti, sapeva certamente moltissimo. Faceva parte del "sistema mafia-appalti" per difendere il quale, molto probabilmente, furono uccisi Falcone e Borsellino, anzi: ne era uno degli uomini chiave. Ciancimino avrebbe potuto consentire, nel settore politico-economico, quello che Tommaso Buscetta fece ottenere nel campo della mafia "militare". Tuttavia, non fu possibile. "L'altra verità" riporta alla luce uno sliding door della storia della lotta alla mafia incredibile. Un libro fondamentale che smonta pezzo per pezzo le accuse di trattativa tra Stato e mafia ai danni dei due autori e che anche la sentenza della Cassazione del 2023 ha smentito definitivamente. Il tutto con un passo narrativo da romanzo poliziesco.
Il complotto ricostruisce, con prove oggettive e ragionamenti raffinati, il caso mediatico-giudiziario che ha visto coinvolto l'autore, ma è anche un forte atto di critica nei confronti della magistratura, che penetra in profondità le distorsioni del giudizio normativo. Fa da cornice di questa rappresentazione una storia avvincente (una mente brillante e anticonformista, con uno stile di vita avventuroso), la cui conclusione è ancora da scrivere.
Francesco Bellomo è uno dei giudici più titolati del Paese, siede nel Consiglio di Stato e ha la direzione scientifica di una scuola privata di preparazione per la magistratura tra le più importanti in Italia. Improvvisamente viene messo sotto procedimento disciplinare da una commissione guidata dal due volte Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e destituito dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa. Un mano ignota passa gli atti - segreti - alla stampa, e si scatena una bufera mediatica che giunge sin oltre oceano: Sexy gate in law school, titolano i quotidiani americani. Cosa c'è di vero? Giochi di potere, intrighi di palazzo, donne, sesso, tradimenti e un contratto che ha scandalizzato l'Italia: tutti i retroscena di una storia che sembra un romanzo, ma è realmente accaduta, sullo sfondo di un quadro inquietante della giustizia italiana, che ha deciso di eliminare per motivi inconfessabili uno dei suoi migliori rappresentanti.
"Questo libro parla dell’Italia del 2025. E prova a rispondere alla domanda: Giorgia Meloni è una leader capace di fare la differenza? Di avere una visione? Di condividere un sogno e non ossessioni, complotti, vittimismo? In questo Paese c’è ancora qualcuno che ritiene che no, che Giorgia Meloni non sia una leader ma una influencer che cerca il consenso nell'immediato ma non costruisce speranza, benessere, futuro. È una influencer perché pensa ai sondaggi, non alla pressione fiscale o al rapporto debito/PIL. È una influencer perché manda i video sui social, perché si accontenta dei like facili, non dei progetti difficili. È una influencer perché punta ai cuoricini su Instagram. Che non racconta come vuole uscire dalla crisi geopolitica ma solo come vuole uscire sui TG della sera. Questa è l'amara verità. Io non ho paura, mai avuta. Se c’è da fare una battaglia controcorrente, la faccio. Quando vedo ciò che sta facendo il governo dell'Influencer mi dico che non posso tacere. Che non posso girarmi. Che non posso far finta di non aver sentito. Allacciate le cinture. Qui trovate le cose che gli altri non hanno il coraggio di dire. Ma anche le proposte che Giorgia non trova il tempo di ascoltare. Con un'analisi spietata e documentata, ricca di particolari e rivelazioni su alcuni dossier molto caldi, Matteo Renzi non fa sconti all'attuale presidente del Consiglio, al suo governo e al suo partito. Un atto di accusa che rimette la verità al suo posto e che controbatte con forza alla narrazione dominante di questi tempi e a quello che la sorella della Garbatella vuole farci credere attraverso lo strumento che padroneggia meglio: lo storytelling".
"In un mondo che è al contempo da crepacuore per l'orrore che presenta e mozzafiato per la bellezza che mostra, è davvero sacrosanta la ragione per andare in cerca di questa grande forza ammaestratrice nota come Nostra Madre. Per volerla trovare e restarle vicino." Così inizia il nuovo libro di Clarissa Pinkola Estés, un viaggio nell'universo femminile più profondo: quello spirituale. Dopo aver stimolato il risveglio della Donna Selvaggia attraverso racconti, fiabe e miti, la psicoanalista junghiana che ha conquistato milioni di lettrici con "Donne che corrono coi lupi" ci guida adesso alla scoperta dell'aspetto più intimo della psiche femminile, quello legato alla spiritualità intesa come forza creativa e feconda. In tutte le religioni e culture ancestrali, infatti, esiste una potenza fertile e prolifica riconosciuta come Grande Madre, nel cui grembo il mondo è stato concepito e a cui tutti apparteniamo. Una Grande Madre, benedicente e compassionevole, che accetta e supera la sfida di affrontare il mondo così com'è, bello e terribile allo stesso tempo.
Al centro di questo libro c'è un Paese considerato il "grande malato d'Europa": la sua industria è in declino, il costo della vita minacciosamente cresciuto, il debito pubblico incontenibile, tanto che il governo è sul punto di chiedere l'aiuto del fondo monetario internazionale. Sembra una fotografia dell'Italia di oggi, e invece è il ritratto della Gran Bretagna alla fine degli anni Settanta, poco prima che a Downing Street arrivasse la più intransigente esponente dei conservatori britannici, Margaret Thatcher. Con una fede incrollabile nel liberismo, la Lady di Ferro somministrò al Regno una medicina amarissima, fatta di tagli alla spesa, privatizzazione delle aziende statali e deregulation. Una cura che sembrò, sulle prime, ammazzare il paziente, ma che al contrario lo guarì in breve tempo. Perché ricordare oggi la dura lezione dell'inflessibile Maggie? Innanzitutto per paragonarla con la sorte toccata alle misure proposte dal governo dei tecnici, con le liberalizzazioni "al ragù" e i provvedimenti sulla spesa pubblica tutti pesantemente ridimensionati dalle resistenze di corporazioni e caste in rivolta. E poi per scoprire come si vive in una nazione dove l'economia è governata dalle regole del mercato e della concorrenza e le istituzioni operano in modo trasparente. Un confronto, a tratti provocatorio, che Antonio Caprarica tratteggia in agili capitoli cercando di rispondere a una questione annosa: perché è così difficile fare dell'Italia uno Stato europeo moderno?
Chi può dire di non aver mai avuto un dubbio, scrivendo un tema, un articolo, o anche solo una mail (o un mail?), di non essersi mai trovato faccia a faccia (o a faccia a faccia?) con una parola dall'accento incerto? Sbagliare non è questione d'ignoranza o della sclèrosi (o scleròsi?) delle nostre arterie, ma dipende spesso dalla complessità della nostra bella lingua. Non è dunque il caso che ci vergognamo (o vergogniamo?) quando ci chiediamo se sia meglio comprare un ananas o un'ananas, consultare due chirurghi o due chirurgi, partire alle tre e mezzo o alle tre e mezza. Capita a tutti. E grazie a questo libro, decidere sarà questione di un attimo!
Almeno due o tre volte al mese ci imbattiamo in coincidenze che risuonano con straordinaria chiarezza dentro di noi, ma la razionalità prevale e le ignoriamo. Invece nulla accade per caso: in quei momenti è il nostro destino che si rivela e ci indica la direzione. A patto di imparare ad ascoltarlo. Marco Cesati Cassin ha studiato oltre duecento episodi esemplari tratti dalla storia e dalla cronaca e in questo libro spiega la fenomenologia delle coincidenze significative, il loro senso profondo e come interpretarlo per migliorare la nostra vita. Perché in quell'attimo illuminante entriamo in contatto con forze superiori che possono dare una svolta alla nostra esistenza.
Irrequieto, sanguigno, temerario, Michelangelo Buonarroti è un artista dalle mille contraddizioni. Conosciuto da tutti, ammirato da molti, nemico di tanti, da Leonardo a Raffaello, vive con le sue opere un rapporto tanto intenso quanto drammatico. In questo libro affascinante e sorprendente, lo storico dell'arte Costantino D'Orazio veste i panni di Michelangelo e conduce il lettore all'interno della mente e del cuore del Buonarroti. Raccontando in prima persona, presta la voce all'artista per svelare come scaturivano le idee per le sue opere, portare alla luce le emozioni e i tormenti che hanno animato la sua vita.