
La storia della memoria comincia con il mito in cui Platone descriveva l'invenzione della scrittura come fonte di ignoranza: gli uomini, contando sullo spostamento della memoria nelle cose scritte, dimenticano di ricordarle. Forse, però, mettere in comune tante tracce individuali di conoscenze, di storie, di miti e di altre finzioni potrebbe far crescere più velocemente il patrimonio scientifico, politico, economico e sociale di tutti. Fra questi due poli argomentativi si muove la riflessione di de Kerckhove che analizza gli spostamenti della nostra memoria nell'era del digitale, epoca in cui si accresce la tendenza a rimettere i contenuti delle nostre esperienze nei databank, spostando testi, letture, immagini e video sulla rete, per cercare di liberare il più possibile la nostra mente e riutilizzarla in nuove direzioni.
In un breve dialogo dal ritmo serrato, Marc Augé esprime le sue posizioni sull’immenso fenomeno migratorio di cui siamo oggi testimoni: gli spostamenti massicci dal Sud al Nord del mondo, le navi che affondano sulle coste del Mediterraneo, il modello repubblicano francese di integrazione degli immigrati, il divario sempre più grande tra ricchi e poveri che crea profondi squilibri e disuguaglianze sul pianeta. Decostruendo i pregiudizi che la figura del migrante porta sempre con sé e denunciando l’assenza di morale della politica dei governi occidentali, l’antropologo francese riflette sull’incalzare odierno di nazionalismi e regionalismi, sul rigurgito di posture xenofobe ed escludenti che favoriscono nuove forme inquietanti di terrorismo e fanatismo religioso. La ricetta che Augé propone è l’elaborazione di un’antropologia della mobilità che sia capace di scorgere nell’incontro con l’altro l’essenza stessa dell’umano.
Gli esiti dei conflitti non determinano solo vittorie militari, ma anche culturali. Vincono i valori affermati da chi prevale sul campo di battaglia. La Terza Guerra Mondiale combattuta in Siria non è finita, è una guerra a fasi: dopo la rivolta popolare contro il regime c'è stata la sua trasformazione forzata in guerra tra sunniti e sciiti, e poi in "guerra al terrorismo". Ora potremmo essere agli albori di una nuova fase. Durante gli anni del conflitto si è affermata l'idea semplicistica che i fatti e i fenomeni sociali che hanno portato alla guerra non contino, ma che tutto si spieghi in base a categorie immodificabili quali islam, fondamentalismo, eterno scontro tra sunniti e sciiti. Partendo da questo assunto, questo libro cerca di dare una lettura globale al conflitto siriano, presentandone le fasi, le rappresentazioni e gli effetti sulla politica e i pensieri religiosi, che somigliano sempre più a nuove eresie. Prefazione di Amedeo Ricucci.
Bambini, donne e uomini approdano sulle nostre coste fuggendo da povertà e guerra, arrivando spesso in condizioni disperate o già morti. Il viaggio non di rado è terribile, costellato da sofferenze e violenze. I numeri sono impressionanti. Papa Francesco l'ha definita la tragedia più grande dopo quella della Seconda Guerra Mondiale. Essa ci interpella come cittadini e come persone, perché mette alla prova la nostra democrazia, il nostro sistema di diritti e più profondamente il nostro senso di umanità. La risposta dell'Europa è una vergogna che resterà come una macchia nella nostra storia. La situazione certo è complessa, tuttavia c'è una domanda semplice alla quale non possiamo sfuggire: quale atteggiamento avere adesso nei confronti di queste persone che bussano alle nostre porte? Oggi il cinismo, l'omertà e l'indifferenza vengono spesso fatti passare per realismo. Bisogna allora essere chiari: chi chiude le porte alla vittima che chiede aiuto, o volge lo sguardo altrove, diventa complice del suo carnefice.
Nelle città moderne - sempre più centro di contaminazione tra razze e culture - si decideranno le sorti dell'umanità: è qui che il bisogno di sicurezza si confronta con le limitazioni della libertà, è qui che la mixofilia lotta contro la mixofobia, il terrore con le speranze, la paura dell'altro con l'accettazione e la comprensione. Trasformare la convivenza tra culture diverse da minaccia in risorsa, suggerisce Bauman, è compito della politica, delle istituzioni, di chi pianifica le città e di chi le costruisce. Ma, soprattutto, è compito di chi le abita.
La cattiva gestione della crisi economica, la mancata valorizzazione del Parlamento europeo e, di conseguenza, la scarsa legittimazione politica dell'Unione suscitata nei cittadini dagli Stati membri costituiscono per Jürgen Habermas i limiti principali dell'Europa. Più democrazia e più solidarietà sono gli antidoti che il filosofo di Francoforte propone per realizzare una riforma capace di far uscire l'Unione europea dalla crisi istituzionale e di credibilità in cui da troppo tempo si dimena. La situazione è estremamente critica, anche perché manca ancora una forza progressista capace di guidare questa svolta.
"La promessa della rivoluzione francese si è rivelata ingannevole, almeno rispetto all'uguaglianza, e una gran parte della mia ricerca gira intorno alle domande su cosa, in ultima analisi, non abbia funzionato in quella promessa." (L'autore)
L'economia globale, i governi progressisti e le lotte sociali, l'accordo di pace in Colombia, le difficoltà del Venezuela e l'eredità di Hugo Chàvez, il golpe del Parlamento brasiliano, il capitalismo attuale e la cultura del consumismo, il significato della democrazia, la politica internazionale degli Stati Uniti: ecco alcuni dei temi che attraversano questo dialogo a due voci, tra l'ex Presidente dell'Uruguay Pepe Mujica e lo scrittore e giornalista uruguaiano-ecuadoriano Kintto Lucas. Un dialogo capace di illuminare il nostro presente e di interrogare la nostra esistenza. Come vivere senza credere in qualcosa, senza un sogno o una speranza? Questa è la domanda che il saggio Mujica rivolge a ognuno di noi.
Svetlana Aleksievic, nota al mondo per i suoi libri sulla seconda guerra mondiale, su Cernobyl?, sulla guerra in Afghanistan, si apre in questa intervista a una dimensione più intima e ci parla dell'amore fra uomo e donna, della ricerca della felicità, del legame che unisce ogni essere vivente, del suo interesse per la gente comune. Con una passione sconfinata per il dettaglio, per i piccoli angoli della storia, Svetlana crea un mosaico di bellezza. Le grandi utopie hanno cancellato interrogazioni più intime e profonde, come ad esempio la domanda sull'amore. Che succede quando l'amore entra nella vita di una persona? È la vita che viene prima di ogni altro pensiero. Perché allora, della vita, si parla così poco?
Luigi Russo, in occasione della commemorazione di Antonio Gramsci a dieci anni dalla sua scomparsa, lamentava come la sua generazione fosse stata tormentata e mutilata quale altra mai. «Falcidiata dalla prima guerra mondiale e poi resa più sottile o captata e svuotata dalla corruzione di un regime dispotico, o vessata e stroncata e dispersa dalle carceri, dall'esilio, dalle malattie e dalle morti; sicché la sorte di essa, assai grave, pesa non soltanto su di noi che ne fummo per ragioni cronologiche partecipi, ma su tutta la vita intellettuale e politica del paese». Si riferiva a Giovanni Amendola, Piero Gobetti, Carlo e Nello Rosselli, Giacomo Matteotti, lo stesso Gramsci, ma anche ai tanti meno noti che dettero un contributo eroico, sacrifico, accomunati dalla stessa battaglia antifascista. Rappresentarono un discorso che poi riaffiorò come un fiume carsico confluendo nel dialogo interpartitico della Costituente. Furono i maestri e i compagni di coloro che poi cooperarono alla Carta costituzionale. Ricordare il loro contributo morale non significa solo comprendere meglio il "Preludio alla Costituente", ma anche arricchire le generazioni successive. Prefazione di Valdo Spini. Postfazione di Giuliano Amato.
Zygmunt Bauman
Di nuovo soli. Un’etica in cerca di certezze
Pensare eticamente, dotarsi di una morale condivisa e condivisibile, è ancora possibile? Con il crollo delle vecchie ideologie e con la conseguente perdita di valori e certezze, su cosa si può fondare, oggi, un’etica? In questo breve e appassionante saggio il celebre filosofo polacco offre la sua convincente risposta. Da una parte dimostra quanto sia ormai vano il tentativo di rivitalizzare le vecchie basi dell’etica – famiglia, comunità, tradizione – e quanto inattuabile quello di esacerbare le antinomie tra un’etica prettamente politica e una economica, tra una morale collettiva e una individuale. Dall’altra, azzarda una soluzione. Viviamo in tempi incerti e mutevoli, caratterizzati da una sorta di privatizzazione globale che spinge a coltivare i propri ristretti interessi nel disinteresse di quelli comuni. Per affrontarli, è necessario riscoprire le connessioni profonde tra gli interessi della comunità e quella dei singoli individui, tra la prosperità delle istituzioni che si occupano del bene comune e quella di milioni di esseri umani sempre più soli e spaesati.
Zygmunt Bauman
(Poznan, 1925 – Leeds, 2017)
Filosofo e sociologo polacco di origini ebraiche, si è formato all’Università di Varsavia e alla London School of Economics. Nel 1968 ha perso la cattedra a Varsavia a causa della ripresa dell’antisemitismo e dei conflitti interni che allora infiammavano la Polonia. Rifugiatosi dapprima in Israele, ha in seguito insegnato Sociologia all’Università di Leeds in Gran Bretagna a partire dal 1971, dove è rimasto sino alla morte (9 gennaio 2017). Si è guadagnato una fama internazionale grazie alle ricerche sui rapporti fra modernità e totalitarismo. Castelvecchi ha pubblicato Scrivere il futuro (2016), Meglio essere felici e La libertà (2017), Le nuove povertà, Gli si diceva… Varsavia 1968, Socialismo. Utopia attiva, La vita in frammenti e Città di paure, città di speranze (2018).
Matteo Salvini ha reinventato la Lega, portandola dal 3% al 30% in pochi anni. La sua ascesa, da consigliere comunale a figura di punta del governo e dell'area sovranista europea, ha a che fare con diversi fattori. La personalità e lo stile di comunicazione diretto e disintermediato; una strategia mediatica costruita con cura, che tiene insieme social network, televisione e presenza sul territorio; l'insistenza su pochi temi-chiave molto sentiti dagli elettori italiani al tempo del populismo, come immigrazione, Europa, pensioni. Ma chi è, davvero, Matteo Salvini? Come funziona la sua macchina della comunicazione? Qual è il profilo del "nuovo elettore" leghista? Con interviste a Marco Damilano, Matthew Goodwin e Luca Morisi.