
La formazione della persona, con i mezzi, gli scopi e i contenuti che essa richiede, rappresenta una questione di importanza cruciale non solo per coloro che vi sono impegnati come ambito proprio, ma anche per ogni persona di qualunque età e condizione. È in processo a cui noi tutti siamo esposti lungo l'intero arco di vita. Il presente studio propone un dialogo proficuo tra la pedagogia biblica e gli orientamenti attuali in scienze dell'educazione, mostrando che, al di là delle epoche, si registrano dei principi pedagogici perennemente validi e irrinunciabili per la dignità della persona umana.
Le età della vita è il tema che due autori, Erich Erikson e Romano Guardini, hanno trattato secondo diversi approcci: psicologico evolutivo il primo, filosofico, teologico il secondo. Ad accomunare le riflessioni dei due autori la prospettiva della "vita come vocazione". L'esistenza dell'individuo, compresa come passaggi di età in età, è il contesto esperienziale della risposta responsabile a un progetto, insito nella vita stessa. Ogni individuo è chiamato ad agire secondo libertà, dando luogo a una propria istanza morale ed etica. Proprio nella ricerca della risposta si attua il processo di formazione dell'identità, il "chi sono", nella quale sono coinvolte tutte le dimensioni della persona: psicologica, sociale, morale e religiosa. Il confronto tra i due autori permette di definire le età della vita, secondo prospettive ermeneutiche proprie. L'esistenza di ogni individuo diventa il contesto di risposta «a ciò che non è ancora», plasmando l'identità propria. In Erikson l'identità coincide con la personale realizzazione secondo un'etica universale; in Guardini lo sviluppo dell'identità corrisponde alla definizione di "persona", secondo una visione antropologica cristiana.
L'idea essenziale che si intende sviluppare nel testo è l'importanza fondamentale di riscoprire l'attuazione pratica dei principi di libertà e partecipazione come sono presentati e vissuti personalmente da don Luigi Sturzo, in piena sintonia con la Dottrina Sociale della Chiesa. Si vuole mettere in luce come tali principi, se incarnati e vissuti anche a costo di pagare prezzi alti in termini di coerenza e credibilità, possano realmente scuotere le coscienze sia dei credenti sia degli uomini di buona volontà, in vista di un impegno più fattivo in ambito socio-politico. Tali principi, infatti, costituiscono la base imprescindibile di ogni autentico ideale democratico. Si mostra anche come essi abbiano attuali applicazioni nella politica, nella scuola, nell'amministrazione della città come si possa contribuire a risolvere problemi pratici e quotidiani - non per questo banali - favorendo, sulla scia di don Sturzo, la libertà e la partecipazione a livello individuale e associato.
Perché non siamo capaci di affrontare questo evento umano senza paure e senza difese? Quali sono i bisogni e i diritti di chi muore? Possono trovare in queste pagine un prezioso materiale per il loro lavoro medici, infermieri, operatori sociali, e anche chi voglia avvicinarsi alla morte per scoprirvi la vita.
Elisabeth Kübler-Ross non ha bisogno di essere presentata. Le sue esperienze accanto ai malati vicini a morire sono note in tutto il mondo. Il lettore non si lasci spaventare dal titolo: la morte è per molti ancora argomento tabù. Eppure è un evento umano che fa parte della vita e ci riguarda tutti da vicino. Allora perché non siamo capaci di affrontarlo senza paure e senza difese? Che tipo di comunicazione ci arriva da interviste a malati all’ultimo stadio della vita? Quali sono i bisogni e i diritti di chi muore? Il modo di affrontare la morte è legato a come si sono risolti i problemi della vita?
Chi avrà il coraggio di leggere queste pagine, scritte con tanto calore da chi si è seduto accanto a molti malati per condividerne le ansie e i desideri, ne uscirà profondamente arricchito. Avrà imparato a conoscersi meglio.Non solo medici, infermieri, operatori sociali possono trovare in queste esperienze un prezioso materiale per il loro lavoro, ma chiunque voglia avvicinarsi alla morte per scoprirvi la vita.
Prendersi cura di qualcuno, di qualcosa, del tempo è un rito che consapevolmente o meno attraversa il vivere delle donne e degli uomini. Ogni congiuntura storica interpella ciascuno con delle urgenze che chiedono cura, per custodire ciò che ci è stato consegnato e per seminare futuro. Curare le relazioni, le comunità, i corpi, soprattutto quando sono feriti o ammalati, è il modo più umano e umanizzante di abitare il mondo.
Giocare, celebrare e festeggiare diventano cosi risorse di senso per riconoscere la cura che riceviamo e doniamo.
Emerge nella società attuale l'urgenza di avviare una riflessione in campo educativo. Educare significa consegnare ai figli un mondo di senso, rendere testimonianza di una esistenza promettente. E' di fondamentale importanza saper dire sì e no e saper esercitare sempre il discernimento nelle relazioni educative. Un disagio diffuso e conclamato cresce fra gli adulti ma soprattutto fra i giovani. Appare necessario, quanto mai oggi, avviare una ricerca delle ragioni del disagio giovanile proponendo, oltre a una critica dell'esistente, alcune prospettive educative alla luce di Viktor Emil Frankl e dell’antropologia rivelata
L'intento di questo libro, scritto a più mani, è anche quello di offrire ulteriori contributi di riflessione per far comprendere meglio "la terza guerra mondiale a pezzetti", per uscire da un sistema di guerra e costruire una economia di pace. Vi si affrontano anche altri conflitti, di tipo economico, finanziario e in diversi luoghi della terra, in particolare il conflitto arabo-israeliano.
Viviamo un’epoca nella quale emergono tutti i nodi del modello dominante: la crisi climatica, la guerra, l'eclissi della democrazia, dell'uguaglianza e della giustizia. La speranza degli autori e dei curatori del volume è quella di offrire piste per uscire dalla guerra e costruire una economia di pace nonviolenta, attraverso una risposta globale, per liberare la mente e il pianeta, superando la retorica della sicurezza. La pace disarmata è il nuovo paradigma della politica. Esercitarsi a vedere il conflitto anche quando non fa rumore è il primo passo da intraprendere.
"Sapresti vivere senza Internet?". Attenzione a slanciarsi in una risposta sbrigativamente affermativa: senza la rete, gran parte dei servizi collettivi che ogni giorno usiamo non esisterebbe. Internet costituisce lo spazio in cui tutti noi viviamo e rappresenta la parabola di un cambiamento di civiltà, la metafora della fine di un mondo e della nascita di una società che si rimodella di continuo su tecnologie sempre nuove. Questo libro si prefigge di illustrare, come in un racconto a tappe, alcuni dei tanti aspetti della rete e dei rilevanti effetti che essa produce nella vita di persone e società. Lo stato attuale della tecnologia concorre a produrre un sentimento di accelerazione del tempo che sembra far sprofondare la memoria del passato sotto la pressione di un permanente presente, un real time che ci insegue ovunque, dandoci la sensazione di un mondo che esiste e si identifica solo col qui e ora, senza provenienza né memoria. In un'epoca in cui l'ultimo avamposto della tecnologia, cioè l'intelligenza artificiale, va ridisegnando in modo irreversibile opportunità e rischi mai conosciuti prima d’ora, è vitale promuovere consapevolezza, per vivere presente e futuro di Internet nell'unico segno che ci appartenga: la libertà responsabile. Per la tecnologia e con la tecnologia.
La politica come capacità di pensare la realtà nel suo essere una rete di relazioni. Il bisogno di costruire una comprensione del nostro tempo a partire dal basso e di inserirla dentro la cornice di un mondo divenuto il luogo di un futuro comune per l'umanità. La volontà di costruire un’Europa che sia pienamente consapevole del ruolo politico a cui le tensioni e le attese del nostro tempo la chiamano. E in tutto questo dare all'Italia la capacità di essere protagonista di questi processi con l'apporto di una sensibilità e di una visione che riconosce la ricchezza di esperienze, di intelligenze e di capacità che il nostro Paese sa esprimere e che possono essere la base del nostro diventare cittadini. Questo è il Libro Bianco per l'Italia che Argomenti2000 ha elaborato in un percorso di più anni, fatto di incontri, confronti, discussioni, elaborazioni condotte incontrando persone e realtà vive che oggi in Italia pensano un domani possibile. Un testo frutto di un lavoro comune che oggi viene offerto al Paese, alle sue classi dirigenti e all'opinione pubblica per poter tornare ad una politica che sia intelligenza delle cose.
"Ci siamo lasciati distrarre da troppe cose e abbiamo attaccato il nostro cuore a cose che non ne erano degne. Forse bisogna prima scoprire di avere un cuore".
Un libro per fare il punto su cosa significhi insegnare oggi, fotografando le paure, le ansie, i desideri e le attese delle ragazze e dei ragazzi che frequentano gli istituti d'istruzione secondaria superiore, in particolare tecnici e professionali. Un libro per dare voce ai dubbi dei docenti, spesso confusi davanti alle sfide di una professione sempre più complicata e socialmente meno stimata. Un libro che parte dal basso, dal grigiore delle aule, dagli sbadigli gratuiti, dall'antipatia verso lo studio, per descrivere una scuola che, negli ultimi vent'anni, da un lato è cambiata tantissimo e da un altro rimane sempre uguale a se stessa. Un libro che non rinuncia a credere nei miracoli formativi, quelli che sembrano accadere all'improvviso, quando una scintilla fa detonare l'interesse. Un libro allergico al facile catastrofismo con cui in genere si parla dell'stituzione scolastica. Un libro, insomma, che, confrontandosi con le sfide radicali lanciate dalle studentesse e dagli studenti contemporanei, vuole essere serio, ma non può fare a meno di strappare qualche sorriso.
La Speranza non si coniuga con l'attesa passiva ma con il lavoro e con l'impegno; non racconta una situazione di stasi ma di dinamismo; non indossa le pantofole ma le scarpe da tennis. La Speranza è figlia del desiderio e del sogno ed è frutto dell'inquietudine di dentro: racconta un "non ancora" da realizzare a fronte di un "già" esistente. Per questo la Politica è una grande testimonianza di Speranza: perché è l'impegno finalizzato a costruire un futuro più bello rispetto al presente da migliorare. Il libro di Giovanni Liviano affronta questi nodi tematici intrecciando l'esperienza concreta con una riflessione profonda, ricordandoci che l'impegno pubblico, nella sua accezione più alta, non è soltanto un mezzo per amministrare ma un'opportunità per trasformare il mondo in uno spazio di giustizia, solidarietà e umanità condivisa.

