
"Tradimento dei chierici", si diceva nel recente passato a proposito delle simpatie degli intellettuali per totalitarismi e ideologie. Ma qual è il profilo dell'intellettuale ai nostri giorni, quale ruolo gli può essere assegnato dal pensiero? Nell'epoca del tramonto degli ideali, nell'impossibilità di consacrarsi a una causa, egli deve destreggiarsi tra le pressioni dell'industria culturale, superando le insidie dell'apparato del consumo e dello spettacolo. Oggi più che mai l'intellettuale è chiamato a salvaguardare quella condizione di finitudine in cui è custodito il compito e la missione del pensiero. "Oggi è ancora possibile pensare, finché vi saranno circostanze, finché l'immanenza non l'avrà vinta; finisca la storia, resti la circostanza: il pensare potrà ancora pensare tutt'altro". Presentazione di Massimo Marassi.
Il mito, fra tutte le figure creative prodotte dalla mente umana, è senza dubbio l'esperienza psicologica più affascinante, considerando gli stretti legami che ha con il sogno, con le produzioni immaginative e con la cultura e la storia dei popoli. I personaggi umani e divini che in questo «teatro simbolico» si esibiscono portano inevitabilmente a galla le speranze, i desideri, le paure, le nevrosi e anche le straordinarie qualità eroiche della nostra specie. In queste pagine intraprendiamo un «viaggio nel mito» attraverso riflessioni di psicologia clinica, in grado di fornirci illuminazioni sugli aspetti oscuri della nostra vita, dimostrando l'origine di certi «mali dell'anima» e le strategie per porvi rimedio. Grazie all'aiuto simbolico di personaggi come Perseo, Asclepio, Antigone, Arianna, Pandora, Odisseo... qualcosa di dormiente, nelle pieghe più intime della personalità profonda, può cominciare a svegliarsi e a reclamare il suo diritto alla vita. L'incontro con il mito sollecita forze innate che possono favorire la crescita psicologica e spirituale.
In queste pagine trovate consigli pratici per migliorare la vostra salute psico-fisica. La forma è quella della «ricetta psicologica», che come ogni ricetta può essere seguita in modo integrale oppure modificata a seconda degli «ingredienti» che ognuno ha a disposizione, individuando quella più adatta all’occasione. Sono state infatti raccolte, da diverse correnti psicologiche, alcune tecniche messe a punto per prevenire, curare e guarire tanti problemi comuni alla vita di tutti:
ansia • stress • paura • depressione • somatizzazione • tic • insonnia • fobie • ossessioni • dipendenza affettiva • felicità • conflitto di coppia • calma • lutto • perfezionismo • schemi mentali • etica • creatività • motivazione • concentrazione
A voi non resta quindi che mettere il coraggio per riconoscere di avere un problema, la buona volontà per seguire la ricetta fino in fondo e l’amore per voi stessi per iniziare a vivere bene.
Salute e benessere aumentano all'aumentare dell'attività fisica, ed anche con un'attività moderata è possibile ottenere grandi vantaggi per la salute. In quest'ottica, il cammino rappresenta uno strumento di estrema importanza. Camminare è e rimane l'attività più antica e naturale dell'uomo; non a caso, rappresenta la forma di esercizio preferita dal maggior numero di persone. Questa preferenza si lega a diversi fattori: possibilità di essere svolta all'aperto; nessun vincolo di luoghi od orari; nessuna necessità di particolari attrezzature; nessuna richiesta di abilità motorie specifiche o di elevati livelli di forma fisica. Al contrario, camminare può diventare un primo passo per il recupero della forma fisica e per la pratica di attività più impegnative. L'autore indaga tutti i possibili percorsi del cammino-terapia, dalle forme più istituzionalizzate a quelle libere e associative, fino alla formazione di istruttori fitwalker e all'organizzazione individuale e di gruppo. Insegna tecnicamente le fasi più elementari dell'attività motoria e sviluppa le nuove tendenze U.S.A. di Walking Talking Therapy, la nuova forma emergente di psicoterapia del camminare. Un pratico manuale per trasmettere a tutti l'entusiasmo e i benefici del movimento più semplice dell'esistenza umana: camminare! Camminare "riduce notevolmente i rischi di patologie cardiovascolari, respiratorie e dismetaboliche " migliora e risolve alcune psicopatologie come ansia e depressione " aumenta le aspettative di vita con l'incremento della longevità "riporta a contatto con se stessi, con il proprio corpo e la propria mente" permette di riscoprire la bellezza della natura e la funzione del silenzio " consente alla propria presenza nel mondo di trasformarsi in una forma di spiritualità.
Le coppie si separano perché non hanno saldato i propri conti emozionali. All’offesa segue la vendetta, la comunicazione si blocca e i due entrano in una dinamica in cui assumono i ruoli di vittima e aggressore, in un circolo vizioso che li porta alla rottura. Il Metodo innovativo presentato in questo libro indica una via per rompere tale dinamica negativa e avvicinare le coppie al perdono. Il Metodo de Francisco-Canet offre infatti un modo peculiare di approcciarsi ai torti, introducendo una serie di principi e concetti che man mano mettono i coniugi di fronte al conflitto con uno sguardo nuovo, quello che porta alla conoscenza. L’obiettivo è quello di indirizzarli verso una buona comprensione, stimolando la necessità di perdonarsi e di ricominciare con una formula nuova per la loro vita coniugale, che porti con sé la benevolenza, la pratica dei Valori Coniugali e il progetto di una vita futura diversa. Tutto questo culmina con la forma di amore più generosa che si possa dare: il perdono.
Fotogrammi di un film possono essere più efficaci di una predica in chiesa? È possibile che i contenuti che transitano all'interno della sala della comunità possano trasformarsi in veicoli per un percorso di fede personale e comunitario? Come coinvolgere una comunità cristiana in questi percorsi di ricerca di Dio? A questa e altre domande intriganti risponde l'autore del volume cercando di impastare la sete di assoluto con le poltrone della sala e i bit del digitale. Una prospettiva utile per connettere chi gestisce la sala con gli operatori pastorali, sempre nell'ottica della sostenibilità e del maggior coinvolgimento degli spettatori.
La sala della comunità prima di essere uno spazio fisico è un "luogo della mente"; oserei dire è uno "spazio teologico" dove la Chiesa e le comunità ecclesiali sul territorio si giocano il rapporto con l'uomo contemporaneo e con la cultura della nostra epoca. La sala della comunità potrebbe assurgere a caso di specie o, meglio ancora, potrebbe essere quel "luogo privilegiato" in cui sperimentare delle nuove pratiche di socialità e di evangelizzazione. Quello che spesso manca alla Chiesa non sono le strutture (ce ne sono in abbondanza), mancano i contenuti e le idee con i quali farle vivere. Il gap che attanaglia le comunità ecclesiali non è di tipo strutturale, ma culturale e, forse, in definitiva anche spirituale. Stare, vivere nella contemporaneità, aprirsi al mondo non è solo un fatto di consapevolezza, ma grazie alle sale della comunità e alle attività che si svolgono al suo interno (attività culturali, cinema, teatro, musica) la Chiesa potrà assumere uno stile nuovo che segnerà la stessa prassi pastorale.
Il saggio si interroga circa il contributo che le sale della comunità possono offrire alle comunità cristiane nel territorio e sul ruolo del cinema nei processi formativi e nei percorsi spirituali. Si proporranno alcuni esempi significativi delle opportunità che il medium offre, nell'ottica di una proposta culturale a sostegno di una ricerca spirituale abbinata a una revisione di vita. Ci si soffermerà inoltre su un caso esemplare: il progetto distributivo del film L'amore inatteso di Anne Giafferi (Francia, 2010), che consente di valutare sia le criticità sia le potenzialità dell'attuale scenario della pastorale della comunicazione sociale in Italia. Il saggio si conclude con un'appendice su alcune prassi di metodo, approccio e domande che possono guidare principianti e appassionati all'uso del cinema in pastorale in modo fruttuoso.
Narciso è uno dei personaggi della mitologia greca che più di altri abbiamo fatto entrare nella nostra vita quotidiana. Siamo una società di narcisi: o ben riusciti, buona copia dell'originale, o mal riusciti, lontani anni luce da quell'affascinante modello che ci attira in modo irresistibile. Il narcisismo può essere dunque un importante elemento stimolatore della dinamica psichica. Con questa dimensione dobbiamo costruire un rapporto fatto di amicizia, rispetto reciproco, collaborazione per il rinforzo dell'Io; non certo sottomissione ai suoi capricci, adesione acritica ai suoi bisogni infantili. Narciso nasce con noi e ci accompagnerà tutta la vita. Dobbiamo impedirgli di essere il nostro dominatore e trovare il modo per far emergere quegli impulsi narcisistici che ci permettono di stare bene con noi stessi.
La felicità è un dono. Non si compra né con la virtù né con tutti gli sforzi di essere perfetti, a meno che la nostra dote non sia l'umile accoglienza della vita e della storia in cui siamo inseriti. Far questo significa amarsi, amare i propri sogni e lottare per essi; significa accogliere la vita che c'è in noi e i nostri limiti, senza rifugiarsi in illusori sogni di perfezionismo, nella continua maturazione del senso della nostra esistenza e della capacità di donarlo a chi ci sta vicino. Mettersi alla ricerca della felicità porta inevitabilmente a un confronto serrato con noi stessi, con le nostre sofferenze, con il nostro insieme di luci e ombre e la nostra sete di infinito. Queste pagine intendono non solo suscitare in ciascuno la speranza di poter raggiungere la felicità ma, ancor di più, scatenare il desiderio ardente di mettersi in cammino per trovare la propria originale via verso la felicità. Questa, infatti, non è una meta immediata, ma l'effetto di un'esistenza che ha dispiegato la propria identità, vissuta in pienezza nell'incontro autentico con se stessi e con gli altri.
L’educazione è relazione tra persone che tentano di trarre fuori il vero Sé dell’altro, la parte più autentica, la zona intima, il cuore del talento affettivo e attitudinale. Questo libro restituisce al loro più autentico significato le parole legate al processo educativo e applicabili a qualsiasi altro ambito relazionale. Educare è scegliere di vivere nel profondo, guardando gli altri non con un buonismo sentimentalista o con rigore accademico, ma per voler andare oltre e imbattersi nella «grande bellezza» di ciascuno di noi.
Agli inizi del XX secolo, Freud iniziò a esaminare le dinamiche familiari a partire dal complesso di Edipo. Sulla base di questa impostazione, molti terapeuti hanno continuato per decenni a leggere e interpretare le relazioni primarie, finché un impetuoso vento di cambiamento non ha scompaginato le carte in tavola. Rapidamente, si sono aperti scenari nuovi in cui gli schemi culturali precedenti non bastavano più. La famiglia di oggi, infatti, non è più quella che Freud aveva descritto. Nel cuore della famiglia allargata non c'è più un solo Edipo, ma molti, con diverse connotazioni, con «richieste» profonde che vanno a complicare il quadro iniziale. In queste pagine l'autore, alla luce della sua lunga esperienza clinica, affronta le grandi sfide che attendono i terapeuti e le madri, i padri, i bambini e gli adolescenti di oggi, cercando di indicare alcune possibili soluzioni non solo per «sopravvivere» a questo cambiamento epocale, ma anche per aspirare ad una nuova serenità. Che ne è dell'Edipo, disperso nel caos affettivo della famiglia allargata? Cosa fare e, soprattutto, cosa non fare?