
Nel gennaio 1960, poche settimane prima di morire e nel pieno dello slancio creativo, Adriano Olivetti pubblicava la prima edizione di "Città dell'uomo", il suo volume più celebre destinato a diventare un testamento spirituale. Gli scritti e i discorsi raccolti nell'antologia, riproposta oggi in una nuova edizione accresciuta, trasmettono ancora intatta e fortissima la passione civile, a tratti mistica, che li ispirò. Ciò che emerge da queste pagine non è un'idea vagheggiata e astratta di convivenza civile, ma la ricerca attiva e inquieta di un'autentica città dell'uomo, di una società fondata sul rispetto dei valori dello spirito, della scienza e degli ideali inalienabili di giustizia e dignità, perseguiti lontano da ogni retorica, rimanendo vicino al nucleo più intimo e insieme universale dell'uomo.
L’autore ci conduce alla ricerca dell’“equazione personale”, della sua verità più intima, attraverso lo studio del mito del “Dio che muore”, simbolo di trasformazione che ha accompagnato l’umanità da sempre, con i suoi antichi simboli preclassici e classici fino ad arrivare a Gesù di Nazareth. La pista seguita è innovativa ed insolita, perché nello studio del mito del Dio morente, si muove utilizzando solo strumenti psicologici, evitando deliberatamente di percorrere la pista più frequentemente battuta della teologia. Punto di approdo dell’indagine è la comprensione piscologica di come sia possibile superare la sofferenza attraverso la “via della croce”, trovando la possibilità di sperimentare libertà e pace interiore.
Pasquale Ionata, psicologo e psicoterapeuta, esperto di psicotraumatologia e ipnositerapia metaforica.
Già docente di psicologia della personalità presso la Pontificia Facoltà “Auxilium” di Roma, è autore di numerose pubblicazioni, tra queste, per le edizioni Città Nuova “Ottimismo”, 1997; “Armonia cercasi”, 2001; “Nati per amare”, 2006; “Accogli ciò che è”, 2019.
Dopo aver scritto il libro Il Dio morente, pubblicato in piena prima ondata della pandemia, lo psicologo e psicoterapeuta Pasquale Ionata ci presenta, all'uscita dalla pandemia, Il Dio vivente, conclusione necessaria del suo dittico dedicato agli aspetti "psicologici" del nostro rapporto con Dio. Nella sua visione profondamente ottimistica della vita, Ionata offre al lettore una via per affrontare i grandi temi della vita e della morte - erotismo, nevrosi, ego, rinascita... ? con lo spirito di un terapeuta profondamente ancorato alla tradizione cristiana, ma nell'apertura alle grandi tradizioni di pensiero del mondo intero.
Nell'epoca della rivoluzione digitale, che sta cambiando i modi di relazionarsi e crea enormi problemi in campo economico, sociale e politico quali sono le radici che non possono essere dimenticate perché la comunicazione sia umanizzante? La reciprocità è l'elemento forse più utile per ritrovare una comunicazione mediatica adeguata ai tempi di oggi. Il pensiero di Paolo Ruffini, il professionista ora prefetto dell'organismo vaticano che si occupa dei media, a colloquio con il giornalista Michele Zanzucchi, emerge nelle pagine di questo libro della Collana Fratelli in Umanità.
Con Il Dio presente si conclude una trilogia su "Dio" dal punto di vista psicologico. Si è parlato del Dio morente (2020) prendendo spunto dalla crocifissione di Gesù avvenuta di venerdì, poi si è passati al Dio vivente (2021) sulla resurrezione di Gesù domenicale, mentre col Dio presente si affronta l'esperienza di Gesù avvenuta di sabato della "discesa agli inferi". Anche in quest'ultimo libro, come nei precedenti, quando si parla di Dio si intende rimanere sempre nell'alveo della psicologia o al massimo della psicospiritualità e non della teologia o della religione. Al centro dell'interesse è sempre il rapporto della persona con Dio, sia nella sua individualità che nella percezione comunitaria. Chi cercasse una critica serrata della religione, rimarrebbe deluso, perché l'autore offre al lettore una via per affrontare - dopo la vita e la morte - il dilemma del presente grazie anche e soprattutto allo spirito religioso, ancorato alla tradizione cristiana ma nell'apertura alle grandi tradizioni di pensiero del mondo intero.
Rosario Livatino è uomo della sua terra e di quella stessa terra conosce bellezza e ferite. Non esita a spendere tutta la sua giovane vita e le sue competenze di magistrato per ricucire parte di esse. Sa che questo lo può mettere in pericolo di vita. Tutto in lui tradisce la consapevolezza di una chiamata che viene anche dalla fede. La sua vita è il concretizzarsi delle beatitudini e a motivo del suo martirio in odium fidei è stato proclamato beato il 9 maggio del 2021. Il testo attraverso l’esempio del giovane giudice si propone di illuminare i percorsi che i nostri ragazzi e le nostre ragazze fanno quando si trovano di fronte alle domande e alle scelte più spinose, dove bene e male si fronteggiano. L'autrice sceglie di intrecciare la memoria della vita di Livatino alle vicende di quattro adolescenti che vivono un'estate molto particolare nei luoghi natii del giudice.
Tutta l'opera di Paulo Freire, uno dei più noti pedagogisti al mondo, è attraversata dalla riflessione sulla necessaria eticità che connota la pratica educativa in quanto pratica formativa: "l'etica universale dell'essere umano". In "Pedagogia dell'autonomia", pubblicato per la prima volta nel 1996, si ribadisce, in particolare, che "uno dei saperi indispensabili è che chi viene formato, fin dall'inizio della sua esperienza, si consideri egli stesso un soggetto che produce sapere, e si convinca una volta per tutte che insegnare non è trasferire conoscenza, ma creare le possibilità per produrla o costruirla". Formare, in altri termini, è molto più che addestrare una persona, grande o piccola, giovane o adulta, nell'uso di alcune abilità. Insegnare esige comprendere che educare è una forma di intervento sul mondo; l'educazione non è mai stata, non è, né può essere neutrale, "indifferente". Su ciò si appunta questo volume le cui domande di fondo sono: Esiste un'etica della pratica educativa? E di quale bagaglio di conoscenze necessita un buon educatore?
Come può l'intelligenza emotiva aiutare a rompere il silenzio dei bambini sulle cause del loro malessere? Come può far crescere l'autoconsapevolezza e l'autocontrollo del genitore e dell'educatore? Come può modificare l'atteggiamento degli adulti verso il disagio dei bambini? E ancora, come si può contrastare la stupidità emotiva che rischia di dilagare nella famiglia e nella scuola? Come può l'attenzione alle emozioni offrire strumenti per prevenire e contrastare l'abuso e il maltrattamento sui più piccoli? A queste domande il libro di Claudio Foti fornisce risposte concrete, partendo da una dimensione teorica, ma integrandola con una specifica attenzione al piano operativo.
Il carcere vive un momento molto difficile, ma non è cosa nuova. È la sua stessa struttura che pone il problema se le difficoltà di gestione derivano dalle caratteristiche dei soggetti detenuti o, piuttosto, dalle caratteristiche proprie della struttura. Ma, pur in questa difficoltà di sempre, ci sono alternative alla attuale situazione di crisi gravissima? A interrogarsi sul punto è un dirigente dell'Amministrazione penitenziaria, già direttore della Casa circondariale di Torino (una struttura con oltre 1.500 posti e presenze elevatissime di assuntori di stupefacenti e di migranti), che guida il lettore in un viaggio nel sistema carcerario italiano con le sue intrinseche complicazioni, rigidità (legislative e non) e contraddizioni, al termine del quale intravede possibili aperture, non solo sull'organizzazione del carcere, ma anche su un diverso modo di pensare la punizione.
Una piccola enciclopedia dedicata all'arcipelago delle dipendenze: da droghe legali e illegali, da gioco d'azzardo, da lavoro, da acquisto compulsivo, da sesso, da cibo, da Internet... L'arcipelago è complesso ed eterogeneo ma interessa ormai milioni di persone e le loro famiglie, mentre mancano ancora validi strumenti di divulgazione scientifica. Il volume, che comprende oltre 100 voci svolte da più di 50 specialisti dei diversi settori, si propone come uno strumento di conoscenza per tutti, oltre a costituire un'importante sintesi per gli operatori impegnati in ambito educativo, sociale e sanitario.