
Il libro racconta l'esperienza di vita di chi si è trovato ad attraversare numerose difficoltà come operatore in ambito socio-sanitario e psichiatrico, un lavoro rivelatosi impegnativo e duro, con poche certezze e molti dubbi e paure. È la testimonianza di chi ha capito che il disagio psichico non si affronta con un semplice "fai da te". Solo così è possibile intravvedere una via di uscita per riprendere ad avere fiducia nella vita, ritrovando la propria serenità e forza di vivere.
Si è a lungo parlato del nuovo millennio come di un tempo contrassegnato dal crollo dell'esperienza religiosa, dal trionfo dell'irrazionale, dalla secolarizzazione, dal "disincanto" e dall'eclissi del sacro, che si presenta in ambito cattolico come l'equivalente della filosofia della crisi nella cultura laica. Eppure - afferma il sociologo Franco Ferrarotti in questo saggio - sta accadendo esattamente il contrario. Nuove forme di razionalità premono dietro la facciata chiusa e dogmatica delle strutture istituzionali della tradizione e la crisi che attraversa le chiese non tocca, ma paradossalmente stimola, l'emergere di nuove forme di associazione di base che consentono di riscoprire in profondità l'esperienza religiosa come "irruzione della grazia". Il sacro non è solo ciò che è determinato e amministrato dalla gerarchia ecclesiale, ma la riscoperta del mistero di Dio, del servizio all'uomo e della tensione collettiva verso un progetto. In questo senso, esso sta alla base di ogni convivenza per consentire alla società di non perdere la propria coscienza problematica e di non privarsi della funzione sociale dell'utopia.
Imprenditore illuminato, "utopista tecnicamente provveduto", sindaco e deputato al Parlamento, Adriano Olivetti (1901-1960) è stato uno degli italiani più originali e lucidi del Novecento. Idealmente inserito nel solco della tradizione di un socialismo consapevole e riformista, ha intuito con anticipo la crisi dei partiti politici e dei sistemi urbani metropolitani.
Uomo intimamente religioso, di padre ebreo e madre valdese, si era convertito al cattolicesimo, leggeva con passione Emmanuel Mounier, Jacques Maritain e Simone Weil e amava costellare i suoi discorsi di citazioni evangeliche. Laureato in Chimica industriale al Politecnico di Torino, Olivetti aveva soggiornato negli Stati Uniti per studiare i metodi produttivi e la struttura organizzativa delle grandi fabbriche americane, un'esperienza che lo aveva portato a rinnovare radicalmente l'azienda paterna di Ivrea - la prima a produrre in Italia macchine per scrivere - trasformandola in una multinazionale. Alla ricerca di un rapporto armonico tra città e campagna, fra industria e comunità - ma senza angustie municipaliste e paternalismi strapaesani - Olivetti aveva rinunciato al sistema a cottimo e aveva modificato la catena di montaggio affinché la sua fabbrica diventasse un modello di socialità e di industrializzazione senza disumanizzazione.
Sommario
Prefazione. L'uomo e le sue idee. Un imprenditore creativo. Politica e comunità. La terza via. Vangelo e rivelazione. Documenti. La Dichiarazione di Ivrea 22 gennaio 1955. L'esperienza sindacale di Ivrea. Il «Fordismo».
Note sull'autore
Franco Ferrarotti, professore emerito di Sociologia all'Università La Sapienza di Roma, direttore della rivista La Critica sociologica, deputato indipendente al Parlamento italiano dal 1958 al 1963, è stato tra il 1948 e il 1960 tra i più stretti collaboratori di Adriano Olivetti. È stato tra i fondatori, a Ginevra, del Consiglio dei Comuni d'Europa nel 1949, responsabile della divisione Facteurs sociaux dell'Ocse a Parigi. Nominato Directeur d'etudes alla Maison des Sciences de l'Homme di Parigi nel 1978, è stato insignito del premio per la carriera dall'Accademia nazionale dei Lincei nel 2001 e nominato Cavaliere di gran croce al merito della Repubblica dal presidente Ciampi nel 2005.
Poter amare, grande desiderio di ogni persona e aspirazione del cuore umano, è un’esigenza profondamente radicata nella sua sorgente, l’amore primario di Dio, che costituisce il cuore stesso della vocazione e della comunità cristiana. Ma, come insegna l’esperienza quotidiana, amare non è un processo automatico. Tante forze contrarie contrastano e facilmente depistano, talora bloccano questo appello profondo della vita di ciascuno. Come mai avviene questo? Che cosa può rendere attuabile, sul piano educativo, l’aspirazione ad amare? Quali dinamismi psichici la sostengono? Quali resistenze la frenano? Quale collaborazione personale alla crescita si rende indispensabile perché le scelte fondanti della vita, il matrimonio e la vita consacrata, abbiano una base solida e un avvenire positivo? La terza edizione di questo libro propone tavole rinnovate e suggerisce nuovi spunti di riflessione in merito alla sensibilità odierna nei confronti della sessualità, dell’affettività e della cultura «del genere».
Mentre gli adulti si stupiscono dei cambiamenti che avvengono nel mondo giovanile, i ragazzi chiedono a chi ha più anni e più esperienza di loro di risintonizzarsi su un nuovo modo di vivere, di prendere contatto con le novità di cui sono portatori, con le modalità che adottano per comunicare e con la fatica di sognare il futuro. Poiché non è obbligatorio fare «come si è sempre fatto», è necessario che gli adulti trovino la strada di stabilire con i ragazzi relazioni corrette basate sulla fiducia e sulla capacità di credere e dimostrare che è possibile fare percorsi comuni. Questo è però possibile solo se gli adulti sentono la necessità di rimettersi in gioco, affrontando le fatiche e accettando i limiti che accompagnano l'attività educativa.
Come scrive Pietro Maria Fragnelli nella Presentazione, leggere questa testimonianza viva di don Vincenzo de Florio (o padre Vicente, come lo chiamano in Brasile) significa imbattersi in un inguaribile innamorato che, a novant’anni suonati, vuole ancora cantare la sua canzone d’amore. Una canzone appassionata, senza rimpianti o tristezze. Non canta “Com’è triste Venezia”, il celebre motivo tornato alla ribalta per la morte del suo cantore e poeta, il novantenne Charles Aznavour, ma viene a dire alle sue lettrici e ai suoi lettori: “Com’è triste la vita” quando si allontana il soffio dello Spirito, il solo che può liberare dalle illusorie sicurezze umane e culturali, il solo che può portare fuori dai confini falsamente rassicuranti dei guadagni e delle strutture. Per don Vincenzo la vita è triste se non ci si innamora dei poveri, siano essi zingari o homeless, detenuti o senzaterra, senza radici o senza fede. È triste la vita se non incontra il Cristo povero, che si identifica con i poveri cristi di ogni latitudine.
Sommario
Mi improvvisai scrittore (P.M. Fragnelli). Mi presento. Premessa. I. Il bambino rubato dagli Zingari. 1. Storia del bambino rubato dagli Zingari. 2. La periferia fa crescere. 3. Bambino com’era, rimase rubato! 4. Da maestro a discepolo. 5. Don Tonino, mio fratello vescovo. 6. Le periferie ti convertono. II. Servo in periferie altre. 7. Rientro imprevisto. 8. In periferia sino alla fine del mondo. 9. Vita condivisa con i prediletti. 10. Brasile: vita semplice, ma in schiavitù. 11. Obbligo di fermata. 12. Servo inutile.
Note sull'autore
Vincenzo De Florio, prete pugliese, è stato parroco in Brasile, cappellano di Sinti e Rom, vicario generale nella Diocesi di Castellaneta e volontario nella casa circondariale e di reclusione di Taranto. Ha pubblicato: Zingaro mio fratello (Paoline 1986), Mi basta che tu mi vuoi bene (Paoline 2012) e Se non diventerete come bambini (Pensa MultiMedia 2016).
Pietro Maria Fragnelli è vescovo di Trapani.
La depressione è una malattia molto diffusa nel nostro tempo. L'autore non intende elaborare un trattato di psicologia, ma solo offrire dei suggerimenti pratici, accessibili a tutti, fondati sulla parola di Dio e frutto della sua quotidiana esperienza sacerdotale. Cristo, il grande conoscitore del cuore umano, ci può guarire se collaboriamo con lui, giorno dopo giorno, senza stancarci. Il volume non va sfogliato frettolosamente, ma meditato e vissuto nel quotidiano. La serenità ritrovata ridarà la gioia.
Due impostazioni - una teologico-pastorale e una psicologica - diverse, ma complementari, si incontrano nelle pagine di questo volume, scritto a quattro mani da un prete esorcista e da una psicologa e psicoterapeuta. L'intento è di trasmettere, con un linguaggio semplice, temi speciali, cioè particolari, della riflessione teologica sulla demonologia, dell'esperienza tipica del ministero di esorcista diocesano e della riflessione scientifica. Prefazione di Angelo Spinillo. Postfazione di Domenico Ruggiano.
Internet e i social network rappresentano, oggi più che mai, una sfida per la Chiesa e le comunità, poste davanti a una nuova sfida educativa che invita a ripensare il modo di «comunicare» dentro e fuori le reti sociali, per dare maggiore valore alle relazioni interpersonali, al dialogo, all’incontro.
L’importanza dell’integrazione, della partecipazione collaborativa e della cooperazione convergente sono i nodi che l’autore affronta per sottolineare l’importanza di ripartire dalla realtà delle persone e dalla verità di relazioni autentiche. Solo con la comunicazione interpersonale è possibile creare comunità che nei social network possono diventare community credibili, ridando alla Rete il senso e significato più intenso e affascinante: quello della condivisione e dell’interazione.
Da più parti si richiama la necessità di attivare processi formativi capaci di incidere profondamente nella vita delle persone, percorsi che non si limitino a fornire informazioni o a promuovere una sensibilizzazione spesso ridotta al solo piano emotivo. La sfida appare ancora più rilevante se si considerano le indicazioni di papa Francesco a rivedere il proprio stile di vita sul piano personale e sociale, sviluppando un pensiero critico e una prassi alternativa rispetto all'individualismo e all'utilitarismo. In questa prospettiva i tre autori di questo libro promuovono una riflessione orientata a coniugare teologia e prassi caritativa, principi pedagogici ed esperienze vissute. All'interno del Centro di ascolto della Caritas diocesana di Modena è stato possibile sperimentare un approccio insolito e innovativo al tema della formazione e dell'aiuto ai poveri. Prendendo le mosse dai principi del cooperative learning e della «clinica della formazione» è stato attivato un percorso di riflessione comune su alcuni temi messi in luce da papa Francesco in Evangelii Gaudium.
L'emergere dell'Intelligenza Artificiale (AI) e la sua progressiva integrazione con le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (ICT) costituiscono un punto di svolta storico, assimilabile all'invenzione della stampa o alla rivoluzione industriale. Le ripercussioni di questa evoluzione tecnologica sono significative e pervasive, interessando ogni aspetto dell'esistenza umana e modificando le modalità di lavoro, comunicazione, apprendimento e interazione con l'ambiente circostante. In questo libro si esamina il fenomeno dell'AI e delle ICT attraverso una prospettiva multidisciplinare, approfondendone le implicazioni tecniche, etiche, teologiche, psicologiche, sociologiche, pedagogiche e didattiche.
La capacità di guardarsi negli occhi nell’era digitale è diventata un’arte in via di estinzione. Che cosa è successo alla specie umana durante gli ultimi vent’anni, cioè da quando cellulari e tablet hanno assunto un posto sempre più centrale nella nostra vita da diventare quasi indispensabili? Qual è stata la reazione educativa della Chiesa e, in particolare, della formazione alla vita consacrata a questa metamorfosi socio-tecnologica? E quale sarà il futuro della dimensione contemplativa in una società caratterizzata dai new media?
Lontano da qualunque approccio apocalittico, il libro approfondisce il tema in modo critico, differenziato e aperto, evitando di presentare solo i rischi e le apparenze del mondo virtuale. L’intento della pubblicazione e il suo tratto più originale consistono, infatti, nel presentare la comunicazione digitale in modo propositivo, educativo e capace di guardare in modo specifico alle sfide e alle opportunità per la formazione alla vita consacrata.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Prefazione (P. Martinelli). Nota introduttiva dei curatori.
I. La comunicazione digitale: un nuovo ambiente per la formazione. 1. La comunicazione digitale: un nuovo ambiente per la formazione alla vita consacrata (P. Riccieri). 2. Formare a un sano rapporto tra vocazione e uso dei media. Tavola rotonda. 3. I social media: una sfida crescente per la formazione alla vita consacrata
(C. Alphonse). II. Implicazioni antropologiche e psicologiche del mondo digitale. 4. Il sacro e la ricerca di senso nell’era dei social network. Un approccio di psicopedagogia culturale (M. Pollo). 5. Vita consacrata in una società liquida: quale costruzione dell’identità umana e spirituale? (T. Cantelmi). 6. Diagnosi e terapia della dipendenza da internet (A.R. Colasanti). III. Ripensare la formazione spirituale nell’era digitale.
7. «Ecco, ho aperto davanti a te una porta…» (Ap 3,8). Esperienza spirituale nell’era digitale: riflessioni teologiche, ecclesiologiche, antropologiche (B. Secondin). 8. «Respondet». L’attinenza fra mondo digitale e spiritualità (J. Freyer). 9. Conclusioni. Vocazione e connessione digitale. Sfide e opportunità formative (C.M. Zanotti). Bibliografia essenziale.
Note sui curatori
Albert Schmucki, frate minore, è professore aggiunto di Psicopedagogia della vita spirituale all’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum, del quale è vice-preside con l’incarico di moderatore del Master in formazione. È docente anche all’Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana. Per EDB ha pubblicato saggi in volumi e ha curato Formazione francescana oggi. Corso di teologia spirituale 11 (2012) e, con Paolo Martinelli, Fedeltà e perseveranza vocazionale in una cultura del provvisorio. Modelli di lettura e proposte formative (2014).
Donatella Forlani è professore invitato all’Istituto francescano di spiritualità della Pontificia Università Antonianum. Insegna anche all’Istituto superiore per formatori collegato all’Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana

