
Questo saggio, scritto originariamente nel 1961 è frutto della riflessione di Christopher Dawson, sviluppata dal 1953 al 1958 in numerose conferenze dedicate a persuadere della necessità d'introdurre lo studio della cultura cristiana nell'istruzione superiore dei paesi anglosassoni. Il contatto dello storico britannico con la gioventù universitaria statunitense, sia cattolica che protestante, lo conferma in particolare nella convinzione che l'ignoranza dei cristiani nei confronti della loro stessa cultura sia non solo uno dei principali ostacoli sulla strada di un serio ecumenismo, ma anche causa non secondaria del fallimento dell'intero sistema d'istruzione occidentale, nonostante i pretesi progressi nei metodi educativi.
Rudolf Allers (1883-1963), medico psichiatra e filosofo viennese, sviluppa lungo il suo percorso un approccio all'essere umano che partendo dall'analisi dell'esperienza concreta e dalle basi metafisiche della persona arriva ad una proposta pratica delineata in termini di "formazione del carattere" attraverso l'educazione e la terapia. Nella sua opera, Allers recupera le vecchie nozioni di persona e di "essere personale", per così tanti decenni marginalizzate in quanto "metafisiche" e, per ciò stesso, "non scientifiche". Nel presente volume l'autore ricostruisce l'itinerario intellettuale ed esistenziale di questo importante protagonista della psicologia del XX secolo, mettendo in evidenza gli aspetti salienti di una proposta antropologica che ha ancora da dire ai nostri giorni che l'essere umano non è una collezione di fattori e meccanismi psicologici più o meno blandamente connessi, ma è, soprattutto, una persona unica, e una promessa da realizzare.
"Il merito di Roberto Marchesini è di mostrare come la conoscenza dell'antropologia tomista aiuti il professionista a comprendere più chiaramente ciò che incontra e ad individuare una modalità d'intervento pratico che sia conforme alla ragione e alla Rivelazione. La trilogia di Marchesini sul rapporto tra psicologia e cattolicesimo, iniziata con 'Psicologia e cattolicesimo' e proseguita con 'La psicologia e san Tommaso d'Aquino' giunge ora a compimento con il presente scritto. Egli prosegue l'opera di numerosi autori ignorati dalla psicologia ufficiale che hanno tentato di comprendere il disagio, la sofferenza, il disturbo psichico con i principi della filosofia tomista. Benché i passi mancanti siano molti di più di quelli fatti, l'approccio tomista ha il merito di fare chiarezza su numerosi punti oscuri che il riduzionismo delle psicologie e la varietà quasi antinomica della selva delle psicoterapie impediscono di chiarire." (Dalla Presentazione di Stefano Parenti)
"Essere conservatore" condensa e aggiorna le riflessioni che il filosofo Roger Scruton va svolgendo dai primi anni 1970 sulle origini, gli sviluppi e i vari aspetti di quel pensiero conservatore anglosassone che trova in Edmund Burke alla fine del secolo XVIII uno dei "padri fondatori". Alla luce dei suoi princìpi, e di una fitta trama di riferimenti culturali, Scruton sottopone a critica serrata le varie correnti ideologiche che dominano la scena della politica attuale - il nazionalismo, l'ambientalismo, per esempio, ma anche l'islamismo. Ne scaturisce un'agile apologia del conservatorismo, una prospettiva che solo a tratti è riuscita a "bucare" la cultura post-illuministica dominante nel mondo occidentale lungo tutto l'Ottocento e il Novecento, ma non per questo è meno fondata nei suoi presupposti critici e positivi.
Evitare le normali, quotidiani paure, può portare a disturbi d'ansia. Questo testo ne affronta l'approccio psicologico.
"Fatherless" indaga il mondo sommerso dei figli cresciuti senza papà. Dopo aver passato al vaglio i dati delle rilevazioni statistiche, utili per definire numeri e caratteristiche demografiche dei "senza papà", il testo si concentra sulle ricerche psicologiche e sul contributo degli psicologi clinici che ne hanno descritto i tratti salienti. A partire da tali informazioni, l'autore delinea una psicologia dei figli senza papà, sottolineandone peculiarità, rischi e debolezze. Inoltre indica una strada, costituita da introspezione, esercitazioni ed accenni di psicoterapia, utile ad abbandonare le fragilità per abbracciare sicurezza e padronanza di sé. Il volume si conclude con alcuni brevi consigli per le mamme che, da sole, svolgono la funzione genitoriale con uno o più figli. Invito alla lettura di Roberto Marchesini.
Un testo per coloro che sono interessati alla storia e all'identità dell'Europa contemporanea. Introduzione di Giovanni Cantoni.
«Se molto è stato scritto sul rilievo religioso de Il Signore degli Anelli», attesta lo studioso Joseph Pearce nel suo Catholic Literary Giants, «meno è stato pubblicato su quello politico, e quel poco che c'è spesso è erroneo nelle conclusioni e all'oscuro circa le finalità che Tolkien si prefiggeva». Jonathan Witt e Jay W. Richards provano, con Hobbit Party, a colmare questa lacuna. In un tempo in cui molti sono preoccupati che l'Occidente stia scivolando verso una bancarotta non solo economica, ma anche morale e politica, gli autori dimostrano come Tolkien - che si descriveva come uno Hobbit «in tutto tranne che nella statura» - abbia tracciato, con le sue amate storie della Terra di Mezzo, una mappa verso la libertà. A tal fine, essi attingono alla loro combinata esperienza in letteratura, scienze politiche, economia, filosofia e teologia per descrivere la visione tolkieniana dell'uomo, creato appunto per la libertà, eppure sviabile così tanto facilmente dalla brama di potere. L'universo fantastico de Il Signore degli Anelli, del resto, non è stato creato da Tolkien per fornire ai suoi lettori una via di fuga dalla realtà. Del nostro mondo, la Terra di Mezzo è piuttosto un ritratto impressionista. Uomini, Elfi, Nani e Hobbit diventano l'occasione narrativa per mettere a fuoco alcuni dei grandi temi del nostro tempo: i limiti dello Stato; il valore della proprietà privata; il libero arbitrio e la tentazione del potere; la dottrina della guerra giusta; l'ecologia; l'amore e la morte. Hobbit Party è il nome della festa che celebra le virtù di Frodo e della Contea: la nobiltà d'animo, la verità e la bellezza.
I fondamenti delle attuali correnti di psicologia sono stati raramente esplicitati e analizzati. In genere ci si accontenta di preconcetti comune­mente accettati, secondo cui, ad esempio, la psicologia nasce con Wilhelm Wundt e la psicoterapia con Sigmund Freud. In quest'opera - unica nel suo genere - il professore Martín F. Echavarría porta allo scoperto le fondamenta filosofiche delle correnti di psicoterapia, evidenziandone così il legame con l'etica e denunciando la "rottura con la tradizione" avanzata da Nietzsche e cavalcata da Freud. Una rottura che ha richiesto diverse correzioni, come quelle suggerite da Papa Pio XII, tuttora, però, per lo più inascoltate.
Nell'Encilica Laudato si' Papa Francesco contrappone la concezione dell'uomo come persona creata a immagine e somiglianza di Dio, e dell'universo come creazione, al "paradigma tecnocratico" che li considera invece come prodotto di uno sviluppo casuale. L'Enciclica attribuisce la responsabilità per i problemi ambientali al mancato riconoscimento e rispetto dell'ordine intrinseco della creazione. Questa contrapposizione ha una lunga storia e ha caratterizzato per più di due millenni la cultura occidentale. La filosofia classica prima, e l'antropologia d'ispirazione cristiana poi, si sono dovute confrontare con interpretazioni naturalistiche che pretendono di spiegare il pensiero e il comportamento dell'uomo unicamente come prodotto di forze naturali, che nel corso dei secoli sono state identificate sulla base di teorie più o meno scientifiche del tempo: dagli influssi celesti dell'astrologia fino ai mediatori chimici cerebrali delle neuroscienze. L'autore ripercorre la storia della civiltà occidentale descrivendo teorie e pensatori che direttamente o indirettamente hanno contribuito alla formazione del "paradigma tecnocratico" e della cultura dominante del nostro tempo.
La tavola non è solo occasione di nutrimento, ma è anche luogo di incontro e di amicizia ed è specchio dei rapporti umani e della comunione tra le persone. Questo libro parla della cultura della tavola orientata alla bellezza e alla valorizzazione dei valori familiari e sociali connessi con il mondo del cibo e del vino. Si parla dell'importanza che la società occidentale ha dato a questo tema, di storia della cucina, dei cibi e dei loro valori simbolici; della tavola, della famiglia e degli amici; delle usanze di altri popoli e altre religioni; con qualche commento sui film e sulle trasmissioni televisive che parlano di cucina, chef e buona tavola.
Allers è considerato uno dei più lucidi ed efficaci critici del sistema psicoanalitico freudiano - Louis Jugnet l'ha definito "l'anti-Freud". All'idea di uomo scisso sia al suo interno che dal mondo, Allers contrappone quella di uomo come un "intero", ossia una interrelazione di parti non separabili l'una dalle altre e strettamente interconnesse tra loro. Inoltre, l'uomo è intimamente legato al mondo che lo circonda. La presente opera, edita a Londra nel 1932, costituisce - insieme a "The Successful Error del 1940" - la "pars destruens" del lavoro di Allers. In questo lavoro l'intellettuale cattolico prende in esame le basi teoriche di quelle che all'inizio del secolo scorso venivano chiamate le "nuove psicologie" - la psicoanalisi freudiana e la psicologia individuale di Adler - in contrapposizione alla psicologia sperimentale della fine del diciannovesimo secolo.