
Una sintesi di un'attività di ricerca volta a dare un'immagine adeguata del fenomeno mafioso e delle lotte contro di esso, al di là degli stereotipi correnti. Se la mafia ha intrecciato nel suo percorso storico continuità e innovazione, rigidità formali ed elasticità di fatto, l'antimafia ha visto le grandi mobilitazioni del movimento contadino, dai Fasci siciliani della fine del XLX secolo agli anni '50 del XX secolo, e negli ultimi decenni l'impegno della società civile, generoso ma ancora oggi alla ricerca di un progetto complessivo. Oltre alla mafia siciliana vengono analizzate altre forme di crimine organizzato, nazionali e internazionali, che condividono la complessità del modello siciliano e si danno informazioni sulle iniziative contro di esse.
Oggi "depressione" è il nome che diamo ad una forma particolare del disagio psichico, il segno di un malessere che la nostra società produce. L'esperienza del soggetto depresso è quella di un vuoto: vuoto di senso, vuoto d'identità, vuoto d'essere. Questo libro è mosso dal tentativo di entrare dentro questa insostenibile sofferenza che abita l'essere, proprio a partire dal vuoto che anima le diverse declinazioni della depressione contemporanea. L'esperienza teorica e clinica della psicoanalisi applicata supporta la trattazione delle forme di disagio attualmente più diffuse, più discusse, ma, allo stesso tempo, più enigmatiche quali: la depressione del bambino, dell'adolescente, la depressione post-partum e quella senile.
Il libro condensa, attraverso un linguaggio accessibile, una lettura del disagio infantile, a partire da una osservazione critica del discorso sociale ed educativo contemporaneo. Iperattività, aggressività, ansia, disturbi dell'attenzione sono tutti fenomeni in espansione. Quali sono le ragioni sociali di questi sintomi? Cosa significa essere genitori oggi? A partire da questi temi, si è voluto operare una riflessione che implicasse anche il ruolo giocato da tutte quelle figure che gravitano attorno ai bambini: genitori, insegnanti, educatori e curanti. Ne deriva un discorso che valorizza la dimensione dell'incontro tra il desiderio del bambino e quello dell'adulto, incontro necessario affinché per il soggetto possa dispiegarsi un progetto di vita.
In questo libro vengono approfonditi quegli aspetti dei disturbi del comportamento alimentare che troppo spesso vengono tralasciati. Il filo conduttore di tutto il testo è l'approccio psicoanalitico di Jonas Onlus nella clinica dei nuovi sintomi. Viene esposta una panoramica sul fenomeno dell'anoressia-bulimia, centrando in particolar modo l'attenzione sulle radici psicologiche e sociali. L'anoressia e la bulimia non vengono considerate solo come un mero problema legato all'alimentazione: emerge un quadro teorico e clinico che permette di uscire dal luogo comune che assimila i disturbi alimentari a malattie dell'appetito, definendole piuttosto come malattia dell'amore.
Cosa chiedono gli adolescenti nell'epoca in cui le grandi istituzioni come la Famiglia, la Scuola, la Chiesa, i partiti politici, hanno perso prestigio, fascino, autorità e sono state sostituite dalla televisione, da internet, dai centri commerciali? Genitori e insegnanti, pur nella difficoltà e nella solitudine in cui si trovano a far passare un messaggio educativo, non devono cedere e devono continuare a rendere possibile la trasmissione ai figli e agli allievi di un'esperienza fondamentale, come quella dell'incontro con il proprio desiderio, con la propria passione, con ciò che li tiene "vivi e svegli". Questo libro è dedicato soprattutto agli adulti che sono alle prese, a vario titolo, con l'adolescenza, e che hanno deciso di accettare una sfida nuova. È un libro dedicato anche ai ragazzi, che a partire dal titolo e da quello che leggeranno, potranno il loro contributo, lanciare proposte o muovere critiche.
A partire dall'esperienza del panico, dalla sua fenomenologia e dalla sua logica, il testo ne sviluppa le diverse declinazioni: quella clinica, in particolare in relazione al disturbo da attacchi di panico e alla depressione; quella sociale, prendendo in considerazione la contemporaneità e le soggettività che l'attraversano; quella esistenziale, dove il panico intreccia l'angoscia e il tempo. Ognuna di queste declinazioni mantiene nel testo lo sfondo della direzione della cura, ossia la possibilità di fare dell'esperienza del panico l'occasione del nuovo e del cambiamento.
"Psicoanalisi del Cristianesimo" propone un'ipotesi interpretativa relativa ad un fenomeno millenario qual è il Cristianesimo che, oltre a marcare la cosmovisione e la prassi dell'Occidente, coinvolge direttamente un terzo della popolazione mondiale. Numerosi sono gli studi che evidenziano gli aspetti religiosi, storici, politici, sociali ed artistici del Cristianesimo, mentre sono pressoché assenti quelli che ne esplorano le dinamiche "inconsce". Il quesito cui la presente ricerca tenta di dare una risposta può essere così riassunto: qual è la dinamica impercettibile e non riconosciuta che attraversa il Cristianesimo, da Gesù di Nazareth fino ai giorni nostri e che penetra inconsciamente non solo nelle Chiese ma anche nella civiltà occidentale? Quale impatto hanno nel Cristianesimo le prime testimonianze dei Discepoli (Vangeli), l'incontro con il pensiero unico imperiale (Costantino), l'elaborazione della colpa e la risposta persecutoria (Agostino), nella strutturazione dicotomica delle Chiese, persino nel rito fondamentale dell'Eucaristia? È ragionevole l'ipotesi che il Cristianesimo, al di là di innegabili meriti e valori, sia segnato da un "disordine narcisistico"?
Il principe di Palagonia dalla sua Villa dei mostri a Bagheria, in un paesaggio stravolto dalle nuove costruzioni, canta l'agonia della sua classe e del suo mondo, con deliranti incursioni in un futuro senza speranza. Fanno da contrappunto i canti dei contadini e le devozioni delle donne, ancora incapaci di recitare il ruolo di protagonisti di una storia tutta da scrivere. Ci accompagnano nella visita alla Villa turisti illustri, come Patrick Brydone e Wolfgang Goethe, e un'eco delle fantasie del principe si ritrova nei versi di Giovanni Meli e Lucio Piccolo.
Uno spaccato dell'Egitto contemporaneo, tra povertà, corruzione, ascesa dell'integralismo e individualismo sfrenato.
Dal 1977 il Centro siciliano di documentazione, intitolato a Giuseppe Impastato nel 1980, quando era considerato da molti un terrorista e un suicida, conduce un intenso lavoro di analisi, ricerca e intervento nelle scuole e sul territorio. Una presenza feconda di risultati, dalla verità finalmente raggiunta per il delitto Impastato e per il depistaggio delle indagini, alle analisi che si sono dimostate tra le più adeguate a rappresentare la complessità delle mafie, al recupero della memoria di lotte e figure ignorate e dimenticate, al progetto del No Mafia Memorial che nel 2019 ha avviato la sua attività. Un bilancio positivo, nonostante le difficoltà quotidiane, particolarmente pesanti in un contesto come quello siciliano.